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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!

#46  and1966 Mer 23 Feb, 2011 11:34

Intanto vorrei far notare, sulla scia dell' aumento delle code ai distributori segnalato da Leo, e volando per un momento sopra i conflitti interreligiosi, che ad esempio, il 10 settembre 2001, il prezzo di un barile di petrolio era di 27 $.

http://it.oiloilprice.com/historicaloilprice/2001-09-10


Adesso, guarda un po', siamo a tre volte tanto dopo che tre anni fa eravamo arrivati a 5 (cinque). Oggi, allo stormir di fronde arabo, siamo già al 10% in più in una settimana.

Trovatemi voi un prodotto/servizio che abbia avuto un simile aumento ....  
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!

#47  Poranese457 Mer 23 Feb, 2011 11:47

and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Intanto vorrei far notare, sulla scia dell' aumento delle code ai distributori segnalato da Leo, e volando per un momento sopra i conflitti interreligiosi, che ad esempio, il 10 settembre 2001, il prezzo di un barile di petrolio era di 27 $.

http://it.oiloilprice.com/historicaloilprice/2001-09-10


Adesso, guarda un po', siamo a tre volte tanto dopo che tre anni fa eravamo arrivati a 5 (cinque). Oggi, allo stormir di fronde arabo, siamo già al 10% in più in una settimana.

Trovatemi voi un prodotto/servizio che abbia avuto un simile aumento ....  



Che poi alla fine il prezzo del barile di petrolio con il vero prezzo che il prodotto avrà sui distributori c'entra abbastanza poco... e soprattutto la correlazione non è tempisticamente così immediata come vogliono farci credere.

Se volete farvi un'idea leggermente più precisa dell'andamento del prezzo all'ingrosso (quindi non al dettaglio) dei prodotti che poi arrivano ai distributori clikkate sul link che vi metto qui sotto, guardate il valore di GAS OIL ICE e nella colonna NET CHG potete dare un'occhiata all'andamento dei prezzi in tempo reale  

http://www.reuters.com/finance/commodities/energy#oil
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#48  Icestorm Mer 23 Feb, 2011 12:17

Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!

#49  and1966 Mer 23 Feb, 2011 12:32

Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro ....        ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?  

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"    
 




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#50  Icestorm Mer 23 Feb, 2011 13:00

and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro ....        ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?  

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"    


Già...la desolforazione degli oli a volte può far decidere ad una compagnia petrolifera di abbandonare il progetto prematuramente, in caso di quantità troppo elevate.

Nel bacino del Caspio e del pre-caspio c'è si il gas....ma c'è anche tanto, ma tanto, ma tanto olio e l'eni ha fatto una scoperta di un campo gigantesco, si parla di miliardi di barili, l'esplorazione andrà avanti, ma solo quel campo potrebbe camparci di rendita per 25 anni
 




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#51  Boba Fett Mer 23 Feb, 2011 17:36

and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro ....        ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?  

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"    


Più o meno tutti i greggi medio-orientali hanno questo pregio (a parte quelli iraniani).  
 



 
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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#52  Icestorm Mer 23 Feb, 2011 19:02

Ci sono tante varietà, la situazione del campo a olio trovato nel pre-caspio, vede ad esempio una zona con bassi solfuri, ed una ad alti valori..la qualità comunque è sui 40° API a tratti..
 




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#53  marvel Mer 23 Feb, 2011 21:31

Interessante questo articolo in cui è possible anche leggere un'analisi sul ruolo dei Social Network nella situazione odierna.

Secondo me, comunque, tutto è iniziato probabilmente alcuni anni fa, con la GLOBALIZZAZIONE, che si esprime con maggior contatti con le altre civiltà (immigrati che vengono in occidente, turisti che vanno in Medio Oriente), facilità di comunicazione e contatto tramite TV satellitare, cellulare, sms, Internet, email, Messanger, Skype, Facebook, Twitter, Youtube, i blog, ecc.
Tutte cose che hanno interessato la nuova generazione (20,30, 40enni) che hanno, in qualche modo, potuto assaporare il sapore della libertà, del benessere e della democrazia, al di fuori dai loro confini. Hanno potuto conoscere i propri coetanei occidentali, hanno potuto mantenere i contatti con loro.
Molti sono stati qui in Italia, o in altri paesi, per studiare, altri per lavorare...
Quindi la potenza di internet e delle nuove tecnologie di comunicazione ha lavorato per anni nell'ombra, alle spalle delle autorità, delle dittature e senza censura.
La stessa Al Jazeera e altri canali televisivi satellitari, tranquillamente visualizzabili all'interno delle mura di casa propria, (ricordo di aver visto migliaia di parabole sui tetti in Tunisia e in Marocco) ha permesso a molti di guardare là dove prima non era stato possibile.
La seconda potenzialità di Internet, dei Social Network, ecc, è stata quella già detta in precedenza, quella di trasmettere e condividere rapidamente delle idee, delle proteste, ed organizzare un movimento vero e proprio.

Le rivoluzioni nell’epoca dei social network
FEBBRAIO 23, 2011 AT 4:00 PM
di Maurizio Minnucci / rassegna.it

Quando tra qualche anno chiederà ai propri genitori i motivi di un nome così bizzarro, forse infastidita dalle prese in giro dei compagni di scuola, farà fatica ad afferarne il senso. La piccola Facebook Ibrahim è nata a febbraio 2011, nell’Egitto appena iberato dal regime del rais Hosni Mubarak. Suo padre, un ragazzo di 20 anni, l’ha voluta chiamare proprio così, Facebook, per rendere omaggio al social network che ha contribuito alla cacciata del tiranno. È una pratica comune, dopo eventi storici, quella di accomunare i festeggiamenti con la nascita di un figlio. Accadde così anche in Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando molti bambini furono battezzati col nome di «Firmato», perché sui manifesti affissi ovunque per celebrare la vittoria sugli austriaci c’era scritto «Firmato Cadorna». Che però si chiamava Luigi.    
Curioso equivoco, certo, nell’uno e nell’altro caso: come il generale non avrebbe mai vinto il conflitto mondiale senza mille altre risorse, così nel 2011 non è stato certo il web, da solo, a fare la rivoluzione. Anche se senza di esso la strada sarebbe stata sicuramente più tortuosa. Molti s’interrogano in questi giorni sul ruolo che sta giocando Internet nelle rivolte del mondo arabo. Forse, nella querelle tra «integrati» e «apocalittici», tra chi parla di twitter revolution e chi ne riduce la portata quasi allo zero, la risposta giusta è nel mezzo.
Tra i sostenitori della seconda teoria c’è Malcolm Gladwell, che in una dettagliata analisi apparsa sul New Yorker qualche mese fa, sottolinea come Twitter abbia avuto scarso peso nella recente sommossa della Moldova,  paese dove esistono pochissimi account su quel social network. Così come nel caso iraniano dell’”Onda verde”, durante il quale i tweet, a ben guardare, arrivavano dai blogger dell’Occidente. La sua teoria è semplice: l’attivismo legato ai social media è fondato su legami deboli, che raramente arrivano a sostenere azioni ad alto rischio come una rivoluzione. Diverso, ad esempio, fu il movimento d’opposizione nella Germania dell’Est, composto di diverse centinaia di piccoli gruppi in contatto limitato gli uni con gli altri. «Tutto quello che sapevano era che nelle notti del lunedì, fuori dalla chiesa di San Nicola nel centro di Lipsia, ci si riuniva per esprimere rabbia verso lo Stato». A quel tempo solo il 13 per cento dei tedeschi dell’Est aveva un telefono, ma la loro motivazione era fortissima. E alla fine quel Muro è caduto.
L’altra fondamentale distinzione tra l’attivismo digitale e la sua variante tradizionale è questa: i social media non hanno un’organizzazione gerarchica. Facebook e simili sono strumenti per la creazione di reti, di fatto l’opposto delle gerarchie. A differenza di queste ultime, regolate da norme e procedure precise da rispettare, i network non sono controllati da un’autorità centrale, perdendo così forza d’azione.
Per i sostenitori dell’altra tesi, invece, i social media hanno reinventato l’attivismo sociale. Grazie a  Facebook e Twitter il tradizionale rapporto tra l’autorità politica e la volontà popolare si è radicalmente capovolto: ora è più facile per i deboli collaborare, coordinarsi, dare voce al malcontento. Non è sicuramente un caso che durante le rivoluzioni del Nord Africa e del Medio Oriente i regimi hanno spento (o tentato di spegnere) le connessioni. Altra constatazione, anche questa difficile da smentire: i social media sono diventati una fonte (spesso primaria) d’informazione verso l’esterno, cosa fino a poco tempo fa impensabile, contribuendo così a smuovere l’opinione pubblica internazionale. Google ha addirittura messo a disposizione numeri di telefono internazionali con i quali arrivare a Twitter, per consentire a chiunque di comunicare in presenza di blocchi e censure del web. E altri siti hanno iniziato subito a tradurre quei messaggi dall’arabo all’inglese, per renderli comprensibili al resto del mondo.
Resta dunque la domanda: le rivolte del mondo arabo ci sarebbero state anche senza Internet? Wired ha proposto un sondaggio online. Per il 33 per cento il web è stato solamente «un mezzo», spesso usato dai governi anche per controllare i cittadini: alla fine, è solo la politica a determinare la caduta o meno di un dittatore. Secondo il 67 per cento, invece, senza Internet i dittatori sarebbero ancora lì sul trono: è la Rete a diffondere la protesta e a sfondare le censure.
Diffiicile dare maggiore credibilità all’una o all’altra tesi. Piuttosto, sembra ragionevole partire dalla convizione, diffusa nella sociologia della comunicazione, secondo cui il sistema dei media (tutti, comprese radio e tv) vive e si nutre in un rapporto di interdipendenza con la società in un meccanismo di influenza reciproca. L’uno usa l’altro e viceversa. Ma una certezza, almeno una, c’è: tra i sostenitori dei social network un giorno ci sarà anche la piccola Facebook Ibrahim, nata nel 2011. Se non altro per amore paterno.
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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#54  marvel Mer 23 Feb, 2011 21:34

la pagina Facebook della protesta egiziana
http://www.facebook.com/elshaheeed.co.uk
però questa ha 90mila fan quella è in inglese...

Quella governativa ne ha 500mila
http://www.facebook.com/ElShaheeed

In realtà FB ha funzionato un po' da tamtam, ma i blog hanno avuto un ruolo molto più potente!

E adesso anche l’esercito egiziano si è fatto una pagina Facebook, avendo capito l’antifona…   http://www.facebook.com/Egyptian.Armed.Forces
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#55  Poranese457 Gio 24 Feb, 2011 10:55

Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire  
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#56  marvel Gio 24 Feb, 2011 11:38

Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire  


Sarebbe ora di passare all'elettrica... ora anche Nissan l'ha prodotta.
L'unica domanda è:
perché un'auto elettrica deve essere per forza brutta?      

nissanleafev_00001
http://www.nissan.it/?cid=pselectri...icvehicles/leaf
http://www.nissan.it/IT/it/inside-n...-programme.html

Solo la Tesla le fa belle?
 
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#57  Poranese457 Gio 24 Feb, 2011 11:47

marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire  


Sarebbe ora di passare all'elettrica... ora anche Nissan l'ha prodotta.
L'unica domanda è:
perché un'auto elettrica deve essere per forza brutta?      

nissanleafev_00001
http://www.nissan.it/?cid=pselectri...icvehicles/leaf
http://www.nissan.it/IT/it/inside-n...-programme.html

Solo la Tesla le fa belle?
 



Sei tu che ti ostini con queste auto elettriche... basta, non hanno alcuna possibilità di un futuro! Il prezzo dell'energia elettrica poi andrebbe alle stelle e noi stessi non saremmo in grado di produrne abbastanza. Ci vorrebbe il nucleare in tutto il mondo ed allora si ripropone la domanda "a quale PRO" sviluppare e commercializzare auto elettriche?

Molto meglio, secondo me, le ibride che comunque riducono di molto i consumi, sono più efficienti e possono esser prodotte utilizzando gli stessi schemi costruttivi delle auto a propulsione convenzionale. Già ve ne sono tantissimi esempi in commercio ed io stesso credo che, al momento di una eventuale nuova auto, mi dirigerò verso l'ibrido.

A breve la Volvo con la V60 intrudurrà sul mercato pure un ibrido gasolio-elettrico    
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#58  marvel Gio 24 Feb, 2011 11:54

Ma che c'hai paura per il tuo posto di lavoro?      

Io non sottovaluterei l'evoluzione dell'elettrico... ne riparleremo tra qualche anno.
 
 




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Messaggio Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!

#59  Poranese457 Gio 24 Feb, 2011 12:00

marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ma che c'hai paura per il tuo posto di lavoro?      

Io non sottovaluterei l'evoluzione dell'elettrico... ne riparleremo tra qualche anno.
 



No non è paura per il posto di lavoro ma è semplice obiettività: la tecnologia per le auto elettriche è pronta da un decennio almeno (almeno!) ma in giro non se ne vede mezza. Evidentemente non funziona così bene no?? O, diversamente, non vogliono farla funzionare bene..... non esistono manco le colonnine per ricaricare e, soprattutto, la gente non si fida di andare in giro su un'auto a pile!

Secondo me l'unico utilizzo per l'elettrico è nelle auto ibride ed infatti ne stanno spuntando fuori come funghi: se ne vedono sempre di più e sono belle come non mai!



PS: e poi al limite vado a fotografà le signorine!      
 




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#60  and1966 Gio 24 Feb, 2011 12:59

A proposito di auto elettrica e a motore endotermico, riguardo a detto dualismo io sono sempre piu' convinto che le cose siano state indirizzate in un certo modo già dall' inizio .....

A proposito di "tecnologia applicata", date un' occhiata qui

http://it.wikipedia.org/wiki/Record_di_velocit%C3%A0_terrestre

....e notate chi fu, e sopratutto con cosa, ai primordi, a sfondare il muro dei 100 kmh di velocità su autoveicolo terrestre!

   
 




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