Da profano, nonostante le temp max elevate e la durata dell'irraggiamento solare molto lungo dovuto al periodo, le temp. min rimangono, per il momento qua in Brianza, accettabili...non trovate?
Ricordo le ondate di inizio agosto 2013 e metà agosto 2012 con minime di almeno 5° più elevate nonostante un minor irraggiamento...
Mauro
E' un discorso fatto più volte ;)
Ad inizio stagione estiva i terreni sono ancora freschi, specialmente quest'anno dopo un trimestre primaverile sottomedia termica.
Ciò favorisce un maggior "raffreddamento" dello strato d'aria prossimo al suolo con conseguenti minime più basse.
Con l'avanzare della stagione estiva invece i terreni mano a mano si scaldano e questo effetto refrigerante viene meno: ho semplificato molto il discorso ma spero di esser stato chiaro :bye:
Non è tanto questione di temperature del suolo, che ha una bassissima inerzia termica (poche decine di centimetri sotto alla superficie la temperature resta praticamente costante) e che quindi non influisce quasi per niente sulle minime notturne (il calore viene perso comunque molto rapidamente in certe condizioni), quanto alla presenza o meno di elevati tassi di umidità negli strati atmosferici, oltre che alla presenza di umidità notturna negli strati inferiori, quelli più prossimi al suolo.
Infatti è dimostrato che a giugno il suolo può raggiungere temperature superiori a quelle di luglio o agosto, perché l'irraggiamento solare è più intenso e l'atmosfera è più "trasparente", per una generale minore presenza di umidità negli strati atmosferici.
Una riprova è data anche dal caso dei deserti, dove di giorno si raggiungono e superano i 40-50°C, la notte le temperature possono tranquillamente crollare su valori al di sotto dei 10°C, e in alcuni casi anche più bassi.
Quindi sono le condizioni favorevoli o meno alla perdita di calore del terreno per irraggiamento notturno, a fare la differenza e non le "caratteristiche stagionali del suolo", ma le "caratteristiche stagionali dell'atmosfera".
Con l'avanzare della stagione calda, in regime anticiclonico, l'aria tende ad essere sempre più stagnate (minor ricambio d'aria per l'assenza delle irruzioni fredde e secche), e anche in assenza di una vera e propria inversione termica esistono picchi di umidità relativa notturni, causati proprio dal primo abbassamento delle temperature dopo il tramonto. La capacità dell'aria calda di contenere umidità è tale che con le alte temperature diurne si può anche avere una ur del 20%, ma basta la perdita di una decina di gradi per farla schizzare a valori molto più alti. Ecco, quindi, che proprio in quelle fasi della giornata, si vengono a formare invisibili strati d'aria (cielo al più biancastro) contenente molto vapore che inibiscono l'ulteriore raffreddamento per irraggiamento e anche la crescente sensazione di afa.
A soffrirne maggiormente saranno le pianure e le conche, dove l'aria calda del giorno avrà saputo incamerare grandi quantità di umidità, che la notte tenderanno a saturare l'aria, almeno parzialmente, impedendo la perdita di calore notturna per irraggiamento. Meglio le zone collinari e , naturalmente quelle montane, dove la brezza di monte riuscirà a dare conforto (l'aria in quota è di per sé più secca e favorisce la perdita di calore. Questo permette l'innesco della brezza serale/notturna che, però, non riesce a raggiungere il fondovalle e le pianure, dove una cappa di aria calda, umida ed immobile, ne impedisce l'arrivo).
:bye: