Mamma mia, e chi se la scorda!
Avevo 12 anni, mi ricordo che la mattina del 24 i miei avevano killerato il maiale di prima mattina ed io, appena alzato, li raggiunsi fuori "giu pe le spiazze".. Ricordo, cosa strana, la brina resistente all'ombra, cielo per lo + sereno ma una tramontana che tagliava, ed il Subasio che già a metà mattinata aveva messo il classico cappello di nubi bianche.
Il pomeriggio andai a Petrignano a piedi (1 Km da casa mia), e mentre tornavo a casa (saranno state le 4 del pomeriggio), la tramontana mi aveva ghiacciato tutte le protuberanze (quelle scoperte

) e ogni tanto arrivavano in faccia fiocchetti di neve pungenti come aghi. Li iniziai ad avere la speranza di un bianco Natale.
La sera andai con i miei a casa di parenti a Torchiagina a giocare a carte fino alle 11, quando uscimmo per andare a messa ricordo il cielo nero pece e la tramontana imbufalita che faceva letteralmente tremare, ma ancora nulla. La speranza era forte ma mista al terrore che si rivelasse una cocente illusione.
Trascorsi tutto il tempo in Chiesa (in verità nel prefabbricato post-terremoto) a guardare fuori dalla finestra, focalizzando i lampioni ed i fari delle macchine nel parcheggio sottostante, fin quando, verso la fine della Messa il mio cuore si infiammo' alla vista di qualche corpuscolo leggero e svolazzante davanti i fari di un auto.
Finita la Messa andammo nei locali della Parrocchia di Petrignano per il classico brindisi e panettone con il prete, quando entrò un ragazzo che disse: "me sa' che st'anno 'l Natale ìl passamo bianco!". Corsi fuori e vidi la piazza (in fondo al ponte, dove ora c'è una mini rotatoria, per chi conosce la zona) cosparsa da un leggero velo bianco secchissimo, che si deformava sotto le folate di un vento ora + calmo, mentre fitti scendevano fiocchi di medie dimensioni. Lungo il tragitto verso casa in auto, ero in uno stato misto di euforia ed agitazione, che vanamente mio padre cercava di calmare sostenendo che a suo avviso si trattava di una nuvola passeggera.
Il mattino seguente, mi svegliai (prestissimo, chissà perché...), spalancai la persiana svegliando anche mio fratello di 7 anni che dormiva con me e rimasi estasiato alla vista di una vera e propria tormenta, con vento sostenuto, fiocchi medio grandi che si appicicavano dappertutto ed una quindicina di centimetri a terra. Corsi da mio padre come volergli dimostrare che avevo avuto ragione io e ricordo l'orgoglio quasi campanilistico quando lui telefono' ai nostri parenti di Roma che ci avrebbero dovuto raggiungere per il pranzo per avvisarli che forse era meglio se non si avventuravano data la situazione in Umbria e la gioia della mattinata trascorsa tra fuori sotto la neve e dentro, accanto al camino acceso, al "buio" (perché nel frattempo era partita la corrente elettrica) con la mia famiglia.
Le prime aperture arrivarono intorno l'ora di pranzo ed il primo pomeriggio, quando finalmente (o meglio purtroppo) smise di nevicare, potevo misurare, "giu pe le spiazze", dove il giorno prima c'era la brina, la bellezza di 35 centimetri di neve secca e soffice.
Non so quante altre nevicate vivrò in vita mia (spero tante, in tutti i sensi

), ma sicuramente l'emozione di quel Natale rimarrà indelebile ed Unica.
Stefano