Outlook Inverno 2015-2016 »  Mostra messaggi da    a     

Linea Meteo


Meteocafè - Outlook Inverno 2015-2016



enniometeo [ Mer 16 Set, 2015 20:58 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Pubblico qua per non aprire un altro 3d.

Direi di porre attenzione all'evento El Nino che sembra destinato a diventare uno dei più intensi mai registrati. A vedere questa immagine con tutto quel rosso, mi fa impressione, e ancora non abbiamo raggiunto l'apice che dovrebbe arrivare tra Ottobre e Gennaio!!!
Interessante capire gli effetti che esso avrà, in primis sulla circolazione Mondiale, ma anche quella più strettamente casalinga. Seguiranno aggiornamenti.




Sbaglio o l'apice doveva essere a Settembre-Ottobre?


gubbiomet [ Lun 21 Set, 2015 12:42 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Aggiornamento MeteoGiuliacci

Una cosa è accertata: con il Niño più frequenti outbreak del vortice polare verso più basse latitudini


In un primo articolo dell'11 settembre u.s. ( http://www.meteogiuliacci.it/meteo/...%C3%B1o-2015...) avevamo creato le premesse per una riposta, almeno di tipo qualitativo, alla domanda se il Niño potesse modificare la circolazione generale dell'atmosfera e quindi anche la posizione dei suoi strumenti privilegiati di azione come la corrente a getto polare e il vortice polare.

In un secondo articolo del 12 settembre (http://www.meteogiuliacci.it/meteo/articoli/editoriali/inverno-2015-2016... ) abbiamo invece scomodato la statistica per esaminare gli effetti invernali sull'Italia dei 7 più intensi eventi di Nino dal 1950 ad oggi.

E in effetti è risultato che in tutti gli eventi di Niño i nostri inverni sono stati un po' più freddi della media.

Oggi affrontiamo il problema da un punto di vista dinamico. Ovvero la domanda è:

Gli eventi di Nino favoriscono o no più frequenti incursioni del gelido vortice polare verso più basse latitudini, Italia compresa?

E' accertato che le vicende dell'ENSO possano influenzare in inverno anche le vicende del vortice polare.

In effetti le profonde alterazioni degli Alisei, collegati agli venti del Niño e della Niña, si ripercuotono anche sulle adiacenti correnti occidentali, le cui ondulazioni poi in senso meridiano si spingono fino alle latitudini polari.

In questo ambito comunque fino a pochi anni fa si riteneva che solo la Niña e non il Niño, per motivazioni che qui sarebbe troppo lungo esporre, potesse favorire nella stagione invernale l'innesco di eventi di SSW (SSW = Sudden Stratospheric Warming), condizione necessaria e sufficiente per robuste irruzioni di aria artica verso basse latitudini. Tali conclusioni si possono trovare nei due seguenti articoli

1. The Association between ENSO and Winter Atmospheric Circulation and Temperature

in the North Atlantic Region - J O U R N A L O F C L I M A T E VOLUME 14 2001

2. European Climate and the El Niño -Southern Oscillation - Adam Scaife - ECMWF Annual Seminar, 2010

Ma uno studio più recente e più documentato giunge a conclusioni molto diverse circa l'influenza dell'ENSO sul vortice polare.

Ecco lo studio in questione:

"El Niño, La Niña, and stratospheric sudden warmings: A reevaluation in light of the observational record". Autori: Amy H. Butler1 and Lorenzo M. Polvani - GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, 2011

In tale studio sono stati esaminati tutti gli eventi di SSW (53 casi) dal 1958 al 2010.

Ebbene da tale ricerca emerge una conclusione sorprendente:

Sugli eventi di SSW hanno avuto uguale incidenza sia i casi di Niño che di Niña: 13 eventi in presenza di Niño, 14 eventi in presenza di Niña (vedi tab.1)

Invece nelle annate neutre (nè Niño nè Niña), in effetti gli eventi di SSW si dimezzano (7 casi).

Se poi si limita la casistica al periodo 1979-2010 (32 casi - tab.2), allora vi è una prevalenza dei casi di Niño, nel favorire gli SSW, mentre in condizioni neutre si verificano ancora minori casi.

Nella fig.1 sono riportati, per il periodo 1958-2101, le annate in cui gli eventi si sono verificati in presenza di Niño, o di Niña o condizioni neutre.

Siccome è in atto un forte evento di Niño, che si presume che raggiunga la massima intensità ("very strong") proprio tra novembre 2015 e gennaio 2016, allora è molto credibile che nel prossimo inverno assisteremo a frequenti eventi di SSW e quindi anche di irruzioni di aria artica anche verso il continente europeo, Italia compresa.

Insomma avremmo un inverno freddo e nevoso? Più probabile "sì" che "no"!

Ritorneremo sull'argomento con un altro prossimo articolo che illustra un altro recente studio che giunge alla medesima conclusione.


gubbiomet [ Lun 28 Set, 2015 10:37 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Meteoappennino

Lo scenario meteorologico euro mediterraneo, nell’estate/autunno 2015, è stato e continuerà ad essere fortemente condizionato dalla presenza del fenomeno climatico El Nino. Quest’ultimo infatti, presente sull’oceano Pacifico, modifica l’assetto termico e barico del binomio oceano/atmosfera, producendo una serie di effetti a catena a livello globale che, sull’area euro mediterranea di nostro interesse, tendono a favorire una circolazione atmosferica mite e non particolarmente piovosa, se non per brevi periodi. Se poi si tiene conto che, probabilmente, durante le prossime settimane, l'intensità del fenomeno raggiungerà valori record, o comunque molto elevati, con tempi di rientro dell’anomalia che inevitabilmente si allungano, non è escluso che questa fase sostanzialmente calda per l'Italia si protragga anche alla seconda parte dell'autunno ed addirittura fino ad inizio inverno.
Premesso questo però, non è detto che l’inverno 2015/2015 sia in generale caldo, anzi, come riportato in alcuni recenti articoli, nei più intensi eventi di El Nino dal dopoguerra ad oggi abbiamo risultati per certi versi sorprendenti, ossia inverni per l’Italia più freddi e nevosi della norma, specie per la dorsale appenninica. Probabilmente ciò è dovuto non solo al fenomeno El Nino dato che i riflessi condizionanti nell’area euro atlantica sono si significativi ma non determinanti in senso assoluto come invece avviene in area pacifica, però se questa variabile climatica trova corrispondenza con altre variabili climatiche favorevoli ad un inverno abbastanza freddo e nevoso in ambito euro mediterraneo, le sorprese durante la prossima stagione invernale saranno assicurate. Per ora, come ripetuto più volte, è ancora presto per valutare tutta una serie di variabili che concorrono all’andamento dell’inverno, ma quelle attualmente disponibile, riguardanti soprattutto le temperature superficiali degli oceani sono orientate a favorire uno schema climatico che confermerebbe una maggiore probabilità d’incursioni del fronte freddo verso latitudini meridionali, mediterranee.
Lo schema di cui stiamo parlando vedrebbe l’alternanza tra un’area anticiclonica posizionata a latitudini medio alte sull’Europa ed un’area anticiclonica atlantica in espansione, di tanto in tanto, verso il mar Mediterraneo centrale. Ciò significa, in pratica, non una notevole frequenza, come numero, di perturbazioni sull’Italia, ma l’arrivo a periodi scanditi abbastanza lungi di impulsi perturbati nord atlantici, sostanzialmente freschi, ed impulsi di aria fredda provenienti invece dall’Europa nord orientale. In entrambi i casi si favorirebbero ciclogenesi mediterranee che insisterebbero per più giorni sull’Italia fin quasi al loro esaurimento ed al sopraggiungere di un miglioramento anticiclonico. Più in specifico le perturbazioni nord atlantiche raggiungerebbero il bacino centrale del mar Mediterraneo nelle fasi in cui l’anticiclone nord Europeo tendesse ad arretrare e l’anticiclone atlantico, almeno inizialmente, non tendesse a spingersi troppo verso oriente. Mentre gl’impulsi di aria fredda provenienti dall’Europa nord orientale sarebbero favoriti nella loro discesa sul mar Mediterraneo centrale nel caso in cui l’anticiclone nord europeo tendesse a rafforzarsi tra Scandinavia e Germania.
Dovessero essere confermati questi scenari, con ciclogenesi mediterranee prodotte da impulsi di aria fredda provenienti da nord ovest e/o da nord est, come scritto in precedenza, sarebbe la dorsale appenninica più delle Alpi a beneficiare di nevicate consistenti. Nelle fasi con ciclogenesi da impulso freddo nord atlantico, spesso con centro depressionario sul medio alto mar tirreno, l’Appennino centro settentrionale sarebbe quello più interessato da nevicate fino a quote medio basse mentre l’Appennino meridionale risentirebbe comunque, almeno inizialmente, del flusso di correnti più miti ed umide sud occidentali prefrontali. Nelle fasi in cui la ciclogenesi fosse causata dall’arrivo di un impulso di aria fredda proveniente dall’Europa orientale, quindi con probabile centro depressionario sul medio mar Adriatico o sui mari meridionali, sarebbero i versanti adriatici dell’Appennino centrale soprattutto l’Appennino meridionale a beneficiare delle più abbondanti nevicate mentre sull’Appennino settentrionale prevarrebbero le correnti fredde ma ben più asciutte nord orientali.
Non resta quindi che attendere qualche settimana per avere più dati in merito e quindi idee più chiare, per ora godiamoci questo mite autunno, con giornate splendide per le passeggiate tra i caldi colori della vegetazione e, nelle zone dove avremo sufficienti piogge, ideali per qualche giro in cerca di funghi.


gubbiomet [ Gio 01 Ott, 2015 16:46 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Guido Guidi

Tra circa tre mesi, più o meno verso la fine dell’anno o poco dopo l’inizio di quello nuovo, il segno dell’ENSO (El Niño Southern Oscillation), dovrebbe raggiungere il picco di intensità. Attualmente gli esperti della NOAA, ma la loro opinione è largamente condivisa anche dai Servizi meteo-climatici degli altri paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico, hanno fissato al 95% le probabilità che le condizioni di El Niño continuino a sussistere nella prossima stagione invernale. In più, in modo diverso da quanto accaduto lo scorso anno, quando l’evento di ENSO positivo è partito subito molto forte ma è stato poi rapidamente assorbito nella prima estate, continuano a sussistere un potente trasferimento di calore dal Pacifico occidentale a quello orientale, fattore che sta conferendo valori di intensità a questo El Niño forse secondi solo a quelli registrati negli anni 1997-1998.

Sentiremo parlare parecchio di questi avvenimenti di qui a Natale, ma saranno commenti derivati, più che altro focalizzati sugli effetti che questo evento avrà probabilmente sulle temperature medie superficiali globali portandole alla pari se non oltre gli anni più caldi delle serie storiche disponibili. Ma, paradossalmente, se il pianeta sarà genericamente caldo, sebbene con il contributo di un evento dalle caratteristiche cicliche ma molto casuali e, soprattutto, anche molto naturali, una porzione importante dell’emisfero nord potrebbe invece vivere un inverno freddo. O, quantomeno, segnato da significativi eventi di incursioni verso sud di aria proveniente dalle latitudini polari e artiche.

Questa, badate bene, non è una previsione. Per quelle c’è tempo, almeno un altro mese. E’ una valutazione fatta grazie a quanto pubblicato recentemente su Climate Dynamics da due ricercatori, Jian Rao1 & Rongcai Ren:

A decomposition of ENSO’s impacts on the northern winter stratosphere: competing effect of SST forcing in the tropical Indian Ocean

Si parla dell’impatto delle oscillazioni dell’ENSO sul Vortice Polare Stratosferico, ossia sulla circolazione depressionaria invernale che occupa l’alta atmosfera dell’emisfero Boreale per il tramite prima e con conseguenze poi sulla circolazione troposferica extratropicale. La relazione tra El Niño e una generica debolezza del vortice polare, che si traducono in una più elevata probabilità di eventi di repentino riscaldamento della stratosfera polare (Stratospheric Sudden Warming) e quindi in ripercussioni in troposfera con rallentamento e/o inversione della circolazione in area polare, è cosa nota in termini statistici. Tuttavia, non tutti gli eventi di ENSO positivo portano a situazioni come quella descritta, così come l’opposto, ENSO negativo o La Niña, non necessariamente si traducono in annate con vortice polare molto solido e probabilità di SSW scongiurate.

Questo, scrivono gli autori ma non vedo come si possa dubitarne, accade certamente per una endemica caoticità del sistema. Tuttavia, in questo interessante articolo, che ci prepara a guardare i prossimi mesi con molta attenzione, si trova anche una spiegazione riconducibile a qualcosa di molto meno caotico, anzi, del tutto conseguenziale. Gli eventi di ENSO positivo, che consistono in un forte riscaldamento delle acque di superficie del settore orientale del Pacifico per trasferimento/distribuzione del calore accumulato nelle fasi neutre o negative sulla sponda occidentale (continente marittimo), oltre ad avere impatto sul Vortice Polare, producono anche un successivo riscaldamento delle acque dell’Oceano Indiano tropicale. Questo riscaldamento, a sua volta, agisce nel mitigare e contrastare la tipologia di circolazione atmosferica che si instaura nelle stesse fasi di ENSO positivo; insomma, si tratta di un feedback che mitiga il ruolo di El Niño, non elidendolo, ma rendendo molto meno certa la teleconnessione e, con essa, anche la valutazione delle possibili dinamiche invernali.

Tuttavia, nel confermare la complessità e la vastità di questi meccanismi, una cosa la possiamo dire: El Niño c’è ed è pure intenso, il Vortice Polare Stratosferico si sta formando ed appare piuttosto debole, le alte latitudini atlantiche continuano ad essere occupate a più riprese da alta pressione; chissà che, con riferimento a questo articolo, non si stia preparando una stagione invernale da caso di studio!


gubbiomet [ Lun 05 Ott, 2015 08:39 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
MeteoGiuliacci

Segni di stanchezza della corrente del Golfo. Quali conseguenze nell'immediato per il clima dell'Europa?
Le acque settentrionali del Nord Atlantico sono molto più fredde nella media climatica pluriennale. In particolare sono le acque a Nord di 40 ° di latitudine ad essere circa 3 °C gradi più della norma (fig.1).

La causa più probabile potrebbe essere ricercata in un minore apporto di calore da parte della Corrente del Golfo. Non va del resto dimenticato che alla alte latitudini atlantiche il 20% circa del calore immagazzinato nell'oceano proviene appunto dalla corrente del Golfo e il restante 80% dalla radiazione solare (vedi fig.2).

Altri attribuiscono l'anomalia all'AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation) ovvero il periodico ciclo di 60 anni nella temperature delle acque superficiali del Nord atlantico e che appunto è in fase di declino in questo decennio (fig.3). Ma se fosse così allora il raffreddamento avrebbe dovuto interessare tutto Il Nord Atlantico e non soltanto l'oceano oltre 40 gradi di latitudine.

Cause a parte, comunque anche negli anni passati l'Atlantico del Nord era sempre più freddo rispetto alla media, ma l'anomalia termica non era mai stata così forte come quest'anno.

Quali le conseguenze per il clima dell'Europa?

Ebbene non va dimenticato che le masse d'aria in arrivo in Europa in inverno provengono dalla Groenlandia e dal Nord del Canada e quindi nel sorvolare un mare più freddo della norma si riscaldano molto di meno che nel passato e pertanto giungono sul Continente con temperature più basse di quanto non avvenisse nei passati decenni.

Questo dovrebbe comportare un inverno più freddo della norma sull'Europa Centro-occidentale e sul Mediterraneo occidentale, Italia compresa.

Questa "fredda" influenza dell'Atlantico sul clima invernale europeo potrebbe esaltare i già temuti effetti termici di uguale segno dovuti alla presenza di un Niño "very strong"


gubbiomet [ Lun 05 Ott, 2015 09:34 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Il Meteo...

Secondo le recenti analisi del Centro Europeo con sede a Reading (ECMWF), il prossimo inverno, vedrà temperature abbondantemente sopra la media di circa 1,5/2°. La piovosità, quindi le eventuali nevicate, è prevista nella norma, leggermente al di sopra sulle Alpi e localmente al Nord. La neve quindi potrebbe cadere più copiosa sulle aree alpine, tuttavia a quote medio/alte. Risulteranno invece molto secche la Sicilia e la Sardegna.Ma cosa potrebbe accadere?Sulla base di queste previsioni stagionali, potremmo avere addirittura temperature molto miti, in particolare per quanto riguarda le regioni centro-meridionali.Al mare a Natale? Questa per il momento è soltanto un'ipotesi, per quanto molto suggestiva. Nella mappa, tuttavia, vogliamo mostrarvi le aree costiere dove le temperature potrebbero essere più elevate durante i prossimi mesi invernali.Temperature sopra la media potrebbero interessare le coste tirreniche centro-meridionali, dal basso Lazio alla Calabria, quelle della Sardegna, specie meridionali e quelle siciliane; valori termici addirittura ben oltre la media sono ipotizzabili sulla Sicilia meridionale.Si tratta per il momento di ipotesi, ma da tenere ben in considerazione.Seguite gli aggiornamenti delle nostre previsioni stagionali.


giantod [ Lun 05 Ott, 2015 10:08 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Ognuna di tendenza ne dice una diversa...forse alla fine qualcuno ce prende
FORSE...
Cmq bel topic gubbiomet, alla fine avremo un resoconto


gubbiomet [ Lun 05 Ott, 2015 10:18 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Mat ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ognuna di tendenza ne dice una diversa...forse alla fine qualcuno ce prende
FORSE...
Cmq bel topic gubbiomet, alla fine avremo un resoconto


Grazie Mat.... infatti l'ho scritto proprio per un bel resoconto finale....


tifernate [ Mar 06 Ott, 2015 23:41 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il Meteo...

Secondo le recenti analisi del Centro Europeo con sede a Reading (ECMWF), il prossimo inverno, vedrà temperature abbondantemente sopra la media di circa 1,5/2°. La piovosità, quindi le eventuali nevicate, è prevista nella norma, leggermente al di sopra sulle Alpi e localmente al Nord. La neve quindi potrebbe cadere più copiosa sulle aree alpine, tuttavia a quote medio/alte. Risulteranno invece molto secche la Sicilia e la Sardegna.Ma cosa potrebbe accadere?Sulla base di queste previsioni stagionali, potremmo avere addirittura temperature molto miti, in particolare per quanto riguarda le regioni centro-meridionali.Al mare a Natale? Questa per il momento è soltanto un'ipotesi, per quanto molto suggestiva. Nella mappa, tuttavia, vogliamo mostrarvi le aree costiere dove le temperature potrebbero essere più elevate durante i prossimi mesi invernali.Temperature sopra la media potrebbero interessare le coste tirreniche centro-meridionali, dal basso Lazio alla Calabria, quelle della Sardegna, specie meridionali e quelle siciliane; valori termici addirittura ben oltre la media sono ipotizzabili sulla Sicilia meridionale.Si tratta per il momento di ipotesi, ma da tenere ben in considerazione.Seguite gli aggiornamenti delle nostre previsioni stagionali.



...tutto ciò mi rassicura.


tifernate [ Mar 06 Ott, 2015 23:45 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
.....io mi aggrappo all'accoppiata Nino strong e tripolo atlantico ottimo nonostante l'AMO+. QBO+ e PDOx contano relativamente. Quel che normalmente si raccoglie da un inverno oramai dato per spacciato prima ancora d'iniziare.


gubbiomet [ Mer 07 Ott, 2015 08:25 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
tifernate ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Il Meteo...

Secondo le recenti analisi del Centro Europeo con sede a Reading (ECMWF), il prossimo inverno, vedrà temperature abbondantemente sopra la media di circa 1,5/2°. La piovosità, quindi le eventuali nevicate, è prevista nella norma, leggermente al di sopra sulle Alpi e localmente al Nord. La neve quindi potrebbe cadere più copiosa sulle aree alpine, tuttavia a quote medio/alte. Risulteranno invece molto secche la Sicilia e la Sardegna.Ma cosa potrebbe accadere?Sulla base di queste previsioni stagionali, potremmo avere addirittura temperature molto miti, in particolare per quanto riguarda le regioni centro-meridionali.Al mare a Natale? Questa per il momento è soltanto un'ipotesi, per quanto molto suggestiva. Nella mappa, tuttavia, vogliamo mostrarvi le aree costiere dove le temperature potrebbero essere più elevate durante i prossimi mesi invernali.Temperature sopra la media potrebbero interessare le coste tirreniche centro-meridionali, dal basso Lazio alla Calabria, quelle della Sardegna, specie meridionali e quelle siciliane; valori termici addirittura ben oltre la media sono ipotizzabili sulla Sicilia meridionale.Si tratta per il momento di ipotesi, ma da tenere ben in considerazione.Seguite gli aggiornamenti delle nostre previsioni stagionali.


Non sai quanto sono stato felice nel leggerlo.....


...tutto ciò mi rassicura.


gubbiomet [ Mer 07 Ott, 2015 08:37 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Meteolive

Previsioni meteo inverno 2015-2016: le prime ipotesi
Giungono ipotesi contrastanti circa l'andamento della prossima stagione invernale; le linee di tendenza su base teleconnettiva preannunciano un assetto poco favorevole alla dinamicità invernale ma la statistica sembra andarsene un po' per conto suo, mettendo in evidenza come un considerevole numero di inverni europei caratterizzati da un Nino Strong, siano risultati freddi e con temperature inferiori alla norma anche in Europa.
In primo piano - 6 Ottobre 2015, ore 18.00
I grandi movimenti atmosferici che stanno caratterizzando questo scorcio d'autunno, riportano alla mente le dinamiche tipiche di una stagione invernale che ancora non c'è. La mente viaggia e già ci si interroga su come potrebbe comportarsi il prossimo inverno, la cui data di inizio ufficiale sul calendario si fa giorno dopo giorno più vicina. La risposta come spesso accade, lascia spazio a varie interpretazioni, nessuna delle quali pretende di avere la verità in tasca.

Da un lato dobbiamo infatti mettere in relazione quelli che sono alcuni dei più importanti indici teleconnettivi che quest'anno metterebbero in evidenza una situazione poco confortante circa l'inverno alle medie latitudini d'Europa. L'accoppiata Niño strong e la QBO (Quasi Biennal Oscillation) passata recentemente in segno positivo, secondo alcuni sarebbe sintomatica di un trimestre invernale caratterizzato dalla forte attività ciclonica di stampo oceanico, pronta a sferzare l'Europa settentrionale proprio nel cuore del periodo invernale. Una soluzione che, se dovesse trovare riscontro nella realtà dei fatti, condurrebbe l'Europa centrale ed il bacino del Mediterraneo a sperimentare un periodo di stasi portata da frequenti anticicloni e quindi a lunghi periodi di bel tempo e mitezza principalmente in montagna e lungo le coste, con nebbie e molto freddo nelle pianure.

Senza considerare le interazioni su base teleconnettiva, l'ipotesi di un inverno tiepido e mite può avere a tutti gli effetti una sua logica: attualmente il nostro Vortice Polare versa in una condizione di grande debolezza, gli scambi meridiani sono molto intensi e sovente riescono a trascinare masse d'aria calda fino alle latitudini polari, impedendo un corretto raffreddamento di tutte quelle zone che vanno poi a costituire "il serbatoio primario" del freddo su tutto l'emisfero.

Una situazione che potrebbe sembrare positiva, quale ad esempio l'intenso raffreddamento della temperatura previsto nei prossimi giorni sui settori nord-orientali europei, cela in realtà delle dinamiche antizonali esasperate che nelle prossime settimane o mesi, lasceranno spazio ad un fisiologico quanto inevitabile rinforzo del Vortice Polare. Il rischio è quello di sperimentare un autunno dinamico, avvicente ed anche freddo, con nevicate in montagna a bassa quota specie al nord seguito da un inverno caratterizzato dal ricompattamento tardivo del Vortice Polare.

Tuttavia la soluzione del rebus non è così scontata; recenti studi hanno infatti dimostrato una correlazione molto forte tra gli eventi Niño Strong come quello attuale, e l'avvento di stagioni invernali caratterizzate da temperature sotto la media sul continente europeo. Viene così in parte sfatato il mito secondo cui la correlazione con gli inverni freddi europei esistesse solo negli episodi di Niña, dimostrando come in realtà ambo i fenomeni, soprattutto quando si manifestano nella loro forma "strong", amplifichino le ondulazioni della corrente a getto, rendendo mediamente più probabili le incursioni delle masse d'aria fredda di origine polare alle medie latitudini.
Sarà quindi un inverno caratterizzato da un quadro termico più freddo del normale?
Attenendosi strettamente alla statistica, la risposta sembrerebbe affermativa. Attenzione però, ogni stagione è un capitolo a parte, nessuna risposta è ancora definitiva e bisognerà valutare con attenzione gli sviluppi futuri e le forzanti che andranno a crearsi nei prossimi mesi.


Adriatic92 [ Mar 13 Ott, 2015 08:57 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
kg9lviv


gubbiomet [ Lun 26 Ott, 2015 09:03 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Da Meteogiornale

METEO INVERNO: scenario secondo vari Centri sul Clima sarebbe di caldo e siccità. In passato il caldo portò ondate di gelo dalla Russia
Leggi anche: METEO INVERNO: vari scienziati avvertono, avremo gelo e neve in regioni a clima mite vai I gelidi scenari di inizio Febbraio vai



Pubblicato da:
Andrea Meloni


26-10-2015 ore 07:47

Lo scrivevamo ieri: ogni Autunno vengono emesse le ricerche dei vari Centri di Ricerca, con proiezioni sul clima della successiva stagione che sono sovente discordi tra loro.

Mentre l'anno scorso le prime proiezioni avevano visto un gelido Inverno per l'Europa (poi il freddo fu ridimensionato), conclusosi poi con temperature molto superiori alla media, quest'anno, a dire il vero non pochi Centri di Ricerca avvertono che avremo un clima molto mite su tutto l'Emisfero Nord, e quindi anche in Europa.

immagine 1 articolo 40644
Chi avrà ragione o torto? Quest'oggi diamo voce a quei Centri che indicano un Inverno molto più mite rispetto alla media, con precipitazioni superiori alla norma nel centro nord Europa, mentre per le regioni del Centro e Sud Italia avremo un Inverno con piogge scarse, e lunghi periodi di siccità. Scarse precipitazioni sono atte sul Nord Italia.

Il Centro Meteo europeo ECMWF prospetta un Inverno molto più mite della media per l'Europa e persino il Nord America. E per l'Italia si avrebbe appena un cenno di precipitazioni verso la media a Novembre, ma nel trimestre invernale, ci sarebbe siccità in tutta Italia, in specie al Centro e Sud Italia, dove in questo periodo dovrebbero esserci le maggiori piogge dell'anno.

In Italia si avrebbe una stagione scombussolata da anomalie climatiche a catena, con periodi di caldo anomalo, con temperature probabilmente primaverili, e fasi di freddo con temperature nella media. E soprattutto Alta Pressione mediterranea. Ma c'è un ma.

Per gli amanti dello sci invernali sarebbe una stagione durissima, la peggiore degli ultimi anni, con assenza di neve nelle località sciistiche.

Eppure quando un Inverno è più caldo della media, quando le anomalie sono così accentuate, esiste la possibilità che si inserisca un periodo di freddo, e persino di gelo.

Nell'Inverno 2011/2012 il clima medio europeo era decisamente più mite della media. Il freddo stentava a farsi vedere su buona parte del Continente. Si ebbero brevi e repentine invasioni di aria fredda, ma a prevalere era il caldo. Elemento climatico sempre più ricorrente questi anni.

A fine Gennaio 2012 si ebbe una novità che nei mesi precedenti nessuno si attendeva con quella intensità. La Russia congelò ed in Febbraio, nuclei di aria gelida si spinsero verso il cuore del Mar Mediterraneo.

In Italia si ebbe un'ondata di gelo con nevicate di eccezionale intensità dall'Emilia Romagna verso Sud. Nevicò varie volte su Roma e Firenze, la neve coprì le coste della Sardegna. Nevicò fin quasi in pianura nelle coste algerine e tunisine. Il gelo portò la temperatura di molti gradi sotto zero anche nel Nord Ovest italiano. Gelarono vari corsi d'acqua minori ed anche nel Po, in Laguna Veneta iniziò a formarsi una patina di ghiaccio.

Ma una volta terminato l'evento di freddo, la temperatura salì incipientemente su valori primaverili, ed i primissimi giorni di Marzo fecero registrate temperature più tipiche di Aprile, mentre ad Aprile si ebbe la prima onda di calore anomalo del semestre caldo. Nel Nord Italia si raggiunsero i 35 gradi.

DEDUZIONI E CONCLUSIONI.
Nel nostro Paese, in una stagione invernale calda, si possono insinuare fasi fredde. Abbiamo parlato del recente inverno 2011/2012. Ma anche l'Inverno 1955/1956 fu inizialmente mite, mentre a Febbraio 1956 si ebbe una furiosa ondata di gelo su tutta Italia.

Quello che emerge comunque è che se si avrà un Inverno mite, potrà esserlo dall'inizio alla sua fine, come è avvenuto per l'Estate 2015.

In Italia le fasi di freddo sono generalmente di breve durata, e hanno il potere di influenzare più le menti che i termometri, perché nel loro complesso, diversi di quegli Inverni marchiati come gelidi sono in realtà stati caldi.

La rappresentazione grafica mostra la visione del clima medio dell'Inverno 2015/16 e quello che avvenne nel 2012.


Carletto89 [ Lun 26 Ott, 2015 12:14 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Per quanto solo "similitudini" rimangano queste osservazioni, le preferisco a tutte le ipotesi di inverno date dai molteplici indici dei quali poi è chiaramente difficile trovarne un riscontro sui nostri territori.


gubbiomet [ Lun 26 Ott, 2015 15:41 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
STAGIONALI: la nuova emissione del modello CFS prevede un dicembre e un gennaio freddi al nord con temperature leggermente sotto la media, nella norma al centro con freddo moderato, più elevati al sud con temperature leggermente sopra la media in Sicilia. Al nord potrebbero verificarsi ad intervalli nevicate sino in pianura.


andrea75 [ Lun 26 Ott, 2015 16:00 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
STAGIONALI: la nuova emissione del modello CFS prevede un dicembre e un gennaio freddi al nord con temperature leggermente sotto la media, nella norma al centro con freddo moderato, più elevati al sud con temperature leggermente sopra la media in Sicilia. Al nord potrebbero verificarsi ad intervalli nevicate sino in pianura.


Più o meno quello che accade tutti gli inverni...


gubbiomet [ Mar 03 Nov, 2015 14:37 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Come sarà l'inverno? Freddo e nevoso oppure mite e asciutto? Ce lo svela il nostro colonnello Giuliacci in questo video:
http://www.meteogiuliacci.it/meteo/...verno-2015-2016


marvel [ Mar 03 Nov, 2015 22:55 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Salve a tutti!
Il Col. Giuliacci (e non solo lui) sta spingendo molto sui possibili effetti "meridianizzanti" che el Nino potrebbe indurre sulla circolazione atmosferica dell'Atlantico-Nord Atlantico.
Una certa correlazione la si potrebbe trovare, anche se, come affermato dallo stesso MetOffice, ci si aspetterebbero correnti più nordorientali che nordoccidentali, che contrasta con quanto ipotizzato nella seconda informazione trasmessa da Giuliacci, ovvero sulle acque fresche nordatlantiche.
In realtà l'AMO ha una valenza statistica e non certo deterministica o termicamente influente sulle correnti occidentali.
Se proprio dobbiamo attribuire una potenziale influenza dell'AMO negativa sul prossimo inverno, non è nel "raffreddamento" delle perturbazioni atlantiche che dobbiamo andare a guardare, ma casomai nelle condizioni superficiali favorevoli (relativamente) alla persistenza degli anticicloni atlantici (e non tanto alla loro genesi).


gubbiomet [ Lun 09 Nov, 2015 12:03 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
MeteoGiuliacci

Inverno tiepido nella prima parte e freddo nella seconda parte? Aggiornamento del 6 novembre
Ormai non passa giorno che non vi sia un articolo sulla possibile influenza del Niño sull'inverno prossimo in Europa.

Chi si basa sugli output dei modelli climatici prevede un inverno tiepido.

Chi, come Meteogiuliacci, dà più importanza alle accertate correlazioni tra Niño e irruzioni di aria molto gelida fino al Regno Unito e alla Scandinavia - con possibilità quindi che le correnti fredde, seppure attenuate, possano spingersi fino all'Italia - è stato fin ora del parere che il prossimo inverno ha i requisiti per essere più freddo e più nevoso degli ultimi 2 precedenti inverni.

Ma è rimasta fin ora inesplorata una terza possibilità, quasi salomonica: ovvero che la prima parte dell'inverno sia tiepida e che il freddo e la neve siano più presenti nella seconda parte dell'inverno, ancor più in febbraio con qualche sconfinamento in marzo.

Ci sono "pezze di appoggio" ad una tale ipostesi?

Ebbene sì.

Osservate la tabella allegata. la quale riporta i valori invernali di alcuni indici (QBO, DOP o PDO. NAO) in corrispondenza degli venti di Niño più intensi dal 1950 ad oggi, con l'aggiunta del Niño 2006-2007.

E' interessante notare che:

1. la NAO (North Atlantic Oscillation) in dicembre è stata quasi sempre positiva nei 6 eventi di Niño considerati e quindi poco favorevole a irruzioni di aria polare verso più basse latitudini.

2. La NAO in gennaio è stata ancora per lo più positiva (4 eventi con NAO positiva e 2 con NAO negativa)

3. La NAO in febbraio è stata quasi sempre negativa ( 4 eventi con NAO negativa e 1 solo con NAO positiva) e quindi favorevole ad irruzioni di aria polare fino alle nostre latitudini


gubbiomet [ Lun 09 Nov, 2015 16:57 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Il Meteo

IL DIBATTITO. E' sempre più acceso il dibattito tra gli scienziati tanto che in tutti i siti meteo non si parla d'altro, ma cerchiamo oggi di fare chiarezza esponendovi con estrema sincerità e semplicità, togliendo dunque ogni dubbio.

LE DUE TESI OPPOSTE. Da una parte ci sono i sostenitori della teoria del Niño, che prevederebbe un inverno gelido con NEVE eccezionale e con almeno 2 sferzate di Burian in Europa, stile 2001 o anche 2012 (ricordiamo la nevicata di Roma del 3 Febbraio 2012), dall'altra chi appoggia i modelli matematici, soprattutto l'Ecmwf con sede a Reading (UK), che indica ancora una volta una evoluzione estremamente mite, addirittura di alcuni gradi sopra la media.

Inverno 2015 e Febbraio 2016 possibile neve eccezionale con burian
Inverno 2015 e Febbraio 2016 possibile neve eccezionale con burian
LA TESI FREDDA di NEVE e BURIAN due VOLTE. In particolare negli ultimi giorni la tesi che sostiene la teoria del Niño è sempre più forte e sempre più valida, poiché corroborata, ovvero rinforzata, da alcuni parametri meteorologici, atmosferici ed oceanici sempre più importanti ed evidenti. Sono addirittura ben 3 gli elementi che sostengono la tesi dell'Inverno gelido: 1) Niño eccezionale: il Niño in atto è ancora in intensificazione sull'Oceano Pacifico ed è certo che sarà il Niño più forte mai verificatosi negli ultimi 80 anni e quindi in grado di influenzare pesantemente il clima su tutto l'Emisfero Settentrionale. In particolare gli eventi di Niño sono stati sempre accompagnati da inverni rigidi sulla Scandinavia e Regno Unito, ma anche sul Mediterraneo come il più recente nel 2012 che ha causato nevicate eccezionali sull'Appennino emiliano e la "grande" nevicata di Roma con i disagi per i romani e le polemiche con l'allora sindaco Alemanno. 2) Corrente del Golfo debole: la Corrente del Golfo si è affievolita e quindi le sue tiepide acque non potranno quest'anno mitigare l'inverno nell'Inghilterra e in Normandia. 3) Oceano Atlantico più freddo intorno a 45 gradi di latitudine: in mare aperto è presente da 2 mesi una vasta area di 4000 km quadrati in cui le acque sono più fredde della norma di 2,8 gradi. Le perturbazioni atlantiche attraversando tale superficie marina raggiungeranno l'Europa più fredde della norma.
I MODELLI MATEMATICI dicono che sarà un inverno CALDO anomalo. Vediamo ora cosa ne pensano i sostenitori dei modelli matematici come ECMWF. La previsione per l'Italia per quanto riguarda le temperature e le precipitazioni per i due bimestri invernali ( Dicembre/Gennaio e Febbraio/Marzo ) è cosi riassunta:
Per i quattro mesi presi in considerazione si conferma l'anomalia termica positiva con temperature sopra la media di circa 1,5/2 gradi e quindi con pochi episodi nevosi a quote basse.
PRECIPITAZIONI - Ancora una volta, le precipitazioni sull'Italia per i quattro mesi presi in considerazione, sono previste nella norma sulle regioni settentrionali, diffusamente sotto la media al Centro-Sud, con grave anomalia sulla Sicilia, dove si prevede una riduzione anche del 60/80%.
Seconda parte dell'Inverno: L'Italia andrebbe incontro a temperature sopra la media di circa 1/2 gradi e a precipitazioni che al Centro-Sud risulterebbero inferiori alla norma, e con grave anomalia negativa in Sicilia. Per quanto riguarda la neve, avremo pochi episodi nevosi in Pianura Padana, mentre le Alpi dovrebbero fare il pieno sopra i 1000/1200 metri e probabilmente con un nuovo record. I

CONCLUSIONI - Poiché entrambe le teorie sono valide e ampiamente argomentate, possiamo dedurre che all'interno di un periodo invernale mediamente più caldo della norma, saranno probabili, non solo a Dicembre, ma soprattutto intorno a Febbraio un paio di episodi nevosi e gelidi dapprima al Nord e poi anche al Centro fino a Roma, causati dal repentino riscaldamento stratosferico polare, con conseguenti colate artiche verso il Mediterraneo, dapprima dal Mar della Groenlandia, e successivamente a Febbraio dagli Urali e dalla Siberia sottoforma di BURIAN, il freddissimo vento siberiano della steppa che, passando attraverso la regione carpatico-danubiano e sfociando sul bacino dell'Adriatico, porta poi a nevicate in Italia.
Antonio ****


gubbiomet [ Mer 11 Nov, 2015 11:28 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Meteolive

STAGIONALI meteo INVERNO 2015-2016: come trascorrerà? Cosa ne pensano i vari centri di calcolo?
Le previsioni secondo i principali centri di calcolo europei.
In primo piano - Oggi, ore 11.23
Tutti prevedono che un Nino così forte possa in qualche modo influenzare anche il tempo del trimestre invernale sul Continente europeo, anche se in modo piuttosto marginale.

Nessuno prevede una stagione fredda, anzi per il terzo anno consecutivo l'inverno risulterà complessivamente mite, pur con qualche momento freddo e con precipitazioni a tratti generose, specie tra gennaio e febbraio.

L'area in cui l'inverno risulterà probabilmente più freddo del normale potrebbe essere quella compresa tra l'Oceano Atlantico e le Isole Britanniche, mentre è altrettanto probabile che l'area mediterranea e quella nord-africana vivano una stagione più calda del normale.

Del resto una previsione di inverno mite non sembra essere una gran novità, anche se mancava la conferma ufficiale, arrivata dalla sintesi degli scenari previsti dai centri di calcolo più importanti d'Europa.

Ci sono però anche delle incertezze: ad esempio non si capisce quanto possa risultare effettivamente sopra media il tempo su centro Europa e nord Italia e qualcuno arriva persino ad ipotizzare un gennaio leggermente più freddo del normale proprio sul nord Italia con precipitazioni anche di tipo nevoso.

Vi mostriamo qui tutte le mappe più importanti che si riferiscono sia ad un'analisi trimestrale che mensile. I più "ottimisti" sono i colleghi francesi che ritengono davvero che in fondo almeno una parte della stagione possa essere caratterizzata da temperature non troppo distanti dalla media e con precipitazioni sufficienti o anche più che sufficienti per assicurare una certa regolarità stagionale.

Naturalmente NINO e PDO (oscillazione multidecadale delle acque del Pacifico settentrionale) hanno giocato un ruolo importante nel forzare questa proiezione verso il caldo, ma questo mese di novembre così eccezionalmente caldo e stabile certamente sembra andare proprio nella direzione indicata dai centri di calcolo.

Naturalmente non mancheranno anche i nostri aggiornamenti, che vi mostreremo nei prossimi giorni.


gubbiomet [ Mer 11 Nov, 2015 11:55 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Repubblica

Mettiamola così: se il prossimo inverno sarà perfido, glaciale, addirittura percorso dai venti delle steppe, o se somiglierà più ad una primavera freddina, lo scopriremo solo vivendo, per dirla con Mogol e Battisti. Nel frattempo, è certamente utile assistere alla vivace e raffinata discussione che s'è accesa fra le due sponde dell'Atlantico, schematizzando geograficamente la contrapposizione degli "schieramenti".

Temperato o siberiano? Il dibattito è tra chi, qui in Europa, si fida di più dei modelli matematici dell'Ecmwf - European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, organismo intergovernativo indipendente composto da 34 Stati, Italia compresa - più incline a immaginare un inverno temperato e chi, al contrario, nei centri di ricerca statunitensi (la Nasa compresa) vede all'orizzonte un inverno a dir poco siberiano con propaggini estreme anche qui in Europa. Tutto questo per via del gran risalto che nel continente americano viene assegnato alla presenza de El Niño, fenomeno a loro più vicino, molto temuto e tenuto sempre sott'occhio, che ha sempre mostrato forti legami con l'andamento meteo-climatico al di là dell'Atlantico.

IL METEO DI REPUBBLICA

I numeri del "mostro". A Reading, mezz'ora di treno da Londra, la vedono invece diversamente. In sostanza, sostengono che l'andamento climatico generale continua a mostrare un graduale aumento delle temperature e una progressiva tendenza alla "tropicalizzazione" nelle latitudini temperate, senza alcun segnale in controtendenza. All'Ecmwf , operativo 24 ore e 365 giorni all'anno, lavorano circa 300 persone. E' qui che producono e diffondono previsioni a breve, medio e lungo termine per gli Stati membri. Il cervello attorno al quale tutto ruota è dentro un supercomputer-mostro, tra i più grandi del suo genere. E' a lui che, di fatto, è affidato l'incarico di tenere duro sulla linea dell'inverno mite e temperato. I numeri che sforna non fanno che ribadirlo. E di lui, a quanto pare, ci si fida ciecamente qui in Europa.

Quando El Niño colpì duro tra il 1997-98. El Niño invece, non sembra promettere nulla di buono ai meteo-climatologi australiani e delle due Americhe. Indimenticabile l'inverno 1997-1998, quando il fenomeno climatico ebbe conseguense così potenti ed estese da essere annoverato fra quelli che nella storia recente ha avuto ripercussioni di dimensione planetaria. Ma più in particolare, il periodo dal dicembre 1997 al febbraio 1998, è archiviato come uno degli scorci di stagione più piovosi nello stato della California, dal 1895.

Fenomeni eccezionali. I fenomeni meteo furono severissimi, con inondazioni e tornado in Florida e in tutto il sud-est degli Stati Uniti; una tempesta di ghiaccio con il termometro che sprofondò fino a 40° sotto zero nello stato di New York, nel Massachusetts e in tutto il nord-est degli Stati Uniti. Ma in quelle settimane ad essere colpite, oltre che le regioni orientali del Canada, furono anche le città di New Orleans, Mobile (in Alabama), Baton Rouge, Asheville, vaste zone della Carolina del Nord, Blacksburg (Virginia). Nei giorni intorno a capodanno del 1998 una violenta tempesta lungo la costa orientale provocò l'erosione delle spiagge e nevicate record sulla Virginia occidentale con circa 90 centimetri di neve in 24.

L'allarme di Unicef. Adesso l'allarme sta mobilitanto anche alcune organizzazioni umanitarie, come l'Unicef, che diffonde una nota secondo la quale 11 milioni di bambini rischierebbero fame, malattie e mancanza di acqua in Africa Orientale e Meridionale per gli effetti meteo-climatici de 'El Nino', che sta già causando siccità e inondazioni in diverse aree dell'Asia, del Pacifico e dell'America Latina. Le conseguenze - secondo l'Unicef - "rischiano di ripercuotersi su diverse generazioni se e le comunità colpite non riceveranno supporto per contrastare la scarsità dei raccolti e la mancanza di accesso all'acqua potabile".

Il "modello El Niño". Insomma, un inverno che i climatologi statunitensi hanno catalogato come tra i più influenzati dal "modello meteorologico" de El Niño che, al momento dei bilanci, finì per riguardare due terzi del Paese. Quest'anno, fin dal marzo scorso, sui monitor dei centri d'osservazione meteo-climatica delle due Americhe il fenomeno è apparso sempre più intenzionato a voler tornare in scena da protagonista. E' apparso chiaro che stava succedendo qualcosa di assai simile (se non più grave) del 1997. S'è così subito diffusa l'attenzione delle diverse agenzie - compreso il prestigioso Bureau of Meteorology australiano - e comunque di tutte le nazioni che si affacciano sul Pacifico. Già, perché è proprio qui che El Niño comincia a formarsi: a largo nelle coste orientali dell'Ecuador e del Perù.

Quando gli Alisei smettono di "lavorare". In sintesi succede questo: aumentano le temperature dell'acqua sulla superficie dell'oceano. Contemporaneamente, gli alisei cominciano ad indebolirsi e a soffiare con minore intensità. Come non bastasse, i modelli matematici che analizzano El Niño da otto mesi a questa parte, non fanno che ribadire che il riscaldamento delle acque del Pacifico continuerà, dando così agli alisei una ragione in più per smettere di "lavorare" in quella fascia fra il tropico e l'equatore.

Se i venti non fanno il loro dovere. Con gli alisei "semi-spenti" non avviene il mescolamento necessario delle acque oceaniche, permettendo a quelle fredde dei fondali di arrivare in superficie e garantire così il naturale equilibrio termico fra mare e terra. Gli alisei, vale la pena ricordare, sono venti di direzione regolare e costanti d'intensità, capaci di condizionare la meteorologia su enormi porzioni del Pianeta. Soffiano da nord-est a sud-ovest, nell'emisfero boreale e da sud-est verso nord-ovest in quello australe. Sono decisivi nella navigazione, soprattutto a vela e lo dimostra il fatto che i giri del mondo senza motore (ma non solo) avvengono facendo rotta verso Occidente. Cristoforo Colombo insegna.

"Apprezzabile ogni sforzo nella ricerca". Alla fine, dice giustamente Francesco Laurenzi, meteorologo noto per le sue previsioni in Radio e in Tv oltre che per aver collaborato molti anni con Repubblica: "Questo dibattito sull'inverno che s'avvicina, fra chi lo annuncia glaciale e chi invece mite, mi fa pensare che sia comunque apprezzabile ogni sforzo sincero di chiunque cerchi
di interpretare come può i sistemi complessi che gestiscono l'attuale assetto climatico della Terra. Vorrei escludere solo quelli che, per finire sui giornali o in televisione, sparano fesserie allarmistiche o minimizzanti sul clima a medio o lungo termine".


gubbiomet [ Mer 11 Nov, 2015 15:57 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Analisi scientifica da "Il Meteo"

Meteo: INVERNO 2015/2016, l'analisi scientifica. Dicembre con gelo, neve e Burian
Secondo uno studio esclusivo il freddo e la neve, ma anche i venti di Burian potrebbero puntare l'Italia a Dicembre, per poi lasciare spazio ad una stagione invernale più mite
Previsioni meteo: Inverno 2015/2016
Previsioni meteo: Inverno 2015/2016
Dopo aver riportato, in diversi editoriali, le proiezioni sulla prossima stagione fredda da parte di diversi centri di calcolo internazionali e anche l'opinione di eminenti scienziati, eccoci al nostro punto di vista circa la stagione invernale che sta per approssimarsi. Ebbene, diciamo subito: partenza invernale col botto, ma poi freddo in letargo a fine dicembre, Gennaio e inizio Febbraio.
I parametri invernali esaminati, non sono favorevoli all’Inverno, almeno nella sua parte più attiva, cioè fine Dicembre, Gennaio e fino all'inizio Febbraio, per poi riprendersi intorno a metà Febbraio.
C'è tuttavia una fase che non dovrebbe risentire ancora dei parametri per così dire, di “non inverno”, poiché essi sarebbero, durante la stessa, ancora in via di sviluppo. Si tratta della fase che va dall'ultima settimana (o decade) di Novembre fino a circa il 20 Dicembre. In questo periodo, tutti i fattori avversi ad un Inverno freddo, ancora non saranno attivi. Per cui, grazie anche all’influenza dello Snow Cover euro-asiatico, cioè alla copertura nevosa in ottima progressione in questo periodo alle medio-alte latitudini euro-asiatiche, unico fattore, al momento, in grado di creare disturbi al Vortice Polare, ci possiamo attendere 2/3 irruzioni fredde che potranno riguardare anche l’Italia.
In sintesi, vediamo la previsione mensile per la prossima stagione invernale.
Inverno 2015/2016: la previsione per Dicembre
Inverno 2015/2016: la previsione per Dicembre
DICEMBRE - Primi 15/20 giorni del mese (ma qualche accenno possibile già dall’ultima decade o settimana di Novembre) cui si riferisce la carta qui sopra, con maggiori occasioni per blocchi atlantici e irruzioni di aria fredda da Nord/Nordest verso l’Italia. In linea di massima più interessate le aree adriatiche e meridionali o localmente quelle centrali tirreniche ma, ad una distanza temporale abbastanza lunga, non si possono escludere coinvolgimenti anche di altre regioni. Questa la fase in cui, a nostro avviso, l’Italia avrà le migliori occasioni per freddo e neve.
Natale. Ultima decade di Dicembre, fase natalizia, con progressivo affievolimento della fase fredda a vantaggio di inserimenti atlantici più miti. In questa periodo, tuttavia, il Nord potrebbe beneficiare di qualche occasione per nevicate da cuscinetto freddo anche a quote basse, se la tempistica di avvicendamento delle due circolazioni sarà favorevole.
Inverno 2015/2016: la previsione per Gennaio/Febbraio/Marzo
Inverno 2015/2016: la previsione per Gennaio/Febbraio/Marzo
GENNAIO/10 FEBBRAIO - Come si evince dalla carta di riferimento qui sopra, prenderebbe il sopravvento la circolazione umida oceanica che andrebbe a tagliare il pur vigoroso promontorio dell’alta pressione atlantica in azione nella fase precedente. Si andrebbe a isolare una cellula di alta pressione abbastanza resistente sui reparti scandinavi ma che non dialogherebbe con quella atlantica, proprio per via dell’imponente flusso occidentale in uscita da Terranova. La circolazione mite atlantica prenderebbe il sopravvento sul Centro-Ovest Europa e Nord Mediterraneo. Sull’Italia, si avrebbero fasi di alta pressione e tempo stabile e altre, certamente non meno frequenti, all’insegna di passaggi frontali e anche temporaneo maltempo, soprattutto al Nord e medio-alto Tirreno. Fase in cui le Alpi potrebbero fare il pieno di neve, anche se oltre i 1000/1200 metri per aria instabile ma più mite da Ovest. Il freddo, difatti, proprio per la mancanza di dialogo tra alta atlantica e CUT-Off scandinavo, rimarrebbe confinato sul Nordest Europa e, via via, nel corso della stagione, anche verso i settori centro-settentrionali, Germania, regioni danubiane settentrionali e verso Paesi Bassi, Regno Unito. Non esclusa qualche azione temporanea di vortici freddi verso la Francia e influenti anche sul Nord Italia con occasioni per neve più a bassa quota, ma la loro frequentazione potrebbe essere abbastanza ridotta. Sull'Italia meridionale e sul medio/basso Adriatico potrebbe prevalere l’alta pressione con lunghe fasi di tempo asciutto e anche mite; altre fasi, minoritarie, con instabilità atlantica. Neve in Appennino, specie centro-settentrionale, anche sostanziosa in questa fase sul Nord Appennino ma comunque più spesso sopra i 1500 metri. Possibili fasi siccitose prolungate, specie per Sicilia ed estreme aree meridionali.
ULTIMA PARTE DI FEBBRAIO/MARZO con BURIAN - Possibile progressivo rallentamento dell’azione atlantica con qualche maggiore occasione per sbuffi freddi meridiani, più probabili a fine stagione, tra le metà di Febbraio e inizio Marzo. Su quest’ultimo periodo, la distanza temporale è enorme e necessitano aggiornamenti che faremo nel corso dei prossimi mesi.


marvel [ Mar 17 Nov, 2015 09:52 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Ed ecco l'attesissima e completissima analisi-proiezione di Colarieti, a mio parere la più affidabile di quelle finora viste (pur restando in un campo di incertezza molto elevata, come tutte le proiezioni stagionali) in particolare per l'approccio scientifico che non si abbandona mai ad impressioni ma che si basa su elementi osservativi e calcoli razionali. Mi trova d'accordo in particolare sulla critica all'approccio che taluni siti e personaggi, anche autorevoli, hanno utilizzato nel commentare il fenomeno di El Nino e nell'elaborazione di proiezioni su basi interpretative dello stesso, con similitudini azzardate con inverni associati a fenomeni passati ritenuti erroneamente, o troppo semplicisticamente, simili. Tra l'altro, come ripeto da sempre, le stesse anomalie oceaniche non possono essere prese come riferimento per le dinamiche atmosferiche future, o per lo meno non come viene comunemente fatto (sarebbe fin troppo semplice fare proiezioni su tale base, conosceremmo anticipatamente il tempo di stagioni ed annate future... ma così non è), per il semplice motivo che pur essendoci un feedback oceanico forzante sull'atmosfera, il principale motore delle dinamiche oceaniche è la stessa circolazione atmosferica. Sono le SST ad essere conseguenza della circolazione atmosferica e non il contrario. Questo vale per El Nino ma ancor di più per l'AMO che evidenzia una circolazione atmosferica trascorsa ma che su quella futura ha ben poca influenza.

Ho evidenziato le parti che potrebbero interessarvi maggiormente.

Prime riflessioni sulla prossima stagione invernale

Di Carlo Colarieti Tosti su Climatemonitor

Dalla seconda parte dell’estate fino a novembre si registrano i dati necessari per studiare il comportamento del nascente vortice polare prima e della dinamica del suo sviluppo poi. Il fine è quello di stilare un possibile scenario caratterizzante la stagione invernale. Quanto segue riassume una prima analisi della situazione rispetto al neonato vortice polare che risente dei vari forcing, purtroppo solo in parte evidenziati dai vari indici oceano-atmosferici. Pur ovviamente con tutti i distinguo e cautele del caso, in base ai dati già in possesso è possibile iniziare a tracciare il probabile identikit del neo vortice polare a partire dalla sua struttura e posizione prevalente, che poi si presume finirà per condizionare l’assetto medio-climatico del prossimo inverno.
Il vortice polare è una struttura molto sensibile alle variazioni di energia disponibile che modifica sia il numero e la lunghezza delle onde che la sua complessiva espansione o contrazione latitudinale. E’ quindi di fondamentale importanza cominciare la nostra riflessione con l’esame dello stato dell’attività solare. Prima però, una breve digressione.
Innanzitutto è bene sottolineare il recente aggiornamento del data base inerente il numero di macchie solari appartenente al SIDC WDC-SILSO che ha di fatto scombussolato la dinamica e la tecnica di interpretazione dei dati. La causa è nel diverso aggiustamento (ufficialmente ricalcolo) del numero di macchie lungo l’intero data base del quale il prof. Franco Zavatti ha qualche tempo fa ampiamente discusso qui su Climate Monitor. In questo lavoro sono stati evidenziati egregiamente i vari dubbi e punti di incertezza (ai quali mi associo) sulla metodica usata per la “correzione” dei dati. Il nuovo archivio in realtà obbliga a modificare tutta la statistica e gestione della serie. Visto il problema non proprio irrilevante è stata presa la decisione di percorrere la strada inversa compiuta dal SIDC WDC-SILSO cercando di riportare i nuovi dati della versione 2 il più possibile conformi alla versione 1 costruendo allo scopo un ulteriore nuovo dataset. Non descrivo qui la metodica usata ma ritengo importante evidenziare come la variazione fatta dal SIDC WDC-SILSO non sia stata uniforme lungo l’intero campionario di dati evidenziando un diverso trattamento degli stessi sia suddividendo il dataset in tronconi, amplificando alcuni massimi solari, che incrementando generosamente il numero di macchie nei periodi di massima attività. In figura 1 è rappresentata l’attività solare inerente il numero di macchie nelle versioni 1 e 2 del SIDC WDC-SILSO e nella tabella 1a il raffronto tra il tentativo di downgrade del nuovo dataset il più vicino possibile alla versione 1, ottenuto mediante opportuno calcolo. Si nota l’ottimo allineamento dei due archivi di dati.

figura1
figura1a

Ora dobbiamo stabilire quale sia l’attuale livello dell’attività solare in riferimento al numero medio di macchie al di sopra del quale possiamo definire un’attività alta o al di sotto un’attività bassa. Il grafico in figura 2 spiega quanto descritto. Possiamo notare che l’attività solare è recentemente entrata in un periodo di relativa bassa attività e vista la sua collocazione in una più ampia fase discendente del ciclo è piuttosto plausibile ritenere che durerà, accentuandosi, per diversi anni a venire.

figura2

Vi sono studi che offrono delle sintetiche correlazioni tra le vicende del Vortice Polare e l’intensità dell’attività solare in abbinamento al segno della QBO. Non sto qui ad elencare la varia casistica ma la fotografia dello schema in atto con QBO positiva e bassa attività solare statisticamente faciliterebbe un rinforzo della circolazione zonale alle alte latitudini con basso disturbo riconducibile all’attività d’onda subtropicale verso l’area polare; in parole povere un vortice polare forte e piuttosto chiuso. Se tutto potesse essere spiegato con questo semplice schema probabilmente le previsioni stagionali avrebbero meno margini di incertezza rispetto alle previsioni meteorologiche a media scadenza, la verità è ovviamente tutt’altra cosa. Infatti l’interpretazione tecnica dei dati, alle volte anche contrastanti tra loro, rappresenta la variabile più complessa e spesso decisiva.
Il verso di flusso dei vettori del vento a quote stratosferiche più basse, sempre riferiti alla fascia equatoriale, porta ad interpretazioni più contrastanti rispetto a quella sopra enunciata e più favorevole ad una evoluzione della stagione invernale a due volti. L’indice oceanico del Pacifico equatoriale ENSO indica un El Niño piuttosto intenso, ma questo non è sufficiente per giungere ad azzardate e frettolose conclusioni. In realtà ciò che conta è la posizione delle masse calde oceaniche lungo la fascia equatoriale. Sul tema El Nino ho letto in rete più di qualche commento, anche autorevole, che tende ad armonizzare l’evento attuale con quello del 1997, personalmente non posso che esprimere il mio personale disaccordo. Le attuali anomalie sono maggiori in zona 3 rispetto a quanto avvenuto nella zona 1+2 nel 1997 ed inoltre i massimi assoluti di temperatura si registrano sul Pacifico equatoriale tra i 150°W e i 140°E con un punto di massima convezione attorno ai 180°.
Considerato l’indice ENSO fissiamo ora la nostra attenzione all’indice PDO che come l’ENSO è l’espressione della modifica della circolazione atmosferica con un certo ritardo temporale. L’indice è ancora in territorio positivo ma è nel suo trend di decrescita. In realtà la circolazione atmosferica media da febbraio scorso non rispecchia più la classifica configurazione da innescare o alimentare una circolazione oceanica PDO+ ma va prevalentemente instaurando una circolazione che porta ad una condizione opposta. In rete si trovano a mio parere delle linee di pensiero con gravi inesattezze circa le anomalie oceaniche e le conseguenze sulla circolazione atmosferica. Queste linee di pensiero teorizzano che anomalie negative o positive di porzioni di masse oceaniche favoriscono sopra di esse la formazione di cavi o promontori d’onda atmosferici. In verità le anomalie oceaniche sono frutto di precedenti e prolungate anomalie atmosferiche che attraverso la modifica del wind stress alterano i fenomeni di upwelling e downwelling. La circolazione oceanica, oltre ad essere termoalina, è influenzata dalla sovrastante circolazione atmosferica che ne altera la circolazione in senso verticale soprattutto in prossimità delle linee di costa, non viceversa.
Infatti guardando alla distribuzione della circolazione atmosferica, quindi della massa, questa presenta dei sensibili cambiamenti rispetto a qualche mese fa. Il posizionamento dei centri di moto principali nel Pacifico settentrionale sta strutturandosi verso un circolazione con wind stress tale da imporre nei prossimi mesi il ritorno ad una circolazione marina a PDO negativa (vedi figure 3 e 4).

figura3

figura4

Ora controlliamo la posizione del centro di massa, l’eccentricità e l’oscillazione dell’asse del vortice polare nella media stratosfera. Dalla figura 5 è possibile evidenziare come il centro di massa del VPS sia posizionato quasi sul polo geografico leggermente decentrato verso l’emisfero est. Presenta una discreta eccentricità media pari a 0,58. L’oscillazione massima registrata è di circa ±30° rispetto la posizione media dell’asse lungo l’intero periodo di riferimento (1 ottobre – 09 novembre).

figura5_new

La posizione geografica assunta dal centro di massa associata all’ampia oscillazione dell’asse ci suggerisce che le onde planetarie 1 e 2 non sono molto invadenti in direzione del polo tanto da “bloccare”, come ganasce di una morsa, il vortice stesso. Nonostante quanto appena descritto, il buon valore dell’eccentricità ci informa che comunque le onde planetarie presentano una discreta attività schiacciando moderatamente il vortice che si presenta con una chiara forma ellittica. Tale configurazione espone comunque la struttura a disturbi anche importanti a carico delle onde planetarie. Per definire la capacità di intrusione delle onde planetarie troposferiche principali lungo la via delle storm track (azioni di blocco persistenti) e con asse dei promontori diretti verso il polo con capacità di infilarsi sotto la sempre più rapida circolazione stratosferica, dobbiamo fotografare l’asse prevalente del vortice alla quota isobarica di 250hPa, nel periodo che va dal primo ottobre fino alla prima decade di novembre.
La figura 6 meglio sintetizza quanto sopra indicato suggerendo che la posizione dell’asse è favorevole ad azioni di disturbo con una buona attività e azione intrusiva della seconda onda in zona polare, ma con un’azione della prima onda meno marcata e meno efficiente dovuta alla sua posizione più defilata verso il continente nord americano. Infatti la complessiva struttura assunta nel periodo esaminato non presenta evidenti disturbi collegati a tentativi di primordiale bilobazione.

figura6

Una struttura che comunque rimane favorevole ad innescare successive azioni destabilizzanti con azioni di blocco facenti capo alla seconda onda, da cui possono scaturire configurazioni favorevoli alla genesi di forti riscaldamenti stratosferici con incipit in zona asiatica.
Infine passiamo all’analisi dell’indice IZE (Indice di Zonalità Emisferico) ottenuto mediante calcolo dei dati di analisi giornalieri del mese di ottobre. Questo indice dovrebbe sintetizzare tutto quanto sopra descritto esprimendo la previsione sia dell’attività d’onda che dell’indice AO. Premetto brevemente che a seguito dei problemi riscontrati nella scorsa stagione dalla versione 1 di calcolo, è stata elaborata la successiva versione 2 che è stata sperimentata già nel corso della scorsa stagione invernale fornendo risultati molto più aderenti a quanto osservato.
Proprio perché la fase sperimentale non può ritenersi conclusa non pubblicherò qui il grafico della previsione dell’andamento dell’indice AO, giacchè è stato oggetto dei più vistosi cambiamenti rispetto all’elaborazione della versione 1, limitandomi a fornire il solo grafico dell’attività d’onda che invece è rimasta analoga alla versione 1 proprio perché non ha subito variazioni di calcolo in quanto aveva già consolidato buoni risultati. Altresì fornirò ai gentili lettori il solo dato numerico atteso dell’indice AO sia complessivamente nel trimestre che per singolo mese da dicembre a febbraio.
Il grafico in figura 7 mostra l’attività d’onda prevista dalla fine del corrente mese di novembre fino alla fine di febbraio 2016. Si nota come l’attività d’onda fino a circa la fine della prima decade di gennaio 2016 sia scarsamente presente in zona polare. Esaminando, però, i dati scorporati per basse e alte latitudini si evince che il segnale zonale non appare confinato alle alte latitudini ma più variabile in latitudine aprendo la strada, per la zona del Mediterraneo centrale, ad una maggiore variabilità rispetto all’attuale mese di novembre con fasi di stabilità alternati a passaggi di sistemi frontali.

figura7

Il mese di novembre in corso è considerato propedeutico per quanto l’indice IZE pronostica per l’evoluzione del trimestre invernale. L’attuale approfondimento del vortice polare (sia troposferico che stratosferico) con bassi valori di ep-flux autunnali potrebbero indicare un precodizionamento con un’evoluzione successiva verso un ESE (Extreme Stratospheric Event) di tipo warm. Una conferma a quanto qui indicato potrebbe scaturire dal raggiungimento del valore massimo positivo del NAM alla quota isobarica di 10hPa tra la fine di novembre o al massimo i primi di dicembre sfiorando ma senza però raggiungere e superare il valore di soglia di +1,5. La previsione dell’IZE di un’importante attività d’onda verso le festività natalizie, inserita subito dopo un’intensa attività zonale prevista alle alte latitudini, evidenzia l’instaurarsi di un probabile impulso forzante troposferico collocabile tra la fine della seconda decade e la prima metà della terza decade di dicembre in grado di sviluppare un importante flusso di calore meridionale sotto la bassa circolazione zonale stratosferica e propagarsi così verso gli strati stratosferici superiori generando un TST (Tropospheric-Stratospheric-Tropospheric) event capace di apportare una seria crisi del vortice polare stratosferico forzando lo sviluppo di un Sudden Stratospheric Warming.
Tale evento, collocabile nel corso della prima decade di gennaio 2016, potrà avere conseguenze sulla circolazione troposferica emisferica a seguito di un probabile superamento del valore massimo negativo di soglia dell’indice NAM alla quota isobarica di 10hPa. Infatti la circolazione troposferica successiva, evidenziata dall’attività d’onda dell’IZE, mostra a partire dalla fine della prima decade di gennaio una prevalente configurazione sinottica con alto valore di geopotenziale in zona polare.
La previsione dell’indice AO scaturita dal calcolo derivante dall’IZE, non è da considerarsi definitiva in quanto i calcoli sono frutto della sola elaborazione dei dati di analisi del mese di ottobre. Un primo affinamento avverrà nel corso della prima metà di dicembre quando la previsione dell’indice AO verrà calibrata secondo i dati reali provenienti dall’osservazione dell’indice AO stesso, determinando la qualità della previsione originale. Comunque come promesso indico qui di seguito i dati numerici della previsione dell’indice AO su base IZE:
Valore medio indice AO trimestrale compreso tra -0,2 e -0,6
Valore medio indice AO nel mese di dicembre compreso tra +0,6 e +0,9
Valore medio indice AO nel mese di gennaio compreso tra -0,5 e -1,1
Valore medio indice AO nel mese di febbraio compreso tra -0,7 e -1,6
Da quanto scritto si evidenzia una stagione invernale dai due volti con una zonalità già in atto che dovrebbe mediamente insistere e caratterizzare le condizioni meteorologiche fino alla metà di dicembre. Nel particolare è atteso un calo dell’AO nella parte finale di novembre che potrebbe coincidere un episodico affondo del vortice nordatlantico verso il Mediterraneo. In seguito è atteso un nuovo rinforzo della circolazione zonale alle alte latitudini e quindi una risalita dell’indice AO per la prima decade di dicembre. Nella seconda decade è atteso un rallentamento del flusso zonale con un calo dell’AO verso valori attorno alla neutralità. Come precedentemente scritto la fase successiva potrà risultare determinante per le sorti del restante periodo invernale con un cambio, anche radicale, che si dovrebbe manifestare nei successivi mesi di gennaio e febbraio.
Queste previsioni sono frutto di studi sperimentali e quindi sensibili ad errori anche rilevanti, è bene ricordarlo per non incorrere ad inutili delusioni o eccessivi entusiasmi.

Saluti a tutti!


Frasnow [ Mar 17 Nov, 2015 10:40 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Fantastico!


Carletto89 [ Mar 17 Nov, 2015 11:12 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Avrò capito si e no un 60%, ma mi sembra l'analisi più interessante e sensata che abbia letto fino ad oggi.


Frasnow [ Mar 17 Nov, 2015 11:25 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Avrò capito si e no un 60%, ma mi sembra l'analisi più interessante e sensata che abbia letto fino ad oggi.

Beh diciamo che, appunto per me che non nè capisco molto, è stato sufficiente porre maggior attenzione al testo in grassetto alla fine


Carletto89 [ Mar 17 Nov, 2015 11:29 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Avrò capito si e no un 60%, ma mi sembra l'analisi più interessante e sensata che abbia letto fino ad oggi.

Beh diciamo che, appunto per me che non nè capisco molto, è stato sufficiente porre maggior attenzione al testo in grassetto alla fine


Si infatti, il mio 60% è concentrato proprio nella parte in grassetto.


Frasnow [ Mar 17 Nov, 2015 11:31 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Avrò capito si e no un 60%, ma mi sembra l'analisi più interessante e sensata che abbia letto fino ad oggi.

Beh diciamo che, appunto per me che non nè capisco molto, è stato sufficiente porre maggior attenzione al testo in grassetto alla fine


Si infatti, il mio 60% è concentrato proprio nella parte in grassetto.

Qualcuno che mi fa compagnia c'è allora


Carletto89 [ Mar 17 Nov, 2015 11:55 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Carletto89 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Avrò capito si e no un 60%, ma mi sembra l'analisi più interessante e sensata che abbia letto fino ad oggi.

Beh diciamo che, appunto per me che non nè capisco molto, è stato sufficiente porre maggior attenzione al testo in grassetto alla fine


Si infatti, il mio 60% è concentrato proprio nella parte in grassetto.

Qualcuno che mi fa compagnia c'è allora


Ma alla grande! Con me non sentirti mai solo!


gubbiomet [ Mer 18 Nov, 2015 15:17 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Stefano Bartozzi

Buongiorno a tutti i nostri cari utenti, ci ritroviamo ad affrontare un tema molto spinoso, ovvero, capire le mosse della prossima stagione invernale, almeno nella sua prima parte, sottolineando come sempre l'estrema difficoltà nel cercare di capire le intenzioni future della libera atmosfera.

Noi ci basiamo su alcuni principali indici teleconnettivi, sia leggibili a breve termine sia nel lungo e mai come quest'anno la previsione si presenta irta di difficoltà. Partiamo dal grande anticiclone che ha invaso l'Europa e il bacino del Mediterraneo nelle ultime tre settimane, si è rivelato molto longevo grazie al Vortice Polare (V.P.) che compattandosi trattiene l'aria fredda a latitudini polari impedendo gli scambi lungo i meridiani, tenete presente una trottola posizionata sul Polo Nord che gira su se stessa come una ballerina impazzita, dentro questo turbine l'aria si raffredda giorno dopo giorno restando però ancorata dentro il perimetro polare.

Notizia di questi giorni è di una ripresa dei ghiacci artici oltre i valori degli ultimi anni e questa non è una cattiva notizia in tempi di "global warming". Fino ad ora il V.P. ha girato con questa forza ed il tempo difficilmente ha potuto prendere una piega in linea con la stagione; ora l'Oscillazione Artica (indice AO) sta subendo un rallentamento, l'alta pressione cede sotto la spinta di un vortice freddo in discesa dal Nord-Europa, è prevista la formazione di una forte depressione sull'Italia con maltempo di stampo invernale. Ma dopo?




Oscillazione Artica attuale


Qui ci addentriamo veramente in un territorio minato, proveremo a fare delle ipotesi da prendere con il beneficio di inventario; cominciamo con un indice molto importante, "El Nino", forte quest'anno con precedenti che risalgono al 1998, mettendo a confronto l'episodio strong del 98': il V.P. nella prima parte invernale è stato sempre molto compatto, quindi l'indice AO assume valore positivo (AO+), con scarsa possibilità quindi di avvezioni fredde di rilievo in dicembre e gran parte di gennaio.

Dopo l'episodio che sta per spezzare l'egemonia anticiclonica, il V.P. si ricompatterà con possibile "stratcooling"(forte raffreddamento in stratosfera) per la fine del mese di novembre, non significa che torneremo sotto il dominio di un forte anticiclone come quello che ha interessato l'Italia e gran parte dell'Europa, anzi, un V.P. molto profondo metterà in moto perturbazioni atlantiche in serie nel letto del jet-stream (corrente a getto) che interesseranno l'Europa settentrionale, ma di tanto in tanto anche il bacino del Mediterraneo.


Temperatura superficiale del Nord Atlantico
Una nota di attenzione sulle acque fredde del Nord-Atlantico (indice NATL) di 4°-5°C inferiori alla norma, che potrebbe essere un tassello fondamentale contro la teoria di Baldwin e Dunkerton, la quale spiega che al raggiungimento di una soglia critica di raffreddamento in stratosfera del V.P. per circa 40-60 gg prevale una tensione zonale sull'Europa; le perturbazioni potrebbero quindi trasportare aria più fredda della norma e si spingerebbero più a sud portando maltempo anche sul Bacino del Mediterraneo; non ci sentiamo quindi di escludere tale ipotesi.


Estensione attuale dei ghiacci artici
Sempre mettendo a confronto l'episodio di "El nino" del 1998 con quello che si sta manifestando ora, la seconda parte invernale spesso è stata caratterizzata da indice AO negativo (AO-) ed episodi invernali in febbraio e marzo. Menzione particolare meritano anche i ghiacci artici che quest'anno sembrano godere di una discreta salute rispetto agli anni precedenti e l'attività solare che resta molto bassa; infatti gradualmente la nostra stella va verso la fine del suo ciclo undecennale delle macchie solari.




Situazione attuale della nostra stella in cui si nota la scarsità di macchie solari
Tornando a parlare della vistosa anomalia in zona NATL menzioniamo anche la Corrente del Golfo (C.D.G.) che sembra raggiungere le Isole Britanniche molto a fatica; tutto sembra remare controcorrente al pattern "El NINO". Come reagirà la libera atmosfera con queste teleconnessioni in gioco? Proprio per questo fare una previsione a lunga gittata oggi è molto difficile e da prendere con le molle, noi di Meteoreport abbiamo tutti sempre sottolineato come le previsioni a lungo termine fatte con l'ausilio delle teleconnessioni siano in fase sperimentale, la scienza ancora è lontana dal formulare tendenze stagionali; noi con le ipotesi più plausibili ad oggi, cerchiamo di avvicinarci nei limiti del possibile.

Torneremo con una seconda parte di questo articolo prima di Natale con un ulteriore approfondimento. Restate con noi!


gubbiomet [ Mer 18 Nov, 2015 16:30 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Centro Meteo Lombardo e gli studi sull'OPI

In questi ultimi giorni, come avrete potuto leggere e vedere nelle varie emissioni delle carte dei modelli di calcolo, si sta assistendo ad un moderato approfondimento del vortice polare (si fa spesso riferimento ad una fase del NAM positiva: una fase positiva del NAM - North Anular Mode sta ad indicare un vortice polare con geopotenziali più profondi della norma ed una velocità del getto polare superiore alla norma che di fatto impedisce l’attività delle onde planetarie relegando le medio-basse latitudini a lunghe fasi anticicloniche come quella che stiamo vivendo). Tuttavia paventare la possibilità, sulla base di questo unico fattore, che l’inverno o quantomeno una buona parte di esso, possa essere caratterizzata da scarsi scambi meridiani (rare occasioni di essere investiti da ondate fredde) sarebbe, oltre che molto prematuro, anche sbagliato. Noi riteniamo infatti che per poter inquadrare meglio l’evoluzione futura è molto più importante comprendere le reali dinamiche che hanno portato a questo approfondimento del vortice polare che, sopratutto se avviene in questa fase prematura della stagione (siamo solo ad inizio novembre), può portare a risvolti anche diametralmente opposti nel mese/mesi successivi.

Tuttavia a intravedere un inverno europeo più caldo e secco della norma ci sono anche le proiezioni del prestigioso modello europeo ECMWF che vede un inverno contraddistinto da lunghe fasi anticicloniche dove la corrente a getto polare scorrerebbe principalmente a latitudini elevate relegando gran parte del continente europeo a temperature più elevate della norma e precipitazioni più scarse della norma.

Non va però dimenticato che anche le previsioni stagionali fornite dagli enti ufficiali hanno dimostrato di avere una scarsa percentuale di realizzazione a dimostrazione che siamo ancora ben lontani da una piena comprensione delle dinamiche atmosferiche che possano permetterci di delineare una vera e propria previsione con mesi di distanza (manca oltre un mese solo dall’inizio dell’inverno astronomico). Pertanto in questa sede, senza cercare di fornire certezze, ci limiteremo ad affrontare ed analizzare la situazione attuale, cercando inoltre di capire ed inquadrare l’evoluzione futura descrivendo gli scenari meteorologici a livello europeo più probabili che secondo noi potremo attenderci da qui a fine anno.


Analisi del mese di Ottobre 2015

Per analizzare ed inquadrare la situazione attuale, e cercare di indagare la situazione futura, non possiamo pertanto che partire dall’analisi del mese di Ottobre appena trascorso e dall’analisi di recenti studi, come l’OPI ed il SAI di Cohen, a carattere euristico-statistico, che hanno evidenziato delle importanti similarità tra alcuni fenomeni legati alla circolazione atmosferica del mese di ottobre e l’evoluzione della stessa nel corso del trimestre invernale con particolare riferimento al valore dell’Oscillazione Artica AO.

Facendo riferimento ai concetti introdotti dall’OPI possiamo vedere come il mese di Ottobre sia stato caratterizzato da un vortice polare disposto con un asse molto inclinato (sud Groenladia-Giappone) e con un centro di massa (principali nuclei di vorticità) posto sul settore nord-canadese (Fig.1), nonchè da un moderato grado di ellitticizzazione (anomalia polare positiva e anomalia negativa alle medie latitudini Fig.2) dovuto all’azione delle due principali onde planetarie (indicate con la curva in rosso) che hanno mostrato un discreto grado di intrusività fino alla latitudini più settentrionali. Inoltre, dalla Fig.3, si può notare come le onde planetarie troposferiche si siano propagate facilmente anche nella media stratosfera (50mb) evidenziando un buon “coupling” tra le varie quote del vortice polare (ovvero una buona malleabilità dell’intera colonna d’aria del vortice polare da parte delle onde planetarie).



Fig.1 Media dei geopotenziali del mese di Ottobre 2015 alla quota di 500 mb con indicato l’asse del V.P. (linea nera) e centro di massa del vortice (stella)



Fig.2 Anomalia geopotenziale del mese di Ottobre 2015 alla quota di 500mb con indicato l’asse del V.P. ed evidenziato il moderato grado di ellitticizzazione (anomalia positiva polare e anomalie negative alle medie latitudini) dovuto all’azione delle due principali onde planetarie (indicate con la curva in rosso) che hanno mostrato un discreto grado di intrusività fino alla latitudini più settentrionali.




Fig.3 Anomalia geopotenziale del mese di Ottobre 2015 alla quota di 50mb con indicate con la curva in rosso la posizione/propagazione delle onde planetarie troposferiche fino alla media stratosfera (si noti l’esatta corrispondenza con la posizione delle medesime alla quota del vortice più bassa, 500mb, ad indicare oltre ad una facile trasmissione d’onda anche la loro stazionarietà)


A questo punto, nell’ ottica di abbozzare una prima linea di tendenza stagionale invernale, possiamo già fare già alcune considerazioni. Gli inverni caratterizzati da un vortice polare debole hanno presentato mediamente (ogni anno è caratterizzato oltre che da uno specifico asse del vortice anche da anomalie diverse) tutte e tre queste caratteristiche ovvero:

1) moderato grado di elliticizzazione (Fig4.);

2) centro di massa (zone con maggiori vorticità) distante dal settore artico nord siberiano (Fig.5);

3) una discreta propagazione e stazionarietà delle onde fin alla media stratosfera (Fig.6).




Fig.4 Anomalia geopotenziale a 500 mb dei mesi di ottobre che hanno preceduti inverni in AO negativa con indicato l’asse medio del vortice e la posizione media (curva in rosso) delle principali onde troposferiche.




Fig.5 Media geopotenziale a 500 mb con indicato l’asse medio ed il centro di massa dei mesi di ottobre che hanno preceduti inverni in AO negativa




Fig.6 Anomalia geopotenziale a 50 mb dei mesi di ottobre che hanno preceduti inverni in AO negativa con indicato, con le curve in rosso, la posizione/propagazione media delle onde planetarie troposferiche.


Le caratteristiche di questo mese di Ottobre evidenziano la possibilità di avere un vortice polare mediamente disturbato per la prossima stagione invernale e quindi un inverno caratterizzato da una moderata attività d’onda planetaria che a più riprese potrebbe coinvolgere le medie latitudini con irruzioni di aria fredda. A supporto di questa analisi c’è anche il predictor di Cohen ( Il SAI - Snow advanced Index) che ha mostrato una correlazione molto elevata tra la velocità di avanzamento della copertura nevosa sulle zone euroasiatiche nel mese di ottobre al di sotto del 60 parallelo e l’Oscillazione Artica media che si registra nel successivo trimestre invernale (DJF AO). Quest’anno si è avuto un discreto tasso di avanzamento che lascerebbe presupporre una AO negativa in accordo all’analisi precedente.

Riguardo il valore dell’indice OPI, che come detto precedentemente si assesterebbe su un valore moderatamente negativo, quest’anno non ci è stato possibile pubblicarlo in quanto stiamo sviluppando e mettendo a punto un nuovo modello di calcolo molto più sofisticato che tuttavia è ancora in fase di studio.


Analisi del mese di Novembre 2015

Terminate le analisi e le considerazioni sul mese di ottobre, in ottica invernale, ora passiamo all’analisi di questo scorcio di Novembre. Esso è il mese di transizione tra la stagione autunnale e quella invernale, il mese nel quale il vortice si approfondisce maggiormente per cause radiative (mancanza di radiazione solare sulla zona polare), nonché il mese dove l’impronta circolatoria del mese di ottobre può essere trasmessa o meno alla successiva stagione invernale. A differenza di ottobre il mese di novembre non presenta, o ancora non sono state trovate, particolari correlazioni con la successiva stagione invernale, soprattutto a livello troposferico, nell’anomalia geopotenziale o nello schema che assume il vortice in questo mese. Infatti, come detto all’inizio, approfondimenti dello stesso o anche forti anomalie geopotenziali possono portare ad effetti anche diametralmente opposti a livello circolatorio nel mese/mesi successivi. Tuttavia esistono a nostro avviso dei segnali che, indipendentemente dal valore di alcuni indici, come il NAM (che misura solo il grado di approfondimento del vortice ma non ci da informazioni sulle caratteristiche del vortice e disposizione delle onde planetarie), possono indirizzarci nell’ipotizzare scenari invernali caratterizzati da un vortice polare forte o meno.

Lo strumento principale che abbiamo nel corso del mese di novembre, per comprendere le potenzialità del prossimo inverno, è sia quello di andare ad analizzare quei fattori che favoriscono o meno la propagazione dell’onda planetaria più importante, ovvero dell’onda asiatico-pacifica, che andare a verificare, già in questa prima fase stagionale, le caratteristiche di lunghezza d’onda e stazionarietà della stessa alle quote stratosferiche. Infatti, come ben noto, gli inverni caratterizzati da un vortice polare disturbato hanno presentato, già a fine novembre, una anomala wave 1 (considerato il periodo) particolarmente energetica e discretamente stazionaria che ha prodotto una spiccata ellitticizzazione del VP.

In questa prima metà di novembre, come possiamo vedere dalla Fig. 7 e 8, abbiamo avuto un vortice troposferico caratterizzato da un asse e centro di massa praticamente identico a quello di ottobre. Una simile configurazione del vortice in questa primissima fase, con un asse particolarmente inclinato, conformemente a quanto sta accadendo, porta ad un raffreddamento ed approfondimento del vortice soprattutto alle quote più alte in quanto il getto polare non va ad impattare veementemente sul continente eurasiatico sfavorendo quindi la formazione di un’onda pacifica particolarmente energetica che possa allentare il rinforzo delle velocità zonali: in troposfera è normale assistere, come si è assistito, ad una AO particolarmente positiva con l’onda atlantica addossata al continente europeo.

Allo stesso tempo però una simile configurazione, ovvero una scarsa penetrazione del getto sul continente euroasiatico, favorisce la formazione precoce di una delle più importanti figure di disturbo al vortice polare, ovvero l’anticiclone termico russo-siberiano. Come mostrano i modelli di previsione nei prossimi giorni si assisterà infatti alla formazione di un possente anticiclone termico. L’elevata azione di disturbo provocata da tale figura termodinamica porterebbe alla genesi di una onda pacifica, già a fine novembre, particolarmente energetica e discretamente stazionaria per il periodo apportando un primo serio disturbo al vortice polare (Fig 9).

Come è ben noto inoltre la posizione in cui l’onda pacifica riesce ad stazionaria è fortemente legata ai centri di convenzione sull’oceano Pacifico. Le proiezioni del prestigioso modello cfs2 a questo proposito vedono per di dicembre uno spostamento e sostanziale rafforzamento dei centri di convenzione verso l’ovest pacifico (settori 7-8-1 della MJO) ovvero in una posizione molto favorevole alla stazionarietà dell’onda pacifica (Fig. 10).




Fig.7 Media geopotenziale a 500 mb della prima decade del mese di Novembre 2015 con indicato il l’asse del vortice, il centro di massa (posizione maggiore vorticità) e la posizione dell’onda atlantica (curva in rosso)




Fig.8 Anomalia geopotenziale a 500 mb della prima decade del mese di Novembre 2015 con indicato il l’asse del vortice e la posizione dell’onda atlantica (curva in rosso)




Fig.9 Previsione di temperatura e geopotenziale del vortice polare alla quota di 10 hpa: Si nota una wave 1 che per la stagione presenta una elevata lunghezza d’onda e discreta stazionarietà con vortice ellitticizzato tipico delle prime fasi stagionali che hanno phanno preceduti inverni in AO negativa




Fig.10 La proiezione del prestigioso modello cfs2 per dicembre che vede uno spostamento e sostanziale rafforzamento dei centri di convenzione verso l’ovest pacifico (zone 7-8-1 della MJO)


L’energia a disposizione per la prevista forte attività convettiva centro pacifica, e quindi a favore di una wave 1 molto energetica e stazionaria, sarebbe fornita dalle forti anomalie positive delle acque del pacifico equatoriale: stiamo infatti vivendo un episodio di Nino tra i più forti degli ultimi 30 anni.

Per quanto fin qui analizzato sembrerebbero esserci tutte le premesse per assistere ad un vortice polare invernale moderatamente disturbato.
Segnali in controtendenza per questa ipotesi risiedono soprattutto dall’analisi dell’interazione tra attività solare e QBO. In un regime di moderata attività solare ed di venti occidentali nella stratosfera equatoriale (QBO+), come quello che si sta progressivamente concretizzando con l’inizio di questa stagione invernale, per ragioni legate alla fotochimica dell’alta atmosfera, risulta essere ostacolata l’attività della BDC (Brewer-Dobson-Circulation) che ricordiamo essere quella cella circolazione in cui l’aria tropicale muove verso i poli per sostituire l'aria discendente ai poli in seguito alle dinamiche di infrangimento d’onda planetaria (Fig.11). Pertanto, essendo la capacità delle onde planetarie di indebolire fortemente il vortice polare strettamente legata alla facilità con cui l’aria tropicale riesce a muoversi verso la zona polare, si può ipotizzare, in un siffatto contesto, che la principale onda planetaria (wave 1) quest’anno potrebbe trovare una maggiore difficoltà nel risultare intrusiva e stazionaria. Inoltre una BDC debole, ovvero una maggiore difficoltà dell’aria ad attraversare la tropopausa equatoriale comporta un indebolimento degli alisei con la migrazione dei principali centri di attività convettiva sul pacifico orientale, ovvero in una posizione molto sfavorevole alla stazionarietà dell’onda pacifica.

Tuttavia, in questa fase iniziale della stagione, a livello teleconnettivo viviamo ancora il lascito, soprattutto alle quote medio basse stratosferiche equatoriali, della precedente situazione teleconnettiva (QBO- : che chiaramente incide nel modo esattamente opposto della sua fase positiva sulla BDC) favorendo una maggiore facilità delle onda pacifica di risultare stazionaria e recare disturbi al vortice polare. Questo aspetto inoltre è evidenziato da una disposizione delle anomalie delle acque del pacifico equatoriale che vedrebbe un ulteriore spostamento, come detto in precedenza, delle anomalie e centri di convezione verso il pacifico occidentale. Queste considerazioni depongono per un inizio della stagione invernale, con particolare riferimento al mese di dicembre, che possa essere caratterizzata da un vortice polare disturbato (AO-) con una discreta attività d’onda planetaria capace di apportare irruzioni di aria fredda fin sulle medio-basse latitudini del continente europeo.

Il progressivo concretizzarsi del nuovo quadro teleconnettivo (con particolare riferimento all’affermarsi di una fase pienamente occidentale della QBO fino alle quote più basse della stratosfera equatoriale), e come supportato dalle proiezioni dei principali centri di calcolo, potrebbe tradursi, per gennaio e febbraio, con una ridotta capacità dell’onda planetaria pacifica di risultare stazionaria dovuta sia allo spostamento delle anomalie positive (diminuzione dell’intensità degli alisei) che dei principali centri di convezione sul pacifico orientale. Tale riduzione delle capacità intrusiva delle onde planetarie si tradurrebbe in un rinforzo del vortice polare e una minore dinamicità del tempo soprattutto alle medio-basse latitudini (AO+).

Tuttavia, in virtù della capacità di feedback che la BDC esercita (soprattutto nell’inverno boreale) sulla convezione pacifica, dalle quale essa stessa viene inizialmente influenzata (vedi articoli pubblicati circa due anni fa: “Facciamo un po di chiarezza" http://forum.meteonetwork.it/meteor...chiarezza.html; “Facciamo un po di chiarezza 2" http://daltonsminima.altervista.org...e-atmosferiche/), è possibile che, in presenza di una evoluzione stratosferica particolare (come un forte warming a fine dicembre-inizio gennaio), la BDC riesca ad alterare l’evoluzione pacifica attualmente prevista dai centri di calcolo, rallentando lo spostamento verso est dei principali centri di convenzione equatoriale e favorendo cosi il prolungamento delle attuali condizioni favorevoli ad un vortice polare invernale disturbato (AO-).

Per quanto detto, dunque, la possibilità di assistere ad un periodo più prolungato delle condizioni di AO- è legata all'evoluzione stratosferica del mese di dicembre, ovvero al concretizzarsi o meno di un forte warming precoce, ad oggi possibile ma tutt'altro che scontato. In questo caso il segnale dei modelli SAI/OPI risulterebbe più veritiero rispetto alla visione dei principali modelli globali. In definitiva sarà quanto mai importante monitorare insieme lo sviluppo dell'attività d'onda nelle battute iniziali della stagione invernale. Per questo aspetto vi diamo appuntamento ai prossimi aggiornamenti.



Fig.11 Schema della BDC (Brewer-Dobson-Circulation) che ricordiamo essere quella cella circolazione in cui l’aria tropicale muove verso i poli per sostituire l'aria discendente ai poli in seguito alle dinamiche di infrangimento d’onda planetaria.


Conclusione

Pertanto, visto il quadro teleconnettivo composto da molti fattori anche in controtendenza tra loro, e soprattutto considerando che siamo ancora distanti anche solo dall’inizio della stagione invernale non ci getteremo certo in una previsione stagionale ma cercheremo di volta in volta di aggiornarvi sugli scenari più plausibili che in base alle nostre analisi riterremo più probabili. Allo stesso tempo però, l’ipotesi previsionale che formuleremo di seguito e che riteniamo più plausibile per l’inizio della stagione invernale, non solo è basata sull’analisi delle condizioni attuali e del quadro teleconnettivo attuale, ma anche sulla base del nostro studio (l’OPI) perché crediamo fermamente non solo nella bontà del nuovo modello che stiamo sviluppando, ma soprattutto nell’idea che l’analisi del mese di ottobre possa fornirci importanti informazioni sulla successiva stagione invernale.

Per tutto quanto detto fin’ora ci aspettiamo nelle prossime settimane una progressiva dinamicizzazione della circolazione atmosferica con sempre più frequenti tentativi, soprattutto da parte dell’onda atlantica, di ergersi progressivamente alle latitudini più settentrionali. Inizialmente, a causa ancora delle elevate velocità zonali si potrebbe assistere ad un quadro circolatorio europeo caratterizzato da fasi nord-atlantiche seguite da rimonte anticicloniche. Nel corso del mese di dicembre, contestualmente alla riduzione delle velocità zonali, grazie come detto alla presenza di una wave 1 discretamente energetica e stazionaria, si potrebbe assistere ad una sempre più spiccata ed energica attività dell’onda atlantica con la possibilità di vedere in più occasioni il continente europeo alle prese con irruzioni di aria artica/artica-continentale. L’asse del vortice e la posizione delle onde, come mostrato in Fig.12, suggerisce inoltre la possibilità di interazione tra l’aria artica e flussi umidi occidentali. Come detto precedentemente, inoltre l’analisi e la possibilità che la prevista attività d’onda prevista per di dicembre possa portare alla genesi di un importante evento stratosferico che potrebbe avere ripercussioni anche sulla seconda parte invernale la rimandiamo al prossimo aggiornamento.




Fig.12 Previsione, sulla base del pattern di ottobre (OPI), della posizione delle onde planetarie nella fase di massima attività e l’asse medio del vortice per questa prima fase invernale con particolare riferimento al mese di dicembre.


gubbiomet [ Gio 19 Nov, 2015 08:46 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Donna come te

In arrivo l’inverno più freddo della storia. Ecco quando comincerà

Non sono belle notizie quelle che arrivano dal fronte meteorologico. Da dicembre in poi assisteremo in Europa, soprattutto nei Paesi toccati dall’oceano Atlantico ma poi anche in quelli più centrali, a piogge violentissime e temperature così basse che in alcuni casi faranno scendere la colonnina del termometro fino a meno 15 gradi centigradi.
E tutto questo per ‘colpa’ delle tempeste che sta scatenando il “Super El Nino”, che risultano essere le peggiori degli ultimi 144 anni e che, aumentando in maniera esponenziale, danno la stura a sempre più frequenti depressioni atlantiche che poi si riverbereranno anche in tutto il continente europeo. Certi meteorologi hanno stabilito che il picco di freddo avverrà verso la fine dell’anno, dove sarà molto usuale assistere ad un definitivo e repentino calo delle temperature.


Poranese457 [ Gio 19 Nov, 2015 08:56 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Donna come te

In arrivo l’inverno più freddo della storia. Ecco quando comincerà

Non sono belle notizie quelle che arrivano dal fronte meteorologico. Da dicembre in poi assisteremo in Europa, soprattutto nei Paesi toccati dall’oceano Atlantico ma poi anche in quelli più centrali, a piogge violentissime e temperature così basse che in alcuni casi faranno scendere la colonnina del termometro fino a meno 15 gradi centigradi.
E tutto questo per ‘colpa’ delle tempeste che sta scatenando il “Super El Nino”, che risultano essere le peggiori degli ultimi 144 anni e che, aumentando in maniera esponenziale, danno la stura a sempre più frequenti depressioni atlantiche che poi si riverbereranno anche in tutto il continente europeo. Certi meteorologi hanno stabilito che il picco di freddo avverrà verso la fine dell’anno, dove sarà molto usuale assistere ad un definitivo e repentino calo delle temperature.



Mago Pancione ne abbiamo???


Carletto89 [ Gio 19 Nov, 2015 09:02 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Donna come te

In arrivo l’inverno più freddo della storia. Ecco quando comincerà

Non sono belle notizie quelle che arrivano dal fronte meteorologico. Da dicembre in poi assisteremo in Europa, soprattutto nei Paesi toccati dall’oceano Atlantico ma poi anche in quelli più centrali, a piogge violentissime e temperature così basse che in alcuni casi faranno scendere la colonnina del termometro fino a meno 15 gradi centigradi.
E tutto questo per ‘colpa’ delle tempeste che sta scatenando il “Super El Nino”, che risultano essere le peggiori degli ultimi 144 anni e che, aumentando in maniera esponenziale, danno la stura a sempre più frequenti depressioni atlantiche che poi si riverbereranno anche in tutto il continente europeo. Certi meteorologi hanno stabilito che il picco di freddo avverrà verso la fine dell’anno, dove sarà molto usuale assistere ad un definitivo e repentino calo delle temperature.



Mago Pancione ne abbiamo???


Vogliamo i veri outlook, quelli di Barbanera o Frate indovino, loro si che li fanno con largo anticipo!


Adriatic92 [ Ven 20 Nov, 2015 09:49 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
in sostanza mi sà che la prima parte invernale ce la giochiamo, vedo un approfondimento del VP abbastanza compatto che si ripresenta in grande spolvero già per dicembre, questo non è un segnale positivo a mio avviso


enniometeo [ Ven 20 Nov, 2015 14:12 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Da Meteolive

Un vortice polare condizionato da raffreddamenti in sede stratosferica molto intensi, pur non eccezionali, la presenza di un forte Nino, la quasi biennale oscillazione dei venti nella stratosfera subtropicale, meglio conosciuti come QBO in fase positiva, cioè favorevole ai flussi zonali.

Tutti elementi che remerebbero contro l'affermazione dell'inverno in sede europea, che però non dipendono solo da questo, altrimenti potremmo tranquillamente già ascriverlo come il terzo inverno consecutivo a comportarsi così.

Invece c'è di più: c'è la possibilità che le temperature superficiali dell'Atlantico influenzino l'andamento della stagione, che proprio la presenza di un Nino praticamente da record spingano l'anticiclone a migrare ripetutamente verso il nord Atlantico, innescando risposte almeno perturbate se non fredde in direzione del centro Europa dell'Italia.

C'è la possibilità che proprio queste iniezioni di aria calda dalle basse latitudini si propaghino sulla regione polare, attivando discese di aria fredda verso sud con obiettivo parziale anche l'Europa.

E' vero che in tempi simili di Nino le stagioni sono risultate disastrose, come ad esempio nel 1988-89 o nel 97-98 ma ci sono stati episodi di Nino che hanno avuto risvolti invernali dinamici sull'Europa come ad esempio la stagione 1983.
Oltretutto guardando adesso la compattezza rara del vortice polare a novembre nemmeno terminato e il fronte polare previsto già complessivamente più basso di latitudine, viene da pensare che se anche questa stagione assomigliasse a quella del 2013-2014, non solo si ripeterebbero da metà dicembre, cioè quando il vortice polare si abbasserà fisiologicamente di latitudine, le nevicate copiose sull'arco alpino, ma interverrebbero delle ondulazioni tali da consentire precipitazioni di tutti i tipi anche sul resto del Paese: anche disturbi moderati all'andamento del flusso zonale sono sufficienti per garantire un minimo di normalità stagionale.

Inoltre non si esclude che possa anche capitare almeno una brusca frenata del getto nel cuore della stagione, con freddo che a quel punto diverrebbe più serio.

Insomma una stagione stile 88-89 con nebbioni congelantesi e settimane intere di anticiclone non sembra possa essere così automatica.


marvel [ Ven 20 Nov, 2015 22:56 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Ed è il turno dell'OPI... sempre da Climatemonitor.

Il grassetto è opera mia... in fondo ci sono le conclusioni.

Prossimo inverno, le valutazioni del gruppo di ricerca sull’OPI

Analisi del quadro teleconnettivo di partenza
In questi ultimi giorni, come avrete potuto leggere e vedere nelle varie emissioni delle carte dei modelli di calcolo, si sta assistendo ad un moderato approfondimento del vortice polare (si fa spesso riferimento ad una fase del NAM positiva: una fase positiva del NAM – Northern Annular Mode sta ad indicare un vortice polare con geopotenziali più profondi della norma ed una velocità del getto polare superiore alla norma che di fatto impedisce l’attività delle onde planetarie relegando le medio-basse latitudini a lunghe fasi anticicloniche come quella che stiamo vivendo). Tuttavia paventare la possibilità, sulla base di questo unico fattore, che l’inverno o quantomeno una buona parte di esso, possa essere caratterizzata da scarsi scambi meridiani (rare occasioni di essere investiti da ondate fredde) sarebbe, oltre che molto prematuro, anche sbagliato. Noi riteniamo infatti che per poter inquadrare meglio l’evoluzione futura è molto più importante comprendere le reali dinamiche che hanno portato a questo approfondimento del vortice polare che, sopratutto se avviene in questa fase prematura della stagione (siamo solo ad inizio novembre), può portare a risvolti anche diametralmente opposti nel mese/mesi successivi.
Tuttavia a intravedere un inverno europeo più caldo e secco della norma ci sono anche le proiezioni del prestigioso modello europeo ECMWF che vede un inverno contraddistinto da lunghe fasi anticicloniche dove la corrente a getto polare scorrerebbe principalmente a latitudini elevate relegando gran parte del continente europeo a temperature più elevate della norma e precipitazioni più scarse della norma.
Non va però dimenticato che anche le previsioni stagionali fornite dagli enti ufficiali hanno dimostrato di avere una scarsa percentuale di realizzazione, a dimostrazione che siamo ancora ben lontani da una piena comprensione delle dinamiche atmosferiche che possa permetterci di delineare una vera e propria previsione con mesi di distanza (manca oltre un mese solo all’inizio dell’inverno astronomico). Pertanto, in questa sede, senza cercare di fornire certezze ci limiteremo ad affrontare ed analizzare la situazione attuale, cercando inoltre di capire ed inquadrare l’evoluzione futura descrivendo gli scenari meteorologici a livello europeo più probabili che secondo noi potremo attenderci da qui a fine anno.

Analisi del mese di Ottobre 2015
Per analizzare ed inquadrare la situazione attuale e cercare di indagare la situazione futura, non possiamo pertanto che partire dall’analisi del mese di Ottobre appena trascorso e dall’analisi di recenti studi, come l’OPI ed il SAI di Cohen, a carattere euristico-statistico, che hanno evidenziato delle importanti similarità tra alcuni fenomeni legati alla circolazione atmosferica del mese di ottobre e l’evoluzione della stessa nel corso del trimestre invernale, con particolare riferimento al valore dell’Oscillazione Artica AO.
Facendo riferimento ai concetti introdotti dall’OPI possiamo vedere come il mese di Ottobre sia stato caratterizzato da un vortice polare disposto con un asse molto inclinato (sud Groenlandia-Giappone) e con un centro di massa (principali nuclei di vorticità) posto sul settore nord-canadese (Fig.1), nonché da un moderato grado di ellitticizzazione (anomalia polare positiva e anomalia negativa alle medie latitudini Fig.2) dovuto all’azione delle due principali onde planetarie (indicate con la curva in rosso) che hanno mostrato un discreto grado di intrusività fino alla latitudini più settentrionali. Inoltre, dalla Fig.3, si può notare come le onde planetarie troposferiche si siano propagate facilmente anche nella media stratosfera (50mb) evidenziando un buon “coupling” tra le varie quote del vortice polare (ovvero una buona malleabilità dell’intera colonna d’aria del vortice polare da parte delle onde planetarie).

1
2

A questo punto, nell’ottica di abbozzare una prima linea di tendenza stagionale invernale, possiamo già fare già alcune considerazioni. Gli inverni caratterizzati da un vortice polare debole hanno presentato mediamente (ogni anno è caratterizzato oltre che da uno specifico asse del vortice anche da anomalie diverse) tutte e tre queste caratteristiche ovvero:
moderato grado di elliticizzazione (Fig4.);
centro di massa (zone con maggiori vorticità) distante dal settore artico nord siberiano (Fig.5);
una discreta propagazione e stazionarietà delle onde fin alla media stratosfera (Fig.6).


4

5

6-ok

Le caratteristiche di questo mese di Ottobre evidenziano la possibilità di avere un vortice polare mediamente disturbato per la prossima stagione invernale e quindi un inverno caratterizzato da una moderata attività d’onda planetaria che a più riprese potrebbe coinvolgere le medie latitudini con irruzioni di aria fredda. A supporto di questa analisi c’è anche il predictor di Cohen ( Il SAI – Snow advanced Index), che ha mostrato una correlazione molto elevata tra la velocità di avanzamento della copertura nevosa sulle zone euroasiatiche nel mese di ottobre al di sotto del 60° parallelo e l’Oscillazione Artica media che si registra nel successivo trimestre invernale (DJF AO). Quest’anno si è avuto un discreto tasso di avanzamento che lascerebbe presupporre una AO negativa in accordo all’analisi precedente.
Riguardo il valore dell’indice OPI, che come detto precedentemente si assesterebbe su un valore moderatamente negativo, quest’anno non ci è stato possibile pubblicarlo in quanto stiamo sviluppando e mettendo a punto un nuovo modello di calcolo molto più sofisticato che tuttavia è ancora in fase di studio.

Analisi del mese di Novembre 2015
Terminate le analisi e le considerazioni sul mese di ottobre, in ottica invernale, ora passiamo all’analisi di questo scorcio di Novembre. Esso è il mese di transizione tra la stagione autunnale e quella invernale, il mese nel quale il vortice si approfondisce maggiormente per cause radiative (mancanza di radiazione solare sulla zona polare), nonché il mese dove l’impronta circolatoria del mese di ottobre può essere trasmessa o meno alla successiva stagione invernale. A differenza di ottobre il mese di novembre non presenta, o ancora non sono state trovate particolari correlazioni con la successiva stagione invernale, soprattutto a livello troposferico, nell’anomalia geopotenziale o nello schema che assume il vortice in questo mese. Infatti, come detto all’inizio, approfondimenti dello stesso o anche forti anomalie geopotenziali possono portare ad effetti anche diametralmente opposti a livello circolatorio nel mese/mesi successivi. Tuttavia esistono a nostro avviso dei segnali che, indipendentemente dal valore di alcuni indici, come il NAM (che misura solo il grado di approfondimento del vortice ma non ci da’ informazioni sulle caratteristiche del vortice e disposizione delle onde planetarie), possono indirizzarci nell’ipotizzare scenari invernali caratterizzati da un vortice polare forte o meno.
Lo strumento principale che abbiamo nel corso del mese di novembre per comprendere le potenzialità del prossimo inverno, è sia quello di andare ad analizzare quei fattori che favoriscono o meno la propagazione dell’onda planetaria più importante, ovvero dell’onda asiatico-pacifica, che andare a verificare, già in questa prima fase stagionale, le caratteristiche di lunghezza d’onda e stazionarietà della stessa alle quote stratosferiche. Infatti, come ben noto, gli inverni caratterizzati da un vortice polare disturbato hanno presentato, già a fine novembre, una anomala wave 1 (considerato il periodo), ossia particolarmente energetica e discretamente stazionaria che ha prodotto una spiccata ellitticizzazione del VP.
In questa prima metà di novembre, come possiamo vedere dalla Fig. 7 e 8, abbiamo avuto un vortice troposferico caratterizzato da un asse e centro di massa praticamente identici a quelli di ottobre. Una simile configurazione del vortice in questa primissima fase, con un asse particolarmente inclinato, conformemente a quanto sta accadendo, porta ad un raffreddamento ed approfondimento del vortice soprattutto alle quote più alte in quanto il getto polare non va ad impattare veementemente sul continente eurasiatico, sfavorendo quindi la formazione di un’onda pacifica particolarmente energetica che possa allentare il rinforzo delle velocità zonali: in troposfera è normale assistere, come si è assistito, ad una AO particolarmente positiva con l’onda atlantica addossata al continente europeo.
Allo stesso tempo però una simile configurazione, ovvero una scarsa penetrazione del getto sul continente euroasiatico, favorisce la formazione precoce di una delle più importanti figure di disturbo al vortice polare, ovvero l’anticiclone termico russo-siberiano. Come mostrano i modelli di previsione, nei prossimi giorni si assisterà infatti alla formazione di un possente anticiclone termico. L’elevata azione di disturbo provocata da tale figura termodinamica porterebbe alla genesi di una onda pacifica, già a fine novembre, particolarmente energetica e discretamente stazionaria per il periodo, figura che potrebbe apportare un primo serio disturbo al vortice polare (Fig 9).
Come è ben noto inoltre, la posizione in cui l’onda pacifica riesce ad essere stazionaria è fortemente legata ai centri di convenzione sull’oceano Pacifico. Le proiezioni del prestigioso modello cfs2 a questo proposito, vedono per di dicembre uno spostamento e sostanziale rafforzamento dei centri di convenzione verso l’ovest pacifico (settori 7-8-1 della MJO) ovvero in una posizione molto favorevole alla stazionarietà dell’onda pacifica (Fig. 10).

7
8
9
10

L’energia a disposizione per la prevista forte attività convettiva centro pacifica, e quindi a favore di una wave 1 molto energetica e stazionaria, sarebbe fornita dalle forti anomalie positive delle acque del pacifico equatoriale: stiamo infatti vivendo un episodio di El Niño tra i più forti degli ultimi 30 anni.
Per quanto fin qui analizzato sembrerebbero esserci tutte le premesse per assistere ad un vortice polare invernale moderatamente disturbato.
Segnali in controtendenza per questa ipotesi emergono soprattutto dall’analisi dell’interazione tra attività solare e QBO. In un regime di moderata attività solare e di venti occidentali nella stratosfera equatoriale (QBO+), come quello che si sta progressivamente concretizzando con l’inizio di questa stagione invernale, per ragioni legate alla fotochimica dell’alta atmosfera, risulta essere ostacolata l’attività della BDC (Brewer-Dobson-Circulation) che ricordiamo essere quella cella di circolazione in cui l’aria tropicale muove verso i poli per sostituire l’aria discendente ai poli in seguito alle dinamiche di infrangimento d’onda planetaria (Fig.11). Pertanto, essendo la capacità delle onde planetarie di indebolire fortemente il vortice polare strettamente legata alla facilità con cui l’aria tropicale riesce a muoversi verso la zona polare, si può ipotizzare, in un siffatto contesto, che la principale onda planetaria (wave 1) quest’anno potrebbe trovare una maggiore difficoltà nel risultare intrusiva e stazionaria. Inoltre una BDC debole, ovvero una maggiore difficoltà dell’aria ad attraversare la tropopausa equatoriale, comporta un indebolimento degli alisei con la migrazione dei principali centri di attività convettiva sul pacifico orientale, cioè in una posizione molto sfavorevole alla stazionarietà dell’onda pacifica.
Tuttavia, in questa fase iniziale della stagione, a livello teleconnettivo viviamo ancora il lascito, soprattutto alle quote medio basse stratosferiche equatoriali, della precedente situazione teleconnettiva (QBO-, che chiaramente incide nel modo esattamente opposto della sua fase positiva sulla BDC) favorendo una maggiore facilità delle onda pacifica di risultare stazionaria e recare disturbi al vortice polare. Questo aspetto inoltre è evidenziato da una disposizione delle anomalie delle acque del pacifico equatoriale che vedrebbe un ulteriore spostamento, come detto in precedenza, delle anomalie e centri di convezione verso il pacifico occidentale. Queste considerazioni depongono per un inizio della stagione invernale, con particolare riferimento al mese di dicembre, che possa essere caratterizzata da un vortice polare disturbato (AO-) con una discreta attività d’onda planetaria capace di apportare irruzioni di aria fredda fin sulle medio-basse latitudini del continente europeo.
Il progressivo concretizzarsi del nuovo quadro teleconnettivo (con particolare riferimento all’affermarsi di una fase pienamente occidentale della QBO fino alle quote più basse della stratosfera equatoriale), e come supportato dalle proiezioni dei principali centri di calcolo, potrebbe tradursi, per gennaio e febbraio, con una ridotta capacità dell’onda planetaria pacifica di risultare stazionaria dovuta sia allo spostamento delle anomalie positive (diminuzione dell’intensità degli alisei) che dei principali centri di convezione sul pacifico orientale. Tale riduzione delle capacità intrusiva delle onde planetarie si tradurrebbe in un rinforzo del vortice polare e una minore dinamicità del tempo soprattutto alle medio-basse latitudini (AO+).
Tuttavia, in virtù della capacità di feedback che la BDC esercita (soprattutto nell’inverno boreale) sulla convezione pacifica, dalle quale essa stessa viene inizialmente influenzata (vedi articoli pubblicati circa due anni fa: “Facciamo un po di chiarezza“, “Facciamo un po di chiarezza 2“), è possibile che, in presenza di una evoluzione stratosferica particolare (come un forte warming a fine dicembre-inizio gennaio), la BDC riesca ad alterare l’evoluzione pacifica attualmente prevista dai centri di calcolo, rallentando lo spostamento verso est dei principali centri di convenzione equatoriale e favorendo cosi il prolungamento delle attuali condizioni favorevoli ad un vortice polare invernale disturbato (AO-).
Per quanto detto, dunque, la possibilità di assistere ad un periodo più prolungato delle condizioni di AO- è legata all’evoluzione stratosferica del mese di dicembre, ovvero al concretizzarsi o meno di un forte warming precoce, ad oggi possibile ma tutt’altro che scontato. In questo caso il segnale dei modelli SAI/OPI risulterebbe più veritiero rispetto alla visione dei principali modelli globali. In definitiva sarà quanto mai importante monitorare insieme lo sviluppo dell’attività d’onda nelle battute iniziali della stagione invernale. Per questo aspetto vi diamo appuntamento ai prossimi aggiornamenti.

11ok

Conclusione
Pertanto, visto il quadro teleconnettivo composto da molti fattori anche in controtendenza tra loro, e soprattutto considerando che siamo ancora distanti anche solo dall’inizio della stagione invernale, non ci getteremo certo in una previsione stagionale ma cercheremo di volta in volta di aggiornarvi sugli scenari più plausibili che in base alle nostre analisi riterremo più probabili. Allo stesso tempo però, l’ipotesi previsionale che formuleremo di seguito e che riteniamo più plausibile per l’inizio della stagione invernale, non solo è basata sull’analisi delle condizioni e sul quadro teleconnettivo attuali, ma anche sulla base del nostro studio (l’OPI) perché crediamo fermamente non solo nella bontà del nuovo modello che stiamo sviluppando, ma soprattutto nell’idea che l’analisi del mese di ottobre possa fornirci importanti informazioni sulla successiva stagione invernale.
Per tutto quanto detto fin’ora ci aspettiamo nelle prossime settimane un progressivo aumento della dinamicità della circolazione atmosferica con sempre più frequenti tentativi, soprattutto da parte dell’onda atlantica, di ergersi progressivamente alle latitudini più settentrionali. Inizialmente, a causa ancora delle elevate velocità zonali si potrebbe assistere ad un quadro circolatorio europeo caratterizzato da fasi nord-atlantiche seguite da rimonte anticicloniche. Nel corso del mese di dicembre, contestualmente alla riduzione delle velocità zonali, grazie come detto alla presenza di una wave 1 discretamente energetica e stazionaria, si potrebbe assistere ad una sempre più spiccata ed energica attività dell’onda atlantica con la possibilità di vedere in più occasioni il continente europeo alle prese con irruzioni di aria artica/artica-continentale.
L’asse del vortice e la posizione delle onde, come mostrato in Fig.12, suggeriscono inoltre la possibilità di interazione tra l’aria artica e flussi umidi occidentali. Come detto precedentemente, inoltre, l’analisi e la possibilità che la prevista attività d’onda per la fine di dicembre possa portare alla genesi di un importante evento stratosferico che potrebbe avere ripercussioni anche sulla seconda parte invernale, la rimandiamo al prossimo aggiornamento.

12


gubbiomet [ Sab 21 Nov, 2015 07:44 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Letto tutto riga per riga e devo tirarmi giù il cappello. Sono riuscito a capire quasi tutto. Anche la tesi finale la firmerei con il sangue. Neve in montagna e in collina per dicembre in attesa del botto.. (se ci sarà e se ci colpirà). Grazie Massi.


andrea75 [ Sab 21 Nov, 2015 10:38 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Bell'articolo Massi. Di materiale ogni anno ce n'è sempre di più. Ora sarà interessante tra 3 mesi fare le dovute considerazioni....


Fili [ Sab 21 Nov, 2015 12:34 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
tanto lavoro meriterebbe davvero di azzeccarci per una volta! complimenti!


gubbiomet [ Mar 24 Nov, 2015 10:06 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Obiettivo inverno, quanta neve è caduta finora sui Paesi del grande nord?

Autori: Luca Angelini | Lunedì 23 Novembre 2015 | Sezione: Cronaca Meteo



Quando si parte per un viaggio è imprescindibile accertarci se abbiamo carburante sufficiente per giungere a destinazione. Anche l'inverno sta per iniziare il suo lungo tragitto, un percorso che ci accompagnerà dal prossimo 1° dicembre per i successivi tre mesi. Di questi tempi, con la macchina climatica non certo favorevole, la stagione fredda dovrà certamente superare diversi ostacoli e deve perciò poter contare fin da subito su di un serbatoio di gelo ben rifornito.

Grazie alle rilevazioni satellitari questo importante particolare, utile anche in chiave predittiva, è accessibile sulla rete in tempo quasi reale e permette dunque di calarci nella realtà prima ancora di volare con la fantasia. Certo, perchè di gelo e neve negli ultimi giorni è stato scritto e detto molto, troppo, il più delle volte a sproposito. Urge allora andare a metter mano alla questione e andare a cercare il gelo là dove è di casa, non solo sulla calotta polare, ma anche sui territori continentali già innevati.

copertura1

La prima figura, elaborata dalla NOAA, ci mostra l'attuale copertura glaciale (colore giallo) e quella nevosa (colore bianco). La seconda, elaborata dalla Rutgers University, completa questo quadro suggerendoci quello che a noi più interessa, ovvero, quali anomalie si riscontrano a livello della copertura nevosa continentale. Eh si, perchè il serbatoio del gelo che potrebbe venire a noi destinato alla circolazione atmosferica, nasce proprio là, sugli sterminati campi innevati della pianura russo-siberiana.

Ebbene, nonostante la persistenza di un campo di alta pressione anomalo, l'Europa ne esce tutto sommato dignitosamente, con solo una lieve anomalia a cavallo della Russia europea. Di buon auspicio invece appare l'evidente cintura di ottimo innevamento sulla fascia asiatica centrale e la vasta porzione siberiana nella norma, quindi sufficientemente innevata.

copertura2

Bene, accertato che il serbatoio è potenzialmente rifornito, rimane ora da capire se il motore atmosferico sarà in grado di far partire questo freddo alla volta del Mediterraneo e dell'Italia. La "chiave di avviamento" delegata dall'indice NAM (ovvero dai flussi di ozono che regolano l'attività della circolazione circumpolare) pare non essere quella giusta. D'altra parte non di solo NAM vive l'inverno, dunque rimane ancora lecito sperare in una stagione che superi l'impasse deludente degli ultimi anni e ritrovi il suo candido fulgore.

Luca Angelini


Poranese457 [ Mar 24 Nov, 2015 10:29 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Obiettivo inverno, quanta neve è caduta finora sui Paesi del grande nord?

Autori: Luca Angelini | Lunedì 23 Novembre 2015 | Sezione: Cronaca Meteo



Quando si parte per un viaggio è imprescindibile accertarci se abbiamo carburante sufficiente per giungere a destinazione. Anche l'inverno sta per iniziare il suo lungo tragitto, un percorso che ci accompagnerà dal prossimo 1° dicembre per i successivi tre mesi. Di questi tempi, con la macchina climatica non certo favorevole, la stagione fredda dovrà certamente superare diversi ostacoli e deve perciò poter contare fin da subito su di un serbatoio di gelo ben rifornito.



Shhhhhhhhh però, sta cosa non la dite a Fili sennò poi deve buttare tutti i suoi testi di meteorologia!


Fili [ Mar 24 Nov, 2015 10:34 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Shhhhhhhhh però, sta cosa non la dite a Fili sennò poi deve buttare tutti i suoi testi di meteorologia!


salame guarda che in realtà sostiene ESATTAMENTE quello che dico io, ovvero:

è importante quanto freddo si accumula, assolutamente, ma AL POLO, da dove provengono le masse d'aria è questo il concetto che ho sempre sostenuto

per me è invece assolutamente ininfluente quanto freddo si accumula che so, in Danimarca, Scandinavia, Polonia, Russia, Ucraina, Balcani ecc. ecc., quello che tu chiami "serbatoio freddo" su est europa o nord europa...

Le masse d'aria fredde vengono da molto più lontano, è lassu che deve esserci il gelo... non ad Oslo o Sarajevo


Poranese457 [ Mar 24 Nov, 2015 10:46 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Eh si, dice esattamente quello che pensi tu


gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Autori: Luca Angelini | Lunedì 23 Novembre 2015 | Sezione: Cronaca Meteo



Grazie alle rilevazioni satellitari questo importante particolare, utile anche in chiave predittiva, è accessibile sulla rete in tempo quasi reale e permette dunque di calarci nella realtà prima ancora di volare con la fantasia. Certo, perchè di gelo e neve negli ultimi giorni è stato scritto e detto molto, troppo, il più delle volte a sproposito. Urge allora andare a metter mano alla questione e andare a cercare il gelo là dove è di casa, non solo sulla calotta polare, ma anche sui territori continentali già innevati.


La prima figura, elaborata dalla NOAA, ci mostra l'attuale copertura glaciale (colore giallo) e quella nevosa (colore bianco). La seconda, elaborata dalla Rutgers University, completa questo quadro suggerendoci quello che a noi più interessa, ovvero, quali anomalie si riscontrano a livello della copertura nevosa continentale. Eh si, perchè il serbatoio del gelo che potrebbe venire a noi destinato alla circolazione atmosferica, nasce proprio là, sugli sterminati campi innevati della pianura russo-siberiana.

Ebbene, nonostante la persistenza di un campo di alta pressione anomalo, l'Europa ne esce tutto sommato dignitosamente, con solo una lieve anomalia a cavallo della Russia europea. Di buon auspicio invece appare l'evidente cintura di ottimo innevamento sulla fascia asiatica centrale e la vasta porzione siberiana nella norma, quindi sufficientemente innevata.

Luca Angelini



Salame!


Fili [ Mar 24 Nov, 2015 10:54 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Eh si, dice esattamente quello che pensi tu


gubbiomet ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Autori: Luca Angelini | Lunedì 23 Novembre 2015 | Sezione: Cronaca Meteo



Grazie alle rilevazioni satellitari questo importante particolare, utile anche in chiave predittiva, è accessibile sulla rete in tempo quasi reale e permette dunque di calarci nella realtà prima ancora di volare con la fantasia. Certo, perchè di gelo e neve negli ultimi giorni è stato scritto e detto molto, troppo, il più delle volte a sproposito. Urge allora andare a metter mano alla questione e andare a cercare il gelo là dove è di casa, non solo sulla calotta polare, ma anche sui territori continentali già innevati.


La prima figura, elaborata dalla NOAA, ci mostra l'attuale copertura glaciale (colore giallo) e quella nevosa (colore bianco). La seconda, elaborata dalla Rutgers University, completa questo quadro suggerendoci quello che a noi più interessa, ovvero, quali anomalie si riscontrano a livello della copertura nevosa continentale. Eh si, perchè il serbatoio del gelo che potrebbe venire a noi destinato alla circolazione atmosferica, nasce proprio là, sugli sterminati campi innevati della pianura russo-siberiana.

Ebbene, nonostante la persistenza di un campo di alta pressione anomalo, l'Europa ne esce tutto sommato dignitosamente, con solo una lieve anomalia a cavallo della Russia europea. Di buon auspicio invece appare l'evidente cintura di ottimo innevamento sulla fascia asiatica centrale e la vasta porzione siberiana nella norma, quindi sufficientemente innevata.

Luca Angelini





Salame!



daje... ma quante volte ho letto che "non c'è freddo sull'Est europa, non c'è freddo sulla Scandinavia"... est europa non sono gli "sterminati campi innevati della pianura russo-siberiana", che stanno MOOOOOOLTO più lontani dei confini europei e soprattutto molto più a nord, verso il Polo, verso la Nuova Zemljia.

E' da lassù che viene il freddo, l'aria artico-marittima e l'aria continentale. Comunque ti faccio anche il disegnino to'!

schermata_2015_11_24_alle_10_50_41

ecco, credo sia chiaro!

E credo che Angelini la pensi esattamente così!


andrea75 [ Mar 24 Nov, 2015 12:48 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Disegnino di duuuubbio gusto!


Fili [ Mar 24 Nov, 2015 13:09 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
andrea75 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Disegnino di duuuubbio gusto!


maniaco! Era per fa capì...


gubbiomet [ Mar 24 Nov, 2015 13:33 ]
Oggetto: Re: Outlook Inverno 2015-2016
Il Meteo

METEO ITALIA: arriva l' ANTICICLONE (alta pressione) di Natale ? Torneranno NEBBIA e lo SMOG per 15, 20 o più di 30 giorni?
Un'imponente struttura di ALTA PRESSIONRE invaderà l'Italia a partire da domenica 29 novembre e potrebbe rimanerci per 1 mese se non venisse scalfita dal missile polare dell'8 Dicembre


Il ciclone F3 che tra giovedì e venerdì colpirà duramente il Centro-Sud, nel corso del weekend lascerà l'Italia dirigendosi verso la Grecia. Cosa succederà quindi dal 29 novembre in poi nel corso del mese di Dicembre?
SITUAZIONE
Un potente anticiclone, addirittura di 1030 hp ( hecto pascal, unità di misura dell'alta pressione, ndr ), dal Marocco e Spagna si muoverà verso il bacino del Mediterraneo, alimentato da aria decisamente mite, proveniente dal Sahara settentrionale. Entro il 2 dicembre l'anticiclone dominerà l'intero Paese e gran parte d'Europa, lasciando ai margini di esso l'aria fredda.
POSSENTE ALTA PRESSIONE COME A NOVEMBRE?
La struttura di alta pressione che il centro di calcolo europeo, ECMWF, con sede a Reading ( cittadina ad Ovest di Londra, ndr ) ci ha mostrato nell'aggiornamento di martedì 24 novembre, è veramente imponente, e come detto prima con la misura di 1030 hp, una misura di tutto rispetto e importante per capire la potenza dell'alta pressione. I presupposti per una durata di almeno 10-15 gg ci sono tutti, ma vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti per capire effettivamente quanto durerà l'alta pressione. Le alte pressioni invernali a volte hanno durate lunghissime, tutti voi ricorderanno il 1990 con 3 mesi di alta pressione.
CONSEGUENZE
La presenza di una grandiosa struttura di alta pressione sulla nostra Penisola, oltre a portare il bel tempo con ampio soleggiamento su molte regioni, oltre a favorire un generale aumento delle temperature, sia notturne che diurne, e addirittura con valori superiori alla media del periodo anche di 5/7°, è anche portatrice di aspetti non del tutto positivi. Aspetti che molti di noi, abbiamo vissuto nei primi venti giorni di novembre. In primis, tornerà a farci visita la nebbia, già da lunedì 30 novembre, ma poi anche martedì 1 dicembre ( vedasi mappa tecnica allegata ), sarà presente sulla pianura toscana, sarda e veneta con riduzioni della visibilità importanti. Con la presenza della nebbia poi, qualora questa non si sollevasse durante il giorno, avremo un accumulo di gas inquinanti e nocivi per la salute; gas incapaci di salire verso l'alto poiché trattenuti/intrappolati, dalla nebbia appunto. La nebbia si farà via via più presente man mano che l'alta pressione sosterà sul nostro Paese. Un altro aspetto da considerare inoltre è la temperatura. Se ove soleggiato, sarà mite con valori sopra la norma, ove nebbioso invece si manterrà bassa con clima umido e freddo.




Powered by Icy Phoenix