Perché il patto Nokia-Microsoft per gli smartphone è una scommessa difficile da vincere. Tonfo in Borsa
di Mario Cianflone - 11 febbraio 2011
Sarà il mercato, saranno i consumatori e gli sviluppatori a decretare se la mossa di Stephen Elop, Ceo di Nokia, è stata giusta. L'obiettivo da raggiungere è chiaro: tornare ad avere una leadership tecnologica e culturale puntellando quella commerciale sempre più erosa dallo strapotere di Samsung e da Android, il Sistema Operativo made in Google, Blackberry e Apple iOS, che con iPhone ha cambiato le regole del mercato e l'ecosistema dell'intera industria.
Il nuovo Ceo di Nokia ha deciso di sposare la piattaforma Microsoft Windows Phone 7, che appare tutto sommato ancora immatura visto che è priva addirittura di funzioni come il taglia e incolla, ma che è destinata a crescere. Al Mobile World Congress di Barcellona settimana prossima Steve Ballmer gran capo di Microsoft svelerà la nuova edizione battezzata in codice "Mango" che apporterà tutte le modifiche più attese per portare "sette" allo stesso passo dei concorrenti. Basterà a fondere due grandi nomi dal blasone un po' appannato, quello di Microsoft e quello di Nokia, per tornare a essere grandi? Difficile dirlo. Ma va sottolineato che Microsoft ha bisogno disperatamente di un alleato forte che spinga al 100% sul suo sistema operativo, visto che gli "amici" orientali come Samsung, LG e Htc l'hanno un po' snobbata, forse a causa della scottatura presa con piattaforma insulse e nate vecchie come Windows Mobile 6.5.
Anche per questo hanno orientato le loro preferenze ad Android che è sempre più la piattaforma dominante, quella anche più cool, libera e apprezzata da tanti che non vogliano soggiacere alla dorata dittatura dei sistemi chiusi di Apple. Ma che comunque decidono di legarsi a Google. E poi c'è Nokia, che dal canto suo ha bisogno di un sistema operativo "solido" e performante e il suo Symbian mostra – da tempo - la corda. È vero che la versione 3 è molto migliore delle precedenti (è perfino multitasking), ma ancora non basta. Occorre qualcosa in grado di affrontare Android che va bene sugli smartphone di fascia alta e su quelle economiche, settore dove la finlandese schiera il vecchio, ma affidabile e collaudato, S60. E WP7 con le sue future evoluzioni potrebbe anche essere adatto. Nokia non può ancora affidarsi ad Android, perché dietro a "sette" c'è comunque un'azienda solida e pronta a fornire assistenza e supporto in qualsiasi occasione.
Certo, resta da vedere se l'Os di Microsoft sia adeguato per la fascia media del mercato, dato che oggi è impiegato su smartphone top di gamma, e se per Nokia sarà possibile apportare modifiche alla rigida interfaccia voluta dagli sviluppatori di Redmond. La società finlandese non può e non deve confondersi con il resto dei produttori legati a Phone 7. C'è anche da dire che tecnologicamente Microsoft è e resta potente ma sconta un'immagine non eccellente e molti errori nel mondo mobile, essendosi ostinata per troppo tempo a proporre un sistema operativo nato sui palmari, adattato agli smartphone delle prima era ma del tutto inconsistente nell'era, inventata da Apple, del multitouch e delle app. Nokia potrebbe essere colei che l'aiuta a scrollarsi di dosso una difficile eredità. Elop continuerà a mantener in vita Symbian, ma sarà destinato solo ai prodotti più economici.
Sulla carta, nelle dichiarazioni ufficiali, anche il progetto MeeGo, teso a creare un software open suorce su base Linux insieme a Intel e dedicato in modo trasversale a un ecosistema di dispositivi, andrà avanti, ma è francamente poco credibile che questo etereo progetto potrà sopravvivere. Insomma, bisognerebbe ammettere che da questo seme non sta, per il momento, germogliando una quercia. Ma il piano di Elop mira a fare di MeeGo la base di non meglio precisati "computers". E si può ipotizzare che si tratti di tablet. Curioso ricordare che questo sistema operativo ha dentro di sé il Dna di Maemo, utilizzato nei primi Internet tablet, come l'N800. Si avete letto bene.
Nokia ha inventato il tablet per il web quando ancora l'iPad non era nemmeno lontanamente ipotizzabile, ma non lo ha mai sviluppato come si deve. Una metafora per Nokia, simile alla storia di Sony, il destino di chi inventa tante (troppe?) cose e si poi perde per strada. Il nuovo amministratore delegato sta rifondando Nokia con una maggiore focalizzazione sull'hardware, su device, mentre software e servizi non diventano più l'asse portante delle strategie così come le aveva disegnate il suo predecessore Olli-Pekka Kallosvuo che quasi si era dimenticato di essere alla guida di un produttore di macchine. I servizi restano importanti ovviamente, cosi come le applicazioni, il negozio di software Ovi e quant'altro, ma ora si punta a creare un vero ecosistema. Ad esempio le mappe per la navigazione, costate a Nokia 8,3 miliardi per l'acquisizione di Navteq saranno integrate con il motore di ricerca Bing di Microsoft e andranno a confluire anche nell'offerta del gigante di Redmond.
Del resto il navigatore di Google è meno performante nell'uso pratico (soprattutto in auto) di quello di Nokia, non fosse altro perché necessita di una costante connessione al Web, ma ha dalla sua la potenza del search engine di Big G. E in questa maggiore focalizzazione sull'hardware, e sulla connessa profittabilità, la nuova Nokia griffata Elop ha di fronte una sfida cruciale: seguitare a sforbiciare il portafoglio dell'offerta. Attualmente Nokia produce troppi modelli, dai cellulari di fascia bassa agli smartphone top di gamma. Serve una razionalizzazione di tipo automobilistico. Utilizzare più piattaforme comuni per un numero minore di modelli. Il nuovo Ceo ha deciso anche di rivedere la struttura operativa e logistica, il costruttore deve diventare più veloce; fondamentale ritrovare un time to market preciso e affidabile. E ultimamente tra l'annuncio di un nuovo dispositivo e la sua effettiva commercializzazione passavano lunghi mesi.
Intanto la concorrenza andava avanti: non stiamo parlando di Apple o di Rim, competitor solo nell'area smartphone di fascia alta, quanto piuttosto di quella di LG e Samsung, che è il secondo costruttore del mondo e primo nelle vendite in molti paesi Europei. Il gigante coreano, al contrario di Nokia, ha in mano l'intera catena del valore. Produce i componenti e i prodotti finali, governa il mondo dei display Lcd ed è fortissima nelle memoria. Nokia invece i componenti di base li deve reperire sul mercato e questo costa intanto in termini economici e di distribuzione. Compra, per esempio, gli schermi Lcd anche da Samsung, che probabilmente non ha grande interesse a consegnare display e semiconduttori di ultimissima generazione a un concorrente, mentre all'orizzonte si affaccia anche l'altra coreana, LG che con Android sta riprendendo quota soprattutto nelle fasce di mercato presidiate dai giovani e dal pubblico femminile, due zoccoli duri di Nokia.
Sono gli asiatici la vera minaccia per l'azienda europea con sede a Espoo e questo si inserisce all'interno di un scenario industriale globale dove i chaebol corani stanno prendendo il sopravvento nell'hi-tech e nell'automobile. Non a caso Volkwagen ha più timore di Hyundai che non di altri costruttori e questo perché i coreani controllano intere filiere produttive e sfruttano economie di scala formidabili. Ce la faranno i coniugi Nokia e Microsoft a ritornare a essere grandi nel mondo della telefonia mobile? In potenza hanno tutte le carte in regola per fare faville. Nella pratica, le incognite sono tante e le sfide da affrontare appaiono difficili ma stimolanti. Intanto c'è già una notizia: Nokia ha cambiato piattaforma e non è più un sistema chiuso hardware/software. Questo è il punto cruciale su cui si dovrebbe maggiormente ragionare.
da
http://www.ilsole24ore.com/art/tecn....shtml#continue