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LA POLEMICA
Tony Zermo

E' stato appena scelto il «general contractor» (l'Impregilo e la sua cordata) che dovrà costruire il Ponte più lungo del mondo sullo Stretto di Messina che già arriva la prima zeppa: un inizio di procedura di infrazione da parte dell'Unione europea. E sapete perché? Perché il Ponte impedirebbe o disturberebbe il passaggio degli uccelli. Come fa una struttura sospesa in aria a impedire il passaggio degli uccelli è qualcosa che supera la nostra personale immaginazione. Cioè non riusciamo a capire perché un uccello oppure uno stormo di uccelli dovrebbe fermarsi davanti a un ponte, invece di passarci sopra, o volendo anche sotto, oppure ancora ai lati. Forse che il ponte ha il potere di paralizzare gli uccelli migratori i quali sono in grado di superare anche imponenti catene montuose, ma non il ponte di Messina, chissà poi perché?
Senza nessun timore del ridicolo il commissario Julio Garcia Burgues, responsabile delle infrazioni della Direzione generale dell'Ambiente, ha scritto al presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, per segnalargli di aver accolto un suo reclamo e di avere contestato all'Italia di non avere adottato misure idonee a prevenire «il deterioramento dell'habitat e le perturbazioni dannose agli uccelli». Insomma, nella valutazione di impatto ambientale non sarebbe stata rispettata la cosiddetta «Direttiva Uccelli» che impone agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie a proteggere i volatili nelle Iba, «Important bird area».
C'è tutta una lista di 312 specie di uccelli, tra cui 32 tipi di rapaci, che passano dallo Stretto per andare in Nord Europa, così si viene a sapere che la Sula preferisce nidificare in Gran Bretagna, l'Albanella pallida predilige la Russia, mentre il Falco Pescatore sceglie Svezia, Ungheria e Germania. Ora il Wwf sostiene che questi uccelli vengono «turbati» nella loro migrazione perché passando sopra lo Stretto troverebbero il fastidioso impatto del Ponte.
L'Italia ha due mesi di tempo per replicare all'osservazione dell'Unione europea. Se le sue ragioni non fossero accolte l'Ue potrebbe non concedere alcun aiuto finanziario (il 10% del costo pari a 500 milioni), pur essendo l'opera considerata «prioritaria» dalla commissione Trasporti e Grandi Infrastrutture in quanto facente parte integrante del «corridoio 1 Berlino-Sicilia». Certo non sarà questo a fermare i cantieri del Ponte, perché la società «Stretto di Messina» non si tirerà indietro nemmeno se venisse a mancare quel supporto del 10%, così come siamo certi che il Ponte non potrà mai fermare gli uccelli, tuttavia è un segnale che le azioni di disturbo finiranno solo a opera iniziata. E infatti non appena da Bruxelles il portavoce del commissario per l'Ambiente Stavros Dimas ha dato conferma della «messa in mora» dell'Italia per il progetto del Ponte, subito i Verdi hanno chiesto alla società «Stretto di Messina» di non stipulare il contratto con Impregilo visto che l'Ue ha giudicato «inadeguato il progetto». «Senza il contratto - ha spiegato Pecoraro Scanio - non ci potrebbe essere richiesta di risarcimento da parte dei privati in caso che il Ponte non si facesse». Anche Bertinotti per non restare indietro ha chiesto al governo «uno stop del progetto».
Ci sono cento ragioni, anche buone, per non volere il Ponte, ma chiedere l'annullamento del progetto, o una nuova procedura di impatto ambientale perché disturba la migrazione degli uccelli ci riesce difficile da comprendere. Così come non comprendiamo come mai il Tar del Lazio in primo grado e il Consiglio di Stato in appello hanno già respinto il ricorso degli ambientalisti riferentesi proprio alla migrazione degli uccelli, mentre la commissione Ambiente dell'Unione europea sembra essere di parere contrario.
Insomma attorno al Ponte c'è una tale aria di burrasca e di contrapposizioni che bisogna avere proprio i nervi saldi per non farsi coinvolgere. Di sicuro c'è un punto fondamentale a cui attenersi sempre in tutte le discussioni: il Ponte è «essenziale» per il «corridoio 1», e questo è un fatto incontrovertibile. Così come è incontrovertibile il fatto che il «general contractor» che ha vinto la gara d'appalto per la realizzazione dell'opera sta in questi giorni procedendo con la sua commissione internazionale di tecnici a predisporre il progetto definitivo e cantierabile del Ponte. E dunque non potrà essere la migrazione degli uccelli a fermare le bocce.
Restiamo dell'avviso che a bloccare il Ponte, i cui cantieri dovrebbero essere aperti nella seconda metà del 2006 per ultimare i lavori nel 2012, può essere solo una decisione politica nel caso di una vittoria del centrosinistra perché i Bertinotti, i Diliberto e i Pecoraro Scanio non consentiranno mai a Prodi la realizzazione dell'opera. Ma ricordiamo a tutti, ambientalisti e non, che senza il Ponte rallenteranno o addirittura si fermeranno anche i progetti di adeguamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e dell'intero sistema ferroviario del Sud. E per la Sicilia non sarà un bel giorno.