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Meteocafè - Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici



setra85 [ Gio 12 Dic, 2024 22:24 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Qui sotto invece la media dei primi dieci giorni di Dicembre, sempre su base media 91-20
Si può notare che l'attività convettiva prevalente genera un pattern circolatorio medio da EL nino debole


il fosso [ Dom 15 Dic, 2024 18:56 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Innanzitutto vi ringrazio per gli apprezzamenti, sapete che per me è una passione studiare la natura, e un piacere condividere nel forum quel che ritengo possa interessare.
Ma ci vuole tempo, sia per studiare e tenersi aggiornati, sia per cristallizzare nei post, in maniera il più comprensibile possibile, gli elementi che provo ad apprendere. Mi piacerebbe contribuire di più, ma non facendolo di lavoro e avendo anche altri interessi, posso usare solo pochi ritagli di tempo. Fortunatamente sono parecchi anni ormai che mastico sta roba, e mi viene un po’ più facile digerire e tradurre questioni in verità molto complesse, nei limiti delle mie possibilità amatoriali.

Provando a rispondere a tutti, si Fra, gli studi sono molti ma con risultati contrastanti… la realtà è che il sistema terra è di una complessità inimmaginabile, e le nostre conoscenze limitate… comunque ciò che pare emergere mettendo insieme i vari studi, è l’azione combinata ENSO-TONGA come causa principale, come ricordava Mirco, il vapore è il più potente dei gas serra, con valore più che doppio rispetto la Co2… ma ovviamente solo col tempo potremo saperne di più. In questo ha perfettamente ragione Leo, è presto e sarà importante capire anche l’eventuale percentuale, perché nessuno dimentica la pericolosa amplificazione antropica…

Per questo mi sono limitato a valutare l’attuale andamento attraverso le varie misurazioni reali. Come si diceva la coincidenza degli eventi è netta, vedremo come andrà


Francesco [ Lun 16 Dic, 2024 09:20 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Il tema è a dir poco appassionante ....
Tutto da seguire


Frasnow [ Lun 16 Dic, 2024 16:36 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie Paolo per le preziose spiegazioni e ti chiedo, se puoi, di commentare anche l'evoluzione delle prossime settimane a livello troposoferico e stratosferico.


Frasnow [ Mar 17 Dic, 2024 09:56 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Intanto sono un po' di giorni che GFS continua a vedere, a fasi alterne, un discreto disturbo ai danni del VPS con conseguente calo ed inversione dei venti zonali alle alte quote che sembra volersi propogare verso il basso. Vediamo se conferma.

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il fosso [ Mar 17 Dic, 2024 10:08 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Grazie Paolo per le preziose spiegazioni e ti chiedo, se puoi, di commentare anche l'evoluzione delle prossime settimane a livello troposoferico e stratosferico.


Metto qui alcuni elementi Fra, per non intasare il topic previsionale con considerazioni stagionali e sub stagionali; come sempre cercherò di non eccedere in tecnicismi inutili e poco comprensibili

Ricollegandomi al discorso che ben iniziato da Giagi di là, l’evoluzione dinamica del VPT/VPS, fa temere un evento estremo di tipo freddo; molti parametri suggeriscono questa possibilità, su tutti la lunga fase di bassi flussi (che abbiamo imparato essere il segnale primo per individuare e tentare di prevedere l’evoluzione strutturale del VPS);

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Questo indica una scarsa propagazione dei moti troposferici verso l’alto, che così “libero da impedimenti” è andato a raffreddarsi e ad accelerare fino a superare la soglia NAM che identifica gli “estremi “ di forza.

VPS che andrà ulteriormente approfondendo nell’immediato futuro;

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Ma già si vede una fase di rallentamento, per dislocazione euro/asiatica, stavolta su tutta la colonna;

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Come giustamente ricordava Giagi, la natura non ha “soglie”, quelle servono solo a noi per farne statistica… e le dinamiche naturali vanno sempre osservate senza preconcetti, e con la consapevolezza che ogni volta avranno delle peculiarità uniche e irripetibili…

Quindi andando a vedere l’evoluzione attuale, abbiamo potuto osservare già ad inizio stagione, un chiaro scollamento tra le dinamiche tropo e strato, che è anche motivo dell’approfondimento strato in fasi invece di dinamismo tropo anche forte… questo già da se ci da indicazioni su come le dinamiche tropo/strato potrebbero continuare ad essere poco correlate…
Non dico che le dinamiche T-S siano completamente slegate, la colonna era e rimane una, dico però di dare il giusto peso all’imprevedibilità di un sistema così caotico… quindi diffidate delle sentenze che potrebbero circolare in questi frangenti nei forum

Dico anche che le dinamiche troposferiche sono immensamente più incisive di quelle strato, per cui non mi sorprenderebbe se, con il terminare della fase di massimo raffreddamento radiativo (da metà gennaio circa), si inneschi una forte fase “intrusiva”; cioè una netta azione dal basso, magari a doppia onda vista la buona risposta dell’onda occidentale troposferica (W2).
Questo è ciò che mi frulla da un po’ in testa, ma sono solo considerazioni personalissime, ben lontane dall’essere mostrate nei GM, quindi prendetele con la poca considerazione che meritano.

Intanto vedremo se il VPT, dopo la prossima fase forte tornerà “dinamico” come credo;
Ci aggiorneremo


Poranese457 [ Mar 17 Dic, 2024 10:24 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Grazie Paolo per le preziose spiegazioni e ti chiedo, se puoi, di commentare anche l'evoluzione delle prossime settimane a livello troposoferico e stratosferico.


Metto qui alcuni elementi Fra, per non intasare il topic previsionale con considerazioni stagionali e sub stagionali; come sempre cercherò di non eccedere in tecnicismi inutili e poco comprensibili

Ricollegandomi al discorso che ben iniziato da Giagi di là, l’evoluzione dinamica del VPT/VPS, fa temere un evento estremo di tipo freddo; molti parametri suggeriscono questa possibilità, su tutti la lunga fase di bassi flussi (che abbiamo imparato essere il segnale primo per individuare e tentare di prevedere l’evoluzione strutturale del VPS);



Questo indica una scarsa propagazione dei moti troposferici verso l’alto, che così “libero da impedimenti” è andato a raffreddarsi e ad accelerare fino a superare la soglia NAM che identifica gli “estremi “ di forza.

VPS che andrà ulteriormente approfondendo nell’immediato futuro;



Ma già si vede una fase di rallentamento, per dislocazione euro/asiatica, stavolta su tutta la colonna;



Come giustamente ricordava Giagi, la natura non ha “soglie”, quelle servono solo a noi per farne statistica… e le dinamiche naturali vanno sempre osservate senza preconcetti, e con la consapevolezza che ogni volta avranno delle peculiarità uniche e irripetibili…

Quindi andando a vedere l’evoluzione attuale, abbiamo potuto osservare già ad inizio stagione, un chiaro scollamento tra le dinamiche tropo e strato, che è anche motivo dell’approfondimento strato in fasi invece di dinamismo tropo anche forte… questo già da se ci da indicazioni su come le dinamiche tropo/strato potrebbero continuare ad essere poco correlate…
Non dico che le dinamiche T-S siano completamente slegate, la colonna era e rimane una, dico però di dare il giusto peso all’imprevedibilità di un sistema così caotico… quindi diffidate delle sentenze che potrebbero circolare in questi frangenti nei forum

Dico anche che le dinamiche troposferiche sono immensamente più incisive di quelle strato, per cui non mi sorprenderebbe se, con il terminare della fase di massimo raffreddamento radiativo (da metà gennaio circa), si inneschi una forte fase “intrusiva”; cioè una netta azione dal basso, magari a doppia onda vista la buona risposta dell’onda occidentale troposferica (W2).
Questo è ciò che mi frulla da un po’ in testa, ma sono solo considerazioni personalissime, ben lontane dall’essere mostrate nei GM, quindi prendetele con la poca considerazione che meritano.

Intanto vedremo se il VPT, dopo la prossima fase forte tornerà “dinamico” come credo;
Ci aggiorneremo



Immenso tu, Paolo, ed immenso il lavoro che sta facendo praticamente da solo il ragazzo di Blue Unicorn (da te citato nel grafico) che si è essenzialmente sviluppato da solo un metodo di analisi meteorologica unico nel suo genere


Frasnow [ Mar 17 Dic, 2024 10:29 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Frasnow ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Grazie Paolo per le preziose spiegazioni e ti chiedo, se puoi, di commentare anche l'evoluzione delle prossime settimane a livello troposoferico e stratosferico.


Metto qui alcuni elementi Fra, per non intasare il topic previsionale con considerazioni stagionali e sub stagionali; come sempre cercherò di non eccedere in tecnicismi inutili e poco comprensibili

Ricollegandomi al discorso che ben iniziato da Giagi di là, l’evoluzione dinamica del VPT/VPS, fa temere un evento estremo di tipo freddo; molti parametri suggeriscono questa possibilità, su tutti la lunga fase di bassi flussi (che abbiamo imparato essere il segnale primo per individuare e tentare di prevedere l’evoluzione strutturale del VPS);


Questo indica una scarsa propagazione dei moti troposferici verso l’alto, che così “libero da impedimenti” è andato a raffreddarsi e ad accelerare fino a superare la soglia NAM che identifica gli “estremi “ di forza.

VPS che andrà ulteriormente approfondendo nell’immediato futuro;



Ma già si vede una fase di rallentamento, per dislocazione euro/asiatica, stavolta su tutta la colonna;

Come giustamente ricordava Giagi, la natura non ha “soglie”, quelle servono solo a noi per farne statistica… e le dinamiche naturali vanno sempre osservate senza preconcetti, e con la consapevolezza che ogni volta avranno delle peculiarità uniche e irripetibili…

Quindi andando a vedere l’evoluzione attuale, abbiamo potuto osservare già ad inizio stagione, un chiaro scollamento tra le dinamiche tropo e strato, che è anche motivo dell’approfondimento strato in fasi invece di dinamismo tropo anche forte… questo già da se ci da indicazioni su come le dinamiche tropo/strato potrebbero continuare ad essere poco correlate…
Non dico che le dinamiche T-S siano completamente slegate, la colonna era e rimane una, dico però di dare il giusto peso all’imprevedibilità di un sistema così caotico… quindi diffidate delle sentenze che potrebbero circolare in questi frangenti nei forum

Dico anche che le dinamiche troposferiche sono immensamente più incisive di quelle strato, per cui non mi sorprenderebbe se, con il terminare della fase di massimo raffreddamento radiativo (da metà gennaio circa), si inneschi una forte fase “intrusiva”; cioè una netta azione dal basso, magari a doppia onda vista la buona risposta dell’onda occidentale troposferica (W2).
Questo è ciò che mi frulla da un po’ in testa, ma sono solo considerazioni personalissime, ben lontane dall’essere mostrate nei GM, quindi prendetele con la poca considerazione che meritano.

Intanto vedremo se il VPT, dopo la prossima fase forte tornerà “dinamico” come credo;
Ci aggiorneremo


Vediamo se questa volta riesce a girare a nostro favore


GiagiMeteo [ Mer 18 Dic, 2024 09:00 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Intanto mi associo ai complimenti a Paolo per gli ultimi interventi, veramente una colonna portante del forum

Arriviamo a noi quindi. Siamo partiti già da inziio stagione con un vps abbastanza forte e ci troviamo nei giorni di minor radiazione assoluta.
Non veniamo da un periodo di flussi elevati ed ora stiamo per assistere ad un imminente low flux event nel momento in cui il disturbo a carico di W1 terminerà intorno il 22-23 dicembre.

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Avremo un'impennata dei venti zonali non indifferente a tutte le quote medio-alte della stratosfera.

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Abbiamo inoltre una colonna di vorticità potenziali già allineata in stratosfera e che tenderà, nei giorni immediatamente successivi al Natale, ad allinearsi anche in troposfera.

400kpv

600kpv

850kpv

Insomma, rispetto ad un paio di giorni fa la vedo più grigia. Se è vero che la troposfera detta sempre legge, è anche vero che se gli ultimi 12 km di atmosfera rimangono inerti dal basso, l'influenza dall'alto si può far ben sentire.
Perciò io credo che si andrà verso un low flux event importante, non so se già definirlo ESE cold. Probabilmente lo sarà da letteratura, nel senso che si supererà la soglia nam di +1,5 venendo da un periodo prolungato di bassi flussi. A quel punto la palla passerà al determinismo troposferico, per ora esso non sembra reagire più di tanto. La MJO sarà debole in fase 7, verosimilmente non riuscendo a dare abbastanza forza ad azioni ficcanti delle onde troposferiche.

7_debole


Il momento angolare atmosferico, dopo una fase abbastanza intensa che ha permesso un'ottima dinamicità delle onde planetarie, rientrerà più nei ranghi proprio dopo Natale.

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Insomma, a me tutto fa pensare ad un'inerzia troposferica. E' anche vero che abbiamo dalla nostra un ENSO neutro con comportamento, però, da debolmente positivo che tende ad amplificare eventuali azioni dei flussi di calore, una QBO+ associata ad un massimo solare che tendenzialmente riduce la forza del vps.
Come sempre, dunque, niente è facile e le forzanti da considerare sono moltissime e con effetti opposti, si tratta di soppesare tutto e di vedere alla fine chi prevale.
Io, sinceramente, non lo so , bisognerà attendere ancora un po' per vedere come andranno le cose e per riuscire a capire se e quanto sarà condizionante questo evento stratosferico.


Olimeteo [ Mer 18 Dic, 2024 11:56 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie, Gia. "Low flux event", appunto. Poi vedremo che ne scaturirà in troposfera quanto a pattern e configurazioni.


setra85 [ Mer 18 Dic, 2024 18:06 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Olimeteo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Grazie, Gia. "Low flux event", appunto. Poi vedremo che ne scaturirà in troposfera quanto a pattern e configurazioni.


Rigirala al contrario


Olimeteo [ Gio 19 Dic, 2024 01:40 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
[quote user="setra85" post="624190"]
Rigirala al contrario[/quote]

Immaginavo che potesse essere interpretato al rovescio. Intendevo semplicemente dire che, pur passando per una fase "low fluxes", staremo comunque a vedere come si "setterà" concretamente la troposfera, passo per passo.


il fosso [ Gio 19 Dic, 2024 08:42 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Gli eventi estremi di flusso come scrivevo sono certamente un parametro importante, ma rimangono “soglie” puramente statistiche.

Rispondendo a Giagi (che ringrazio ) vedi però che, osservando le cose in dinamico, la centralità, almeno nel prossimo periodo, sarà solo transitoria;
I modelli mostrano poi sbilanciamento siberiano, e questo crea attriti e ripartenza dei flussi;

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Certamente dovremo “scontare” una fase più o meno lunga di VP forte, ma continuo a pensare che ci sarà spazio per nuovo dinamismo…
Temerei di più un “irrigidimento” in prima armonica solo se stessimo andando incontro a NINA forte, ma non mi pare ci sia questa possibilità attualmente;

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Ribadisco che è una personalissima idea, maturata osservando il complesso teleconnettivo e l’evoluzione finora avuta, quindi di poco valore;
Lo sa solo la natura quello che vorrà fare

Vedremo


GiagiMeteo [ Gio 19 Dic, 2024 18:59 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Sì, diciamo che anche io intravvedo vari spiragli per evitare l'ESE cold proprio nel fatto che quest'anno la troposfera mi pare veramente molto reattiva e le fasi di quiete ed allineamento imminenti potrebbero benissimo essere essere transitorie.
Mi piace anche che la Madden stia venendo rivista con un'uscita sì debole ma non debolissima in 7 verso fine mese che potrebbe dare una "scossetta" alla colonna, aumentando il trasporto di calore verso il Polo ed evitando un condizionamento classico.
Ma qui siamo in mano al determinismo troposferico che è molto meno accurato di quello stratosferico quindi, per forza di cose, dovremo ancora attendere


il fosso [ Mer 25 Dic, 2024 10:30 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Urge un aggiornamento perché la prossima fase potrebbe risultare cruciale.

Cominciamo dicendo che l’andamento in strato ha seguito e seguirà le previsioni, cioè fase molto forte attuale, e azione “frenante” per dislocazione euro-asiatica.
Rispondo qui ad Oli, ricordando che la strato può essere importante perché è un volano, può (non sempre) acuire o smorzare le fasi tropo, ma non condiziona mai.

Qui l’andamento con la breve fase dí allineamento descritta da Giagi, e la successiva dislocazione frenante;

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Questa prima fase ci darà una parentesi in generale stabile, con temperature in graduale aumento, specie in quota, ma questo lo avevamo già capito da un po’. Quello che interessa è buttare lo sguardo oltre per capire quanto potrebbe essere lunga questa fase quieta.

Sappiamo che le dislocazioni euro-asiatiche possono avvicinare molto i flussi siberiani all’Europa, ma difficilmente questi riescono a spingersi fin verso il mediterraneo senza un adeguato sostegno canadese, perché è da lì che si generano le onde di blocco in Atlantico.

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Qui vediamo come i flussi del siberiano, senza sostegno canadese, tendano a raggiungere la Scandinavia ma poi a sfociare da est Groenlandia verso l’Atlantico, inviando onde positive di risposta verso l’Europa occidentale.

Ma già dal medio termine sembra che riprendano spinte dal Pacifico, che possono progressivamente ricreare vorticità canadese.
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Negli ultimi anni abbiamo visto molte volte questo meccanismo di forte anomalia canadese, con flussi artici che sfociano in oceano, coadiuvati anche da un getto basso atlantico molto attivo, probabilmente figlio dell’anomalia tropicale.

Quest’ultimo elemento nell’ultimo periodo sta venendo meno, almeno in parte, con una certa riduzione delle anomalie positive.
Anche la MJO pare far ben sperare , supportando l’attività d’onda;

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Osservando i segnali dominanti sembra che la “spallata” canadese possa riuscire.;
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L’immagine GIF, apritela e osservate come la forte anomalia canadese venga spinta verso Groenlandia e Atlantico, grazie a ulteriori spinte dal Pacifico e al conseguente approfondimento e affondo canadese.

Ciò devierebbe i flussi artico/artico-continentali verso l’Europa.
Vedremo se davvero stavolta riusciremo ad evitare “sbracate” artiche in atlantico, con onda sub-tropicale verso il mediterraneo, o rivedremo il solito film…

Aggiungo (per creare ulteriore suspense che al meteofilo piace ) che questa dinamica potrebbe decidere buona parte delle dinamiche stagionali.
Perché se andasse in porto l’affondo europeo con blocco atlantico, si svilupperebbe un’altra fase frenante il VP, che potrebbe sfociare anche in MMW, o comunque togliere qualsiasi possibilità di VP estremamente forte… mentre se non va in porto, il mancato blocco si potrebbe trasformare in fase opposta…
Seguiremo con interesse; Chi vivrà vedrà


Cyborg [ Mer 25 Dic, 2024 11:09 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie Paolo, analisi che è un bel regalo di Natale al forum


GiagiMeteo [ Mer 25 Dic, 2024 20:30 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Secondo me in questa fase è stato davvero importante il contributo della MJO in una fase forzante ed adatta alla ripartenza dei flussi come la 7. Se avessimo avuto una convezione nel cerchio o anche al difuori ma in fasi di "stanca" probabilmente ci sarebbe toccato sul serio l'ESE cold con condizionamento su tutta la colonna.
D'altronde l'allineamento delle vorticità sui piani isoentropici, bassi flussi di calore, momentum flux negativi erano tutti fattori propensi ad un rinforzo stabile e duraturo del VPT.
E invece ci ritroviamo a commentare un'azione di accentramento del vp assolutamente temporanea e con un'immediata risposta troposferica.
Devo essere onesto, non credevo che questa risposta ci sarebbe stata ad evitare un forte condizionamento ma, per fortuna, mi sbagliavo.
Ora vediamo effettivamente come prenderà piede la manovra di ripartizione di vorticità in troposfera e se un'azione forte dal Pacifico ed, eventualmente, dall'Atlantico potrà portare delle conseguenze in stratosfera.
Comunque periodo veramente interessante a livello di dinamiche di interazione strato-tropo ed anche veramente istruttivo dopo alcuni inverni in cui, invece, i due piani erano stati quasi scollegati.


Olimeteo [ Gio 26 Dic, 2024 01:34 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Riallacciandomi alla risposta che ha dato Paolo tra le righe (probabilmente riferita alla mia domanda/dubbio "condizionamento sì o no?" appiccicata in fondo all'analisi nell'altra stanza) e leggendo il termine "condizionamento" qui da parte di Giagi come in tante altre occasioni, anche dalla bocca di addetti ai lavori (giusto la Vigilia stavo seguendo un video didattico semplificato di Nucera al riguardo, ove si parla di pre-condizionamento e di condizionamento, coupling ecc.), tirando al solito in ballo soglie numeriche come il NAM, capiamo comunque che una soglia numerica non è un interruttore, premuto il quale, come per magia, si cambia mondo.
Insomma, questo termine o viene inteso ed usato "lato sensu", ovverosia per come lo ha precisato Paolo ("un volano che può acuire o smorzare le dinamiche troposferiche, ma non condiziona mai") o dobbiamo cambiare terminologia.


il fosso [ Gio 26 Dic, 2024 09:11 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Infatti Oli il problema è proprio ciò che si sottintende con la parola condizionamento, purtroppo ancora, dopo tanti anni di osservazione, continuano a circolare idee sbagliate sulle dinamiche T-S, e questo termine con la sua “ambiguità” le alimenta.

Rispondendo a Giagi vale lo stesso, la convezione tropicale è molto importante, un lungo periodo di bassa attività tende a produrre onde tangenti, e certamente aumenta la possibilità che il VP si stabilizzi. Ma anche questa è uno dei tanti parametri che in parte hai elencato, che letti come “freddi numeri” o “soglie statistiche” non possono raccontarci tutto dei dettagli su ciò che sta avvenendo.

Hai visto da solo, quando ne abbiamo discusso in privato, quante volte ho sbugiardato le varie sentenze forumistiche e puntualmente la natura ha fatto il suo corso…
Nei forum va proprio cambiato il paradigma osservativo, le letture statistiche vanno prese per quello che sono, importanti si, ma inutili se non si è in grado di leggere il qui ed ora… Questo perché come ho spiegato, la natura può produrre dinamiche simili ma MAI uguali, e noi se vogliamo cercare di capire cosa sta avvenendo, dobbiamo essere bravi ad osservare ciò che è in quel momento… e anche stavolta , al di là di ciò che avverrà da noi, ne abbiamo avuto un grande esempio dalla natura


setra85 [ Ven 27 Dic, 2024 21:42 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Infatti Oli il problema è proprio ciò che si sottintende con la parola condizionamento, purtroppo ancora, dopo tanti anni di osservazione, continuano a circolare idee sbagliate sulle dinamiche T-S, e questo termine con la sua “ambiguità” le alimenta.

Rispondendo a Giagi vale lo stesso, la convezione tropicale è molto importante, un lungo periodo di bassa attività tende a produrre onde tangenti, e certamente aumenta la possibilità che il VP si stabilizzi. Ma anche questa è uno dei tanti parametri che in parte hai elencato, che letti come “freddi numeri” o “soglie statistiche” non possono raccontarci tutto dei dettagli su ciò che sta avvenendo.

Hai visto da solo, quando ne abbiamo discusso in privato, quante volte ho sbugiardato le varie sentenze forumistiche e puntualmente la natura ha fatto il suo corso…
Nei forum va proprio cambiato il paradigma osservativo, le letture statistiche vanno prese per quello che sono, importanti si, ma inutili se non si è in grado di leggere il qui ed ora… Questo perché come ho spiegato, la natura può produrre dinamiche simili ma MAI uguali, e noi se vogliamo cercare di capire cosa sta avvenendo, dobbiamo essere bravi ad osservare ciò che è in quel momento… e anche stavolta , al di là di ciò che avverrà da noi, ne abbiamo avuto un grande esempio dalla natura


Da aggiungere senza alcuna polemica che la natura è espressione di un campo di forze e in un campo di forze c'è chi ha un maggior peso specifico rispetto alle altre forzanti nel sistema.
Il pacifico intertropicale ( ENSO ) per questioni di grandezza è chiaramente la forzante più grande e genera relativamente a dove avviene la cessione di calore latente e sensibile, importanti modifiche alla circolazione generale, visibili tramite la media delle anomalie e ascrivibili a quello che comunemente viene chiamato Pattern o Tipo di tempo.
Weather regime ( WR ) per gli amanti della lingua anglosassone.
Chiaro che le dinamiche prodotte in maniera similare ma mai uguali
sono ascrivibili al fatto che il segnale uscente dal pacifico ( calore latente e sensibile da redistribuire ) deve inter connettersi con la redistribuzione del calore che già sta avvenendo in quel momento e che viene comunemente datata tramite indici atmosferici della troposfera stranoti ( AO, NAO, SCAND etc etc ) e della stratosfera ( QBO ) e indici oceanici ( PDO, AMO etc etc.. ).
Dunque l’ENSO (come anche la MJO) è assimilabile ad un generatore di impulso d’onda ad alta frequenza che si propaga nel sistema e interagisce con altri segnali alcuni dei quali li ho già citati poco sopra.


Frosty [ Sab 04 Gen, 2025 14:41 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Scusate il disturbo ! Ma la MJO in fase 1di bella magnitudo ci può venire in conto con una bella HP e quindi magari più possibiltà per noi italiani?


GiagiMeteo [ Sab 04 Gen, 2025 16:27 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
La MJO adesso farà tutto fuorché aiutarci ad evitare un condizionamento potente
Infatti la bella magnitudo sarà in fasi non particolarmente significative per noi, tipo appunto la 1 e la 2, che sono correlate in generale con un assetto del vp poco propenso ad onde intrusive.
Infatti queste sono fasi della convezione tropicale che propendono ad un assetto AD+ o zonale puro con le attuali condizioni teleconnettive.

nada1

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Secondo me adesso ci siamo. Se fino ad ora abbiamo evitato un condizionamento vero grazie alla reattività troposferica, nella fase post 10-12 gennaio io non mi sento di escluderlo.
Se infatti finora abbiamo visto gli impulsi stratosferici fermarsi alla bassa stratosfera (100-150 hPa), le previsioni ci dicono che all'inizio della seconda decade l'allineamento della colonna del vp possa propagarsi anche a questi piani isobarici e dunque fino in troposfera.

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Le mappe qui sopra si riferiscono alle quote di 10, 50 e 100 hPa. Si nota come più in alto si vengano a formare attriti sul bordo del vps normali in condizioni di forti velocità zonali ma tutti a carico di una cresta d'onda. Essi non sono in grado minimamente di scalfire il core del vps, tanto che le vorticità potenziali alle varie quote isoentropiche (che non metto altrimenti verrebbe un post decisamente troppo pesante) saranno quasi perfettamente allineate.
Tra l'altro azione di W1 anche in esaurimento sia a livello di ampiezza sia a livello di trasporto di calore come ben si può evincere da questi 2 grafici.

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Insomma, secondo me la situazione non si mette bene nell'ottica di evitare un condizionamento da ESE cold. Questo non dev'essere per forza un male. Infatti, secondo me, l'assetto che verrà a formarsi in Atlantico grazie al forcing pacifico unito all'iniezione di vorticità dalla stratosfera (che indicativamente potrebbe iniziare attorno all'11-13) potrà portare ad un'onda lunga in oceano che già molti gm vedono e che potrebbe regalarci vari giorni di condizioni invernali.
Vedremo se andrà così, la natura ci ha già insegnato quanto imprevedibile possa essere e, specie in questo periodo di repentini cambiamenti degli schemi climatici acquisiti, vale ancor di più il detto "chi vivrà vedrà".


Frasnow [ Mer 15 Gen, 2025 10:39 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
È qualche giorno che il blu inizia a diventare prevalente, bolle qualcosa in pentola?
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GiagiMeteo [ Ven 17 Gen, 2025 09:04 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Buongiorno, è necessario dare un update sulla situazione stratosferica.
Eravamo rimasti con la mia personalissima idea di un condizionamento più "canonico" da ESE cold nella seconda decade di gennaio.
Si è effettivamente vista una certa ricompattazione delle vorticità attorno al Polo, la quale ha anche veicolato un'azione dell'hp azzorriano che ha permesso la discesa fredda sulla penisola che stiamo ancora sperimentando.
Questo ricompattamento è stato molto lontano, però, dalle situazioni più estreme di vortice chiuso grazie, soprattutto, ad un'azione ad una cresta molto attiva sia in troposfera che in stratosfera.
Ai "piani alti" questa situazione è prevista continuare così anche nel lungo termine, si vede bene dalle mappe ECMWF a 10 hPa.

1w_pattern

Più in basso la situazione è diversa.
La novità è arrivata da qualche giorno a questa parte e consiste nella previsione dell'inizio di un 2-wave pattern, con 2 creste d'onda su cui verranno canalizzati i flussi. In realtà, in troposfera questa cosa già sta avvenendo ed è previsto che la media e bassa stratosfera si allineeranno con questa condizione.
Ecco qualche mappa per spiegare cosa intendo

Troposfera

2_w_trop


100 hPa

2_w_100hpa


50 hPa

2_w_50hpa


30 hPa

2_w_30hpa


Come si può notare, più si sale e più l'azione a due creste sembra debole.
In realtà i grafici dell'ampiezza d'onda (che non sto a mettere per non appesantire troppo) ci dicono che anche a 10 hPa agirà un 2-wave pattern, il tutto veicolato dalla troposfera. Ma più si sale in stratosfera e più, quest'anno, troviamo venti zonali sparati.
E se i flussi di calore, che quelli sono, vengono divisi su 2 creste invece che 1 ovviamente troveranno più difficoltà a intrudere delle vorticità coese e forti come sono alle medio-alte quote.
Questo pattern che, ripeto, è frutto di un'azione della troposfera sulla stratosfera sembra che avrà un "rimbalzo" dunque che si concluderà un tipo di dinamica S-T, cioè con la stratosfera che condizionerà la troposfera.
Lo si può capire dai flussi di momento negativi, che indicano una penetrazione di aria fredda e pesante dall'alto verso i nostri piani isobarici.

mom_flux_neg

Quest'azione potrebbe essere, secondo me, responsabile del traferimento di vorticità verso il pieno Atlantico (coadiuvato anche dalla MJO) e successivamente verso l'Europa occidentale.
Tutto ciò andrà a "scontrarsi" col pattern a 2 onde preesistente il quale forzerà verosimilmente un abbassamento del fronte polare e la possibilità dell'apertura di una fase polare-marittima dopo il 22-24 gennaio.
Ma questo è materiale da analisi modelli


il fosso [ Ven 17 Gen, 2025 19:53 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Come preannunciato proverò a spiegare come realmente funzionano le interazioni fra i piani isobarici del VP, specie tra VPT e VPS.

Il CONDIZIONAMENTO da stratosfera non esiste come forzante in grado di incidere, in maniera direttamente proporzionale alla sua forza, esiste come INFLUENZA, ma esiste, SEMPRE, in qualunque situazione di forza o debolezza del VPS ... nei paper scientifici si trova descritta per le fasi EXTREME (strong/weak) perché quella che è la "normale" ingerenza delle vorticità potenziali stratosferiche sulle vorticità troposferiche, diventa percentualmente importante nei grandi vortici che riescono a sincronizzarsi con vorticità analoghe in troposfera.

In pratica, la stratosfera NON PUO' influire sulla troposfera in senso generale, ha gradiente termico inverso e densità enormemente inferiore, è la troposfera che con le sue azioni Rossby (onda negativa e onda positiva di risposta) trasmette quantità di moto e calore verso la stratosfera.

Nei vortici non c'è trasmissione di calore, un vortice è una "depressione" nell'aria, lo dovete immaginare come un’avvallamento semisferico in un altopiano (per es la tropopausa) ... QUINDI un vortice forte stratosferico va a incidere sulla tropopausa con una ansa depressa e questa ovviamente avrà un qualche tipo di ingerenza con ciò che accade sotto, specie nelle fasi in cui le anse “combaciano” con i grandi vortici troposferici… ecco dove sta il “condizionamento", è una ingerenza nell'equilibrio della tropopausa ... ma ciò avviene sempre, per ogni vortice, anche nel caso di VP weak estremo, sono le due vorticità a creare trasmissione attraverso la tropopausa in caso di sincronizzazione con vorticità troposferiche.

Allora uno Extreme strong vortex event avviene quando abbiamo un VPS estremo e con asse centrale, e l'ansa in tropopausa va a sincronizzarsi con vorticità troposferica… questo dunque può avvenire solo centralmente o molto vicino al Polo geografico, perché i vortici dislocati dal centro non sono stabili, oscillano e si muovono, creando attriti e intercicloni, e solo temporaneamente possono “combaciare” con influenze da VPS…
Di norma infatti accade che NON c'è sincronismo perché gli attriti che ci sono in troposfera non consentono un vortice polare stabile…


Insomma, spero si capisca almeno qualcosa; in pratica condizionamento teorico esiste sempre, le vorticità sono veicoli di "connessione" tropo-strato. Gli studi menzionano le fasi estreme in cui le vorticità diventano sincroniche per lungo tempo, vuol dire flussi molto anomali negativi su tutta la fascia tropo-stratosferica ... non è facile, le cose dipendono da tanti fattori e molti sono anche casuali, come trova la trasmissione di un onda trasmettendosi in strato, come stanno fluendo i flussi in strato .. molto difficile , ma penso che a grandi linee possiate intuire come possano agire i moti caotici sui vari piani, e come sommariamente avvolte possano allinearsi verticalmente.

Allineandosi il vortice si approfondisce e accelera, e ciò porta un concentramento di massa verso il polo; così subisce sempre minori inserimenti di flussi destabilizzanti verso il suo core, dall’esterno verso l’interno, cioè dalla cintura tropicale alle varie altezze, verso il centro… e anche sempre minori attriti interni alle varie altezze, perché i vortici artici tendono a raggrupparsi fino a formare un unica massa priva di intercicloni…

Così il VP ormai stabile, fa quello che fanno i vortici barotropi (lo vediamo spesso nei cut-off), ruotano su loro stessi alimentandosi del differenziale termico-barico tra il centro e l’esterno, finché l’equilibrio termo-dinamico non viene rotto, nel caso del VP dall’’avanzare della stagione…

Le varie soglie di cui parlano nei forum riguardano il fatto che "statisticamente" le fasi di strong vortex mostrano il superamento di quelle soglie .. NON DICONO il contrario, NON succede NIENTE se si superano tali soglie, NIENTE di definito, NON SCATTA NESSUNA condizione diversa…
Semplicemente si sta nella condizione minima statistica per poter avere un evento estremo, ma la maggior parte delle volte NON SI HA stabilizzazione, si hanno solo fasi transitorie di influenza, e ovviamente più a lungo permane la condizione di VPS estremo, più è probabile che ad un certo punto i due piani trovino equilibrio.
Ma semplicemente perché ovviamente maggiore è la durata, maggiori sono le probabilità di sincronismo, ASSOLUTAMENTE NON perché il VPS estremo rende automaticamente forza al VPT, questa è una cazzata gigantesca che circola da anni nei forum, e che continua a farlo nonostante le decine di studi che possono essere letti sull’argomento, o anche semplicemente la possibilità di consultare le rianalisi sugli andamenti passati nelle dinamiche T-S.

Questi i principali elementi che regolano le dinamiche di interazione, poi ci sono anche altri fattori secondari che ora proverò a spiegare, ma prima vorrei fare alcuni esempi storicamente rilevanti, di superamento di soglia NAM, o accadimento di low flux event, nei quali il VP ha successivamente mostrato evoluzioni anche diametralmente opposte…

img_8165

Inverno 19/20; Qui un esempio di VP estremo. Vedete come un VPT molto forte ha causato una progressivo approfondimento di VPS, ma si è dovuti arrivare a febbraio per avere una colonna “solidale”… quindi una lunga fase AO+…
img_8163

Inverno 13/14; due fasi di VPT forte tra novembre e dicembre, che hanno portato a superamento di soglia NAM, ma il VPT guarda un po’ manco s’è accorto dopo le fasi forti, a “ballato” neutro-negativo…

img_8164

Inverno 15/16; qui abbiamo un esempio di come un VP estremo possa comunque cedere di schianto… Dicembre con colonna solidale che fa credere ad una lunga stabilizzazione, invece a Gennaio AO negativissima!!!… questo anno è molto didattico perché il VPS rimane medio/forte, e si leggono molto bene le fasi di influenza transitoria che possono accadere con VPT dinamico che temporalmente ha fasi di accentramento… questo è anche tipico di ENSO+, ma non mettiamo troppa carne al fuoco

Ora due esempi importanti, perché impressi nella memoria orticellistica collettiva;

img_8162

Inverno 11/12…VPT forte con fasi di colonna solidale ad inizio inverno, poi MMW displacement… e ricordiamo tutti come andò anche da noi…
img_8174

Inverno 04/05… VPS estremo, con fasi di colonna solidale, ma il VPT “se ne sbatte” e rimane molto dinamico con fasi di AO molto negativa… e anche qui penso che in molti ricordano come andò anche da noi… questo anno è molto didattico anche perché fa capire le potenzialità di inverni con VPS forte e VPT dinamico… farò una parentesi anche su questo punto.

Insomma abbiamo visto come non esistano soglie…le cose vanno osservate SEMPRE, senza preconcetti… e avrei potuto fare tanti altri esempi…

Dicevo sopra, va chiarito anche un altro punto. Spesso mi avrete sentito nominare un VPS forte come "pericoloso", non solo perché può andare a colonna solidale se il VPT “collabora” ma anche perché le sue linee zonali possono più facilmente contrastare le trasmissioni d'onda (moto e calore) verso la medio-alta stratosfera e quindi fanno da "impedimento" per lo sviluppo e amplificazione d'onda ... quindi più facilmente possono portare a smorzamento delle attività d'onda fino ANCHE a situazione estrema ... ma di solito questo avviene dopo una lunga fase di una troposfera poco dinamica che manda pochi scossoni in stratosfera ... l'esempio classico del 2020 con oltre un mese di AO+ troposferica e bassi flussi ... e a febbraio si entrò in fase estrema ... fino a tutto aprile, e ci furono dei sobbalzi troposferici solo dopo metà aprile ..

Ma abbiamo visto come nel 2005 nonostante il superamento di quelle ca**o di soglie fin da metà dicembre, e con permanenza di VPS forte, non si raggiunse MAI condizione estrema perché la troposfera continuò a essere dinamica e non consentì il placarsi delle attività d'onda, anzi, da metà gennaio, come ricordiamo, queste si amplificarono colpendoci ripetutamente.

Qui l’altra parentesi. Un VPS estremo è pericoloso, ma ha anche grandi potenzialità (2005…) perché mantenendo tese le linee zonali, e amplificando i vortici troposferici per temporanee influenze, donano forza dinamica al VPT, che in caso di estensione d’onda si trasmette come massiccia estrusione artica… insomma gli affondi artici possono essere più estesi ed insistenti…

Parentesi sulla MJO. Anche qui siamo soliti usare gli schemi di anomalie che emergono come segnali di risposta alle varie fasi in determinati stati ENSO.
Ma dobbiamo essere consapevoli che:

1. Gli schemi di anomalia sono il risultato della somma di anomalie che possono avere distribuzione molto differente dal risultato (es. due casi di NAO opposta sommati danno NAO neutra…)
2. Gli schemi di anomalie riguardano un set di dati molto limitato (alcuni decenni sono nulla rispetto all’infinita variabilità delle forzanti meteo/climatiche), quindi tocca essere fortunati per avere esempi attinenti allo schema teleconnettivo corrente…

Quindi va principalmente osservato come intensità e posizione di incidenza…

Insomma non abboccate alle leggende forumistiche, la Natura NON ha soglie, siamo noi che guardiamo statisticamente le cose e sappiamo che QUANDO avvengono queste soluzioni estreme troveremo che quelle soglie sono state superate, ma NON è vero il contrario, il superamento di una soglia, o una certa statistica, non ci dicono niente se non osserviamo le situazioni di contorno…
di più non so' che dirvi, sono innumerevoli le volte che abbiamo superato NAM 1,5 e non è successo proprio niente, idem con i flussi bassi a -5,5 ecc.. ecc... la Natura è molto variabile e imprevedibile, NON HA SOGLIE!
Non accettate schemi precostituiti che non siano le leggi della fisica atmosferica conosciute e usate dalla Scienza !


Parentesi sull’inverno attuale.
Certamente abbiamo un “pericolo” di stabilizzazione, certamente non veniamo da anni favorevoli, ma abbiamo visto le potenzialità di accoppiata VPS forte/VPT dinamico…
Io suggerisco di osservare, senza preconcetti o aspettative di nessun tipo.
Spero che apprezzerete sto pipponne
È stata una faticaccia, ma non tornerò più sull’argomento, chi vuole capire capirà


Frosty [ Ven 17 Gen, 2025 20:29 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Mamma mia Paolo ...che spettacolo! Grazie di tutto


alias64 [ Ven 17 Gen, 2025 21:07 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Che iè voe di...


andrea75 [ Ven 17 Gen, 2025 21:30 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie Paolo!


Olimeteo [ Sab 18 Gen, 2025 00:38 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
"Sto pippone" e "ste c___o di soglie" "ad artem" per "inscatolare ciò che è fluido" sono ben accette.

Una curiosità: laddove apri "un'altra parentesi" fai riferimento anche ai casi cosiddetti di "riflessione d'onda"? Tipo quello accaduto in questo periodo nel nordest America?

Passando alla spicciola statistica - ma in tal caso è materia più accetta - quanto è veritiera la correlazione che più e più volte ho sentito chiamata in causa anche dai Nucera "et alii"? Ovvero che anche in casi di ESE WARM conclamato (e split) le ripercussioni per le nostre lande sono percentualmente scarse? Non so se sono stato chiaro.


Carletto89 [ Sab 18 Gen, 2025 14:35 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Sempre grande Paolo! Contributo di gran livello! Grazie davvero


and1966 [ Sab 18 Gen, 2025 14:48 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grande Paolo. Complimenti!


Gab78 [ Sab 18 Gen, 2025 18:50 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Paolo & c. ce li abbiamo solo noi...


setra85 [ Dom 19 Gen, 2025 06:24 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Non so se qualcuno saprà di cosa sto parlando ma ci provo lo stesso.
Il fiume di correnti d'alta quota, facenti capo alle correnti a getto oscilla periodicamente e riceve energia dalle basse latitudini,specie equatoriali pacifiche, quanto oceano più grande al mondo.
Specie nel mentre della stagione fredda boreale, le zone in cui avviene la convezione Inter tropicale indo pacifica stanno alla base del disegno che prendono le onde, specie nella loro ampiezza.
Il fronte polare, identificabile sul piano isobarico con la 552 DAM e facente capo in quota dal getto polare, è il confine in cui si scontrano masse d'aria totalmente differenti, di origine subtropicale e di origine polare/artica.
Quando specificatamente in area Italiana il fronte polare è presente nella media Invernale, l'Inverno in area mediterranea ed Europea trascorre mediamente sotto l'influenza di masse d'aria di origine polare/artica.
Dunque ci si trova di fronte ad un raffreddamento della massima importanza, in quanto il flusso principale scorre mediamente basso.
In Italia climatologicamente in Inverno il fronte polare trovasi mediamente tra i 42 e i 47 gradi nord.
La re analisi della media assoluta del Gpt individua gli inverni ( pallini ) con queste coordinate più o meno propensi a essere dominati dal flusso principale, con tutte le conseguenze del caso, tra cui ondate di freddo anche molto importanti.
Nel grafico l'isobara dei 5525 si trova a centro grafico, a identificazione della media climatologica.
Gli inverni al pari della 5525 o al di sotto, sono Inverni trascorsi come sopra descritti, prevalentemente a curvatura ciclonica, mentre gli inverni al di sopra della 5525, circolazione cicloniche secondarie con masse d'aria meno fredde o a carattere anticiclonico con ingressi di aria subtropicali.
Quel che ne esce dal grafico è che non è la NAO, l'AO o l'EA a determinare la media dell'Inverno europeo e Mediterraneo, bensì la propensione della cresta atlantica a essere più o meno attiva e a questo ci si rifà all'origine convettiva intertropicale.


setra85 [ Dom 19 Gen, 2025 06:26 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
L'inverno in corso, nonostante l'EA negativo dominante, non presenta una cresta atlantica abbastanza attiva a generare blocchi alle alte latitudini.
Il fronte polare scorre alto di latitudine e l'Italia trovasi con circolazioni secondarie.
Nonostante ciò, per esempio, il Nord est italiano vede un influenza dominante dal primo quadrante, come aria entrante.
Comunque in un contesto prevalentemente secco.


setra85 [ Dom 19 Gen, 2025 16:40 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Come preannunciato proverò a spiegare come realmente funzionano le interazioni fra i piani isobarici del VP, specie tra VPT e VPS.

Il CONDIZIONAMENTO da stratosfera non esiste come forzante in grado di incidere, in maniera direttamente proporzionale alla sua forza, esiste come INFLUENZA, ma esiste, SEMPRE, in qualunque situazione di forza o debolezza del VPS ... nei paper scientifici si trova descritta per le fasi EXTREME (strong/weak) perché quella che è la "normale" ingerenza delle vorticità potenziali stratosferiche sulle vorticità troposferiche, diventa percentualmente importante nei grandi vortici che riescono a sincronizzarsi con vorticità analoghe in troposfera.

In pratica, la stratosfera NON PUO' influire sulla troposfera in senso generale, ha gradiente termico inverso e densità enormemente inferiore, è la troposfera che con le sue azioni Rossby (onda negativa e onda positiva di risposta) trasmette quantità di moto e calore verso la stratosfera.

Nei vortici non c'è trasmissione di calore, un vortice è una "depressione" nell'aria, lo dovete immaginare come un’avvallamento semisferico in un altopiano (per es la tropopausa) ... QUINDI un vortice forte stratosferico va a incidere sulla tropopausa con una ansa depressa e questa ovviamente avrà un qualche tipo di ingerenza con ciò che accade sotto, specie nelle fasi in cui le anse “combaciano” con i grandi vortici troposferici… ecco dove sta il “condizionamento", è una ingerenza nell'equilibrio della tropopausa ... ma ciò avviene sempre, per ogni vortice, anche nel caso di VP weak estremo, sono le due vorticità a creare trasmissione attraverso la tropopausa in caso di sincronizzazione con vorticità troposferiche.

Allora uno Extreme strong vortex event avviene quando abbiamo un VPS estremo e con asse centrale, e l'ansa in tropopausa va a sincronizzarsi con vorticità troposferica… questo dunque può avvenire solo centralmente o molto vicino al Polo geografico, perché i vortici dislocati dal centro non sono stabili, oscillano e si muovono, creando attriti e intercicloni, e solo temporaneamente possono “combaciare” con influenze da VPS…
Di norma infatti accade che NON c'è sincronismo perché gli attriti che ci sono in troposfera non consentono un vortice polare stabile…


Insomma, spero si capisca almeno qualcosa; in pratica condizionamento teorico esiste sempre, le vorticità sono veicoli di "connessione" tropo-strato. Gli studi menzionano le fasi estreme in cui le vorticità diventano sincroniche per lungo tempo, vuol dire flussi molto anomali negativi su tutta la fascia tropo-stratosferica ... non è facile, le cose dipendono da tanti fattori e molti sono anche casuali, come trova la trasmissione di un onda trasmettendosi in strato, come stanno fluendo i flussi in strato .. molto difficile , ma penso che a grandi linee possiate intuire come possano agire i moti caotici sui vari piani, e come sommariamente avvolte possano allinearsi verticalmente.

Allineandosi il vortice si approfondisce e accelera, e ciò porta un concentramento di massa verso il polo; così subisce sempre minori inserimenti di flussi destabilizzanti verso il suo core, dall’esterno verso l’interno, cioè dalla cintura tropicale alle varie altezze, verso il centro… e anche sempre minori attriti interni alle varie altezze, perché i vortici artici tendono a raggrupparsi fino a formare un unica massa priva di intercicloni…

Così il VP ormai stabile, fa quello che fanno i vortici barotropi (lo vediamo spesso nei cut-off), ruotano su loro stessi alimentandosi del differenziale termico-barico tra il centro e l’esterno, finché l’equilibrio termo-dinamico non viene rotto, nel caso del VP dall’’avanzare della stagione…

Le varie soglie di cui parlano nei forum riguardano il fatto che "statisticamente" le fasi di strong vortex mostrano il superamento di quelle soglie .. NON DICONO il contrario, NON succede NIENTE se si superano tali soglie, NIENTE di definito, NON SCATTA NESSUNA condizione diversa…
Semplicemente si sta nella condizione minima statistica per poter avere un evento estremo, ma la maggior parte delle volte NON SI HA stabilizzazione, si hanno solo fasi transitorie di influenza, e ovviamente più a lungo permane la condizione di VPS estremo, più è probabile che ad un certo punto i due piani trovino equilibrio.
Ma semplicemente perché ovviamente maggiore è la durata, maggiori sono le probabilità di sincronismo, ASSOLUTAMENTE NON perché il VPS estremo rende automaticamente forza al VPT, questa è una cazzata gigantesca che circola da anni nei forum, e che continua a farlo nonostante le decine di studi che possono essere letti sull’argomento, o anche semplicemente la possibilità di consultare le rianalisi sugli andamenti passati nelle dinamiche T-S.

Questi i principali elementi che regolano le dinamiche di interazione, poi ci sono anche altri fattori secondari che ora proverò a spiegare, ma prima vorrei fare alcuni esempi storicamente rilevanti, di superamento di soglia NAM, o accadimento di low flux event, nei quali il VP ha successivamente mostrato evoluzioni anche diametralmente opposte…

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Inverno 19/20; Qui un esempio di VP estremo. Vedete come un VPT molto forte ha causato una progressivo approfondimento di VPS, ma si è dovuti arrivare a febbraio per avere una colonna “solidale”… quindi una lunga fase AO+…
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Inverno 13/14; due fasi di VPT forte tra novembre e dicembre, che hanno portato a superamento di soglia NAM, ma il VPT guarda un po’ manco s’è accorto dopo le fasi forti, a “ballato” neutro-negativo…

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Inverno 15/16; qui abbiamo un esempio di come un VP estremo possa comunque cedere di schianto… Dicembre con colonna solidale che fa credere ad una lunga stabilizzazione, invece a Gennaio AO negativissima!!!… questo anno è molto didattico perché il VPS rimane medio/forte, e si leggono molto bene le fasi di influenza transitoria che possono accadere con VPT dinamico che temporalmente ha fasi di accentramento… questo è anche tipico di ENSO+, ma non mettiamo troppa carne al fuoco

Ora due esempi importanti, perché impressi nella memoria orticellistica collettiva;

img_8162

Inverno 11/12…VPT forte con fasi di colonna solidale ad inizio inverno, poi MMW displacement… e ricordiamo tutti come andò anche da noi…
img_8174

Inverno 04/05… VPS estremo, con fasi di colonna solidale, ma il VPT “se ne sbatte” e rimane molto dinamico con fasi di AO molto negativa… e anche qui penso che in molti ricordano come andò anche da noi… questo anno è molto didattico anche perché fa capire le potenzialità di inverni con VPS forte e VPT dinamico… farò una parentesi anche su questo punto.

Insomma abbiamo visto come non esistano soglie…le cose vanno osservate SEMPRE, senza preconcetti… e avrei potuto fare tanti altri esempi…

Dicevo sopra, va chiarito anche un altro punto. Spesso mi avrete sentito nominare un VPS forte come "pericoloso", non solo perché può andare a colonna solidale se il VPT “collabora” ma anche perché le sue linee zonali possono più facilmente contrastare le trasmissioni d'onda (moto e calore) verso la medio-alta stratosfera e quindi fanno da "impedimento" per lo sviluppo e amplificazione d'onda ... quindi più facilmente possono portare a smorzamento delle attività d'onda fino ANCHE a situazione estrema ... ma di solito questo avviene dopo una lunga fase di una troposfera poco dinamica che manda pochi scossoni in stratosfera ... l'esempio classico del 2020 con oltre un mese di AO+ troposferica e bassi flussi ... e a febbraio si entrò in fase estrema ... fino a tutto aprile, e ci furono dei sobbalzi troposferici solo dopo metà aprile ..

Ma abbiamo visto come nel 2005 nonostante il superamento di quelle ca**o di soglie fin da metà dicembre, e con permanenza di VPS forte, non si raggiunse MAI condizione estrema perché la troposfera continuò a essere dinamica e non consentì il placarsi delle attività d'onda, anzi, da metà gennaio, come ricordiamo, queste si amplificarono colpendoci ripetutamente.

Qui l’altra parentesi. Un VPS estremo è pericoloso, ma ha anche grandi potenzialità (2005…) perché mantenendo tese le linee zonali, e amplificando i vortici troposferici per temporanee influenze, donano forza dinamica al VPT, che in caso di estensione d’onda si trasmette come massiccia estrusione artica… insomma gli affondi artici possono essere più estesi ed insistenti…

Parentesi sulla MJO. Anche qui siamo soliti usare gli schemi di anomalie che emergono come segnali di risposta alle varie fasi in determinati stati ENSO.
Ma dobbiamo essere consapevoli che:

1. Gli schemi di anomalia sono il risultato della somma di anomalie che possono avere distribuzione molto differente dal risultato (es. due casi di NAO opposta sommati danno NAO neutra…)
2. Gli schemi di anomalie riguardano un set di dati molto limitato (alcuni decenni sono nulla rispetto all’infinita variabilità delle forzanti meteo/climatiche), quindi tocca essere fortunati per avere esempi attinenti allo schema teleconnettivo corrente…

Quindi va principalmente osservato come intensità e posizione di incidenza…

Insomma non abboccate alle leggende forumistiche, la Natura NON ha soglie, siamo noi che guardiamo statisticamente le cose e sappiamo che QUANDO avvengono queste soluzioni estreme troveremo che quelle soglie sono state superate, ma NON è vero il contrario, il superamento di una soglia, o una certa statistica, non ci dicono niente se non osserviamo le situazioni di contorno…
di più non so' che dirvi, sono innumerevoli le volte che abbiamo superato NAM 1,5 e non è successo proprio niente, idem con i flussi bassi a -5,5 ecc.. ecc... la Natura è molto variabile e imprevedibile, NON HA SOGLIE!
Non accettate schemi precostituiti che non siano le leggi della fisica atmosferica conosciute e usate dalla Scienza !


Parentesi sull’inverno attuale.
Certamente abbiamo un “pericolo” di stabilizzazione, certamente non veniamo da anni favorevoli, ma abbiamo visto le potenzialità di accoppiata VPS forte/VPT dinamico…
Io suggerisco di osservare, senza preconcetti o aspettative di nessun tipo.
Spero che apprezzerete sto pipponne
È stata una faticaccia, ma non tornerò più sull’argomento, chi vuole capire capirà


Il prosieguo della stagione continuerà nella sua fase zonale a mio parere.
L'ampiezza delle rossby in Inverno dipende dalla quantità di moto.
Dal momento che il momento angolare è una forza che si conserva e la fonte produttrice di momento angolare è l'oceano pacifico intertropicale ( forte/debole convezione ) , vedi Brewer dobson circulation, speculare al riguardo, mi sa che per veder un cambiamento si dovrà attendere il FW di origine radiativa.
Sperando di essere dalla parte della saccatura.


il fosso [ Gio 23 Gen, 2025 10:39 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Quello che scrivi è semplice da capire Setra, ma proviamo a fare un po’ di ordine, la “cresta atlantica”, così come i valori AO, NAO ecc… sono conseguenza, non causa, dell’insieme delle forzanti teleconnettive, di cui la convenzione intertropicale è importante attore ma certamente solo uno dei tanti elementi.

Certamente il posizionamento medio del FP ci dice a posteriori dove esso è andato ad incidere con maggiore frequenza, ma questo dipende appunto dalle varie forze in gioco, e da come esse vanno a direzionare il suo andamento.

L’attività della “cresta atlantica” e l’andamento dell’indice NAO sono due facce della stessa medaglia, e dipendono dalle velocità zonali in atlantico alle varie latitudini, quindi dalla dinamicità del vortice polare, che possiamo monitorare come semplificata nell’andamento AO, quindi dalla forza del VPT e da come esso viene modulato dalle varie forzanti…

L’importanza dell’andamento NAO nel determinare le vicissitudini meteorologiche europee, emerge in maniera palese nella forte correlazione inversa che si trova analizzando gli andamenti passati;

img_8186

Chiara la frequente corrispondenza tra NAO negativa e anomalie negative di GPT in Europa..,
Linea verde la media, linea nera il trend nominato come GW.

img_8185

In area mediterranea la correlazione inversa è meno netta, per maggiore variabilità caotica e maggiori ingerenze sub-tropicali che riducono l’ampiezza del segnale di risposta, ma comunque chiarissima…

Il ruolo importante ma solo parziale della convenzione intertropicale, si può leggere in maniera anche qui molto limpida in rianalisi, sia negli andamenti medi pluriennali, che stagionali.

Già solo osservando i mutamenti negli schemi meteorologici dominanti, ad esempio come ampiezza generale e puntuale del FP, attraverso i decenni, si riscontra che a tali mutamenti non corrispondono a cambiamenti significativi nell’ampiezza del segnale di convezione intertropicale;

img_8187

Semplificando, attraverso i decenni abbiamo osservato ciclicamente forti mutamenti nel “comportamento” del VP e di come il FP ha inciso sui vari ambiti geografici di media latitudine (es. Europa), ma in maniera non fortemente connessa al segnale di convezione.

Cerchiamo dunque di quantificarne l’incidenza.
Ovviamente più ci si avvicina alla “sorgente” del ssgnale, più esso appare nitidamente. Allontanandoci dalla sorgente esso comincia a “subire” le interazioni con le altre variabili che determinano l’andamento delle masse d’aria.

Immaginate di far rotolare un sasso giù da una scarpata, la sua traiettoria e gli effetti che provocherà lungo il suo percorso saranno prevedibili nei primi metri, dopodiché risulterà sempre più difficile calcolarli… ostacoli e asperità del terreno (variabili…) renderanno sempre più complesso il calcolo… ovviamente più è pesante il sasso (intensità della convezione…) meglio riuscirà a farsi strada fra gli ostacoli ( emersione del segnale…).
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che noi conosciamo abbastanza bene (e comunque anche qui c’è approssimazione) solo le condizioni iniziali, cioè peso del sasso ( intensità della convezione) inclinazione del terreno e entità degli ostacoli/asperità più prossime a noi ( entità delle variabili nel momento di impulso del segnale dalla sorgente), ma più si va avanti più anche le suddette variabili diventano imprevedibili… c’è da dire anche che di queste variabili solo alcune risultano chiare… e che in tutto ciò abbiamo a che fare anche con la variabilità caotica… del tutto imprevedibile…

Qui ci vengono in soccorso i modelli, con la loro immensa mole di dati e potentissima capacità di calcolo, a dare un po’ di luce su questa intricatissima rete di variabili, ma anche loro non possono fare miracoli, e oltre un tot i loro calcoli cominciano a fare acqua…

Parliamo dunque della propagazione di questo segnale sul quadro che ci interessa, quello euro/atlantico, e vediamo come emerge fra le altre variabili.

img_8183

Nominata la capacità di calcolo dei modelli, vediamo in un caso di studio come è andata la realtà.
La linea nera rappresenta il comportamento medio previsto dai modelli, la rossa ciò che è accaduto realmente. Vediamo che in un caso la risposta al segnale è stata sottovalutata, nell’altro sopravvalutata…

Altro esempio sull’andamento storico delle varie fasi dì convezione e i loro effetti;

img_8184

Qui possiamo vedere come la propagazione di un segnale di convezione incida per un 10/20% sull’ emersione di un dato pattern…

img_8189

Qui sopra abbiamo le stime di andamento delle varie fasi attraverso i decenni. Come vedete ho evidenziato due fasi in cui l’ampiezza del segnale di alcune fasi è particolarmente intenso, e infatti il segnale di risposta è stato più marcato ( fase anni 50-70 con NAO- prevalente; fase fine anni 80 inizio 90 con NAO+ prevalente), più è pesante il sasso, più prevedibile sarà la sua traiettoria

Insomma cosa emerge, emerge ciò che ci insegna la fisica moderna, cioè che il segnale di convezione agisce insieme ad altri variabili, conoscibili e inconoscibili, e si comporta come una sorta di onda probabilistica (tanto per citare un concetto che sta alla base della fisica moderna, Schrödinger, Heisenberg et al.), in cui il suo impulso ci dice di un aumento di probabilità di emersione di un certo segnale di risposta, più forte sarà l’impulso, più probabile sarà questa emersione. Ma parliamo sempre di ambito probabilistico, MAI deterministico oltre un certo limite di calcolo.

Passiamo all’altro quesito.
La legge sulla conservazione del momento ci dice che, il momento angolare, o quantità di moto si conserva SE è nullo il momento delle forze esterne che agiscono su di esso…
Abbiamo parlato di VP , e di come si comporta in un quadro di stabilità , e questo somiglia ad un sistema in cui “è nullo il momento delle forze esterne”( anche se la stabilità nel sistema atmosferico è sempre relativa, anche in un quadro stabile avrà sempre a che fare con forze esterne che faranno oscillare l’ampiezza della quantità di moto…), ma ciò non si è ancora verificato nell’attuale andamento del VP…

L’oceano Pacifico intertropicale come abbiamo visto ha forte importanza nella produzione di quantità di moto e di onde, ma non come unico attore…
Parlando di Brewer e Dobson, essa identifica per sommi capi la legge che governa l’interazione tropici/polo, l’ampiezza delle Rossby dipende in parte dalla quantità di moto e dall’intensità della convezione, ma le Rossby stesse governano la ridistribuzione di quantità di moto…
Quindi è giusto dire semmai che una debole convezione facilita la conservazione del momento angolare…

Veniamo ora all’andamento dell’attuale stagione;

img_8190

Dalle anomalie emerse finora, a fronte di un VPS sempre più forte, si legge di un VPT certamente non stabile, che ha prodotto alle medie latitudini zone in cui sono state più frequenti le azioni polari/artiche.
Ma scarsamente connesse al getto artico (rotture d’onda).
La “cresta atlantica” risulta attiva alle medio-basse latitudini, ma “incapace” di spingersi molto a nord.

Abbiamo avuto in questa parte di stagione un vortice frequentemente dislocato in Eurasia, ricordate come si descriveva l’influenza strato-tropo nelle fasi di sincronismo, e di come i vortici siano veicoli di connessione…

Allora vediamo cosa emerge “sbirciando” ai livelli della tropopausa;
img_8192

Vedete come lo schema sia simile, ma prende importanza il vortice artico…
La dislocazione ha creato frequente veicolo di connessioni S-T tra Groenlandia e artico russo, impedendo di fatto le amplificazioni d’onda sulla verticale atlantica…

img_8194

Andando più in alto possiamo vedere come le linee in bassa strato abbiano facilitato l’ amplificazione meridiana in USA (onda artica storica , ricordate quando si parlava delle maggiori tensioni dinamiche che facilitano estrusioni artiche massicce in caso di VPS forte e VPT dinamico…), mentre l’ amplificazione è zonale in Atlantico…

Venendo all’attuale fase, stiamo raggiungendo i massimi di forza del VPS, ma la troposfera sembra continuare a non “collaborare”.

img_8198

Da qui possiamo leggere bene com’è andata finora;
Vediamo bene l’andamento sempre più forte del VPS, mentre il VPT si è dimostrato dinamico, con fasi di estensione e normali fisiologiche fasi di riaccorpamento; già in dicembre si gridava alla certa stabilizzazione, mentre poi abbiamo avuto una lunga fase di estensione… purtroppo noi ne abbiamo usufruito solo marginalmente, per i motivi di cui sopra ma anche per contingenze sfortunate nella variabilità caotica.

Ora la situazione è nuova perchè sembra che ci sarà netto sbilanciamento canadese…
L’influenza S-T potrà farsi sentire, come espansione e “invadenza” del lobo canadese in atlantico (quindi zonalità europea…), ma anche come avvitamento critico, con contrazione dislocata del canadese che può lasciare spazio ad espansione dell’ anticiclone termico russo, e magari alla formazione di zone di alta pressione dinamica tra artico russo, Scandinavia e nord atlantico…
Certamente il rischio di stabilizzazione rimane (ne ricorderete i motivi descritti nel post precedente), ma ad ora non appare come imminente nei GM…

Vedremo, per ora prendiamoci la probabile fase polare di fine mese, poi si vedrà

Niente, ne è venuto fuori un altro pippone interminabile
Mi scuserete se racchiudo tanti concetti tutti insieme, ma come avrete notato non riesco a scrivere con frequenza, e quando posso ne approfitto per toccare più punti possibile.
Spero apprezzerete lo sforzo


Gab78 [ Gio 23 Gen, 2025 11:00 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Non è un pippone, è un trattato di meteorologia...



Francesco [ Gio 23 Gen, 2025 11:07 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Mamma mia che lavoro !!!
Stasera me lo leggo con calma!


alexsnow [ Gio 23 Gen, 2025 11:11 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grandissimo Paolo bellissimo post, sempre un piacere leggerti.


snow4ever [ Gio 23 Gen, 2025 11:11 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Bravo Paolo, davvero.
Grazie per questi preziosi contributi. Tutta la nostra comunità ne beneficia.
Continua così

Ma i miei complimenti vanno a tutti gli interventi fatti in questo topic. E' davvero un bell'esempio di come la scienza possa essere appresa anche tramite un forum


michele PGmeteo [ Gio 23 Gen, 2025 11:14 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Me prendo i popcorn per leggerlo con calma!!

grande Paolo!!!



Frasnow [ Gio 23 Gen, 2025 11:26 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Colonna portante del forum, grazie Paolo


andrea75 [ Gio 23 Gen, 2025 11:29 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Sforzo senz'altro apprezzatissimo! Certo, le notizie non sono particolarmente entusiasmanti, ma nessuno credo se le aspettasse visto l'andazzo generale.
Tiriamo intanto a prendere quel (poco, pochissimo) che viene e poi si vedrà.


Poranese457 [ Gio 23 Gen, 2025 11:47 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Paolo Game, set and match


Carletto89 [ Gio 23 Gen, 2025 13:35 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Daje Paolone! Hai fatto scrivere anche un messaggio a Michele, ho detto tutto!


MilanoMagik [ Gio 23 Gen, 2025 14:07 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Le uniche cose che so sull'argomento le ho imparate grazie ai tuoi spiegoni, grazie come sempre


Frosty [ Gio 23 Gen, 2025 20:46 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie Paolo di tutto ! L'esempio del sasso è uno spettacolo


setra85 [ Ven 24 Gen, 2025 22:27 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Quello che scrivi è semplice da capire Setra, ma proviamo a fare un po’ di ordine, la “cresta atlantica”, così come i valori AO, NAO ecc… sono conseguenza, non causa, dell’insieme delle forzanti teleconnettive, di cui la convenzione intertropicale è importante attore ma certamente solo uno dei tanti elementi.

Certamente il posizionamento medio del FP ci dice a posteriori dove esso è andato ad incidere con maggiore frequenza, ma questo dipende appunto dalle varie forze in gioco, e da come esse vanno a direzionare il suo andamento.

L’attività della “cresta atlantica” e l’andamento dell’indice NAO sono due facce della stessa medaglia, e dipendono dalle velocità zonali in atlantico alle varie latitudini, quindi dalla dinamicità del vortice polare, che possiamo monitorare come semplificata nell’andamento AO, quindi dalla forza del VPT e da come esso viene modulato dalle varie forzanti…

L’importanza dell’andamento NAO nel determinare le vicissitudini meteorologiche europee, emerge in maniera palese nella forte correlazione inversa che si trova analizzando gli andamenti passati;

img_8186

Chiara la frequente corrispondenza tra NAO negativa e anomalie negative di GPT in Europa..,
Linea verde la media, linea nera il trend nominato come GW.

img_8185

In area mediterranea la correlazione inversa è meno netta, per maggiore variabilità caotica e maggiori ingerenze sub-tropicali che riducono l’ampiezza del segnale di risposta, ma comunque chiarissima…

Il ruolo importante ma solo parziale della convenzione intertropicale, si può leggere in maniera anche qui molto limpida in rianalisi, sia negli andamenti medi pluriennali, che stagionali.

Già solo osservando i mutamenti negli schemi meteorologici dominanti, ad esempio come ampiezza generale e puntuale del FP, attraverso i decenni, si riscontra che a tali mutamenti non corrispondono a cambiamenti significativi nell’ampiezza del segnale di convezione intertropicale;

img_8187

Semplificando, attraverso i decenni abbiamo osservato ciclicamente forti mutamenti nel “comportamento” del VP e di come il FP ha inciso sui vari ambiti geografici di media latitudine (es. Europa), ma in maniera non fortemente connessa al segnale di convezione.

Cerchiamo dunque di quantificarne l’incidenza.
Ovviamente più ci si avvicina alla “sorgente” del ssgnale, più esso appare nitidamente. Allontanandoci dalla sorgente esso comincia a “subire” le interazioni con le altre variabili che determinano l’andamento delle masse d’aria.

Immaginate di far rotolare un sasso giù da una scarpata, la sua traiettoria e gli effetti che provocherà lungo il suo percorso saranno prevedibili nei primi metri, dopodiché risulterà sempre più difficile calcolarli… ostacoli e asperità del terreno (variabili…) renderanno sempre più complesso il calcolo… ovviamente più è pesante il sasso (intensità della convezione…) meglio riuscirà a farsi strada fra gli ostacoli ( emersione del segnale…).
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che noi conosciamo abbastanza bene (e comunque anche qui c’è approssimazione) solo le condizioni iniziali, cioè peso del sasso ( intensità della convezione) inclinazione del terreno e entità degli ostacoli/asperità più prossime a noi ( entità delle variabili nel momento di impulso del segnale dalla sorgente), ma più si va avanti più anche le suddette variabili diventano imprevedibili… c’è da dire anche che di queste variabili solo alcune risultano chiare… e che in tutto ciò abbiamo a che fare anche con la variabilità caotica… del tutto imprevedibile…

Qui ci vengono in soccorso i modelli, con la loro immensa mole di dati e potentissima capacità di calcolo, a dare un po’ di luce su questa intricatissima rete di variabili, ma anche loro non possono fare miracoli, e oltre un tot i loro calcoli cominciano a fare acqua…

Parliamo dunque della propagazione di questo segnale sul quadro che ci interessa, quello euro/atlantico, e vediamo come emerge fra le altre variabili.

img_8183

Nominata la capacità di calcolo dei modelli, vediamo in un caso di studio come è andata la realtà.
La linea nera rappresenta il comportamento medio previsto dai modelli, la rossa ciò che è accaduto realmente. Vediamo che in un caso la risposta al segnale è stata sottovalutata, nell’altro sopravvalutata…

Altro esempio sull’andamento storico delle varie fasi dì convezione e i loro effetti;

img_8184

Qui possiamo vedere come la propagazione di un segnale di convezione incida per un 10/20% sull’ emersione di un dato pattern…

img_8189

Qui sopra abbiamo le stime di andamento delle varie fasi attraverso i decenni. Come vedete ho evidenziato due fasi in cui l’ampiezza del segnale di alcune fasi è particolarmente intenso, e infatti il segnale di risposta è stato più marcato ( fase anni 50-70 con NAO- prevalente; fase fine anni 80 inizio 90 con NAO+ prevalente), più è pesante il sasso, più prevedibile sarà la sua traiettoria

Insomma cosa emerge, emerge ciò che ci insegna la fisica moderna, cioè che il segnale di convezione agisce insieme ad altri variabili, conoscibili e inconoscibili, e si comporta come una sorta di onda probabilistica (tanto per citare un concetto che sta alla base della fisica moderna, Schrödinger, Heisenberg et al.), in cui il suo impulso ci dice di un aumento di probabilità di emersione di un certo segnale di risposta, più forte sarà l’impulso, più probabile sarà questa emersione. Ma parliamo sempre di ambito probabilistico, MAI deterministico oltre un certo limite di calcolo.

Passiamo all’altro quesito.
La legge sulla conservazione del momento ci dice che, il momento angolare, o quantità di moto si conserva SE è nullo il momento delle forze esterne che agiscono su di esso…
Abbiamo parlato di VP , e di come si comporta in un quadro di stabilità , e questo somiglia ad un sistema in cui “è nullo il momento delle forze esterne”( anche se la stabilità nel sistema atmosferico è sempre relativa, anche in un quadro stabile avrà sempre a che fare con forze esterne che faranno oscillare l’ampiezza della quantità di moto…), ma ciò non si è ancora verificato nell’attuale andamento del VP…

L’oceano Pacifico intertropicale come abbiamo visto ha forte importanza nella produzione di quantità di moto e di onde, ma non come unico attore…
Parlando di Brewer e Dobson, essa identifica per sommi capi la legge che governa l’interazione tropici/polo, l’ampiezza delle Rossby dipende in parte dalla quantità di moto e dall’intensità della convezione, ma le Rossby stesse governano la ridistribuzione di quantità di moto…
Quindi è giusto dire semmai che una debole convezione facilita la conservazione del momento angolare…

Veniamo ora all’andamento dell’attuale stagione;

img_8190

Dalle anomalie emerse finora, a fronte di un VPS sempre più forte, si legge di un VPT certamente non stabile, che ha prodotto alle medie latitudini zone in cui sono state più frequenti le azioni polari/artiche.
Ma scarsamente connesse al getto artico (rotture d’onda).
La “cresta atlantica” risulta attiva alle medio-basse latitudini, ma “incapace” di spingersi molto a nord.

Abbiamo avuto in questa parte di stagione un vortice frequentemente dislocato in Eurasia, ricordate come si descriveva l’influenza strato-tropo nelle fasi di sincronismo, e di come i vortici siano veicoli di connessione…

Allora vediamo cosa emerge “sbirciando” ai livelli della tropopausa;
img_8192

Vedete come lo schema sia simile, ma prende importanza il vortice artico…
La dislocazione ha creato frequente veicolo di connessioni S-T tra Groenlandia e artico russo, impedendo di fatto le amplificazioni d’onda sulla verticale atlantica…

img_8194

Andando più in alto possiamo vedere come le linee in bassa strato abbiano facilitato l’ amplificazione meridiana in USA (onda artica storica , ricordate quando si parlava delle maggiori tensioni dinamiche che facilitano estrusioni artiche massicce in caso di VPS forte e VPT dinamico…), mentre l’ amplificazione è zonale in Atlantico…

Venendo all’attuale fase, stiamo raggiungendo i massimi di forza del VPS, ma la troposfera sembra continuare a non “collaborare”.

img_8198

Da qui possiamo leggere bene com’è andata finora;
Vediamo bene l’andamento sempre più forte del VPS, mentre il VPT si è dimostrato dinamico, con fasi di estensione e normali fisiologiche fasi di riaccorpamento; già in dicembre si gridava alla certa stabilizzazione, mentre poi abbiamo avuto una lunga fase di estensione… purtroppo noi ne abbiamo usufruito solo marginalmente, per i motivi di cui sopra ma anche per contingenze sfortunate nella variabilità caotica.

Ora la situazione è nuova perchè sembra che ci sarà netto sbilanciamento canadese…
L’influenza S-T potrà farsi sentire, come espansione e “invadenza” del lobo canadese in atlantico (quindi zonalità europea…), ma anche come avvitamento critico, con contrazione dislocata del canadese che può lasciare spazio ad espansione dell’ anticiclone termico russo, e magari alla formazione di zone di alta pressione dinamica tra artico russo, Scandinavia e nord atlantico…
Certamente il rischio di stabilizzazione rimane (ne ricorderete i motivi descritti nel post precedente), ma ad ora non appare come imminente nei GM…

Vedremo, per ora prendiamoci la probabile fase polare di fine mese, poi si vedrà

Niente, ne è venuto fuori un altro pippone interminabile
Mi scuserete se racchiudo tanti concetti tutti insieme, ma come avrete notato non riesco a scrivere con frequenza, e quando posso ne approfitto per toccare più punti possibile.
Spero apprezzerete lo sforzo



Buonasera Paolo !
Che gli indici da te elencati non siano cause ma effetto non c'è dubbio, perchè ho detto il contrario ?
E che l'atmosfera sia caotica non c'è dubbio e che la convezione tropicale Indo pacifica non sia l'unica attrice e fornitrice di calore non c'è dubbio.
Ma non c'è dubbio che sia la principale.
Per motivi di grandezza , incontrovertibili.
Come non c'è dubbio che il segnale primo vada poi a mischiarsi con mille altre forzanti, ma come presto detto, esiste una scala gerarchica in un campo di forze.
Tutte concorrono ma c'è sempre chi ha il peso specifico maggiore.
L'indo Pacifico lo è.
Ti posto una comparazione grafica abbastanza speculare tra il valore assoluto del GPT in bassa stratosfera nel Mar Glaciale artico ( oltre i 75 Nord ) in Inverno e il valore assoluto del GPT sul Nord Italia, con la chiara 552 ( fronte polare ) a centro grafico, a identificare la posizione media climatologica del fronte polare in Inverno nella nostra area.
Cioè tra Francia mediterranea e Balcani attraversando appunto il Nord Italia.

Come potrai notare nel trend, all'aumentar/diminuir del GPT a 150 hpa in area artica corrisponde un abbassamento/innalzamento del fronte polare in area Italica e viceversa.


setra85 [ Ven 24 Gen, 2025 22:34 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Ora, la stratosfera artica in Inverno tende a raffreddarsi perchè non c'è irraggiamento lassù.
Di conseguenza per riscaldarsi deve esserci un attività d'onda lunga, cioè lenta e che si rompe in cut off alle latitudini artiche, dicasi stazionaria.
In tal modo da penetrare in stratosfera artica e portare calore.
Se non c'è un attività d'onda di questo tipo, la stratosfera si raffredda e continua a farlo.
Perciò in Inverno, il condizionamento viene dal basso.
Ma se guardiamo allo storico, va a periodi.
E questo probabilmente dipende dalle fasi oceaniche Indo pacifiche che regolano il dove avviene la convezione, determinando di conseguenza fasi ad attività d'onda più o meno ampia.
Il grafico statistico di Henderson ci illustra quali sono le fasi MJO più propense a generar un attività d'onda abbastanza attiva in tal modo da amplificar il treno d'onda generando blocchi alto pressori alle alte latitudini, generando per stazionarietà riscaldamenti stratosferici artici.

Si può notare e come risulta già noto, le fasi dalla 6 alla 8 son le più quotate.


setra85 [ Ven 24 Gen, 2025 22:48 ]
Oggetto: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Ora, non per speculare sugli Inverni Italiani, ma se guardiamo al grafico soprastante e relativo al trend della posizione del fronte polare in Italia elaborandolo dalla sua media climatologica, quanto a posizione e lo mettiamo in parallelo al trend dell'AO nello stesso periodo , cosa ne esce ?




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