Ciò che avete scritto voi 4 più maturi del forum, perdonatemi per l'appellativo apparentemente negativo, ma molto molto onorevole nei vostri confronti, è tutta la verità dei giorni d'oggi.
Negli ultimi 20 anni sono stati tolti tutti i diritti ai lavoratori, si lavora peggio psicologicamente, mal retribuiti, e questo è come dire che la gente non è più contenta logicamente della sua condizione.
Un'involuzione simile è quanto di peggio potevamo aspettarci purtroppo...
-Si lavora sotto le grinfie padronali senza che questi abbiano un minimo di tatto nei confronti di chi lavora!
-Tendono a distruggerti psicologicamente anche quando fai il tuo dovere
-Ti tengono sempre sulle spine non si sa per quali assurdi motivi
-Ti chiamano quando servi con la storia di questi contratti a progetto
-Il 3% delle persone che conosco hanno un contratto a tempo indeterminato
-Il 90% di questo 3% è trattato male proprio perchè sono in posizione di non reclamare dal momento che hanno il privilegio di avere l'indeterminato, quando dovrebbe invece essere la realtà
-La pressione fiscale è pagata in toto dalle buste dei lavoratori, mentre i capetti se la giostrano
-Dopo 3 anni che si lavora in un posto ancora si va avanti con il contratto a progetto
-Contratto che sempre dopo 3 anni non riconosce ferie, non riconosce malattia, non riconosce NIENTE!
-Se ci sei bene, se stai male perdi lo stipendio del giorno, chiameranno un altro per quei giorni che tu non ci sei
-Vai in maternità? Bene arrivederci e grazie, il contratto a progetto non lo tramuteremo mai in indeterminato allora, ed anzi stoppiamo anche questo attuale
Lasciatemelo dire, stiamo scendendo pian piano, manco tanto piano, verso condizioni di non ritorno...il 10% della popolazione italiana tra 20 anni avrà un contratto indeterminato (quando i nostri padri andranno in pensione, l'ultimo scaglione di lavoratori ad avere diritti ed UNA PENSIONE).
Se così va bene non lo sò io, la risposta è scontata, e per quanto riguarda il discorso...si stava troppo bene prima? Con che aspettative siamo cresciuti?
Beh, io sò solo che un nostro padre a 20 anni che ha voluto andare a lavorare ha avuto la possibilità di avere un inquadramento contrattuale coi fiocchi rispetto a quelli di oggi, che per tutti i motivi elencati sopra differiscono totalmente.
Si viveva bene lavorando marito e moglie, c'era la sicurezza contrattuale, potevi prima dei 30 anni farti dei figli ecc ecc.
-Oggi casa, nemmeno a parlarne, se già non ce l'hai o ci hanno pensato i tuoi genitori per te.
-Lavoro..oggi si ce l'ho, domani non si sà, devo pregare iddio di stare bene per 7 anni consecutivi senza la sicurezza di un indeterminato poi perchè magari un apprendista di 19 anni fa comodo fiscalmente e fisicamente all'aziendina
Va tutto bene così...senz'altro...
Tutto tristemente vero Marco,
effettivamente avete affrontato l'argomento in tutte le sue sfaccettature e provo a trarne delle conclusioni:
-siamo cresciuti pensando di vivere, quanto meno, una situazione lavorativa stabile simile a quella dei nostri genitori che hanno trovato lavoro stabile tra i 20 e i 30 anni (a seconda degli studi fatti) e che gli permetteva di:
comprare casa
allevare una famiglia
togliersi degli sfizi di tanto in tanto
-siamo cresciuti quindi nel benessere con i genitori che provvedevano ai nostri bisogni, ci siamo dilungati in studi, spesso accademici, e troppo spesso che ci portavano fuori dal mercato del lavoro
-abbiamo perso il contatto con lo "stato di necessità" a cui invece erano abituati i nostri nonni che, per svoltare la giornata, spesso facevano 3 lavori contemporaneamente o che erano costretti a cambiare lavoro dalla sera alla mattina (mio nonno avrà fatto 10 lavori diversi, oltre che a provvedere ai figli).
Figli che fondamentalmente avevano bisogno solo di mangiare, al superfluo non si pensava nemmeno.
Nonni che spesso, per arrotondare, nel "tempo libero" si dedicavano ad attività utili e produttive come l'orto (certo non hobbies riposanti ma inutili come i nostri)
Noi invece siamo cresciuti davanti alla tv, con 1000 attenzioni, comodità e distrazioni, deboli ed arrendevoli, insomma viziati
-i nostri nonni avevano "padroni", lavorativamente parlando, molto peggiori di quelli che abbiamo noi oggi, per non parlare poi di diritti e sicurezza
Insomma, gli unici fortunati sono stati i nostri genitori, ma hanno beneficiato di un modello economico e statale falsato che ha prodotto un debito pubblico abnorme ... togliendo di fatto "il pane di bocca" a noi da adulti... ora stiamo pagando anche per quegli errori (come una famiglia che fa debiti per vivere nell'agiatezza e poi lascia i debiti ai figli).
I tempi del posto sicuro, spesso e volentieri pubblico e non necessario (dare lavoro significava prendere voti), sono finiti anche e soprattutto per questo, come anche quelli delle baby pensioni.
Nei decenni scorsi si è barato, ora bisogna fare i conti... con il risultato che ci ritroviamo da capo, come i nostri nonni.... solo che magari i più fortunati possono contare su quanto costruito ed accumulato dai genitori.
Dati alla mano, la nostra è la prima generazione ad essere più povera della precedente!
Lo stato (ma ci metto anche il falso perbenismo cultural-sociale) ci lascia in mezzo alla strada, lo Stato e il sistema ci spinge a consumare per far girare l'economia ma non ci protegge, non difende i nostri diritti di cittadini e di lavoratori, non ci aiuta a crearci un futuro, una famiglia, un'azienda.
(..............parte autocensurata prima che ci pensasse quel Catone di Poranese.......

)
Per concludere mettiamoci pure che siamo poco concreti, abbiamo mente soprattutto per le stupidaggini, la discoteca, l'ipod, i telefonini di ultima generazione, la macchina figa, i videogiochi, facebook e le cazzate con gli amici... senza veri valori, senza intraprendenza e coraggio, senza senso del dovere e dell'onestà!
E poi, se qualcosa va storto, non abbiamo le palle per reagire ma cadiamo in depressione!
Insomma un mix devastante!
PS(Mi ritengo fortunato per molti motivi, anche per aver potuto crescere con i nonni, da cui ho ricevuto molti insegnamenti di vita, e di essere cresciuto con meno vizi di quelli delle generazioni successive. Ditemi voi, se la situazione dovesse peggiorare o non migliorare, che fine faranno alla prima delusione, i ragazzini cresciuti con tutto il desiderabile, coccolati e viziati, con paghette da far invidia ai migliori precari, desiderosi solo di partecipare ai reality show, di fare le veline e votati al cazzeggio perenne???)
