La nevicata del 16 marzo 1987 in Valtiberina
L’inverno 1986-1987 stava per terminare. Tutto sommato era stato un buon inverno, abbastanza piovoso ed anche nevoso. Infatti la neve si fece vedere già poco dopo il solstizio, con la spolverata della vigilia e della notte di Natale 1986 (evento che gli eugubino-gualdesi dovrebbero ricordare bene…..) e la nevicata più consistente del giorno seguente che interessò soprattutto la parte umbra della vallata.
Successivamente a gennaio ci furono altri episodi nevosi intervallati a periodi sciroccali piovosi ma mai troppo miti.
Febbraio fu caratterizzato da frequenti irruzioni fredde ma allo stesso tempo secche e poco produttive e da qualche buon episodio piovoso.
Marzo invece da subito aveva preso una piega più invernale che primaverile, anche se la neve non aveva praticamente mai fatto la sua comparsa a valle. Poi, passata la 1°decade, le irruzioni fredde continentali si susseguirono con rapidità, stemperate però dal sole ormai alto sull’orizzonte. Arrivammo così a sabato 14 marzo con una gelata mattutina di tutto rispetto. Col passare delle ore il sole fece il suo lavoro e la temperatura salì velocemente sopra lo zero sfiorando i 10°C intorno all’ora di pranzo, quando cominciò ad alzarsi di nuovo una bora fastidiosa.
Intanto il cielo si era coperto di nuvole stratiformi provenienti da nord, senza però produrre alcuna precipitazione. La sera il cielo si rasserenò e la temperatura scese verso lo zero nonostante il vento. A “Che tempo fa” si parlava di una nuova irruzione di aria fredda dalla Lapponia che a partire dalla serata di domenica avrebbe abbordato l’arco alpino, ma senza particolari prospettive nevose. Sembrava un remake del 3 gennaio 1985: le immagini del satellite tracciavano bene la discesa gelida diretta proprio verso di noi e la circolazione era anche simile a quei giorni fatidici. Nonostante questo però i meteorologi sembrava avessero sottovalutato la cosa anche stavolta…..
La domenica mattina del 15 il cielo era poco nuvoloso, ma l’aria gelida anche a causa del vento di bora che nel frattempo continuava a spirare costantemente.
Alla TV, intorno alle 12:00, ebbi modo di vedere l’immagine del satellite (non mi ricordo dove) che evidenziava bene il fronte freddo che aveva raggiunto le Alpi e si apprestava a tuffarsi in Valpadana. Ai vari telegiornali non dissero nulla, il televideo non c’era, internet non c’era ed allora, in assenza di altre informazioni, come al solito l’unico modo per capire la consistenza di quel fronte era quello di ascoltare le partite al “Tutto il calcio minuto per minuto” e carpire gli eventuali spunti meteorologici che arrivavano dai campi collegati del nord Italia. Quel giorno il più indicato sembrava essere quello di Verona, dove si giocava Verona - Fiorentina.
Il radiocronista di turno durante i suoi interventi non dette alcun indizio meteorologico sul tempo che stava facendo a Verona. Quindi pensai che non doveva esserci niente di particolare da segnalare. Eppure ripensandoci quel fronte appariva brillante e ben organizzato e a quell’ora doveva aver per forza raggiunto la pianura veneta se non addirittura quella emiliana……
Nel frattempo qui in Valtiberina il cielo era sempre poco nuvoloso, faceva sempre freddino con la temperatura intorno ai 4-5°C e il solito venticello gelido da N/E.
Poi verso le 16:00, proprio quando il radiocronista intervenne da Verona per segnalare il vantaggio della Fiorentina (gol di Antognoni), in lontananza verso nord, oltre l’Appennino si cominciava a vedere il fronte nuvoloso che stava per raggiungerci. Non sembrava però molto compatto, anche perché era prevalentemente caratterizzato da nuvolosità alta e stratiforme. Ecco perché era passato inosservato…..All’imbrunire il cielo s’era quasi coperto, ma in alcuni punti si vedevano ancora le stelle. A 90° Minuto poi, guardando il servizio sulla partita di Verona, ebbi modo di vedere che durante il pomeriggio il cielo era solo velato e che lasciava passare qualche raggio di sole, quanto bastava per vedere le ombre dei giocatori in campo.
Tutto era chiaro, quel fronte transitato ed ora sopra le nostre teste, nella migliore delle ipotesi poteva essere solo l’avanguardia della discesa fredda vera e propria che però rischiava di rimanere di là delle Alpi. Insomma, niente di particolare. E forse i previsori avevano anche ragione nel ritenere che sarebbe successo poco o niente, come ribadì sostanzialmente anche l’annunciatrice che, come di solito ogni domenica sera poco prima delle 20:00, dava le previsioni al posto del Caroselli o del Baroni di turno.
Intanto a tarda sera il fronte nuvoloso ci lasciò ed il cielo tornò completamente sereno.
Nel contempo il vento si placò e la temperatura cominciò a precipitare……
Sembrava insomma che tutto fosse finito lì….. Sentivo però che c’era qualcosa che non quadrava, che poteva succedere l’imprevisto……
La mattina del 16 la Valtiberina si sveglio sotto una bella gelata con oltre -5°C e una insidiosa nuvolosità che pian piano si intensificava e non permetteva più ad un timido sole di riscaldare l’aria.
Andai a piedi al lavoro ed ebbi modo di vedere che fuori tutto era ghiacciato ed intirizzito.
“Se la temperatura tenesse e si copre ancora di più, chissà forse…….”, pensai.
Intorno alle 10 del mattino il cielo era coperto di un colore biancastro, ma non ancora così cupo da far pensare ad un’imminente precipitazione.
Io guardavo continuamente l’unica finestra dell’ufficio che dava su un cortile esterno, per vedere se succedeva qualcosa (rischiando anche i rimproveri dai colleghi più anziani), ma niente………
Con la scusa anche di stirarmi un po’ e di prendere una boccata d’aria, mi alzai ed aprii la finestra per saggiare la temperatura esterna, che all’apparenza non sembrava poi tanto aumentata rispetto a prima.
“E chiudi quel cavolo di finestra……Sei proprio fissato….…”, mi gridarono i colleghi più freddolosi ed insolenti, ma io me ne infischiai di quel che dicevano perchè ero troppo preso dai potenziali eventi.
Intanto la brina sui tetti resisteva benissimo. Poi, verso le 11:00, il cielo divenne più cupo tanto che in ufficio dovemmo accendere la luce. Andai di nuovo alla finestra ed effettivamente constatai che forse qualcosa stava per succedere ed i colleghi continuavano a sfottermi “Che fa allora, nevica ? Ah, Ah, Ah…!!!!” , ma io facevo finta di niente.
Da quella posizione potevo vedere solo il cielo che nel frattempo era diventato di un colore bianco plumbeo così caratteristico e inconfondibile da essere ormai sicuro che la neve fosse una questione di minuti.
Ed infatti poco dopo, ecco i primi sparuti fiocchettini, così sparuti da sembrare più quelle robbicce che ti cadono davanti alla finestra quando quella del piano di sopra scrolla il tappeto, che fiocchi di neve…….
”Nevica” dissi e gli altri ovviamente risposero“Ma che dici ? Ma ‘n do’ nevica ?”. “Venite a vedere se ‘n è vero, bìscheri che ‘n sete altro….” gli risposi.
Arrivati alla finestra anche gli altri, qualcuno di loro, pur prendendo atto che nevicava davvero, trovò comunque il modo di sminuire il tutto dicendo “Sì, sì, questa la neve fa come ‘l c…o alle vecchie……” . Eh va be’……..
Poi però i fiocchetti si intensificarono e cominciò a nevicare con buona intensità.
I fiocchi attecchivano tutti, nel giro di 5 minuti un leggero velo bianco ricopriva ogni cosa.
A quel punto di colpo tutti andavano continuamente alla finestra e mi chiedevano quanto sarebbe durato !!! Non feci in tempo a finire di chiedermelo anch’io che il cielo divenne ancora più cupo e buio e la nevicata veramente intensa.
Il manto nevoso aumentava a vista d’occhio e la temperatura era ancora decisamente sotto lo zero. Nessuno ormai in ufficio aveva più voglia di lavorare e trascorremmo le due ore prima della pausa pranzo a guardare più che altro fuori dalla finestra……..
Non vedevo l’ora di uscire per valutare meglio la situazione…..
Verso le 13:00, all’uscita dal lavoro, la situazione era veramente critica.
Nevicava copiosamente e c’erano circa quindici centimetri dappertutto, anche sulle strade del centro che erano tutte bianche. Si viaggiava solo con le catene montate o al massimo con le gomme da neve. Addirittura si potevano usare tranquillamente gli sci da fondo, anche sui vicoli più stretti e riparati, tanto la neve aveva attecchito benissimo anche lì….
Tornai a casa sotto la bufera che sembravo un pupazzo di neve. Pareva proprio che non ne volesse sapere di smettere….
Intanto il TG1 delle 13:30 faceva vedere le immagini di Firenze con i suoi lungarni coperti da circa 5 cm di neve e parlava di altre nevicate in atto un po’ su tutto il centro-nord.
Uscii di nuovo sotto la neve per ritornare al lavoro verso le 14:30, ma l’intensità calò rapidamente da cessare definitivamente nel giro di pochi minuti, giusto il tempo di arrivare e di salire in ufficio. Il cielo però rimaneva coperto e fuori c’erano circa 20-25 cm, tutti lì intirizziti da una temperatura ancora leggermente sotto lo zero.
Aspettai invano una ripresa della nevicata e anche gli altri mi chiedevano in continuazione se ne avesse fatta di più “E che so’ indovino ?”mi toccò più volte rispondere, fino a che il cielo non comincio a schiarirsi proprio all’imbrunire intorno le 18:00…..
All’uscita dal lavoro la neve era ancora intatta, non c’era tratta di un minimo scioglimento anche nei punti più battuti e calpestati.
A “Che tempo fa” vidi le immagini del satellite ed il modo con cui si era formata la nuvolosità che aveva generato quell’evento.
Dalla dinamica sembrò veramente di rivedere lo stesso film della sera del 4 gennaio, con la nuvolosità di tipo temporalesco che si formava quasi dal nulla sull’Appennino tosco-emiliano per poi intensificarsi ed interessare gran parte della Toscana e dell’Umbria, fino alla sua dissoluzione…….
I meteorologi avevano toppato, l’irruzione fredda li aveva buggerati anche stavolta……..
Si era ripetuto un altro 4 gennaio 1985, anche se in forma ridotta ed in un momento astronomico meno favorevole dal punto di vista termico, ma non da quello termoconvettivo.
Ed infatti, rispetto al 1985, fu proprio la stagione avanzata a compensare la temperatura leggermente più alta dell’aria fredda in quota che ci interessò, incentivando di più i moti convettivi e finendo per generare una precipitazione di tutto rispetto. La gelata della notte precedente aveva fatto il resto, garantendo la temperatura ottimale per la nevicata e per il suo attecchimento.
La notte rimase tutto sereno e la temperatura, stante l’esteso manto nevoso presente, precipitò verso i -10°C. Fortuna che ancora nessuna pianta ed arbusto erano fioriti………
La mattina del 17 tutto era ghiacciato e il sole già alto sul manto nevoso creava un riflesso accecante. La temperatura sembrava tenere, ma verso le 11:00 cominciava a salire sopra lo zero e si udivano i primi sgocciolii delle gronde. Il sole continuò a fare il suo lavoro e dopo le 13:00 la neve si scioglieva a vista d’occhio, creando dei veri e propri laghi tra le chiazze nevose ancora rimaste.
All’imbrunire, la neve era sparita da tutte le zone esposte al sole, mentre resisteva a fatica ed assottigliata sulle zone più in ombra.
Il 18 il vento si dispose da libeccio sporcando il cielo con la sua tipica nuvolaglia e nel giro di poche ore non rimase praticamente più traccia di quell’evento, come a ricordarci prontamente che di lì a poco sarebbe stata primavera…………

