Questa è la cartina

e il luogo visitato è quello denominato "Gàivuotna", vicino a quella coda della Finlandia che si vede verso nord-ovest. Qui tutti i luoghi sono denominati in lingua Sàmi, ovvero nella lingua ufficiale degli eschimesi, quindi vi sembreranno un po' strani ma sono molto affascinanti. Prendendo la strada a est di Tromsø verso l'interno, prima la E6 e poi la E8 verso la Finlandia, il paesaggio diventa davvero lunare: Tromsø si trova lungo un fiordo abbastanza glabro, ricco boschi e monti, denominato "Storfjord" (fiordo grande). Superata la zona marittima, che termina sul fianco del monte più alto della regione, il Tromsdalentind (picco delle valli di Tromsdalen, 2123 metri), il paesaggio muta radicalmente, e la strada costeggia infinite praterie e colline verdeggianti punteggiate di arbusti che formano la tundra lappone. Lì è pieno di laghi palustri formati da ristagno di acque di disgelo, che impregnano il terreno di umidità formando qua e là sacche d'acqua dolce, leggermente torbide. Non esistono villaggi, ed è lì che l'inverno del Troms si presenta nel modo più feroce, con temperature molto basse (anche -25, -30 °C) e tempeste di ghiaccio molto fine che ricoprono tutto il paesaggio annullandone tutti i tratti più caratteristici.
Superato il fiordo, dopo circa 50 km da Tromsø, la strada penetra in una delle vallate della tundra più selvagge e incredibili della zona, e costeggia alcuni picchi davvero imponenti.
Fermando la macchina per qualche istante si percepisce il silenzio perforante della zona, rotto solo dal vento e dai versi degli ungolati (renne, alci) e dei corvi tipici della regione.
Verso circa le 12 di mattina mi sono fermato presso l'imboccatura di uno dei rari sentieri che partono dalla strada statale, tra due monti denominati Gaskamus Viésuggàs e Vésegasgàisa. Il cielo era velato da una specie di bruma e tirava un vento abbastanza fresco, e non c'era davvero un'anima in giro nel raggio di decine di chilometri: il monte a destra, Gaskamus Viésuggàs, presenta alcuni nevai anche d'estate, mentre a Véesegasgàisa mi è stato raccontato che esiste una sorgente d'acqua calda in profondità, dove spesso si trovano animali anche d'inverno: tale sorgente si vede fumare fino a novembre finché la neve non la ricopre, e il suo calore riesce a scioglierla solo in profondità creando lastroni di ghiaccio e immense caverne glaciali famose tra gli speleologi del Finnmark e del Troms.

Il viaggio continua per circa 100 km lungo questa enorme vallata, tra laghi dai nomi impronunciabili e luoghi terribili, finché non si incontra un emporio nei pressi di un piccolo "estabilishment" di Sàmi finnici chiamato "Mukka", prospiciente il lago gliaciale "Mukkajarvi". La cosa più interessante è, dopo aver comprato il necessario, il viaggio di ritorno lungo la E8b, una strada sterrata che costeggia la SS principale, che si inerpica per circa 200 metri fino a un luogo che mi è stato definito come molto bello dai sami di quella zona: si tratta del lago Goàllarvargeruddéinu, circondato da un anfitreatro naturale di rocce moreniche, in cui il vento la faceva davvero da padrone, unito a un windchill abbastanza notevole che mi ha ridotto la permanenza fuori dalla macchina a poco perché come un idiota sono partito in maniche corte da una Tromsø 'tropicale' a 14 °C.

È questa la stagione migliore per vedere qualcosa, nonostante il sole basso, perché d'inverno una volta posata la prima neve diventa tutto monocromatico e uguale per migliaia di km lungo tutta la zona lappone interna, diventando decisamente noiosa. Non è stato un viaggio ricco di bellezze fantasmagoriche, ma il silenzio surreale e la natura minimalista e selvaggia mi ha davvero ispirato

Il tutto in temperature attorno ai 5 °C, e il tutto in una giornata.
Spero vi sia piaciuto,
Ha det!