Il 31 gennaio 1943 il neopromosso feldmaresciallo tedesco Friedrich Paulus si arrendeva ai soldati sovietici della 64° armata. Finiva così la grande battaglia di Stalingrado, passata alla storia come l'episodio decisivo di tutta la WWII.

L'offensiva tedesca in Russia meridionale, iniziata nel giugno 1942, terminava con il catastrofico bilancio di 1.100.000 fra morti, feriti gravi e prigionieri. Un disastro da cui la Germania nazista non si sarebbe più sollevata, fino alla sconfitta finale dell'aprile 1945.

Oggi è più che mai giusto ricordare gli eroici soldati sovietici, che combatterono fra le rovine della loro città rasa al suolo dalla Luftwaffe contendendone il controllo pietra su pietra, fino ad attirare la VI armata tedesca nella trappola scattata con la controffensiva del 19 novembre 1942.

E' giusto oggi ricordare che l'URSS si trovò di fronte sempre almeno l'80% della Wehrmacht, nonostante che la pubblicistica e la filmografia occidentali tendano sempre a evidenziare episodi, pure importanti, come il D-day.

Nonostante gli errori e gli orrori dello stalinismo, è al popolo sovietico e alla sua dirigenza che l'Europa deve principalmente la salvezza.

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Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)

Un po' di storia!!!

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Durante il soggiorno in Appennino Bolognese (lì passava la Linea Gotica), ho avuto occasione di visitare i tanti cimiteri militari, oltreché la zona di Marzabotto, ed ogni volta erano sempre sensazioni di angoscia e gelo nel cuore. Specie vedendo le età stampate sulle lapidi/croci dei caduti.

Spesso penso a questi fatti, avendo avuto dei reduci in famiglia dalla cui voce ho sentito raccontare gli orrori della WWII. A volte penso, viste certe "teste" che comunque viaggiano oggi, che quel momento di Stalingrado, determinante per le sorti del pianeta, sia in realtà solo un aver differito di qualche secolo, o peggio di qualche decennio, l' ineluttabile fine traumatica della razza umana.

Bravo Zio per aver comunque evocato, "repetita juvant" come si dice.  

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" Intra Tupino e l'acqua che discende
del Colle Eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI

Grande zio!

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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi.
Friedrich Nietzsche

a me la cosa che fa più impressione quando si parla di seconda guerra mondiale e' che, per una serie di motivi (dalle grandi dittature ai metodi "medioevali" con cui si faceva la guerra) mi sembra passato un millennio, ed invece i nostri nonni ed i nostri padri hanno vissuto di persona quel periodo tragico.

Che culo ad essere nati 70 anni dopo...c'è mancato un pelo!

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Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]

a me la cosa che fa più impressione quando si parla di seconda guerra mondiale e' che, per una serie di motivi (dalle grandi dittature ai metodi "medioevali" con cui si faceva la guerra) mi sembra passato un millennio, ed invece i nostri nonni ed i nostri padri hanno vissuto di persona quel periodo tragico.

Che culo ad essere nati 70 anni dopo...c'è mancato un pelo!

Già.

Ti posso però assicurare che gli effetti di certi traumi ed esperienze sono a tutt'oggi scontati dalle nostre generazioni.
Tutte le nostre storie familiari sono fortemente condizionate da quello che accadde allora.
Avere nonni che hanno fatto Cefalonia, Montecassino, l'ARMIR o la Resistenza, od avere avuto casa distrutta dalle bombe, è una cosa che influenza il clima familiare.

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burjan ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]

a me la cosa che fa più impressione quando si parla di seconda guerra mondiale e' che, per una serie di motivi (dalle grandi dittature ai metodi "medioevali" con cui si faceva la guerra) mi sembra passato un millennio, ed invece i nostri nonni ed i nostri padri hanno vissuto di persona quel periodo tragico.

Che culo ad essere nati 70 anni dopo...c'è mancato un pelo!

Già.

Ti posso però assicurare che gli effetti di certi traumi ed esperienze sono a tutt'oggi scontati dalle nostre generazioni.
Tutte le nostre storie familiari sono fortemente condizionate da quello che accadde allora.
Avere nonni che hanno fatto Cefalonia, Montecassino, l'ARMIR o la Resistenza, od avere avuto casa distrutta dalle bombe, è una cosa che influenza il clima familiare.

Si, è proprio come dici tu.
I segni di quel tragico conflitto, che più di un conflitto è stata una vera e propria apocalisse, ancora sono presenti nella nostra società e nelle nostre famiglie, ovvero nel presente di ognuno di noi.
Mia madre perse una splendida casa a Todi, la sua famiglia fu costretta a trasferirsi.
Alcuni tra i suoi parenti morirono sotto le bombe o al fronte.
Sia mia nonna che mia madre (seppur piccolissima all'epoca) hanno risentito di quel tragico evento che cambiò irrimediabilmente le loro vite, e il clima familiare ne ha, in qualche modo, risentito fino alla nostra generazione.

Tornando alla storia, certo il coinvolgimento dell'URSS rappresentò la svolta della guerra... ma sappiamo che lo fece solo perché attaccata a tradimento, visto che Stalin e Hitler avevano firmato un accordo di non belligeranza, che le impossibili mire espansionistiche del furer ridussero in carta straccia.
I tedeschi, in quel nefasto periodo ultranazionalista, oltre alla sciagurata decisione di invadere l'Europa, fecero dei gravi errori di valutazione, alleandosi con i Giapponesi, che gli misero contro gli americani, con gli italiani, che diventarono presto una palla al piede, e aver mosso guerra contro i sovietici sottovalutandone potenza e tenacia, nonché le difficili condizioni ambientali e climatiche.
Meno male.
Poi c'è andata pure bene a non essere stati invasi dai sovietici, ma quella è un'altra storia.

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Dopo la perestrojka, in Russia si è iniziato a dibattere sulle responsabilità di Stalin nel non aver previsto l'invasione nazista. Il dittatore sovietico si rifiutò fino all'ultimo momento di credere alla follia di Hitler, del tutto immemore dell'avvertimento di Bismarck, secondo cui la Germania non avrebbe mai dovuto invadere la Russia.
L'esercito sovietico fu del tutto preso alla sprovvista. Per giunta, i migliori comandanti erano stati eliminati nel corso delle purghe del 1937-38.
E' fuori di ogni dubbio che se Hitler avesse avuto un appeasement diverso nei confronti della popolazione sovietica, avrebbe certamente vinto la guerra; l'Ucraina e la Bielorussia sarebbero diventati stati satelliti della Germania, il comunismo in Russia sarebbe caduto. Su questo ormai anche la pubblicistica russa concorda.

Oggi sappiamo anche che Stalin avrebbe fortissimamente voluto mettere un piede in Italia. Fu la furibonda resistenza tedesca e ungherese, nel 1944-45, ad impedirglielo. E con grande sollievo di tutti, bisogna dire; compreso lo stesso Togliatti, il quale più di ogni altro conosceva la natura del regime sovietico e non aveva nessuna, ma proprio nessuna voglia di importarlo pari pari da noi.

Tornando a Stalingrado, invito chi non la conoscesse ad ascoltare,  a congruo volume, la famosissima canzone degli Stormy Six, qui accompagnata da una eloquente documentazione fotografica.

http://www.youtube.com/watch?v=QJynB7MPEuw

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Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)

Aggiungerei  anche che il 27 u.s. era La Giornata della Memoria..... tanto  per restare in tema WWII .

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