Il fatto è che La Niña di quest'anno è stata davvero sorprendente, non solo per intensità e durata, ma anche per dinamica ed effetti atmosferici.
Normalmente La Niña, nel suo primo anno, produce un inverno mite per gli Usa centro-orientali, causando un arretramento verso nord del fronte polare, per poi produrre inverni man mano più freschi nei 2-3 anni successivi.
Questa tendenza è abbastanza assodata da rilevazioni di oltre un secolo ma quest'anno, come sappiamo, la storia è andata diversamente e questo potrebbe essere addirittura l'inverno più mite, o meno freddo, rispetto ai prossimi 2 inverni.
Situazione tipo per gli USA nel primo anno con La Niña

Bastardi dice di aver individuato la causa di questa inaspettata anomalia nel comportamento ciclico della PDO (Pacific Decadal Oscillation).
Infatti la PDO, che è un indice della variabilità climatica dell'area pacifica, normalmente subisce uno shift (slittamento) di fase ogni 20-30 anni, passando da una fase calda (positiva) ad una fase fredda (negativa) e viceversa.
L'ultimo shift, che ha dato il via ad una fase calda, è avvenuto alla fine degli anni '70 inizio '80, quindi il nuovo shift, al quale stiamo assistendo, produrrebbe un nuovo ventennio o trentennio a prevalenza di eventi La Niña rispetto a minori e più brevi episodi di El Niño (il contrario rispetto al trentennio appena concluso), coinvolgendo e trainando verso questo nuovo ciclo tutti gli altri principali fattori climatici.
La conseguenza si esprimerebbe con un raffreddamento climatico simile a quello già sperimentato degli anni '60 e '70.
Il fatto che La Niña odierna sia partita con un'influenza fortemente fredda sui vicini USA, fa pensare che il nuovo ciclo possa essere ancor più freddo del precedente dello stesso tipo (PDO negativo), dando presto temperature e caratteristiche climatiche simili a quelle vissute alla fine degli anni '70.
Naturalmente esistono alcune eccezioni:
negli inverni 1916-1917 e 1917-1918, il primo del ciclo La Niña, non fu più mite del normale, fu freddo ma sugli USA settentrionali e nord-orientali, non al livello di quello attuale che invece vede 2/3 del territorio statunitense sotto media, compresi gli stati meridionali... per non parlare poi dei record nevosi!
D'altronde anche La Niña attuale, partita nell'estate passata, non ha precedenti visto che è stata la più forte mai registrata, con picco nel dicembre 2010.
Bastardi pensa che questa Niña durerà fino al prossimo anno, anche se sarà più debole, e non sparirà del tutto almeno fino al 2012.
E' proprio di oggi la conferma del calo termico registrato globalmente, segno che gli effetti della Niña si stanno propagando alla troposfera.
YR MON GLOBE NH SH TROPICS
2010 1 0.542 0.675 0.410 0.635
2010 2 0.510 0.553 0.466 0.759
2010 3 0.554 0.665 0.443 0.721
2010 4 0.400 0.606 0.193 0.633
2010 5 0.454 0.642 0.265 0.706
2010 6 0.385 0.482 0.287 0.485
2010 7 0.419 0.558 0.280 0.370
2010 8 0.441 0.579 0.304 0.321
2010 9 0.477 0.410 0.545 0.237
2010 10 0.306 0.257 0.356 0.106
2010 11 0.273 0.372 0.173 -0.117
2010 12 0.181 0.217 0.145 -0.222
2011 1 -0.009 -0.055 0.038 -0.369
Infatti dopo la diminuzione sulla fascia tropicale ecco che mano a mano anche sulle altre fasce climatiche i valori iniziano a scendere.
Anomalie oceani

Temperature globali da satellite

Saluti

Marvel