Che situazione angosciante.
Quest'articolo mi spaventa molto, speriamo che il governo giapponese non stia tenendo nasconto niente, e che la situazione sia davvero quella che viene descritta dai portavoce.
Rischio nucleare in Giappone, Goto accusa: “Tokio ha mentito”
L’emergenza nucleare derivante dai danni che il terremoto ha provocato in Giappone venerdì scorso, smentita ieri dalle massime autorità giapponesi, non sembra essere ancora scongiurata.
Anzi, la capitale nipponica potrebbe aver addirittura mentito riguardo alle possibili conseguenze provocate dal disastro, riducendole prematuramente (ed erroneaemente) ad un allarme solamente precauzionale e già rientrato.
Ad affermarlo è Masashi Goto, ex progettista di centrali nucleari, nell’arco di una conferenza stampa tenuta a Tokio di cui ha dato notizia nelle ultime ore la Bbc.
L’allarme maggiore deriverebbe dai malfunzionamenti della centrale di Fukushima Daiichi, dove nella giornata di sabato sono esplose le coperture di contenimento dei reattori numero 1 e 3, ed il timore è che sia solo l’inizio.
Il reattore numero 3 in particolare sarebbe stato alimentato con un tipo di combustibile chiamato Mox, composto da un misto di ossido di plutonio ed ossido di uranio, che comporterebbe in caso di esplosione un fallout (ovvero una ricaduta di materiale radioattivo successivo all’esplosione vera e propria) due volte maggiore rispetto agli altri.
Goto definisce anche come “inconsueto e pericoloso” l’utilizzo dell’acqua marina per il raffreddamento dei reattori della centrale nucleare, accusando il governo di Tokio di troppa omertà: “Non e’ stato detto abbastanza su come e’ stato ventilato l’idrogeno”.
Tuttavia la centrale di Fukushima non è l’unica a destare preoccupazioni, dal momento che in quella di Oaganawa si era sviluppato persino un incendio come conseguenza dell’avaria delle pompe di raffreddamento.
La centrale nucleare di Tokai invece, situata a 120 km a Nord di Tokio, è ancora funzionante secondo la Japan Atomic Power, sebbene due dei tre generatori utilizzati per il raffreddamento del materiale radioattivo siano tuttora in avaria.
Ancora Goto chiede chiarezza e trasparenza al governo giapponese, dal momento che la faccenda potrebbe causare disastri ancora più grandi di quelli a cui è andato incontro il Paese dallo scatenarsi del terremoto, e che andrebbero ad interessare un’area molto più vasta dei soli 20 km evacuati dalle autorità.
L’esperto nucleare conclude ipotizzando lo scenario peggiore che potrebbe dover affrontare il Mondo nel caso la catastrofe dovesse concretizzarsi: “la fusione del nucleo. Se le barre cadono e si mescolano con l’acqua il risultato e’ un’esplosione di materiale solido, come un vulcano che diffonde materiale radioattivo. Vapore o una esplosione dell’idrogeno possono disperdere le scorie oltre 50 chilometri. E il tutto rischia di essere moltiplicato: ci sono molti reattori nella zona, cosi’ ci potrebbero essere molte Cernobyl”.
Una crisi che rischierebbe di eclissare quanto accaduto a Cernobyl il 26 Aprile 1986.
Proprio per questo, se dovesse esserci anche solo una piccola possibilità di veder accadere uno scenario apocalittico come quello ipotizzato da Goto, il governo Giapponese ha il dovere civile, olte che morale, di informare i suoi cittadini di quanto sta realmente accadendo.
Di certo, per ora, rimane solo il fatto che una crisi del genere farà discutere molto su un argomento già estremamente delicato come quello del nucleare.
E l’omertà di Tokio, nel caso le accuse di Goto trovassero conferma, non sarebbe che l’ennesimo schiaffo ad un tipo di energia tanto potente quanto rischioso.
Che non si sia mai investito seriamente sulle cosiddette “energie alternative” non è una novità, ed ormai lo sanno anche i più disinformati, in seguito alle numerose denunce degli scienziati sulla ripartizione dei fondi per la scienza orientata più in favore del ritorno economico che in favore di un progetto sull’energia pulita in grado di fare seriamente concorrenza alle multinazionali del settore.
Se il disastro che potrebbe incombere su Tokio poi potrà far pendere ancora l’ago della bilancia dell’opinione pubblica in favore delle energie rinnovabili, è una cosa che ognuno deve chiedere a sé stesso.
Nel frattempo, nonostante il dibattito più aperto che mai, la speranza comune è che le parole di Mishimi Goto possano essere destinate a rimanere solo un allarme di denuncia.
E che nessuno, guardandosi indietro, debba mai ricordarle come l’eco di una terribile profezia.