Infatti a posteriori, secondo me ciò che ci ha fuorviato sorprendendoci negli eventi, e il non aver considerato:
1- Il richiamo caldo abbastanza intenso da non portare neve a tutte le quote, ma in veloce esaurimento già dalla tarda mattinata quando correnti settentrionali hanno fatto immediatamente crollare la quota neve in seguito al cambio di circolazione
2- Non aver considerato che, pur essendo stato completo il rimescolamento di tutta la colonna d'aria, l'elevata quantità di gelo accumulato la sera/notte precedente, sarebbe stato impossibile dissiparlo con sole poche ore di correnti meridionali..tanto che come dici anche te infatti e come pensavo ieri per spiegarmi la cosa, le preesistenti sacche fredde abbiano influito sulle termiche alle medie-basse quote non essendo stata smantellata del tutto l'entità del gelo notturno.
Ok così comunque, sarà buona legna per le situazioni future che cercheremo di interpretare meglio :ok:
Ma guarda, secondo me la tramontana ha influito poco sul calo termico durante la fase precipitativa (in modo diretto), ed è stato proprio grazie alla combinazione particolare della tempistica nell'alternarsi dei 2 venti ad aver generato gli effetti che poco sopra decrivevo.
Il richiamo caldo non è stato così intenso e duraturo come avrebbe potuto e nemmeno la tramontana è entrata rapidamente.
Se fosse entrata la tramontana in modo franco avrebbe spazzato via rapidamente tutto e addio alle nevicate, così come il vento caldo prima... fosse stato più netto e duraturo avrebbe ripulito bene vallate e zone montuose impedendo la persistenza di sacche fredde. La colonna d'aria secondo me non si è rimescolata in gran parte dell'area appenninica.
La combinazione "ideale" che si è avuta ha permesso, prima il mantenimento di sacche fredde pronte a riconquistare terreno al cessare del richiamo caldo, e la debole tramontana poi ha consentito a tali sacche di propagarsi e rovesciarsi su gran parte del territorio senza che le nubi venissero diradate e prolungando le precipitazioni.
Credo che anzi la combinazione dei 2 venti abbia prodotto prima l'innalzamento della sacca fredda verso l'Appennino, concentrando l'aria fredda e consentendole di resistere maggiormente, poi il collassamento della stessa massa d'aria fredda verso le valli, soprattutto alle quote più basse, al cessare del richiamo caldo. Approfittando in questo modo anche dello strato relativamente mite e umido a quote superiori causa delle precipitazioni.
La tramontana ha poi permesso che l'aria fredda conquistasse terreno.
:bye:
PS(l'aria fredda in risalita verso nord dalle zone appenniniche laziali-abruzzesi ha più volte causato fenomeni del genere sulla nostra regione. In pratica mentre dalle nostre parti il cuscino freddo si dissipa rapidamente, quello abruzzese, notoriamente più spesso e resistente del nostro, tende a produrre le sacche fredde che ti dicevo prima... si tratta di veri e propri flussi che risalgono l'appennino da sud verso nord con i venti occidentali-sud occidentali, sulla costa sottovento dell'appennino. Quando il vento gira da nord o da est, quest'aria tende a rifluire verso sud-ovest attraverso le valli come la valnerina, la valtopina, e la zona di gubbio e gualdo tadino. Ma sempre nei bassi strati.
Ecco allora che si verifica un netto calo delle T nei bassi strati, mentre in quota, ad 850HPa, la T resta stazionaria e così anche corpi nuvolosi e le precipitazioni continuano indisturbate... almeno finchè la tramontana non entra franca a spazzare tutto via. Ma il calo termico nei bassi strati non è dovuto nè alla tramontana nè alle precipitazioni (in quel calo si avrebbe un calo anche ad 850) ma solo alle quote inferiori per la diffusione delle sacche fredde.
:bye: