


da www.corriere.it
EDIFICI CROLLATI, GENTE TERRORIZZATA PER LE STRADE NELLA CAPITALE SANTIAGO
Terremoto in Cile, forte rischio tsunami
Già iniziato il conteggio delle vittime
Il centro monitoraggio del Pacifico: l'onda potrebbe essere devastante per le coste vicino all'epicentro
Una veduta di Santiago, capitale del Cile (Afp)MILANO - Ci sono almeno quarantasette vittime in Cile - ma il numero è purtroppo destinato a crescere a mano a mano che saranno ripristinate le comunicazioni - dopo una scossa di terremoto di magnitudo 8,8 che nella notte ha avuto come epicentro un punto nell'oceano al largo dalla costa centrale cilena (LA MAPPA) e alla quale ne sono seguite, a distanza di due ore e mezza, altre due di assestamento: una di magnitudo 6,2 e una di magnitudo 5,6. Inoltre, un allarme tsunami è stato lanciato dall'Istituto geologico Usa per le coste di Cile e Perù. Secondo il Centro per il monitoraggio degli tsunami del Pacifico «il livello del mare indica che è stato generato uno tsunami che potrebbe esser devastante per le coste vicino all'epicentro e potrebbe anche minacciare le coste più lontane». Anche quelle sul fronte opposto dell'oceano, ovvero Giappone e Australia.
VISTO DALL'ITALIA - Dall'Italia sta monitorando la situazione anche l'istituto nazionale di vulcanologia e il suo presidente, Enzo Boschi, ha spiegato che dai primi dati «lo tsunami appare essere meno devastante di quanto si pensasse. Le prime misure effettuate dai mareografi - ha spiegato - danno infatti un'altezza delle onde di maremoto pari a 1,5 metri». Lo tsunami, ha confermato Boschi, dovrebbe colpire per primi i Paesi del Sudamerica e dell'America Centrale: «Le onde di maremoto - ha spiegato - si stanno propagando ad una velocità di 500-600 chilometri l'ora e si prevede che arriveranno anche in Giappone e alle Hawaii». Nessun allarme, invece, per i Paesi occidentali: «Il fenomeno dello tsunami in atto - ha chiarito Boschi - interessa infatti solo l'Oceano Pacifico».
LE VITTIME - La notizia della prima vittima era arrivata attorno alle 9, ora italiana. Si tratta di un uomo deceduto nel crollo di un muro nella regione di Araucania. Era stata poi la presidente cilena, Michelle Bachelet ad annunciare in tv che i morti accertati erano almeno sei. E da quel momento il bilancio è stato via via aggiornato con le notizie arrivate a fatica dalle diverse regioni colpite. Le difficoltà nelle telecomunicazioni rendono tuttavia impossibile quantificare in maniera attendibile gli effetti dell'evento sismico. Le stime della World Agency of planetary monitoring and earthquake risk reduction (Wapmerr), citate in queste ore dai sismologi, dicono che il disastro in atto potrebbe provocare dagli 800 ai sei mila morti.
LA PRIMA SCOSSA - La prima scossa con epicentro nel Pacifico e la cui intensitè è stata di 8,8 gradi della scala Richter ha provocato onde alte 1,3 metri di altezza. In stato di allerta - anche se a scopo precauzionale - anche l'Ecuador, la Colombia, Panama e Costa Rica. La scossa è stata avvertita violenta anche nella capitale cilena, dove gli edifici hanno tremato per decine di secondi ed è saltata la corrente elettrica. Disagi e blocco delle linee telefoniche anche a Valparaiso. La popolazione delle grandi città si è riversata nelle strade in preda al panico. Le autorità cilene hanno reso noto che in seguito al terremoto risultano isolate due regioni nel sud del Paese, Biobio e Talca.
L'EPICENTRO - L'epicentro è stato localizzato 117 chilometri a nord nord-est di Concepcion e 99 chilometri a ovest sud-ovest di Talca, a una profondità di 55 chilometri. Anche il Giappone - dove venerdì si era registrata una scossa di terremoto pari a 7 gradi della scala Richter - ha messo in guardia sui rischi di tsunami in tutto il Pacifico. Inizialmente la scossa era stata misurata a 8,5 gradi dall'Istituto geologico Usa ma poi è stata leggermente ridimensionata e in seguito rivista al rialzo e 8,8. Il Cile ha il triste primato del terremoto più forte mai registrato, quello di magnitudo 9,5 del maggio 1960 che fece 1.655 morti. La città di Concepcion, una delle più antiche del Paese (fu fondata nel 1550), nel 1751 fu letteralmente cancellata dalle carte geografiche a seguito di un terremoto associato ad un violento maremoto. Concepcion vive del suo porto, di pesca e dell'industria che si è sviluppata nei sobborghi di Talcahuano e di Huachipato. Vicino alla città si trovano alcune delle principali miniere di carbone del Cile e una grande base navale. Nel cuore dell'area colpita dal terremoto, fra le città di Concepcion e Talca, si trova anche la città natale del poeta Pablo Neruda, Parral.
GLI ITALIANI IN CILE E IL RUOLO DELLA UE - La Farnesina ha avviato contatti con l'ambasciata e con le autorità locali per verificare la situazione degli italiani dopo il terremoto che ha colpito il Cile. Nel Paese sudamericano vivono 40mila connazionali se si tiene conto di chi ha il doppio passaporto, ma si stima che siano quasi 800mila i residenti con origini italiane. In tanto la Commissione Ue si è detta «pronta a fornire assistenza immediata e a coordinare gli sforzi europei se necessario». Il commissario Ue alla cooperazione e aiuti umanitari Kristalina Gheorghieva, riferisce un comunicato, non appena avuta notizia del terremoto devastante in Cile, ha attivato l'unità di crisi del centro di monitoraggio e informazione della Commissione Ue (Mic) e ha mobilitato gli esperti del dipartimento Ue per gli aiuti umanitari (Echo).