Il 29% degli italiani non conosce il motivo per il quale il 2 giugno è festa nazionale.
Sicuramente su questo forum la percentuale sarà molto più alta, ma io provo a rinfrescare la memoria a tutti quanti, ugualmente. Penso sia opportuno, di questi tempi.
Nel 1944 le forze politiche democratiche, che dal Sud conducono la battaglia antifascista e antinazista a fianco degli Alleati, costringono Umberto I, che regge la monarchia per conto di un Vittorio Emanuele III già in esilio, che lo ha nominato suo "luogotenente", a firmare un decreto che indice, per dopo la fine del conflitto, il referendum istituzionale sulla scelta della forma di Stato: repubblica o monarchia. Ma, soprattutto, indice anche l'elezione di un'Assemblea Costituente che dovrà redigere una Carta Costituzionale destinata a prendere il posto del vecchio Statuto Albertino (1848).
Referendum ed elezioni si tengono entrambi lo stesso giorno, il 2 giugno 1946. Per la prima volta, votano anche le donne. A favore della Repubblica si pronunciano circa 12.700.000 italiani, 2 milioni in meno i voti monarchici e la scelta è fatta. Nelle settimane e mesi successivi, si diffonderanno voci di brogli, mai dimostrate. La gran parte dei seggi della Costituente va ai tre grandi partiti di massa: DC (35%), PSI (20%) , PCI (19%) i quali già governano tutti insieme il Paese in un esecutivo di unità nazionale presieduto da De Gasperi. I restanti voti vanno ai repubblicani, al Partito d'Azione (sinistra non marxista), ai vecchi liberali ed all'Uomo Qualunque (formazione populista che presto sparirà , lasciando in eredità i suoi voti all'MSI).
La Costituzione sarà redatta in un clima di collaborazione fra le maggiori forze politiche, sotto il coordinamento del presidente dell'Assemblea, il comunista Umberto Terracini.
Se in alcuni punti essa è giudicata un documento eccezionalmente avanzato (l'eguaglianza formale, l'obiettivo dell'eguaglianza sostanziale, la scelta esplicita della non neutralità dello Stato nel conflitto capitale-lavoro), in altri (legittimazione del Concordato e mantenimento del ruolo predominante della Chiesa), rappresenterà un passo indietro rispetto a quanto previsto in tanti altri paesi pure cattolici (Francia, Messico). Ma tant'è: il 1° gennaio 1948 essa entra in vigore e, senza sostanziali cambiamenti, resterà in vigore fino ad oggi.
I più anziani ed esperti mi perdoneranno, ma bisogna anche ricordare che nel nostro paese la Costituzione è "la legge delle leggi": nessuna legge o atto amministrativo che contrasti con essa può restare in vigore. Non è quindi un mero documento d'intenti, ma veramente un vincolo per chiunque governi.
Le obiezioni sollevate in merito alla sua "vecchiaia" dovrebbero riguardare anche quella USA (fine '700), francese (1962), e così via. In realtà , la sua parte iniziale, contenente i principi fondamentali, è veramente eterna e, a mio modo di vedere, intoccabile.

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