È ora di aggiornare l’outlook invernale;
Cominciamo analizzando l’andamento finora avuto in comparazione con l’andamento previsto a inizio topic;
Abbiamo visto un Dicembre iniziato subito forte con un ampia Rossby, una fase più quieta centrale, è una successiva ripresa dell’attività d’onda con una nuova potente Rossby che ha aperto la strada ad una lunga serie di affondi polari/artici che hanno interessato il continente, culminati con l’isolamento di un vasto nucleo artico centro/est europeo, nucleo che per poco non ha fatto franco ingresso anche sul nostro quadro con parzialmente componente continentale interessandoci solo marginalmente, bloccato dal rientro di flussi polari prima blandi e che a breve si faranno più intensi. Il tutto comunque in accordo con la narrazione fatta in novembre che prevedeva attività d’onda in ascesa nel corso di dicembre con fase di picco in Gennaio, ma con caratteristiche prevalenti polari/artiche, non continentali.
Si prevedeva anche che a questa fase di forte espansione del fronte polare avrebbe fatto seguito una almeno temporanea contrazione, con ripresa delle velocità zonali polari che si poteva avere tra fine Gennaio e inizio Febbraio. Anche questo sta effettivamente avvenendo, lo si può notare bene dall’andamento AO avuto e previsto;
Con la lunga fase AO negativa passata e la graduale ripresa dei prossimi giorni.
Avevamo individuato però le maggiori incognite stagionali per il mese di Febbraio, sia per la distanza temporale maggiore, sia per la variabilità intrinseca del mese in questione, in generale e in particolare con la situazione teleconnettiva attuale. Incognite legate soprattutto all’andamento tropo/strato che con la ripresa delle velocità zonali polari poteva stabilizzare e accelerare il vortice ( classico rimbalzo da una situazione debole), ipotesi ritenuta personalmente un po’ più probabile, oppure la stessa ripresa poteva indurre attriti e nuova disarticolazione forte.
Bene, il reset barico che sta avvenendo pare proprio che manderà in nuova crisi il vortice polare, un raro esempio di dislocazione con triplo impulso di riscaldamento, l’ultimo dei quali si avvierà proprio nelle prossime ore.
Aggiungo che si rivelata particolare armonia tra l’andamento tropo e quello in strato;
La dislocazione su eurasia ha avuto riscontro su tutti i piani, lo split fortemente asimmetrico con piccolo lobo di vorticità in Atlantico ha avuto riscontro in troposfera impedendo la formazione di blocco duraturo si flussi dall’oceano, incentivato dallo “svuotamento” di vorticità canadese centrale che non ha potuto sviluppare meccanismi duraturi di spinta ben direzionata o semplice opposizione, anche questo perfettamente in linea con l’andamento su tutta la colonna.
La dislocazione euroasiatica dicevamo, da qui si sta avviando il nuovo riscaldamento;
Questo manderà in rotazione il
VP disponendosi con nuovo asse; la rotazione indurrà passaggio di massa artica in zona polare (fase AO neutro/positiva );
Il riscaldamento divverrà convergente e indurrà allungamento del vortice, il forte stress in allungamento farà emergere la separazione in due vorticità principali;
I flussi cominceranno ad essere a carico della seconda onda;
Split totale o parziale simmetrico, con prevalenza di profondità su Canada centrale;
L’iter in troposfera potrebbe dunque essere questo;
1. Fase polare già ben identificata dai modelli con il doppio passaggio di saccatura;
2. Passaggio di saccatura con componente artica più probabile in Est, ma non da escludere un interessamento diretto o parziale, corrispondente al transito europeo della coda di dislocazione con passaggio di massa sul polo e allungamento del vortice (ultimi di Gennaio/primi di Febbraio)
3. Espansione della massa canadese con parziale sbilanciamento, espansione dell’orso per riduzione delle virticità su eurasia;
4. Possibile forte ondulazione artica sul continente con chiusura artico continentale (tra fine prima decade e fine seconda probabilmente).
Vedremo se ci sarà corrispondenza.