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Messaggio Il Dibattito - Serristi e Antiserristi

#1  snow96 Dom 29 Apr, 2007 12:21

Vedo che, inevitabilmente e come è giusto che sia, il dibattito Serristi -  Antiserristi salta sempre fuori, ora qui ora la nel forum.

Propongo di tenere questo post nella sezione "Argomenti importanti" e di utlizzarlo come contenitore e sede di dibattito sull'effetto serra.

1) Si prega soltanto di riportare articoli e ricerche ben referenziate, con riferimenti a studi, scienziati e anno di pubblicazione.
 
2) Lasciamo da parte dietrologie e complottismi che, seppur interessanti, restano inevitabilmente a livello di congettura. Chiaramente se si individuano prove significative di "complotto" possono essere riportate, ma evitiamo articoli di "opinione".

3) Cerchiamo di individuare ne e tra gli  articoli postati punti di incongruenza o falle che possano pregiudicarne la validità.

4) Manteniamo un comportamento civile.

Ritengo che, in un panorama di informazione vasto e complesso come quello attuale, l'unico modo per crearsi un'opinione sia l'analisi individuale e collettiva dei dati riportati, con un approccio prettamente scientifico. La fiducia cieca nel prossimo, in quest'ambito, è ormai un esercizio più religioso che altro. Quindi evitiamolo.

Inoltre chiedo ai nostri maghi dell'html (Andrea e Francesco) di trovare il modo di portare su nei motori di ricerca questo post, che potrebbe diventare un punto di riferimento nell'ambito meteo-internet a livello nazionale.

Buon dibattito!
 




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Messaggio Re: Il Dibattito - Serristi e Antiserristi

#2  snow96 Dom 29 Apr, 2007 12:30

Inizio con questo link ad un file del nostro Larouche, in particolare leggete la parte "The truth about ice cores" che mi sembra molto interessante e ben referenziata, dove si sollevano dubbi sulla validità delle analisi di concentrazione di CO2 nei ghiacciai.

Riporto il link perché essendo un pdf a due colonne, se copio e incollo mi mette la prima riga della prima colonna seguita dalla prima della seconda e così via, facendo un gran casino. Se c'è un modo migliore, segnalatemelo!

http://www.larouchepub.com/eiw/publ...711_science.pdf

Buona lettura!
 




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Messaggio Re: Il Dibattito - Serristi e Antiserristi

#3  burjan Dom 29 Apr, 2007 13:10

Bellissima idea, la accolgo in pieno.
 




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Messaggio Re: Il Dibattito - Serristi E Antiserristi

#4  melelao Ven 08 Giu, 2007 19:03

Qualche tempo fa vi ho segnalato il bellisimo dossier che il MetoOffice inglese ha preparato riguardo il riscaldamento della Terra, oggi sottopongo alla vostra attenzione quello elaborato dal servizio meteo olandese, anche esso molto dettagliato (anche se la versione integrale é disponibile solo in olandese).
Ma io dico...oramai é assodato che il cambiameto climatico é in atto e che nascodere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non risolverá il problema: ma cosa aspetta l Italia a cominciare a pensarci sopra e a cercare qualche contromossa come fanno in altre parti del continente?
Vabbé intanto per farvi crescere l angoscia vi allego  la brochure in inglese.

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#5  Icestorm Gio 26 Lug, 2007 13:06

Di discorsi ne sono stati fatti tanti, tantissimi, troppi... Noi non essendo scienziati non possiamo elaborare teorie nostre, supportate da profondi studi alle spalle...ci possiamo limitare solamente ad osservare e constatare ciò che succede nel mondo...

3 dati che non dicono nulla, sull'andamento di un global warming, ma che comunque riconducono i miei pensieri ad un qualcosa di ormai tangibile purtroppo....lasciando da parte scioglimento delle calotte, ghiacciai alpini pressochè in via di sparizione ecc ecc...

Ecco, posto insomma questi 3 punti....tanto per....parlarne ecco:

1- 46°C in Macedonia, 45°C in Bulgaria
2- Punte di 45-46°C in Sicilia-Calabria-Puglie-Basilicata, con diversi continuativi giorni over40°C
3- Raggiunti +42°C nel Canada meridionale

Stop, non voglio alludere a niente, però insomma......non mi sembra normalissima la situazione!
 




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#6  andrea75 Gio 26 Lug, 2007 14:39

Effettivamente i dati di quest'anno fanno un pò impressione, soprattutto perché sono su vasta scala e non riguardano solo un'area ristretta.
Per ora possiamo ancora parlare di un normale ciclo climatico, ma se i anche i prossimi mesi si chiuderanno con l'ormai consueto surplus termico, se anche il prossimo inverno somiglierà ad un autunno prolungato, con la neve assente anche in alta quota per gran parte della stagione, beh, io da perfetto ignorante inizierei a preoccuparmi, anche perché oltre al problema delle temperature quest'estate sta venendo alla luce anche un deficit idrico abbastanza importante. E se almeno in matematica 1+1 è uguale a 2...
 



 
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#7  snow96 Gio 26 Lug, 2007 14:43

Comunque questo è un post che ha lo scopo di sviscerare le questioni relativi all'effetto serra e soprattutto, sulla sua origine antropica o meno... che un riscaldamento sia in atto mi sembra inequivocabile...  
 




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#8  burjan Gio 26 Lug, 2007 15:16

Come reagisce il sistema Terra allo shock dei gas serra è questione che certo non possiamo trattare ed esaurire fra noi. Però provo a ragionare.
Le emissioni di gas stanno aumentando, ma l'aumento della temperatura non va di pari passo. In questi ultimi anni si susseguono record su record; fra l'altro, ebbene si, prepariamoci all'ennesimo inverno senza neve, le stagionali le abbiamo viste tutti e sono da piangere, inutile nascondersi dietro a un dito.
L'impressione è che il sistema, da un lato, abbia superato una qualche soglia di vulnerabilità, ma dall'altro che ci sia anche qualche altra componente, forse di origine naturale, in azione. Ci vorrebbe Marvel coi suoi diagrammi sull'attività solare.

Se questo fosse l'inizio della fine ( e per fine intendo 3 anni come questo sul Bacino del Mediterraneo) neanche una SuperKyoto ci salverebbe, vorrebbe dire che Gaia ci nega i 30 anni che ci servono per raddrizzare la barra.  
 

La veggo buia, molto buia.
 




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#9  Icestorm Gio 26 Lug, 2007 16:51

Poi non parliamo dell'inverno avuto alle spalle....possiamo far finta di scordarlo, ma i dati parlano chiaro, 3-4 gelate e per di più effimere, temperatura minima registrata maggiore di -3°C, punte massime a gennaio maggiori di +20°C, medie sui massime sui +15°C. Ecchediavolo, che siamo in Algeria!?!?

Ho assistito comunque ad un convegno di climatologia, dove alcuni esperti riunitisi per l'occasione, hanno messo a confronto i loro singoli studi, su una tematica comune, quale quella dello stato della fascia di ozono che come ben sappiamo è stata scalfita sul finire dello scorso secolo, prima e dopo il Protocollo di Montreal, avvenuto nel 1988 se non sbaglio..

Ebbene, i loro studi sono risultati essere tutti congruenti, in conclusione, si è visto che il protocollo ha portato risultati positivi, efficaci per quanto riguarda l'abbattimento delle sostanze che impoveriscono lo strato d'ozono, con dimensione massima del buco sull'Antartide nel 1997 circa, ora è già in fase di colmamento, e le loro proiezioni stimano tutte che tra il 2050 ed il 2060 si sarà perfettamente ristabilita la condizione iniziale, con chiusura del buco, e successivo rafforzamento dello spessore dello strato stesso.

Questo deve essere quindi un barlume di luce per noi, che ci fa capire che possiamo venirne fuori, basta capire quale è il problema, ed immediatamente agire di conseguenza...

Magari se gli U.S.A. avessero aderito al protocollo di Kyoto chissà....chissà che nel 2015 non ci potremmo ritrovare qui a parlare di tutt'altra storia...! Non è detto comunque che non potremo ugualmente trovarci in condizioni migliori delle attuali pur senza la firma del maggior paese inquinante del mondo..

i-20paesi-20firmatari-20del-20protocollo-20di_kyoto
 




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#10  snow96 Gio 26 Lug, 2007 16:56

burjan ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Se questo fosse l'inizio della fine ( e per fine intendo 3 anni come questo sul Bacino del Mediterraneo) neanche una SuperKyoto ci salverebbe, vorrebbe dire che Gaia ci nega i 30 anni che ci servono per raddrizzare la barra.  


Io lo dico da SEMPRE che Kyoto è la più colossale presa per i fondelli della storia della scienza!!!

Però...Luisito, non è affatto vero che 3 anni come questo sono la fine per il bacino del Mediterraneo, la Terra ne ha passate di molto peggio... eventualmente è la fine per qualche forma di economia...

Gaia? Un'entità con tempi di retroazione potenzialmente millenari perché dovrebbe fare qualcosa in 30 anni? Un battito di ciglia? Per noi? Bona questa!  

O forse lo farà!

Il grave e sistemico problema è che, sia da un verso che dall'altro, l'uomo si fa prendere da deliri di onnipotenza.

La mia opinione è che non siamo ne indispensabili ne così potenti su questo pianeta.

In fondo convincerci che siamo stati in grado di cambiare il clima, illuderci che potremmo rimettere le cose a posto, sperare che Gaia si sistemi in tempi generazionali per salvare i pomodori dell'orto (nessuna allusione, eh    ) sono farneticazioni di un essere che si crede Dio e invece è una formica.

La terra, Gaia, l'universo stesso... che ci siamo o no, che abbiamo caldo o freddo, va avanti!  

P.S: ultimamente sono LEGGERMENTE fatalista, si nota?
 




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#11  mausnow Gio 02 Ago, 2007 18:44

Non credo sia questione di essere fatalisti. (ciao Snow96! ciao Luisito!)
Le temperature aumentano? Sì, ma il problema della registrazione delle medesime è rilevante, dato che la maggior parte delle stazioni sorgono presso centri abitati.
Non piove decentemente dall’agosto 2006? Da noi in effetti è andata così. Ma sulla penisola iberica? La “falla portoghese” ha causato cammellifere impennate su di noi e sull’est europeo oltre ad un generale sconvogimento delle figure bariche, anticiclone delle Azzorre in primis, ma attenzione, la falla potrebbe essere causata dai primi ancora timidi sconvolgimenti delle correnti oceaniche. Perciò tutto questo potrebbe rappresentare una fase iniziale che preannuncia un futuro cambiamento sostanziale, magari verso una direzione al giorno d’oggi impensabile...
Non dimentichiamo le recenti nevicate sull’Atlante e persino sugli Emirati Arabi. Occhio all’inverno australe ove si stanno bruciando (ehm... termine improprio!) record su record.
La macchina meteorologica è estremamente complessa, ed è giustissimo a mio avviso ciò che dici, Snow96, riguardo ai deliri di onnipotenza dell’uomo.
Encomiabile (?) Kyoto e altre 100 iniziative come e meglio (!) di Kyoto, ma chi decide le sorti è Gaia nella sua complessità.
Comunque sia, esaminando dati “obiettivi” il riscaldamento c’è ed è innegabile. Sì, ma i fattori cosmici non vogliamo proprio tenerli conto? Oltre al Sole che ultimamente ha prodotto picchi di attività davvero rilevanti, c’è un altro fattore che concorre al riscaldamento, di cui mi pare che se ne sia già parlato.
Mi riferisco alla “frequenza di Schumann”, ovvero la frequenza sonora del pianeta che quando fu scoperta (1940) si attestava attorno ai 7 Hertz. Dal 1987 è cominciata a salire raggiungendo 8,6 Hz nel 1996 ed attualmente ha già superato 10 Hz.
Il perché non lo so, ma quando in un corpo solido tale frequenza viene a salire, ne consegue di pari passo l’aumento della temperatura del medesimo. Nel caso della Terra, il tutto è accompagnato da un terzo fenomeno, ovvero la drastica diminuzione del campo magnetico terrestre, cosa che potrebbe causare sconvolgimenti geologici di grande portata. Volendo ridere un po’ (ma non troppo),  qualcuno affermò persino che il futuro polo Nord sarebbe stata l’attuale Arabia Saudita.  
A parte questo, perché Gaia si sta comportando così? Cosa la spinge ad aumentare di frequenza? Biblicamente parlando, è una “ribellione” all’uomo che la molesta e che cerca di addomesticarla? Oppure è solo un ciclo, o meglio, un’evoluzione naturale?
Io propendo per quest’ultima ipotesi. Io credo che alla fine Essa ritroverà un equilibrio che, superate le contradditorie fasi iniziali di cambiamento, porterà una maggiore armonia nelle condizioni meteo di tutto il mondo (l'ho detta grossa?)
Che poi a monte di questo ci siano ulteriori cause cosmiche, beh, sarebbe interessante discuterne anche se l’argomento comincerebbe ad allargarsi assai.
Insomma... che dire?... Come potete notare mi trovo in palese antitesi con le opinioni "ufficiali" e con coloro che la vedono solo nera, anche se capisco le loro preoccupazioni e anche se con essi ho un confronto assolutamente civile. Peraltro, anch’io non nascondo qualche preoccupazione, tuttavia sono molto sereno e pienamente fiducioso delle risorse e dei disegni di Madre Terra.
Il fatto è che gli uomini hanno troppa fretta, poca memoria e poca pazienza. Come bimbi chiassosi, credono di essere al centro del mondo e del Sistema Solare.
E mamma Gaia se la ride ed è molto meno stressata di quello che pensiamo...  
 



 
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#12  Poranese457 Dom 19 Ago, 2007 10:58

Volendo immettere nel discorso la questione "cause cosmiche" vi propongo questo articolo apparso ieri sera sul meteogiornale
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16068
 




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#13  burjan Dom 19 Ago, 2007 23:09

Secondo questo studio del Max Planck Institute non c'è una grande correlazione fra attività solare e cambiamento climatico.

climate_l

Se questi sono i grafici dei cicli più recenti

cicli-solari-big

il ciclo solare più intenso (a livello di macchie) è stato il 19 (fine anni 50), proprio nel pieno della fase di raffreddamento (metà 40-metà 70) della metà del XX secolo! :!: Inoltre il 23 (2001) è stato meno intenso dei precedenti 2, e di nuovo, in modo apparentemente paradossale, gli ultimi anni sono stati i più caldi….

E' pur vero che alcune grandi variazioni climatiche sono state causate da cicli di macchie solari, basti pensare al minimo di Maunder fra il 1680 e il 1750; ma allora si trattò di un evento assolutamente eccezionale, con l'attività solare ridotta praticamente al minimo, in 70 anni si ebbero meno macchie di quante se ne vedono adesso in un anno solo.

Da queste informazioni raccolte in rete, non sembra che si possa vedere un rapporto così stretto.
 




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#14  mausnow Lun 20 Ago, 2007 01:25

D'accordo.
Qui però abbiamo un altro dato di fatto inconfutabile, che è l'aumento di temperatura generalizzato per l'intero Sistema Solare, persino su pianeti più esterni come Nettuno e Plutone!
(molto illuminante in proposito il topic segnalato da Poranese che ringrazio!)
E secondo me il punto è che c'è qualcosa in più oltre al Sole.
Può sembrare fantasioso, ma vi confesso che a me gira un tarlo per la testa: chi mi dice infatti che tale aumento pluriplanetario dipenda solo ed esclusivamente dai cicli della nostra stella?
E se ci fossero altri fattori?
Io sul precedente messaggio ho accennato alla frequenza di Schumann in costante aumento dagli anni '80. Tale incremento di frequenza vibrazionale non riguarderebbe la sola Terra ma l'intero Sistema Solare e forse persino l'intera galassia (... cribbio!)
Tutto questo per dire che se di influenze cosmiche si tratta, potrebbe riguardare qualcosa che va addirittura al di là del nostro Sole! Qualcosa all'apparenza lontanissimo ma in realtà intimamente connesso persino con le nostre realtà, energie, equilibri ed ecosistemi locali.
Di cosa si tratta? Questa sì che è una cosa che vorrei scoprire.
Attraversamento di fasce energetiche interstellari? Immani impulsi di energia provenienti dal centro della galassia? Influenze di colossali esplosioni di supernovae? Boh!!!!!!!
In sintesi, secondo me: se un problema è locale, va affrontato in scala locale. Se è planetario lo si affronti a livello planetario (come l'inquinamento). Ma se è cosmico (come penso che sia la vera causa del riscaldamento) andrebbe affrontato a livello cosmico, o sbaglio?
Mi rendo conto che mi sono allargato un po', ma non vedo altre ipotesi valide per giustificare l'attuale così diffusa e generalizzata dinamica in corso. Salutissimi!!!!
 
 




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#15  marvel Gio 08 Nov, 2007 16:43

Articolo di Guido Guidi del 29-06-2007
Giugno 29, 2007

L’eresia dell’evidenza

Il clima del pianeta terra cambia. Questa non è una scoperta ma una certezza ormai scientificamente assodata. La composizione dell’atmosfera, il ciclo idrologico, la conformazione del territorio, l’estensione delle zone ricoperte da ghiacci perenni o stagionali, le circolazioni oceaniche e la biosfera. Tutti fattori che hanno una propria evoluzione ma un unico fattor comune, l’energia che il sistema riceve dal sole, anch’essa soggetta a variazioni cicliche e conosciute o casuali e poco note. A tutto ciò si aggiunge un elemento di disturbo, capace di alterare l’equilibrio dell’intero meccanismo innescando comportamenti anomali di uno o più fattori. A questo si sommano molteplici effetti di feedback e di amplificazione tipici di un sistema in cui ogni fattore è legato al comportamento degli altri, il cosiddetto effetto antropico. Nei quattro miliardi e mezzo di vita del nostro pianeta le variazioni del clima sono state numerose, ed hanno avuto cause interne ed esterne al sistema stesso, ma comunque naturali.


Ora il cambiamento sarebbe dovuto all’intervento del fattore esterno costituito dalle attività umane. Certamente sono state indotte profonde variazioni all’ambiente su vaste aree del pianeta, cementificazione, alterazione della portata dei fiumi, emissione di gas in atmosfera, deforestazione e quant’altro. Ma la scala alla quale si riferiscono queste modifiche all’ambiente se paragonata alle dimensioni del pianeta ed alla complessità del sistema clima può ancora definirsi locale e quindi troppo ridotta per avere un effettivo impatto sul comportamento del clima. Quanto appena definito è considerato un’eresia, ovvero una negazione di teorie universalmente riconosciute e confortate da avvenimenti inconfutabili. Cioè dall’evidenza dei fatti, che però in molti casi così evidenti non sembrano essere.

Vediamone uno. La temperatura media del pianeta sta aumentando, più velocemente ai poli che non alle basse latitudini, ma sta aumentando. Come lo sappiamo? Per quel che riguarda gli ultimi 150 anni o giù di lì possiamo avvalerci di valori oggettivamente misurati, mentre se volessimo andare molto più indietro nel tempo e, dobbiamo farlo assolutamente, possiamo avvalerci del contributo di dati normalmente definiti proxy, cioè che approssimano il comportamento della temperatura deducendolo da elementi sensibili alle variazioni della stessa. In questo modo si può camminare a ritroso anche di migliaia di anni. I carotaggi nelle profondità dei ghiacci antartici, lo studio dei sedimenti marini, l’analisi della velocità di crescita degli alberi e, per finire, le cronache storiche.

Secondo le ricostruzioni più recenti sull’evoluzione della temperatura negli ultimi 1000 anni il clima del pianeta sarebbe stato sostanzialmente stabile fino all’inizio del secolo scorso. Di seguito e fino ai giorni nostri un inesorabile processo di riscaldamento. Attribuire la responsabilità di questa improvvisa variazione al concomitante processo di industrializzazione sembrerebbe abbastanza semplice. Ce lo dimostra una ricostruzione tra le più gettonate, un lavoro che ha fatto la sua comparsa all’epoca del 3° rapporto dell’IPCC nel 2001 ed ha trovato spazio anche nell’ultimo rapporto di recente pubblicazione. Uno studio basato essenzialmente sulla dendrologia e riferito al solo emisfero settentrionale il cui risultato grafico, l’Hockey Stick, è divenuto un’icona mediatica del processo di riscaldamento globale. Provare per credere, se si fa una ricerca sulla rete inserendo la parola Hockey Stick in un qualsiasi motore di ricerca, usciranno molti più risultati di pagine web che parlano di clima, che non approfondimenti sullo sport più popolare nella nazione che in assoluto usa internet più di tutti al mondo. Del resto la comunicazione ha bisogno di vettori, di slogan, di simboli, di propulsori.

Peccato che su quella ricostruzione siano piovute critiche feroci ed abbondanti confutazioni, da parte di una folta schiera di scienziati e climatologi. Tutti tacciati di eresia ovviamente. Una delle più ovvie perplessità è che in una tale ricostruzione scompaiono completamente le epoche storiche del periodo caldo medioevale, quando la Groenlandia era verde ed accolse la colonizzazione dei Vichinghi ed in Inghilterra si coltivavano le viti, e della piccola era glaciale occorsa tra il 1550 ed il 1800 circa. La ragione di questa elisione sarebbe nel fatto che questi eventi climatici avrebbero riguardato il solo continente europeo, mentre molte ricerche, condotte sia prima che dopo la comparsa dell’Hockey Stick, ne testimoniano la presenza in tutti i continenti e quindi con buona approssimazione nell’intero sistema clima.

Però la temperatura sale. Tanto quanto dicono le osservazioni terrestri, sulle cui problematiche torneremo presto su questo blog, o molto meno, come dimostrato dalle pur giovani serie di dati provenienti dai satelliti? La risposta alla prima domanda non è ancora nota, mentre una buona parte della comunità scientifica ritiene che questo trend di crescita sia dovuto più ad un effetto antropico che ad un naturale assestamento successivo ad un periodo di raffreddamento quale, inconfutabilmente, è stata la piccola era glaciale. Anche perché la stessa parte sostiene che quest’ultima non sia mai avvenuta. La causa dell’aumento della temperatura sarebbe quindi l’amento della concentrazione di gas serra, ovvero quei gas capaci di tenere il calore intrappolato nei bassi strati dell’atmosfera, per effetto di una provata correlazione divenuta nell’accezione generale un rapporto di causa-effetto che però a sua volta non è provato. L’effetto serra è indispensabile per la vita sulla terra, ma diviene pericoloso se portato all’eccesso. Un effetto mai misurato, ma stimato in funzione della quantità di radiazione ricevuta dalla superficie del pianeta. Quindi forse c’entra un po’ anche la radiazione solare ed il modo in cui essa cambia, che però non sembra meritare di essere presa in considerazione. Al riguardo consiglio la lettura di un articolo a firma di Roberto Vacca disponibile sull’omonimo sito. Le opinioni difformi cominciano a diventare un po’ troppo numerose evidentemente.

Ma torniamo un attimo ai gas serra ed al più famoso di tutti, l’anidride carbonica. Le serie storiche della concentrazione di questo gas le abbiamo viste molte volte. La curva di Kealing, relativa alle misurazioni effettuate a Mauna Loa è la più nota. Se la si analizza tirando una riga sulla quantità di concentrazione pari a 300ppm (parti per milione), si evidenzia il fatto che questo valore è stato superato per un periodo pari a circa 50 anni. Gli ultimi. Tale livello di concentrazione non avrebbe precedenti negli ultimi 420.000 anni circa in accordo con le stime dell’IPCC che si basano sui carotaggi nel ghiaccio di Vostok in Antartide. Da queste stime scopriamo che i valori hanno un intervallo medio di 1463 anni. Ne discende che le possibilità di incontrare una variazione che si verifichi in un periodo di più o meno 50 anni sono circa 50/1463, cioè il 3.4%. In pratica c’è un 3.4% possibilità che affermare che il valore di 300ppm non sia stato superato negli ultimi 420.000 anni corrisponda a verità. Una percentuale un po’ bassa per trarne una conclusione certa. Nella stessa serie ci sono cinque picchi di concentrazione attorno a 300ppm. Quante sono le possibilità che i picchi siano al di sotto di un valore massimo più elevato visto che i campioni sono mediati su 1463 anni? Circa il 96.6%. Un livello di confidenza piuttosto elevato che ci sia stato un picco superiore a 300ppm della durata di 50 anni o più all’interno del campione.

Infine, considerata la complessità del sistema clima ed il ruolo fondamentale che svolgono gli oceani nel trasporto di calore e nella capacità di assorbire ed emettere l’anidride carbonica, i dati provenienti da siti tanto diversi dal punto di vista geologico e geografico, quali Mauna Loa ed il Plateau Antartico, sono difficilmente paragonabili. Le prime si trovano infatti nell’oceano Pacifico equatoriale orientale, una delle zone di maggiore emissione di CO2 di origine naturale del pianeta, mentre la seconda è in una zona polare. In sostanza il rateo di crescita della CO2 a Mauna Loa non ha precedenti, ma non ha neanche concorrenti.

Tutto ciò non significa che il problema non esista. L’impronta ambientale dell’uomo sul pianeta è certamente profonda ed importante, ma la campagna unidirezionale cui stiamo assistendo non è accettabile perché non lascia spazio al contraddittorio. Una delle più ricche, se non la più ricca, tra le compagnie di produzione cinematografica statunitensi ha prodotto e sostenuto un evento mediatico globale dal titolo “An inconvenient truth” (Una scomoda verità), per sensibilizzare il pubblico sul Riscaldamento Globale. Due oscar vinti e milioni di spettatori in tutto il mondo. Un canale televisivo inglese ha prodotto un documentario in cui si sostengono tesi molto diverse dal titolo “The great global warming swindle” (La grande truffa del riscaldamento globale), andato in onda una sola volta a marzo scorso, ancora introvabile. A chi dovesse riuscirci consiglio di vederli entrambi e di pensarci su.

Abbiamo certamente bisogno di saperne di più e questo non vuol dire che si debba attendere o, peggio, perseverare in errori già commessi. L’alternativa ai combustibili fossili deve essere trovata ed ottimizzata necessariamente in tempi brevi perché il loro uso è comunque inquinante e soprattutto perché presto o tardi saranno esauriti. Il solo fatto che si stiano consumando in poche decine di anni le risorse che il pianeta ha prodotto in milioni di anni dovrebbe far riflettere. Ma non per questo è giusto paventare disastri sulle cui basi congetturali abbiamo già discusso in questo blog. Catastrofi per evitare le quali si vorrebbe impedire, in nome di una tardiva consapevolezza, che altri possano raggiungere il nostro livello di sviluppo, un diritto inalienabile e soprattutto non rivendicabile da nessuno a danno di nessun altro.

L’eresia è finita con la fine della Santa Inquisizione.

http://www.climatemonitor.it/?p=15
 




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