Febbraio 11, 2008
di Claudio Gravina
E’ di pochi giorni fa la pubblicazione dei rilevamenti satellitari delle temperature della bassa troposfera del mese di gennaio 2008. Dati raccolti e pubblicati dall’Università dell’Alabama, che hanno da poco ricevuto una prima convalida da parte del NOAA. Fatti salvi eventuali futuri aggiornamenti sulla bontà di queste informazioni, possiamo procedere a mettere in luce alcuni interessanti aspetti del dato relativo al gennaio appena trascorso.
Una breve nota di cronaca prima di iniziare. Ogni volta che ci si trova di fronte ad un caso come questo, viene da chiedersi come mai un mese come Dicembre 2006 abbia ricevuto ampia eco su tutti i media (uno tra i tanti) mentre , al contrario, non è successo lo stesso per il mese appena trascorso. Vogliamo essere buoni e pensare che, una volta tanto forse siamo soltanto i primi a farlo. Eppure ci troviamo di fronte ad una serie di dati che hanno veramente da dire la loro. Due le considerazioni più salienti: nel mese appena passato, si è riscontrata una anomalia globale negativa e, fatto ancor più importante, una rapida inversione di tendenza rispetto alle anomalie positive registrate a partire da Gennaio 2007.
Il 2007 come è noto partì con El Niño e tutto faceva presagire ad un anno record dal punto di vista delle temperature, tuttavia, più che ai cattivi presagi il sistema ha dato ascolto alle previsioni, infatti, nel corso dell’anno, ha fatto capolino La Niña, da moderata a forte. Non è questa la sede per tenere una dissertazione sugli effetti dei vari fenomeni climatici, dei quali, tra l’altro, abbiamo già parlato a lungo su queste pagine. val la pena però soffermarsi sull’impatto che questa inversione delle temperature di superficie del Pacifico orientale potrebbe aver avuto sulle temperature globali. Per arricchire il quadro, possiamo dire con una certa verosimiglianza, che La Niña non sia stata l’unico fattore a causare questo forte ribasso delle anomalie termiche: sicuramente anche il Sole, che nei mesi scorsi ha attraversato una fase di attività minima, ha contribuito parecchio.
I dati sono stati ricavati dall’archivio dell’Università dell’Alabama. In figura 1 abbiamo rappresentate le anomalie degli ultimi 30 anni, quindi possiamo avere uno sguardo d’insieme. Su tutto, spicca il certamente l’impennata del 1998, sebbene anche Gennaio 2007 si difenda bene con la sua notevole anomalia positiva. Osservando attentamente emerge anche il notevole e rapido calo dell’anomalia, a livello globale.

Fig. 1 . Mede mensili bassa troposfera. Data courtesy of UAH
In figura 2 possiamo vedere un ingrandimento, relativo al periodo 2004-2008, periodo per il quale sono riportati anche i valori delle anomalie ed il delta tra lo 01/2007 e lo 01/2008. L’immagine parla da sè.

Fig. 2 - Medie mensili bassa troposfera 2004-2008. Data courtesy of UAH
Come possiamo vedere, la riduzione dell’anomalia è davvero consistente e rapida. Certo, c’è stata una Niña forte ma questo serve a ricordarci, dove ce ne fosse bisogno, la potenza che i nostri oceani riescono ad esercitare ed il forcing ad essa correlato. La situazione merita certamente futura attenzione, senza preclusioni o pregiudizi di sorta, e nemmeno troppo facili entusiasmi: che si tratti di una fase interessante ce lo conferma anche il dato relativo alla copertura nevosa nell’Emisfero Boreale. L’anomalia positiva è la maggiore registrata dal lontano 1966.

Da:
http://www.climatemonitor.it/?p=48#more-48