Da "Repubblica.it":
PARIGI - Aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, quasi certezza delle responsabilità umane. Questi i cardini del Quarto Rapporto dell'Ipcc presentato oggi a Parigi. Ecco, in sintesi, i principali punti del documento redatto dall'organismo istituito dalle Nazioni Unite nel 1988 per monitorare il clima del Pianeta.
Effetto serra. La concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2), il più abbondante gas serra, è oscillata per un periodo di 10.000 anni fino al 1750 in un range di 265-280 ppm (parti per milione) per poi impennarsi negli ultimi 150, raggiungendo quota 380 ppm nel 2006. Le più recenti ricerche scientifiche sulla composizione chimica dell'atmosfera "intrappolata" nelle bolle di ghiaccio databili, confermano che la presenza di CO2 in atmosfera non è mai stata a questi livelli negli ultimi 800.000 anni. Secondo l'Ipcc, la causa principale sono le emissioni da combustibili fossili iniziate con la Rivoluzione industriale.
Responsabilità umane. Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità compresa tra il 90 e il 95 per cento (very likely) che il riscaldamento climatico sia dovuto alle emissioni di gas serra determinate dalle attività umane. L'impatto di questi effetti durerà per gli esperti almeno un millennio.
Aumento delle temperature. Entro la fine del secolo la temperatura superficiale della Terra crescerà da 1,8 a 4 gradi centigradi. Per quanto improbabile, non si può però neppure eslcudere la possibilità di un aumento fino a 6,4 gradi.
Focus sull'Artico. L'aumento della temperatura media sull'Artico è due volte maggiore dell'aumento medio globale. Dal 1978 i satelliti hanno stimato che l'estensione annuale media del ghiaccio marino artico si è ridotta del 2,7% ogni dieci anni.
Oceani: quello che è accaduto. Tra il 1961 e il 2003 il livello globale marino si è innalzato di circa 1,8 mm all'anno. La causa è da ricercare nell'aumento della temperatura media globale degli oceani fino a una profondità di circa 3000 metri; l'espansione termica dell'acqua marina si è tradotta in un innalzamento del livello medio globale marino.
Oceani: quello che accadrà. I numeri citati dall'Ipcc non considerano l'effetto dell'aumento del livello dei mari dell'Antartico e della Groenlandia, resi noti da studi recenti, stabilendo che l'incremento alla fine del 2100 dovrebbe essere compreso fra i 19 e i 58 centimetri. In realtà i nuovi dati fanno ritenere che si possa arrivare a superare il metro.
Andamento delle precipitazioni. Le osservazioni meteorologiche hanno evidenziato tendenze a lungo termine nelle precipitazioni dal 1900 al 2005 in ampie aree del pianeta: aumenti di precipitazioni nelle aree orientali dell'America settentrionale e meridionale, nell'Europa settentrionale e nell'Asia settentrionale e centrale, siccità più intense nel Sahel, nel Mediterraneo, nell'Africa meridionale ed in alcune aree dell'Asia meridionale. In generale la frequenza di eventi di intensa precipitazione è aumentata. Il Mediterraneo emerge come una delle aree più sensibili ai possibili cambiamenti climatici futuri.