Interessante discussione!
Ci sarebbe molto da dire su questo sisma, non sono un esperto, ma dopo quasi 8000 scosse avvertite sulla mia pelle tra il 1997 e 1998, avendo vissuto in due zone epicentrali (a Nocera Umbra prima e a Gualdo Tadino poi) un po' di esperienza me la sono fatta.
Avete capito bene. In un anno ci furono 10.000 scosse nelle zone epicentrali, di cui circa 8.000 avvertite dalla popolazione!
Per chi avesse la memoria corta questa è la sequenza degli eventi principali:
Sequenza sismica 1997-1998
La terra tremerà ancora a lungo in Abruzzo, questo è certo.
Questo terremoto è un film già visto, mi ricorda molto il "nostro".
In tutti i sensi, dalla tipologia degli eventi tellurici, scosse intense, ripetute e molto superficiali, dalle polemiche, dalle promesse di ricostruzione veloce, etc ...
100.000 posti letto in 24 h sono solo un spot elettorale, infatti attualmente ci sono circa 20.000 persone ospitate nelle tende, tra l'altro al buio, al freddo e con pochi servizi igienici, e altre 6.000 negli alberghi della riviera, molti hanno dormito in macchina e ci resteranno per qualche altra notte;
era oggettivamente impossibile dare una tenda a tutti i senzatetto in così poco tempo, vi ricordo che solo la città di L'Aquila conta 75.000 residenti e tra gli sfollati, in questa prima fase, ci sono anche coloro che hanno la casa agibile, ma hanno anche tanta paura.
Non so se qualcuno di voi ha una minima idea di cosa significhi allestire una tendopoli, serve un'urbanizzazione, l'impiantistica e i servizi, vi assicuro che è impresa ardua.
La protezione civile, vigili del fuoco, esercito, forze dell'ordine ed il volontariato stanno dando il massimo, ma non ci vedo tanta differenza con l'emergenza di 12 anni fa; vorrei farvi notare che nel terremoto umbro-marchigiano solo nella nostra regione, due giorni dopo il sisma, erano assiste 35.000 persone nelle tendopoli, che salirono a 38.000 ad ottobre, per il coinvolgimento di Sellano e della Valnerina.
Quasi 5.000 tende, a cui seguirono altrettante roulottes, poi 4.500 containers, 6.000 famiglie in autonoma sistemazione (in affitto in altre città), 1.800 nuovi appartamenti di edilizia popolare ed infine oltre 1.300 casette di legno, l'emergenza in pratica è durata 3 anni!
In Abruzzo si sta ripetendo quello che è accaduto nella nostra montagna 12 anni fa, forse un po' più energia nei picchi degli eventi principali, con una differenza fondamentale, nelle nostre zone epicentrali vi erano piccoli centri abitati, mentre L'Aquila è una città!
Altra differenza sostanziale è che la prima tendopoli venne allestita a Colfiorito ben 3 settimane prima dell'evento del 26 settembre, in quanto la popolazione era allarmata dal continuo susseguirsi di scosse sismiche fino al 4° richter.
Inoltre ci fu una forte scossa nella notte del 26 settembre (5.4 richter) con epicentro a Cesi-Collecurti dove morirono 3 persone e che fu un po' il segnale di allarme per tutti, io dopo quella notte rientrai nella mia casa solo 6 anni dopo.
La mattina seguente, pochi minuti prima della scossa delle 11.43 ci fu un'altra scossa di magnitudo 4, che fu la salvezza, perchè tutti si riversarono in strada ed è per questo unico motivo che nonostante la scossa di intensità 5.8 richter e i crolli di interi paesi, i morti furono solamente 11 tra Umbria e Marche.
Poi vennero innescate altre faglie, a nord e a sud dell'evento principale, anche a distanza di tempo, che sembra essere un po' la caratteristica dei terremoti appenninici ... anche stavolta potrebbe essere così.
Storicamente l'Abruzzo è zona sismica, i terremoti abruzzesi sono tra i più forti registati in Italia negli ultimi secoli, la stessa città dell'Aquila venne distrutta nel 1703, ad Avezzano nel 1915 morirono 10.000 abitanti su 13.000 per un sisma di 6.9 richter.
Veniamo alle previsioni.
Il 26 settembre del 1997 Padre Martino Siciliani, direttore dell'osservatorio sismico A.Bina di Perugia, lanciò un appello radiofonico almeno due ore prima la scossa delle 11.43, avvertendo tutti gli abitanti della zona epicentrale di rimanere assolutamente all'aperto, perchè erano previste altre scosse, anche più forti di quella appena registrata nella notte, che aveva già avuto una magnitudo 5.3/5.4.
Tutto ciò mentre dall'Ingv arrivavano notizie contrapposte, un certo prof. Boschi tranquillizzava tutti, ovvero che l'evento principale si era appena verificato e che d'ora in poi le scosse sarebbero state di magnitudo inferiore e che il peggio era passato.
Su queste rassicurazioni vennero eseguiti i primi interventi di verifica sugli edifici, arrivarono i primi politici, tra i quali il ministro dei beni culturali Walter Veltroni in visita ufficiale ad Assisi.
Dopo poche ore crollò una vela della volta della basilica di Assisi, all'interno morirono 4 persone, due frati e due tecnici, altri morti nelle Marche, crollarono interi paesi, cancellati per sempre ... l'evento delle 11.43 classificato con magnitudo 5.7/5.8 sconquassò l'Umbria e le Marche.
Il Ministro Veltroni imprecò contro l'Ingv e il prof. Boschi.
Dopo quella previsione l'osservatorio Bina di Perugia venne fatto chiudere. Riaprì solo dopo alcuni mesi.
12 anni dopo la storia si ripete, Giampaolo Giuliani si è beccato una denuncia per procurato allarme, mentre il prof. Boschi il 31 marzo in un convegno organizzato all'Aquila tranquillizzava le autorità e l'intera popolazione che non c'era alcun motivo di allarmarsi, che la situazione era sotto controllo, e che non ci sarebbe stato alcun terremoto distruttivo.
Comunicato Protezione Civile 30 Marzo 2009
ecco parte del comunicato alla popolazione aqilana:
<Andiamo ora in Abruzzo, precisamente a L’Aquila dove ieri si è tenuta una riunione tecnica della Commissione Grandi Rischi cui hanno partecipato, tra gli altri, il Vicecapo Dipartimento della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis, il Prof. Barberi ed Enzo Boschi, membri della Commissione, oltre all’Assessore alla Protezione Civile regionale, Daniela Stati e al sindaco dell’Aquila, per fare il punto sulla sequenza sismica registrata nella zona negli ultimi mesi e fornire alla cittadinanza tutte le informazioni utili a scansare allarmismi divulgati con troppa approssimazione. De Bernardinis ha ricordato, infatti, che bisogna saper convivere con le caratteristiche dei territori e mantenere uno stato di attenzione sì, ma senza avere uno stato di ansia. La comunità scientifica, inoltre, ha confermato che non c'e' pericolo perché il continuo scarico di energia, riduce la possibilità che si verifichino eventi particolarmente intensi. Nella notte è proseguito lo sciame sismico con una lieve scossa, di carattere strumentale, lievemente avvertita dalla popolazione nei comuni di Collimento, Villagrande e L’Aquila. Il movimento tellurico non ha prodotto danni a persone o cose ed è stato registrato alle 03.44 con magnitudo 1.8.>Link
E tutti quelli che sono morti avendo in testa le frasi tranquillizzanti dove li mettiamo?
Perchè non denunciamo loro per omicidio colposo, al posto di Giuliani?
Nella mia casella di posta c'è una mail che mi è arrivata il giorno 3 aprile, da alcuni amici sismologi ed esperti di terremoti aderenti ad un'associazione nazionale, con tanto di mappa in cui veniva evidenziata la faglia a nordest dell'Aquila, fonte di loro preoccupazione, che ha poi portato all'evento distruttivo della notte del 6 aprile, a cui è seguita una telefonata con uno del gruppo, il quale mi informava di avvertire eventuali miei conoscenti nella zona dell'Aquilano affinchè non dormissero nelle proprie abitazioni per i prossimi 3/4 giorni ...
Non so dirvi se è oggettivamente possibile prevedere la zona e il momento in cui si sprigiona l'energia del sottosuolo, ma non credo nemmeno che questi due eventi "previsti" (Colfiorito e l'Aquila) e molti altri minori di cui sono a conoscenza siano frutto della casualità. La mia opinione è che alcuni sarebbero in grado già con le conoscenze attuali di salvare vite umane ed in fin dei conti preferirei trascorrere qualche notte in tenda senza sussulti, piuttosto che essere sorpreso nel sonno dal tetto che mi cade in testa.
La ricostruzione sarà lunga, è impensabile che in questi momenti si possano esguire i controlli agli edifici, troppe scosse, che tra l'altro determinano ancora danni, quindi il rischio è che ogni volta si debba ricomiciare da capo, senza considerare i rischio a cui vanno icnontro i tecnici. Le verifiche vanno fatte su tutti gli eidifici ancora in piedi, lesionati e non, al fine di determinare l'agibilità o meno eclassificare la soglia di danno. Finchè la terra trema questo non si può fare e la ricostruzione non potrà ricominciare.
L'Aquila è una città antica, ricostruita più volte sulle proprie rovine, è impensabile rifarla altrove, non sarebbe la stessa città, ma un'altra città. La "new town" non mi pare una buona idea, meglio limitarsi a qualche quartiere da costruire ex novo in tempi relativamente brevi, a mio avviso il centro storico e i monumenti vanno ricostruiti recuperando quel poco che si è salvato e cercando di mettere in sicurezza gli edifici più antichi.
In bocca al lupo a tutti gli abruzzesi, saranno anni difficili.