Beppe Grillo e la partenza delle liste civiche certificate..


Titolo: Beppe Grillo e la partenza delle liste civiche certificate..
SUl Blog del comico genovese lanciate le liste civiche per Comuni e Regioni

Grillo: «Da oggi si fa politica attiva»

I requisiti per il «bollino». «Su legge elettorale e conflitto d'interessi si gioca il destino del Paese»


ROMA - «Da oggi il blog fa politica attiva». Beppe Grillo, all'indomani della caduta del governo guidato da Romano Prodi, rompe il ghiaccio e rispolvera il progetto di presentare liste civiche per partecipare attivimente alla vita politica. Il comico genovese ha quindi lanciato un sito dedicato «alle liste civiche, al cittadino che prende in mano il proprio destino, il proprio Comune, la propria Regione».

IN POLITICA - Grillo, con l'operazione liste civiche, sotto l'insegna «Per un nuovo Rinascimento», rompre l'ultimo diaframma tra il popolo del Vaffa day e la politica attiva. Anche se per ora l'attenzione è dedicata al livello locale, l'obiettivo è già quello di influire sul Parlamento: «La legge elettorale e il conflitto di interessi - scrive Grillo nel suo blog - sono le vere partite su cui si gioca il destino del Paese. Di queste si deve discutere in diretta in Parlamento di fronte agli italiani», osserva il comico.

DISTRAZIONE DI MASSA - «Ve ne sarete accorti - si legge ancora sul blog - Ogni giorno esce una notizia di distrazione di massa. Contrada, la legge sull'aborto, il Papa alla Sapienza. Le prime pagine dei giornali sono solo per loro. I giornalisti servi discutono solo di aria fritta. Sono titoli di copertura, nascondono la realtá. Servono per lavorare nell'ombra. Per evitare ogni cambiamento. Come è avvenuto dopo l'omicidio Moro nel 1978, dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio nel 1992 con le morti di Falcone e Borsellino. In seguito sono diventati presidenti del Consiglio i prescritti Andreotti e Berlusconi. La politica è un'attivitá di copertura del potere», scrive Grillo.

I REQUISITI - Fedele agli annunci della scorsa estate, sul suo sito sono riportati anche «i requisiti e gli impegni per creare una lista civica certificata e pubblicata sul blog». Insomma il «bollino di qualità» (che comprende anche una sorta di dimissioni in bianco preventive). Ecco i requisiti: 1. All'atto della loro candidatura e nel corso dell'intero mandato elettorale, i candidati non dovranno essere iscritti ad alcun partito o movimento politico; 2. Il candidato non dovrà avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive, né avere procedimenti penali in corso al momento della propria candidatura; 3. Il candidato non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura; 4. Ogni candidato dovrà risiedere nella circoscrizione del Comune o della Regione (a seconda che si tratti di elezioni comunali o regionali) per il quale intende avanzare la propria candidatura».

GLI IMPEGNI - Dopo i requisiti, Grillo elenca gli impegni: 1. Ogni candidato si impegna a rimettere il mandato elettorale ricevuto, nel caso in cui, nel corso del suo svolgimento perda o si dimostri non abbia posseduto fin dall'origine uno o più dei requisiti minimi sopra descritti. In mancanza, l'intera lista perderà il diritto di qualificare la propria attività con la certificazione del blog; 2. All'atto della propria candidatura, la lista provvederá a pubblicare in Rete, in un apposito ed adeguato spazio web, l'elenco dei componenti e il loro curriculum vitae secondo uno standard che andremo a definire, con il proprio programma di governo ed istituirà contemporaneamente un blog aperto a tutti i cittadini che consenta il libero scambio di opinioni e critiche con i componenti della lista civica; 3. La lista non potrá associarsi ad altri partiti o liste, se non certificate dal blog, per governare il Comune o la Regione (la Provincia non è contemplata perché va abolita).

25 gennaio 2008

Titolo: Re: Beppe Grillo e la partenza delle liste civiche certifica
il comico È finito sulla copertina del settimanale «new yorker»

Grillo piace in Usa: «Meglio della polizia»

Il giornalista Mueller descrive così il papà del V-Day: «Ha parlato di corruzione con irriverenza e humour»


NEW YORK – Il New Yorker lancia Beppe Grillo. Il leggendario comico, attore e blogger è finito sulla copertina del prestigioso settimanale dell’intellighenzia Usa, sotto al titolo «Il Michael Moore italiano». Nel nuovo numero, in edicola lunedì 28 gennaio, il giornalista Tom Mueller esplora il fenomeno Grillo, «un attivista con una geniale attitudine per la satira politica che ha galvanizzato gli italiani parlando di corruzione con irriverenza e humour». Agli americani che non lo conoscono il New Yorker spiega che Grillo «si è aggiudicato il secondo posto nell’hit parade dei personaggi politici più popolari» in un sondaggio svolto a dicembre. Un onore più che meritato, suggerisce Mueller, ricordando che Grillo è diventato famoso negli anni '70, «prendendo in giro politici, star dello sport e il Papa, additando le numerose incongruità tra le loro dichiarazioni pubbliche e il loro comportamento». «Seguendo il proprio istinto e le dritte ricevute dai fan, ha investigato gli scandali di multinazionali quali Parmalat e Telecom - prosegue l’articolo -, spesso con molti più risultati della stessa polizia italiana».

LE TAPPE - Non c’è quindi da stupirsi, teorizza, «se il suo blog, Beppegrillo.it, riceve fino a 250mila hit al giorno». E oggi «è l’ottavo sito più visitato di tutto il web». Nelle sette pagine dell’articolo Mueller rivisita le tappe più cruciali della Grillo-politica. Dal V-Day («una festa non ufficiale creata per protestare conto i 24 criminali condannati dai tribunali che oggi siedono nei Parlamenti italiano ed europeo») ai suoi profetici attacchi contro il ministro Clemente Mastella, «l’uomo che ha portato al crollo del governo Prodi». «L’attivismo di Grillo preoccupa i legislatori italiani al punto che il primo ministro ha proposto una legge per assoggettare siti e blog Internet alle stesse regole e condanne penali della stampa» scrive ancora il New Yorker. Ma ciò «sarebbe la fine del web in Italia» mette in guardia Grillo, minacciando, se passa, di «fare fagotto e traslocare in un paese democratico».
Alessandra Farkas
27 gennaio 2008

http://www.corriere.it/esteri/08_gen...ba99c667.shtml


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