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Messaggio Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#1  burjan Ven 02 Feb, 2007 21:28

Da "Repubblica.it":

PARIGI - Aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, quasi certezza delle responsabilità umane. Questi i cardini del Quarto Rapporto dell'Ipcc presentato oggi a Parigi. Ecco, in sintesi, i principali punti del documento redatto dall'organismo istituito dalle Nazioni Unite nel 1988 per monitorare il clima del Pianeta.

Effetto serra. La concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2), il più abbondante gas serra, è oscillata per un periodo di 10.000 anni fino al 1750 in un range di 265-280 ppm (parti per milione) per poi impennarsi negli ultimi 150, raggiungendo quota 380 ppm nel 2006. Le più recenti ricerche scientifiche sulla composizione chimica dell'atmosfera "intrappolata" nelle bolle di ghiaccio databili, confermano che la presenza di CO2 in atmosfera non è mai stata a questi livelli negli ultimi 800.000 anni. Secondo l'Ipcc, la causa principale sono le emissioni da combustibili fossili iniziate con la Rivoluzione industriale.

Responsabilità umane. Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità compresa tra il 90 e il 95 per cento (very likely) che il riscaldamento climatico sia dovuto alle emissioni di gas serra determinate dalle attività umane. L'impatto di questi effetti durerà per gli esperti almeno un millennio.

Aumento delle temperature. Entro la fine del secolo la temperatura superficiale della Terra crescerà da 1,8 a 4 gradi centigradi. Per quanto improbabile, non si può però neppure eslcudere la possibilità di un aumento fino a 6,4 gradi.

Focus sull'Artico. L'aumento della temperatura media sull'Artico è due volte maggiore dell'aumento medio globale. Dal 1978 i satelliti hanno stimato che l'estensione annuale media del ghiaccio marino artico si è ridotta del 2,7% ogni dieci anni.

Oceani: quello che è accaduto. Tra il 1961 e il 2003 il livello globale marino si è innalzato di circa 1,8 mm all'anno. La causa è da ricercare nell'aumento della temperatura media globale degli oceani fino a una profondità di circa 3000 metri; l'espansione termica dell'acqua marina si è tradotta in un innalzamento del livello medio globale marino.

Oceani: quello che accadrà. I numeri citati dall'Ipcc non considerano l'effetto dell'aumento del livello dei mari dell'Antartico e della Groenlandia, resi noti da studi recenti, stabilendo che l'incremento alla fine del 2100 dovrebbe essere compreso fra i 19 e i 58 centimetri. In realtà i nuovi dati fanno ritenere che si possa arrivare a superare il metro.

Andamento delle precipitazioni. Le osservazioni meteorologiche hanno evidenziato tendenze a lungo termine nelle precipitazioni dal 1900 al 2005 in ampie aree del pianeta: aumenti di precipitazioni nelle aree orientali dell'America settentrionale e meridionale, nell'Europa settentrionale e nell'Asia settentrionale e centrale, siccità più intense nel Sahel, nel Mediterraneo, nell'Africa meridionale ed in alcune aree dell'Asia meridionale. In generale la frequenza di eventi di intensa precipitazione è aumentata. Il Mediterraneo emerge come una delle aree più sensibili ai possibili cambiamenti climatici futuri.
 




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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#2  marvel Ven 02 Feb, 2007 22:13

burjan ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Da "Repubblica.it":

PARIGI - Aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, quasi certezza delle responsabilità umane. Questi i cardini del Quarto Rapporto dell'Ipcc presentato oggi a Parigi. Ecco, in sintesi, i principali punti del documento redatto dall'organismo istituito dalle Nazioni Unite nel 1988 per monitorare il clima del Pianeta.

Effetto serra. La concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2), il più abbondante gas serra, è oscillata per un periodo di 10.000 anni fino al 1750 in un range di 265-280 ppm (parti per milione) per poi impennarsi negli ultimi 150, raggiungendo quota 380 ppm nel 2006. Le più recenti ricerche scientifiche sulla composizione chimica dell'atmosfera "intrappolata" nelle bolle di ghiaccio databili, confermano che la presenza di CO2 in atmosfera non è mai stata a questi livelli negli ultimi 800.000 anni. Secondo l'Ipcc, la causa principale sono le emissioni da combustibili fossili iniziate con la Rivoluzione industriale.

Responsabilità umane. Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità compresa tra il 90 e il 95 per cento (very likely) che il riscaldamento climatico sia dovuto alle emissioni di gas serra determinate dalle attività umane. L'impatto di questi effetti durerà per gli esperti almeno un millennio.

Aumento delle temperature. Entro la fine del secolo la temperatura superficiale della Terra crescerà da 1,8 a 4 gradi centigradi. Per quanto improbabile, non si può però neppure eslcudere la possibilità di un aumento fino a 6,4 gradi.

Focus sull'Artico. L'aumento della temperatura media sull'Artico è due volte maggiore dell'aumento medio globale. Dal 1978 i satelliti hanno stimato che l'estensione annuale media del ghiaccio marino artico si è ridotta del 2,7% ogni dieci anni.

Oceani: quello che è accaduto. Tra il 1961 e il 2003 il livello globale marino si è innalzato di circa 1,8 mm all'anno. La causa è da ricercare nell'aumento della temperatura media globale degli oceani fino a una profondità di circa 3000 metri; l'espansione termica dell'acqua marina si è tradotta in un innalzamento del livello medio globale marino.

Oceani: quello che accadrà. I numeri citati dall'Ipcc non considerano l'effetto dell'aumento del livello dei mari dell'Antartico e della Groenlandia, resi noti da studi recenti, stabilendo che l'incremento alla fine del 2100 dovrebbe essere compreso fra i 19 e i 58 centimetri. In realtà i nuovi dati fanno ritenere che si possa arrivare a superare il metro.

Andamento delle precipitazioni. Le osservazioni meteorologiche hanno evidenziato tendenze a lungo termine nelle precipitazioni dal 1900 al 2005 in ampie aree del pianeta: aumenti di precipitazioni nelle aree orientali dell'America settentrionale e meridionale, nell'Europa settentrionale e nell'Asia settentrionale e centrale, siccità più intense nel Sahel, nel Mediterraneo, nell'Africa meridionale ed in alcune aree dell'Asia meridionale. In generale la frequenza di eventi di intensa precipitazione è aumentata. Il Mediterraneo emerge come una delle aree più sensibili ai possibili cambiamenti climatici futuri.


L'IPCC non ha credibilità, l'ha persa con comportamenti antiscientifici, con proclami ultra-catastrofici ed è fortemente collusa con poteri economici e politici.
Mi fermo qui che è meglio... potrei mettere in pericolo la mia incolumità .
 
 




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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#3  marvel Sab 03 Feb, 2007 16:09

ho deciso di rischiare, tanto ancora devo mettere su famiglia:

Il problema è che tutti noi siamo e saremo sempre più vittime di un raggiro senza precedenti!
Semplici cittadini, piccole società, ambientalisti (quelli veri) e amanti della natura, tutti imbrogliati ed abbagliati dalla favola dell'uomo nero!

Non voglio dilungarmi sull'IPCC, l'ente che "dovrebbe" rappresentare il mondo scientifico esperto su clima ed ambiente, ma ho già detto che è composto solamente dagli scienziati che, più o meno disinteressatamente e convintamente, lavorano per dimostrare che l'uomo è artefice del mutamento climatico.
Tutti gli altri, quelli che, ricerche alla mano, sostenevano il contrario, si sono dovuti dimettere (sostituiti prontamente da scienziati consenzienti) o hanno dovuto piegare la testa e adattarsi a vedersi strumentalizzare le proprie ricerche.
Vedi anche : http://meteolive.leonardo.it/meteo-...5673&invia=true

(nella ricerca in esame, poi, sono stati scoperte manipolazioni e falsificazioni dei dati, che ne hanno decretato la completa invalidità)

Ma veniamo all'imbroglio:
se il clima stesse davvero cambiando per responsabilità umane, allora la decisione più ovvia sarebe quella di investire su fonti energetiche e tecnologie meno impattanti.
Tecnologicamente saremmo già in grado di produrre, da subito, auto elettriche, auto ad idrogeno, impianti industriali a basso impatto.
Inoltre la strategia migliore dovrebbe essere quella improntata al risparmio energetico.

Secondo voi, spendere miliardi di € e $ per aggiornare il parco macchine da euro 1 ad euro 4, che poi diveà euro 5, 6,... non farà altro che far aumentare i consumi energetici per produrre questo continuo ricambio, mantenendo contemporaneamente i consumi di combustbili fossili necessari per mandare avanti i mezzi in questione?
E secondo voi le emissioni diminuiranno?
Chi ci guadagnerà?
Chi dovrà spendere necessariamente di più, anche perchè se non ti aggiorni ti tartassano.

Se avessimo prodotto subito auto elettriche (le tecnologie restano costose solo perchè il mercato è volutamente osteggiato) avremmo potuto drasticamente ridurre le emissioni, e l'energia avrebbe potuto essere fornita da centrali tradizionali che, in vista di nuove centrali nucleari (osteggiate da molti ambientalisti), nel frattempo si sarebbero potute
riammodernare per renderle inquinanti al minimo (inquinano molto più 100.000 auto a combustibile fossile che una centrale per mandarle ad energia elettrica o idrogeno).

Ma se così fosse addio soldi per i petrolieri, addio mega affare per le industrie auto e per tutto l'indotto, addio overplus di tasse sui veicoli inquinanti e gli icentivi per acquistarne di nuovi... e così via.
Per loro va molto meglio così, il petrolio verà bruiato fino ll'ultima goccia, e nel frattempo potranno investire su settori "ecologici", un po' come sta facendo la Shell, che producendo piccole e controllate quantità di pannelli fotovoltaici per mantenerne il prezzo alto... comprandosi la concorrenza) si sta assicurando un futuro controllo del settore dell'energia... per quando, fra molto tempo, finalmente i poteri economici decideranno che, finito il petrolio, è ora di guadagnare sull'elettrico (il discorso può essere esteso, oltre algi autoveicoli, praticamente a tutti i settori).

Così invece oltre a fare del male al nostro pianeta, stiamo alimentando, grazie al catastrofismo dei suddetti signori, un mercato falso-ecologico, una nuova economia che frutterà miliardi e miliardi di euro ai gruppi industriali.
La complicità irresponsabile dei media e dei politici sta letteralemente portandoci sull'orlo del baratro.
La  fretta di "fare" sta favorendo scelte ecologicamente sbagliate, che alla lunga porteranno ancor più danni.

La complicità dei politici è assicurata, infatti questi, incapaci di opporsi a sedicenti scienziati detentori della verità, preferiscono  far proprio il cavallo di battaglia e salire sul carro dei buonisti, assicurandosi i voti dei poveri cittadini.
I voti pro-ambiente  sono un boccone facile essendo estraneo ad ideologie prettamente politiche.

I giornalisti stessi, poi, approfittano di questo allarme, per loro non fa differenza tra emergenza terrorismo ed emergenza ecologica, l'importante è aprofittarne.

Infine, bisogna ammetterlo, la responsabilità della massa è  solo una, essersi disinteressata alla scienza, così che ormai gli scienziati e le loro argomentazioni sono incomprensibili ai più, e bisogna prender per buono tutto quello che dicono... soprattutto se formano un bel gruppo che, con la compiacenza di organi politici, si autoproclamano " l'intera comunità scientifica".

Ma la scienza vera è altro, la scienza vera non può essere strumentalizzata in questo modo.

Se ora qualcuno mi accoppa sapete il perchè
 




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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#4  marvel Sab 03 Feb, 2007 16:41

Questo riscaldamento ci lascerà letteralmente in mutande!

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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#5  burjan Sab 03 Feb, 2007 17:57

Non ti ammazza nessuno, non ti preoccupare, anzi. Sei rimasto l'ultimo dei Mohicani, in quanto specie in via d'estinzione sei da tutelare.
 




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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#6  burjan Sab 03 Feb, 2007 18:07

Scherzi a parte, non mi pare che neanche gli antiserristi scherzino, in quanto a scorrettezza....

LONDRA - Diecimila dollari per ogni studioso disposto a dissentire dalle certezze raggiunte sull'incidenza delle attività umane nell'aumento della temperatura del Pianeta. La contabilità dei cambiamenti climatici si arricchisce di un nuovo, inquietante, costo: il prezzo della tentata corruzione degli scienziati dell'Ipcc, l'organismo delle Nazioni Unite che studia le dinamiche del riscaldamento globale. A offrire la cifra, secondo quanto rivelato oggi dal quotidiano britannico The Guardian, è stata nei mesi scorsi l'American Enterprise Institute, un think tank che opera grazie ai finanziamenti del colosso petrolifero ExxonMobil e con stretti collegamenti alla Casa Bianca.

Per compiere questo tentativo di accomodare le valutazioni scientifiche alla necessità di andare avanti con i profitti del "business as usual", l'istituto ha mandato nei mesi scorsi una lettera a diversi scienziati sparsi per il mondo offrendo un assegno da diecimila dollari più una serie di altri benefit in cambio di affermazioni in grado di minare la credibilità delle conclusioni dell'Ipcc. A far recapitare le missive è stato Kenneth Green, un collaboratore esterno dell'Aei, che ha ammesso di averle spedite anche a economisti e analisti politici di fama, chiedendogli di partecipare a un rapporto "indipendente" da contrapporre a quello dell'Onu.

La lettera apparentemente si ammantava di motivazioni scientifiche, lamentando il fatto che l'Ipcc "è impermeabile a qualsiasi voce critica" e "prono a conclusioni sommarie non supportate da sufficiente materiale analitico", chiedendo quindi ai destinatari di sottolineare i limiti degli attuali modelli di previsione climatica.

La rivelazione del Guardian è stata commentata con amara ironia da Greenpeace. "L'Aei è molto più di un semplice think tank, funziona come una Cosa Nostra intellettuale dell'amministrazione Bush, sono i surrogati della Casa Bianca nell'agonia della loro campagna per negare i cambiamenti climatici. Sono stati sconfitti sul piano scientifico e sul piano morale riguardo alla necessità di agire. Tutto quello che gli è rimasto è una valigia piena di contanti".

****

Mica poi hai tutti i torti... ma tanto la linea che prevarrà è quella esposta pochi giorni fa dal ministro Bersani, noto industrialista di sinistra: "va bene la lotta all'effetto serra, ma non accetteremo mai risposte economicamente regressive al problema."

Anche gli imprenditori americani hanno chiesto a Bush di agire, e certo non credo che la prossima amministrazione democratica sceglierà di tagliare 10 punti di PIL per lottare a morte contro le emissioni. Le risposte saranno sempre tali da lasciare pressoché inalterato il ritmo di sviluppo, quindi necessariamente parziali e deviate. Meglio così di niente.

Quanto al merito, Marvel, non credo che si possa più parlare di una sorta di complotto giudaico-massonico, come avrebbe detto il duce, per deviare l'attenzione di tutti  e per prenderci allegramente in giro.  Qui se le cose continuano così la generazione dei nostri nipoti sarà costretta a tornare all'era preindustriale per portare la pelle a casa... e chi ci guadagna?
 




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Messaggio Re: Il rapporto dell'IPCC alla Conferenza di Parigi

#7  marvel Lun 05 Feb, 2007 13:16

burjan ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Scherzi a parte, non mi pare che neanche gli antiserristi scherzino, in quanto a scorrettezza....

LONDRA - Diecimila dollari per ogni studioso disposto a dissentire dalle certezze raggiunte sull'incidenza delle attività umane nell'aumento della temperatura del Pianeta. La contabilità dei cambiamenti climatici si arricchisce di un nuovo, inquietante, costo: il prezzo della tentata corruzione degli scienziati dell'Ipcc, l'organismo delle Nazioni Unite che studia le dinamiche del riscaldamento globale. A offrire la cifra, secondo quanto rivelato oggi dal quotidiano britannico The Guardian, è stata nei mesi scorsi l'American Enterprise Institute, un think tank che opera grazie ai finanziamenti del colosso petrolifero ExxonMobil e con stretti collegamenti alla Casa Bianca.

Per compiere questo tentativo di accomodare le valutazioni scientifiche alla necessità di andare avanti con i profitti del "business as usual", l'istituto ha mandato nei mesi scorsi una lettera a diversi scienziati sparsi per il mondo offrendo un assegno da diecimila dollari più una serie di altri benefit in cambio di affermazioni in grado di minare la credibilità delle conclusioni dell'Ipcc. A far recapitare le missive è stato Kenneth Green, un collaboratore esterno dell'Aei, che ha ammesso di averle spedite anche a economisti e analisti politici di fama, chiedendogli di partecipare a un rapporto "indipendente" da contrapporre a quello dell'Onu.

La lettera apparentemente si ammantava di motivazioni scientifiche, lamentando il fatto che l'Ipcc "è impermeabile a qualsiasi voce critica" e "prono a conclusioni sommarie non supportate da sufficiente materiale analitico", chiedendo quindi ai destinatari di sottolineare i limiti degli attuali modelli di previsione climatica.

La rivelazione del Guardian è stata commentata con amara ironia da Greenpeace. "L'Aei è molto più di un semplice think tank, funziona come una Cosa Nostra intellettuale dell'amministrazione Bush, sono i surrogati della Casa Bianca nell'agonia della loro campagna per negare i cambiamenti climatici. Sono stati sconfitti sul piano scientifico e sul piano morale riguardo alla necessità di agire. Tutto quello che gli è rimasto è una valigia piena di contanti".

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Mica poi hai tutti i torti... ma tanto la linea che prevarrà è quella esposta pochi giorni fa dal ministro Bersani, noto industrialista di sinistra: "va bene la lotta all'effetto serra, ma non accetteremo mai risposte economicamente regressive al problema."

Anche gli imprenditori americani hanno chiesto a Bush di agire, e certo non credo che la prossima amministrazione democratica sceglierà di tagliare 10 punti di PIL per lottare a morte contro le emissioni. Le risposte saranno sempre tali da lasciare pressoché inalterato il ritmo di sviluppo, quindi necessariamente parziali e deviate. Meglio così di niente.

Quanto al merito, Marvel, non credo che si possa più parlare di una sorta di complotto giudaico-massonico, come avrebbe detto il duce, per deviare l'attenzione di tutti  e per prenderci allegramente in giro.  Qui se le cose continuano così la generazione dei nostri nipoti sarà costretta a tornare all'era preindustriale per portare la pelle a casa... e chi ci guadagna?


IL discorso è complesso, più di quanto non immaginiamo... come dice anche Marco, della discussione http://www.lineameteo.it/viewtopic.php?p=31983 , se avessoero voluto veramente fare controinformazione, con tutti i soldi e il potere che hanno, avrebbero potuto fare ben altro... credo invece che ora siano in prima fila, pronti a sostenere qualsiasi teoria che dimostri che, dato che abbiamo inquinato tanto, ora dovremo spendere di più per inquinare meno..., ma purtroppo a dirigere i giochi e a fare i soldi saranno sempre loro.
 




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