Settore Sud. I movimenti delle forze tedesche convinsero il generale Vatutin che la 4ª Armata corazzata avrebbe puntato decisamente verso nord in direzione di Obojan', con l'intenzione di attraversare il ponte sullo Psel per arrivare a Kursk, ma il generale Hoth, avendo ancora di fronte la 1ª Armata corazzata sovietica e, ad est di Prochorovka, le riserve corazzate di Konev, temendo un attacco sul suo fianco destro, dispose che il II SS-Panzerkorps si muovesse verso nord est per intercettarle, mentre il grosso del XLVIII Armeekorps avrebbe proseguito la marcia verso Obojan' e, una volta attraversato lo Psel, questo avrebbe dovuto dirigersi verso est in aiuto del II SS-Panzerkorps, mentre il distaccamento Kempf avrebbe continuato a proteggere il fianco meridionale.
La giornata di oggi ha visto una notevole intensificazione del caldo, a causa dell'onda altopressoria in arrivo dai Balcani. Sui campi di battaglia si è portata nettamente l'isoterma dei 17 °C a 850 hpa. I carri armati sollevano enormi nugoli di polvere. I delicati ingranaggi dei Tiger e dei Panther tedeschi vanno presto in difficoltà, mentre durante le lunghe marce di trasferimento dalle retrovie gli T-34 dimostreranno la loro totale affidabilità.
A proposito dello T-34. Ben pochi sanno che il mezzo corazzato più famoso della storia fu progettato dall'ingegnere free-lance americano Christie. Il quale, non ricevendo udienza dal suo paese, propose il progetto all'Armata Rossa.
Il mezzo aveva caratteristiche rivoluzionarie. Grazie ai cingoli larghi mezzo metro, poteva manovrare con qualsiasi condizione atmosferica. Grazie allo scarter ad aria compressa, poteva partire con qualsiasi temperatura. La sua blindatura era imperforabile dai cannoni dei tanks della Wehrmacht.
Le grandissime innovazioni tecniche del T-34 (rispetto al suo predecessore BT-7) furono l'introduzione della corazza inclinata, i cingoli larghi (ben 55 cm ognuno, ovvero più di 1/6 della larghezza del carro) e il cannone a canna medio-lunga (i Panzer IV tedeschi dell'epoca avevano un cannone corto da 75mm, adatto soprattutto per il supporto alla fanteria, piuttosto che alla lotta controcarro). L'inclinazione di 60 gradi (rispetto ad un asse verticale) della corazza frontale, che misurava 45 mm, si traduceva in una resistenza equivalente a circa 90mm di acciaio posto verticalmente, giacché l'inclinazione peggiorava l'angolo penetrativo di una granata sparata orizzontalmente, un vero e proprio uovo di Colombo che consentiva anche un risparmio di acciaio di circa il 50%. I cingoli larghi (distribuendo il peso su una superficie più vasta) consentivano al mezzo di attraversare i terreni più difficili, come le plaghe nevose invernali o gli infidi pantani primaverili, che caratterizzano le pianure russe durante il disgelo (rasputitsa) e gli conferivano una maggiore mobilità su tutti i tipi di terreni. Il cannone da 76,2 mm era nel 1942 l'arma anticarro di maggior calibro e riusciva a perforare facilmente le corazze delle controparti tedesche (Panzer III e Panzer IV). Inoltre, il T-34 fu uno dei carri più veloci di tutta la seconda guerra mondiale, in grado di raggiungere una velocità massima di ben 55 km/h, il che lo rendeva un bersaglio più difficile da colpire durante gli scontri e gli consentiva di reagire più rapidamente alle esigenze della battaglia.
Mentre la produzione dei carri tedeschi era piuttosto lenta (la lavorazione ancora semi-artigianale dava ottimi risultati, a scapito però della velocità), la costruzione di un T-34 (totalmente aderente al principio della catena di montaggio) era veloce e semplice, essendo ogni operazione scomposta nella maniera più elementare, tanto che le fabbriche ricostruite dietro gli Urali poterono incrementare i loro organici anche attingendo alla popolazione locale, composta da contadini, donne e adolescenti troppo giovani per il servizio militare. Il mezzo poteva raggiungere i 55 km/h e aveva un'autonomia di 465 km, prestazioni notevolmente superiori a quelle dei corazzati tedeschi dell'epoca.
Come contromisura al T-34, i tedeschi installarono cannoni lunghi da 50mm sui Panzer III e 75mm lunghi (da 43 o 48 calibri) nei carri Panzer IV, e progettarono il nuovo carro armato Panther (1943), che riprendeva le innovazioni tecniche del T-34, ma con corazza e peso maggiore.