un Periodo Caldo è molto più favorevole alle sorti dell'umanità di un Periodo Freddo.
Come mostra il grafico qui sotto, negli ultimi 5000 anni sul nostro pianeta si sono alternate lunghe fasi fredde a brevi fasi calde, pur essendo comunque in una fase interglaciale mite.
In particolare negli ultimi 3500 anni sono state 4 le brevi fasi calde che si sono alternate ad altrettanti lunghi periodi freddi (il freddo, in termini di durata, ha comunque prevalso sul caldo)
Come è storicamente provato, la stessa espansione e crescita delle civiltà mediterranee, come quella minoica, furono favorite dai benefici, sia in termini di temperature che di umidità (caldo e umido vanno sempre a braccetto) che, intorno a 3400 anni fa, garantirono cibo e prosperità a queste popolazioni (Minoan Warm Period).
Anche l'epoca romana pre-cristiana, quindi più di 2000 anni fa, fu caratterizzata da un periodo molto caldo (Roman Warm Period) che vide, non a caso, la crescita di un impero tanto vasto quanto potente, come mai prima di allora, che poté sviluppare un'agricoltura organizzata anche in regioni che prima di allora non erano nemmeno raggiungibili.
Successivamente, tra il 400 e il 900 DC, ci fu una fase fredda che al suo culmine ebbe conseguenze simili a quelle provocate, quasi 100 anni dopo, dalla PEG medievale, con carestie, epidemie e stravolgimenti di ogni sorta per le popolazioni del tempo (fine dell'Impero Romano).
Quindi ecco un nuovo periodo caldo, quello del cosiddetto MWP (Medieval Warm Period) o Optimum Cllimatico Medievale, periodo che permise la nascita e lo sviluppo di diverse civiltà, come quella anglosassone, quella vichinga e molte altre.
Le foreste nordiche raggiunsero latitudini molto settentrionali, più che in epoca moderna, sia in Canada che in Europa.
Poi, come sappiamo, fu il turno del rapido raffreddamento che portò alla PEG (Piccola Era Glaciale), con un crollo termico notevole che ebbe conseguenze nefaste per l'intera civiltà medievale. Gli stessi inuit che nella precedente fase calda poterono raggiungere ed insediarsi sulle coste dell'Artico, grazie alla clemenza del clima, in questa fase abbandonarono quelle zone o, come gran parte degli islandesi, vennero annientati dal freddo.
Carestie, pestilenze, terreni abbandonati sia perchè ormai troppo nordici, sia perchè troppo in quota, comunque ormai non più utilizzabili per l'allevamento e l'agricoltura. I ghiacciai montani di tutto l'emisfero settentrionale crebbero e spazzarono via foreste, pascoli e villaggi.
Veniamo al punto:
i 3 periodi caldi presi in considerazione hanno raggiunto temperature più alte di quella odierna, sono durati nella fase più intensa, un paio di secoli scarsi, e si sono conclusi molto repentinamente.
Il nostro periodo caldo è iniziato intorno al 1840 e forse potrebbe aver raggiunto il suo culmine proprio in questi anni.
La sequenza dei picchi caldi e dei picchi freddi degli ultimi 5000 anni mostra 2 importanti caratteristiche:
1) i periodi caldi hanno avuto picchi man mano meno intensi e più brevi, con discese sempre più rapide
2) i periodi freddi sono stati via via sempre più intensi e costanti
Ne consegue una considerazione su quanto possa essere probabile una nuova fase fredda, pur considerando eventuali ingerenze umane sul clima.
Infatti il grafico, nel suo complesso di alternarsi di fasi calde e fredde, punta deciso verso il freddo.
Già negli anni '70 dello scorso secolo gli scienziati pensarono che il calo di quegli anni, a circa 12000 anni dalla fine dell'ultima era glaciale, fosse l'inizio dell'inversione di rotta climatica verso un raffreddamento, ma evidentemente il picco caldo non era stato ancora raggiunto.
Ora siamo nuovamente agli albori in una fase di pausa del riscaldamento (sono alcuni anni che sembra essersi arrestato e da qualche anno, di aver imboccato la strada di un timido raffreddamento).
La domanda è:
sarà solo una pausa in stile anni '70 (più o meno incisiva) o sarà il segno che è stata raggiunta la cresta dell'onda e che d'ora in poi inizierà l'inevitabile discesa? :mah:
Nonostante l'inestimabile piacere che potrebbe derivarmi dal poter vedere sbiancare tutti coloro che per anni ci hanno tartassato con continue congetture sull'imminente "scioglimento del globo",l' ebollizione dei mari e "desertificazione delle Maldive sommerse dal mare". Nonostante il mio amore per la natura, la neve e i ghiacciai, sia montani che polari, non nascondo che gradirei di gran lunga poter sperare che i miei figli e i miei nipoti vivranno in un mondo più caldo ma prospero, piuttosto che in un mondo freddo e difficile, in cui l'umanità dovrà per forza fare i conti con una crescita della domanda di cibo ed energia, e inevitabilmente con l'aumento di carestie, siccità e guerre. :blink: :(
L'ideale sarebbe che la pausa si prolungasse per decenni o secoli, ma la natura non conosce costanti, esistono solo oscillazioni, ciclicità, cavi d'onda e creste.
That's the way it is!
Marvel :bye: