La vicenda dei sottopassi é emblematica.
E, mi spiace dirlo, é figlia di un mix esplosivo tutto italiano:
- La corsa al "massimo ribasso" I, cioé in fase di progettazione: un sottopasso costa molto meno di un equivalente scavalco fatto con ponte/i.
- La corsa al "massimo ribasso" II, cioé in fase di realizzazione si fanno spesso delle realizzazioni "corri e scappa", come quelle delle delicatissime (per funzionamento, posizione e layout) stazioni di drenaggio acque: cioé delle camere sotterranee poste in corrispondenza del punto piu' basso rispetto al piano di campagna, con pompe sommergibile drenanti.
- La corsa al "massimo ribasso" III, cioé in fase di manutenzione, spesso precaria o inesistente: la griglia di scolo posta nella giacitura più bassa é spessissimo ostruita (foglie, rami, sabbia, ecc), le pompe di cui al punto due
non funzionano per n-mila motivi, ecc. ecc.
Aggiungiamo anche una cultura che a mio avviso, nel suo perseguire ad ogni costo il bello e l' "ambientalmente corretto" impone, con delle V.I.A. assurde, il passaggio in sotterranea anche dove é palesemente rischioso detto tipo di realizzazione (le zone litoranee, appunto).
All' estero, quello civilizzato, difficilmente accadono di queste cose, almeno con questi "millimetraggi" di prp.
