Lo sciame sismico ha avuto inizio alle 3:26 e sembra essersi concluso alle 7:23.
Le scosse totali sono state 34, tutte comprese tra Md 0.0 e Md 3.1.
Gli ipocentri vanno da 1 a 3 km di profondità, il che unito alle magnitudo e all’orario notturno con conseguente silenzio totale, hanno amplificato in maniera incredibile la percezione di tutti i terremoti dello sciame. Molti degli abitanti della zona infatti, sopratutto a seguito del terremoto di Md 3.1, sono scesi in strada spaventati.
La profondità delle scosse inoltre, ha anche amplificato il classico boato sismico che purtroppo molti abitanti della zona ormai conoscono a memoria e che, sopratutto di notte, provoca un certo spavento. In ogni caso il boato non è altro che il passaggio delle onde primarie di un terremoto che vengono a contatto con l’aria e l’atmosfera.
I terremoti che hanno superato magnitudo 1.0 sono 7 (compresi i 3 superiori a Md 2.0). Ovviamente le scosse avvertite in maniera più netta sono l’Md 2.5 e l’Md 3.1.
Il terremoto di Md 3.1 risulta essere il terremoto più forte dal 1985, anche se a parimerito con quello del 6 dicembre 2019.
La magnitudo dei terremoti di questa notte è in ogni caso PRELIMINARE, il che vuol dire che nelle prossime ore o nei prossimi giorni potrebbe essere ricalcolata. Ricordo che i terremoti nelle aree vulcaniche sono estremamente difficili da parametrizzare, la composizione dei terreni vulcanici non aiuta per niente.
Ricordiamo che i Campi Flegrei si trovano in “livello di attenzione = Giallo” dal 2012. Per fortuna però è anche il vulcano più monitorato al mondo insieme al Vesuvio, quindi prima di un’eventuale eruzione avremmo sicuramente dei segnali evidenti, oltre che terremoti molto più forti e frequenti di quelli odierni.
L’INGV ha pubblicato un comunicato alle 12:22 che attribuisce la causa dello sciame alla crisi bradisismica in atto dal 2005, e che i geochimici dell’osservatorio sono al lavoro per effettuare rilievi sulle fumarole di Solfatara-Pisciarelli, fino ad ora non è stato assolutamente trovata alcuna anomalia e sopratutto si smentiscono le voci che riportavano l’apertura di nuove bocche.
Inoltre ci tengo a precisare che l’area ha subito sciami e crisi ben peggiori di quella odierna senza che al seguito seguisse un’eruzione o cose simili.
Un’esempio è la crisi del 1983-1984 nel quale il terreno tendeva a salire di ben 3 mm al giorno e faceva registrare ben 500 scosse al giorno, per un totale di 10.000 terremoti.
Negli ultimi anni comunque si registra un aumento nel numero e nell’energia sprigionata dei terremoti ai Campi Flegrei. Uno studio pubblicato da Giuseppe De Natale (Vulcanologo dell’osservatorio vesuviano) nel 2017 e 2019 spiegava già che finché il sollevamento dell’area sarebbe continuato, la sismicità dell’area sarebbe continuata con terremoti più frequenti ed energetici. Lo studio attribuisce le cause ai flussi di gas provenienti dal serbatoio di magma più profondo, senza alcun contributo di magma superficiale o di intrusione magmatica.