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Messaggio L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#1  Fili Mer 07 Lug, 2010 11:26

Prendo spunto da questo interessante articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera


"Quale sia davvero lo spirito del Paese dubito che possano dircelo i sondaggi. Meglio ascoltare se stessi e dare retta a quello che si avverte dentro e specialmente intorno a noi. C’è una sensazione che domina su tutte le altre, se non sbaglio: la sensazione che sono finiti i tempi felici. Fino a qualche tempo fa il Paese, pur con tutte le sue contraddizioni, appariva comunque orientato ad una visione positiva del proprio futuro. Aveva dei punti di riferimento sicuri. A cominciare da quelli fuori dei propri confini.

L’Occidente di cui facevamo parte era il luogo della libertà e della ricchezza, e ogni anno avevamo un po’ di più tanto dell’una che dell’altra. In entrambi i casi stando al riparo di una sicurezza collaudata e senza costi. Oggi ci sembra di scorgere quotidianamente i sintomi che non è più così. L’Occidente, l’Europa stessa, stanno pian piano svanendo. E con loro svanisce la sensazione di forza, quasi d’invincibilità, che per tanto tempo essi hanno incarnato. Compaiono al loro posto nuovi giganti mondiali che però avvertiamo lontanissimi da noi. Indifferenti ai modi nostri e alle nostre esigenze. E di nuovo, dopo decenni che non accadeva, soldati italiani muoiono combattendo in remote contrade, di nuovo senza molte speranze di vittoria.

In casa nostra i giorni e la vita dei tempi felici volevano dire una rete antica e tutto sommato affidabile di istituzioni che ne erano i punti fermi: la scuola, una banca, un ufficio postale, il municipio, il sindacato. Tutte cose che esistono ancora, naturalmente, ma senza più il senso, la certezza e l’autorevolezza di una volta. Non sappiamo bene perché, ma sentiamo che è così. La Chiesa e la famiglia stesse—questi due pilastri all’apparenza indistruttibili della soggettività e insieme delle collettività italiane — sono alle prese con forze corrosive che ne stanno alterando il profilo sociale e attutendone la voce. Insieme è finita — drammaticamente finita per sempre, ci dicono—la speranza di un lavoro ragionevolmente sicuro nel tempo.

Una fase decisiva di come l’Italia è diventata moderna, l’industrializzazione, sembra ormai giunta ad un compimento: interi settori produttivi sono scomparsi nell’ultimo ventennio mentre non si contano gli impianti, le fabbriche del Paese passati in mani straniere nel disinteresse generale. Ai fini del Pil forse non conta, ma a quelli dell’immaginario e del sentimento sì. È come se stesse cambiando sotto i nostri occhi la moralità di fondo del Paese e al medesimo tempo il valore del nostro stare insieme. Il moltiplicarsi senza freno dei casi di corruzione pubblica, di malversazione, di sperperi, non fa altro che rafforzare questo senso di un cambiamento che sa piuttosto di disgregazione. E per parlare di cose che sono simbolo di molte altre: da quanto tempo un libro, un film, un’architettura, una rappresentazione, insomma una cosa nuova pensata o fatta in Italia, non fa parlare di sé il mondo? Siamo dunque un Paese in declino? Meglio non dirlo. E forse non è neppure vero se si guarda a certi dati pure fondamentali. Ma senza dubbio siamo un Paese che sente di essere nel mezzo di un passaggio assai difficile della sua storia. E sente di affrontare questo passaggio senza guida, abbandonato agli eventi, al giorno per giorno. Nessuno è in grado di dirgli qualcosa circa il futuro che lo aspetta, che ci aspetta. Nessuno vuole o sa parlare alla sua mente e al suo cuore. Nessuno è capace di indicargli una via e una speranza. Ma che cos’è questo se non il compito della politica? Ecco allora il vero cuore duro della nostra crisi." ...


L'articolo prosegue, ma entrando in ambito puramente (o quasi) politico, per cui evito di mettere la restante parte.

Mi sembra comunque un'analisi interessante, che rispecchia effettivamente un particolare momento del nostro Paese. Credo però si tratti di una visione un po troppo pessimistica della situazione...

A voi i commenti  
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#2  prometeo Mer 07 Lug, 2010 12:45

Secondo me ricalca la realtà
Bisogna ammettere che come è crollato il socialismo reale, è crollato anche il capitalismo
Abbiamo vissuto di illusioni Volevamo avere uno stadard più alto di quello effettivo e come un boomerang ora sta tornando indietro..
Come si poteva pensare che un sistema poteva reggere sulla carta (finanza) e non sul lavoro reale?
Come si poteva minimamente pensare che una socetà potesse andare avanti con una cassa integrazione che assorbe una percentuale rilevante della popolazione attiva e al contempo noi (occidente) facevamo finanziamenti per televisori, ski, cellulari,condizionatori,cucine, automobili, dentisti, chirurgia estetica e vacanze????
 L'unico prestico che io contemplo è solo per l'immobile, casa o industria che sia, un qualcosa di tangibile, non per andare alle Seicelle o girare con il cayenne
Ora la mia paura è che ancora non abbiamo raschiato il fondo del barile
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#3  stefc Mer 07 Lug, 2010 18:29

Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
   ......... Ma senza dubbio siamo un Paese che sente di essere nel mezzo di un passaggio assai difficile della sua storia. E sente di affrontare questo passaggio senza guida, abbandonato agli eventi, al giorno per giorno. Nessuno è in grado di dirgli qualcosa circa il futuro che lo aspetta, che ci aspetta. Nessuno vuole o sa parlare alla sua mente e al suo cuore. Nessuno è capace di indicargli una via e una speranza. Ma che cos’è questo se non il compito della politica? Ecco allora il vero cuore duro della nostra crisi." ... [/align][/b][/i]


.....che stiamo attraversando un momento di difficoltà è cosa risaputa, ma metterla così sul drammatico mi sembra esagerato. Ma che dovevano dire allora i nostri nonni e genitori nati tra una guerra e l'altra o prima in mezzo alla fame e alla miseria e alle malattie sempre in agguato ? Si dovevano impiccare ?
Altro che, nonostante tutto guardavano avanti con fiducia, si adattavano a tutto e mettevano al mondo un sacco di figli anche se non sapevano cosa potergli dare da mangiare una volta finito il latte materno.........
Il problema è che il benessere ci ha fatto credere di poter risolvere tutto con i soldi e di fare a meno di tutti quegli ideali che facevano la forza dei nostri predecessori: la famiglia, la fede, il rispetto delle istituzioni e delle regole, la lealtà, l'amicizia...........e in questo contesto, se vengono a mancare i soldi, è un dramma...................
   
 



 
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#4  CESTER Mer 07 Lug, 2010 22:09

Il problema è uno solo che con la scusa della globalizzazione ci hanno tolto tutti i diritti e portato alla fame come i paesi in via di sviluppo gli operai e illuso gli artigiani e commercianti di essere grandi imprenditori, che però tra poco spariranno risucchiati dalle multinazionali e le banche gli unici a fare affari.il discorso declino purtroppo è iniziato dopo gli anni 80 e sarà inarrestabile perchè un paese manifatturiero come l'italia come potrà mai fare concorrenza a i paesi del terzo mondo che pagano 100 euro un operaio senza diritti e a fare 12 euro al giorno.
Altra illusione è quella dei prodotti d'eccellenza, un paese come l'italia di 60 milioni di abitanti non possono fare tutti le ferrari chi le compra dato che chi puo spendere se la ricchezza è in mano a pochi e con 800-1000 euro al mese che compri come si dice a Gubbio le scapornicchie ovvero niente.
 



 
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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#5  bix Mer 07 Lug, 2010 23:13

su!
e che è questo disfattismo.

La globalizzazione non è una scelta ,tutti vogliono vendere all'estero i propri prodotti e acquistare quelli degli altri basta che costino meno.

Siamo vissuti sopra le nostre possibilità sfruttando risorse ed energie che appartenevano a tutto il resto del mondo.

Quindi,se ora anche altri paesi cercano di migliorare la propria condizione credo che si più che giusto ,ovviamente noi perderemo in po dei nostri vantaggi e del nostro benessere.

Poi non credete che la manodopera cinese o indiana costerà sempre lo stesso ,come è giusto che sia i loro salari aumenteranno ,fino a raggiungere un certo equilibrio.
Ed in italia siamo avvantaggiati abbiamo gli stipendi più bassi d'europa.

Il problema  è "solo" trovare l'energia e le risorse per contentare tutti
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#6  and1966 Mer 07 Lug, 2010 23:17

CESTER ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il problema è uno solo che con la scusa della globalizzazione ci hanno tolto tutti i diritti e portato alla fame come i paesi in via di sviluppo gli operai e illuso gli artigiani e commercianti di essere grandi imprenditori, che però tra poco spariranno risucchiati dalle multinazionali e le banche gli unici a fare affari.il discorso declino purtroppo è iniziato dopo gli anni 80 e sarà inarrestabile perchè un paese manifatturiero come l'italia come potrà mai fare concorrenza a i paesi del terzo mondo che pagano 100 euro un operaio senza diritti e a fare 12 euro al giorno.
Altra illusione è quella dei prodotti d'eccellenza, un paese come l'italia di 60 milioni di abitanti non possono fare tutti le ferrari chi le compra dato che chi puo spendere se la ricchezza è in mano a pochi e con 800-1000 euro al mese che compri come si dice a Gubbio le scapornicchie ovvero niente.


....il cui sapore acidulo rischia di ritornare in auge se si continua cosi'.  

Il problema è che nel tempo i servizi sono diventati sempre piu' onerosi, e li paghiamo come dei lussi (vai a vedere che razza di detrazioni abbiamo su stipendi, e quali contributi IRPEF si pagano), quando pero' non siamo in mezzo al lusso.
E per i beni materiali vale lo stesso discorso.

Pero', Euro o non Euro, il potere d'acquisto degli stipendi si assottiglia paurosamente sotto i colpi delle due succitate motivazioni. Ed è questo il motivo per cui lentamente, ma inesorabilmente, affondiamo.
9zlqr

p.s.: nei paesi dove l'operaio prende 100€/mese, il costo della vita è 10 volte piu' basso che da noi.....
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#7  snow96 Gio 08 Lug, 2010 10:10

Beh, il mondo occidentale è in difficoltà. L'Italia più di qualcuno e meno di qualcun altro.
Ma la responsabilità primaria è della politica. Non mi si dica le banche, gli imprenditori o la globalizzazione. Questi sono fenomeni spontanei che seguono il solo criterio del profitto. La politica dovrebbe appunto servire a indirizzare con leggi e divieti i processi spontanei.

Credo mi basti un esempio che non sento mai fare nei salotti buoni della TV.

Un'industria che fa scarpe, in Italia, ha un costo al paio di 100 € e le rivende a 200 €, con un margine del 100% - 100 €.
La stessa industria sposta la produzione in Cina e ottiene due effetti immediati:

1) Il potere d'acquisto medio degli italiani scende (licenzia 30 operai, che nel calderone, vanno a diminuire il potere d'acquisto)
2) Produce le stesse scarpe ad un costo di 20 €.

Ora si aprono 2 scenari:

a) Vende le stesse scarpe in Italia ad un prezzo di 140 €, AUMENTANDO il suo margine a 120 €. Tuttavia le scarpe al consumatore italiano che ha perso il lavoro e ora sta al call center a 800 €/mese, le scarpe costano meno di prima. Abbiamo una forma di compenso, il potere d'acquisto resta alto.

b) Vende le stesse scarpe in Italia ad un prezzo di 200 €, AUMENTANDO il suo margine a 180 €. Il consumatore italiano perde il lavoro e perde potere d'acquisto. Cornuto e bastonato.

Lo scenario reale e attuale è indubbiamente lo scenario B.

Notare che in entrambe i casi il margine dell'azienda aumenta. E chi ha un'azienda lo sa: aumentare il margine del 20% è un sogno, aumentarlo dell'80% è speculazione.

Qualche politico di vostra conoscenza ha mai preso la calcolatrice in mano ed ha cercato in qualche modo di RIDISTRIBUIRE gli aumentati margini alla popolazione italiana? Ha cercato di conservare il potere d'acquisto limitando (con dazi o disincentivi) il ricarico? No, io non ne conosco, a parte un paio di boutade della Lega qualche anno fa.

Ricordiamoci sempre che il mercato non è l'unico regolatore, e che se lasciato solo non si autoregola per la distribuzione, ma per la concentrazione del reddito.

Per impedire eccessiva concentrazione del reddito, serve la politica.

Il meccanismo si è ripetuto circa 4 volte nel secolo passato negli Stati Uniti ed ogni volta, a seguito di situazioni di grande disparità sociale, è stata la politica (New Deal, Kennedy) a ridistribuire il reddito evitando l'eccessiva concentrazione di denaro in poche mani. Non è stato il mercato.

Ho letto un bellissimo libro scritto da un economista americano: Paul Krugman - La coscienza di un liberal - Ve lo consiglio, molto equilibrato e chiaro...

Dimostra, con numeri e dati (pure troppi) come tra due periodi contigui di disparità ed equità sociale, non ci fosse differenza sostanziale di denaro circolante o di PIL, ma solo di regole e leggi, finanziarie, economiche e sociali.

Quindi dobbiamo sperare nella politica italiana... cioè, a dire ... "scusi, per il Brennero?"  
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#8  Fili Gio 08 Lug, 2010 10:22

che l'Italia sia un paese con difficoltà economiche è abbastanza chiaro... e secondo me gran parte di questa situazione è dipesa dallo sfavorevolissimo cambio EURO/LIRA al momento dell'entrata in vigore della moneta unica... li c'è stato un primo errore colossale.

Secondo errore...non controllare chi gestiva l'andamento dei prezzi. Aumenti sconcertanti...basti pensare ai gelati, una volta una coppetta piccola ti costava 1.500 lire, ora quando leggi scritto 1,5€ quasi dici che è economico  

Detto questo, credo però che vedere le sole tinte fosche in Italia sia assolutamente sbagliato. Abitiamo e viviamo nel Paese più bello del mondo, che sa offrire tutto ciò che una persona civile può desiderare. La povertà è ovunque, in Italia come in Germania, ma l'appeal che ha lo Stivale penso non si trovi in nessun'altra parte del mondo.

Io non me ne andrei dall'Italia (se non per periodi limitati) per nessun motivo al mondo!  

Quello che secondo me ha un fortissimo bisogno di liberalità è la cultura: nell'aritcolo si cita l'architettura, i libri, il cinema... siamo sempre stati schiavi di una radicata forma di monopolio culturale in Italia, e ciò ha inevitabilmente portato all'immobilismo ed al conservatorismo.

Sembra ridicolo dirlo...ma i progressisti non sono più rossi  
 




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#9  snow96 Gio 08 Lug, 2010 10:27

Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
che l'Italia sia un paese con difficoltà economiche è abbastanza chiaro... e secondo me gran parte di questa situazione è dipesa dallo sfavorevolissimo cambio EURO/LIRA al momento dell'entrata in vigore della moneta unica... li c'è stato un primo errore colossale.

Secondo errore...non controllare chi gestiva l'andamento dei prezzi. Aumenti sconcertanti...basti pensare ai gelati, una volta una coppetta piccola ti costava 1.500 lire, ora quando leggi scritto 1,5€ quasi dici che è economico  

Detto questo, credo però che vedere le sole tinte fosche in Italia sia assolutamente sbagliato. Abitiamo e viviamo nel Paese più bello del mondo, che sa offrire tutto ciò che una persona civile può desiderare. La povertà è ovunque, in Italia come in Germania, ma l'appeal che ha lo Stivale penso non si trovi in nessun'altra parte del mondo.

Io non me ne andrei dall'Italia (se non per periodi limitati) per nessun motivo al mondo!  

Quello che secondo me ha un fortissimo bisogno di liberalità è la cultura: nell'aritcolo si cita l'architettura, i libri, il cinema... siamo sempre stati schiavi di una radicata forma di monopolio culturale in Italia, e ciò ha inevitabilmente portato all'immobilismo ed al conservatorismo.

Sembra ridicolo dirlo...ma i progressisti non sono più rossi  


Fili, il grande errore è stato solo il secondo, enorme e grave errore sul quale concordo. Il primo, no. Un cambio è un cambio, è matematica. Ma si è consentito di speculare sulla "percezione" della matematica, sempre per quella folle regola mai dimostrata che il mercato si autoregola....  
 




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Messaggio Re: L'Italia è Un Paese In Difficoltà?

#10  marvel Gio 08 Lug, 2010 10:56

Ma si, a parte il discorso sul conservatorismo culturale che ha prodotto uno scatafascio immane che va dall'abbandono pressoché totale dell'arte alla cultura generle dei ragazzi di oggi, spesso e volentieri a livello "veline-calciatori", ma il punto cruciale è che, proprio come ci vedono all'estero, il popolo italiano è anche un popolo di spreconi, di pressappochisti e di ladroni!
Ma vi rendete conto?

«40 MILIARDI DI FONDI UE AL VENTO»

Cioè, si parla tanto di Roma Ladrona, del sud a rimorchio... e poi si prova a dire anche che non sia vero e che il federalismo fiscale sia una cosa dannosa per il sud!?
Ma se non utilizzano nemmeno i fondi europei???!!!
Vogliono solo fondi a pioggia perché gli fa comodo continuare con questo metodo! (i fondi europei vengono assegnati solo a progetti ben strutturati)
Ma vi rendete conto di che gente governi il sud, sia di dx che di sx?
Gente incompetente, che pensa solo alla poltrona o gente collusa con le organizzazioni malavitose locali!

A questo punto come criticare i leghisti... almeno su questo punto???

Poi ci stupiamo che l'Italia sia in difficoltà?
E' come correre con una palla al piede... anzi 2!!!

http://www.fruttaonline.it/news/vie...a-contro-il-sud
http://www.ilgiornale.it/interni/in...ge=0-comments=1
http://catania.blogsicilia.it/2010/...i-404-miliardi/
 




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#11  Fili Gio 08 Lug, 2010 11:39

marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ma vi rendete conto di che gente governi il sud, sia di dx che di sx?
Gente incompetente, che pensa solo alla poltrona o gente collusa con le organizzazioni malavitose locali!

A questo punto come criticare i leghisti... almeno su questo punto???

Poi ci stupiamo che l'Italia sia in difficoltà?
E' come correre con una palla al piede... anzi 2!!!


Quotissimo  
 




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