Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi! »  Mostra messaggi da    a     

Linea Meteo


Off-Topic - Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!



marvel [ Mer 16 Feb, 2011 16:03 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Tensione in Libia, polizia disperde i manifestanti antigovernativi: 38 i feriti a Bengasi


YouTube Link


Sono trentotto le persone rimaste ferite negli scorsi che si sono verificati nella notte tra martedì e mercoledì a Bengasi, in Libia, tra manifestanti e forze dell'ordine, alla vigilia della cosiddetta Giornata della collera. Lo riferiscono alla France Presse fonti ospedaliere. Un precedente bilancio, diffuso dal quotidiano locale Quryna, parlava di 14 feriti. Le forze dell'ordine sono intervenute per mettere fine agli scontri tra sostenitori del leader libico Gheddafi e dei "sabotatori", infiltrati per reclamare la liberazione di un avvocato. Martedì i familiari dei detenuti uccisi nel 1996 in una sparatoria nella prigione di Abu Slim, a Tripoli si sono radunati davanti a un commissariato di Bengasi per chiedere la liberazione del loro coordinatore, l'avvocato Fethi Tarbel. Secondo Human Rights Watch, furono almeno 1.200 i prigionieri uccisi dalle forze dell'ordine, in circostanze ancora poco chiare. Da anni le famiglie, di cui la maggior parte è originaria di Bengasi, non smettono di chiedere giustizia. Le forze dell'ordine sarebbero intervenute per mettere fine agli scontri. Arrestato per motivi ancora non precisati, Tarbel è stato rilasciato su pressione delle famiglie, precisa il giornale Qurina, vicino al figlio di Gheddafi, Seif Al-Islam. Tuttavia, dopo il rilascio del legale, i familiari sono rimasti sul posto e altre persone si sono unite a loro, spingendo così le forze dell'ordine a disperderli con la forza, secondo il sito Libya al-Youm. Secondo questi siti, i dimostranti hanno scandito slogan contro il regime, quali "Bengasi svegliati, è il giorno che aspettavi", "il sangue dei martiri non è stato versato invano", o ancora "il popolo vuole metter fine alla corruzione". Poco dopo, centinaia di sostenitori del regime hanno manifestato sempre a Bengasi, seconda città del paese, 1.000 chilometri a est di Tripoli, ma anche a Sirte, Sebha e a Tripoli, secondo quanto mostrato dalla televisione di Stato.


marvel [ Gio 17 Feb, 2011 22:44 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
C'eravamo dimenticati del piccolo Bahrain.
Il bello è che in TV, con tutto quello che sta succedendo, si sono tutti preoccupati per il Gran Premio che dovrà esserci tra qualche settimana...

Dieci morti nelle proteste in Libia, scontri in Bahrain. Suez bloccato alle navi da guerra iraniane
17 febbraio 2011 - www.ilsole24ore.com

Nuove tensioni in Medio Oriente. Nelle ultime 24 ore ore in Libia, Barhain, Yemen, Iran, Israele e Algeria si sono registrati numerosi scontri tra manifestanti e autorità dell'esercito. Scontri che seguono il focolaio di proteste delle ultime settimane che hanno costretto i presidenti di Egitto e Tunisia a rassegnare le dimissioni.

Cresce il movimento libico anti-Gheddafi: dieci morti
Sono almeno 10 i morti negli scontri i Libia per la Giornata della collera contro il regime di Muammar Gheddafi, dove i manifestanti chiedono da ieri un cambio di regime. Secondo i siti dell'opposizione Al Youm e Al Manara, ci sono stati sei morti e Bengasi e almeno quattro nella vicina Al Beida, nell'est del Paese. Le notizie riportate dall'Agenzia France Presse (secondo Reuters i morti sarebbero otto) non possono però essere verificate in modo indipendente. L'invito a manifestare seguendo l'esempio delle rivolte popolari in Tunisia ed Egitto era stato lanciato con un tam tam via Internet, nel quinto anniversario della sanguinosa repressione del 2006 a Bengasi dopo l'assalto al consolato italiano. E a Bengasi, la seconda città libica, hanno manifestato tra gli altri gli avvocati che davanti a un tribunale hanno chiesto una nuova Costituzione.Ad Al Beida gli scontri sono scoppiati al termine dei funerali di due giovani uccisi nelle proteste di mercoledì. Il giornale Quryna, vicino al figlio di Gheddafi Seif al-Islam, ha confermato solo due morti nella città orientale.
Notizie di scontri tra polizia e manifestanti anti-regime arrivano anche da Ajdabya, nell'est della Libia, dove questa mattina un gruppo di manifestanti ha sfilato per le vie del centro e ha dato fuoco ad alcuni uffici governativi. Situazione tranquilla a Tripoli, dove nella centrale Piazza verde si sono visti solo sostenitori di Gheddafi che sventolavano le bandiere verdi della Giamahiria. Ma da Zenten, a sud-ovest della capitale, ci sono state manifestazioni anti-Gheddafi in piazza con un edificio dato alle fiamme.

La polizia spara tra la folla in Bahrain
In Bahrain un gruppo di manifestanti continua a chiedere le dimissioni del governo. Nella notte la polizia ha reagito sparando gas lacrimogeni e proiettili a pallettoni. Secondo un medico del posto ci sarebbero almeno tre morti e numerosi feriti, trasportati al Medical Complex Salmaniya. «La brutale violenza che abbiamo visto oggi non dà nessuna possibilità per il governo a continuare», ha detto Mohamed Almizal, parlamentare anziano del gruppo musulmano a maggioranza sciita di Al-Wefaq. «È troppo tardi. Un governo che uccide il proprio popolo non è legittimo». Il dissenso in Bahrain, sede della quinta flotta della Marina degli Stati Uniti, segue la caduta dei governanti autocratici dai movimenti popolari in Egitto e Tunisia e segna la diffusione di disordini nel Golfo Persico, dove si produce la maggior parte del petrolio del Medio Oriente.


Cinque feriti in Yemen
In Yemen cinque persone sono rimaste ferite durante gli scontri avvenuti a Sanaa tra manifestanti antigovernativi e sostenitori del regime. La polizia è intervenuta sparando colpi di avvertimento per disperdere la folla. Lo riferisce un corrispondente dell'Afp. I manifestanti chiedono le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh che guida il paese da 32 anni.

Un ruolo chiave nelle proteste è giocato anche dall'Iran che il 14 febbraio ha schierato le forze della sicurezza per reprimere una manifestazione di opposizione organizzata per manifestare solidarietà alle proteste in atto nel Medio Oriente. La parte sciita del Barhain è vicina all'Iran, mentre la famiglia regnante (sunnita) è vicina all'Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti e principale produttore mondiale di petrolio.

Bloccato il passaggio dal Canale di Suez a navi da guerra iraniane
Intanto è stato annullato il passaggio attraverso il Canale di Suez di due navi da guerra iraniane che da ieri incrociano nel Mar Rosso. Lo riferiscono fonti dell'autorità del Canale, spiegando che la richiesta è arrivata dal rappresentante delle due imbarcazioni. Le due navi da guerra, una fregata e una nave rifornimenti, Asam e Kharg, incrociano da ieri nelle acque del Mar Rosso, facendo salire la tensione della regione. Israele ha accusato Teheran di «provocazione», sostenendo che le due navi dovevano risalire il canale per recarsi in Siria.

Il capo dell'autorità giudiziaria iraniana, l'ayatollah Sadegh Larijani, ha accusato i leader dell'opposizione di «tradimento» e di essere sostrenuti da «sionisti, Stati Uniti e Regno Unito».

«Il tradimento dei capi della rivolta è visibile a tutti - ha dichiarato Larijani, citato dall'agenzia ufficiale Irna - questo gruppo di Kharavej (persone che si ribellano al potere religioso) deve sapere che (nonostante) la bontà islamica, noi non accettiamo che mettano in pericolo il regime». Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli al regime per un processo rapido e una «punizione severa» contro l'ex premier Hossein Moussavi e l'ex presidente del Parlamento Mehdi Karoubi, responsabili di aver ispirato la manifestazione di piazza di lunedì scorso, in cui hanno perso la vita due persone. Nei giorni scorsi la televisione ha mostrato diverse manifestazioni in cui deputati o dimostranti hanno chiesto che «Moussavi e Karoubi vengano impiccati».

«Chiedo a tutti di permettere alla giustizia di agire nel rispetto della legge, nell'interesse del regime», ha aggiunto Larijani, annunciando poi di voler «impedire ai capi della rivolta di rilasciare dichiarazioni». «I capi della rivolta devono sapere che non hanno nessun posto nel Paese. La gente lo sa, perché sono sostenuti dai sionisti, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito», ha aggiunto.

Tre palestinesi uccisi in scontri con polizia israeliana
Tensioni anche in Israele. Tre palestinesi sono stati uccisi la scorsa notte in uno scontro con soldati israeliani al quale hanno preso parte anche l'aviazione e la marina nel Nord della striscia di Gaza, vicino a Bet Lahiya. Secondo fonti palestinesi i tre, sui 20 anni d'età, si sono scontrati con le truppe israeliane mentre cercavano di infiltrarsi in Israele. Secondo fonti militari in Israele sono stati invece sorpresi mentre cercavano di deporre una mina vicino al reticolato di confine, pattugliato dall' esercito. Allo scontro hanno preso parte un elicottero e un guardacoste della marina. Fonti della sanità palestinese hanno detto che i corpi dei tre uccisi sono stati recuperati stamattina. Non è stata precisata finora l'organizzazione di appartenenza. Lo scontro si è verificato dopo alcuni giorni di calma relativa sul confine tra Israele e Gaza e ha fatto di nuovo risalire la tensione nell'area.

Sale il prezzo del greggio
Sullo sfondo delle tensioni i prezzi del petrolio sono ancora rialzo sui mercati asiatici. Il Wti con consegna a marzo ha chiuso a 84,99 dollari, in progresso di 67 centesimi dopo aver toccato anche quota 85,25 dollari. Il Brent del mare del Nord con consegna ad aprile, invece, ha guadagnato 2,14 dollari 103,78, ma durante la seduta si é spinto fino a 104,52 dollari, ai massimi dal settembre 2008.

da: http://www.ilsole24ore.com/art/noti....shtml#continue


and1966 [ Ven 18 Feb, 2011 08:37 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Quello che succede in Baharain è un preview di quelli che saranno i veri, grandi problemi degli stati arabi petrodipendenti.
Laggiù l' oro nero è in rapido esaurimento (come a Dubai, negli EAU, d'altronde) e, "morto l' Cristo, spenti i lumi", finita la pressoché fonte unica di reddito saranno guai grossi, perchè chi ha assaggiato un minimo di benessere, giustamente non ci sta a tornare indietro.

Gli illuminati sheik di Dubai (la famiglia Al Makhtoum), davvero molto avanti, non si sono limitati alle solite stravaganti particolarità di quei mondi (la pista di sci coperta su tutte), ma hanno tentato di creare comunque un diversivo (anche se la crisi di due anni fa ha disilluso parecchi investitori).

Vedremo un po' .... intanto stamani benzina ad 1,51 € e gasolio a 1,39 € (al litro ....)


marvel [ Dom 20 Feb, 2011 18:57 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Aggiornamento della situazione, a Tunisia ed Egitto si aggiungono molti altri fronti della "protesta".

La Libia è nel caos, razzi Rpg sulla folla: almeno 258 le vittime


Sono 258 i morti e 800 i feriti negli scontri a Bengasi. Lo ha riferito un attivista dei diritti umani alla tv Al Jazira aggiungendo che sono stati sparati anche razzi RPG e mitragliate dagli elicotteri. Nella città della Cirenaica non si sa chi comanda ha affermato il vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, secondo il quale nella capitale "l'atmosfera è tranquilla e si vedono solo piccoli cortei di sostegno aGheddafi". Ad Al Baida, nell'est estremisti islamici, che sifanno chiamare 'l'emirato islamico di Barkà, tengono in ostaggio elementi dei servizi di sicurezza e cittadini. Secondo un attivista, Miftah Saleh, a Shahat sarebbe in azione un centinaio di mercenari provenienti da Ciad e Nigeria e 30 sono stati catturati dai manifestanti. Google ha reso disponibili dei numeri con i quali arrivare a Twitter, per consentire ai libici di comunicare anche col blocco di Internet. La Farnesina esclude tassativamente i viaggi in Cirenaica.

La Farnesina: "No tassativo ai viaggi in Cirenaica" - In considerazione della gravità della situazione in Cirenaica, in particolare nelle città di Bengasi, Ajdabya, Al Marj, Al Beida, Derna e Tobruk, la Farnesina "sconsiglia tassativamente qualsiasi viaggio non essenziale nella Regione". Recita così l'ultimo avviso particolare sulla Libia pubblicato oggi sul sito della Farnesina viaggiare sicuri.

Il Vescovo di Tripoli: "A Bengasi non si sa chi comanda" - "Non siamo in grado di sapere a chi appartengano in questo momento Bengasi e le altre città della Cirenaica": è quanto ha affermato il vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli. Nella capitale invece "l'atmosfera è tranquilla e stamane si vedono solo piccoli cortei di sostegno a Gheddafi", ha raccontato il presule. "Avevamo chiesto alle autorità libiche protezione per le chiese e i conventi della Cirenaica e ci hanno risposto che loro non possono fare niente", ha detto il vescovo. Monsignor Martinelli si è però dichiarato possibilista sull'evolversi della situazione. "Io penso che possa esserci una forma di riconciliazione. E' un Paese grande, è un Paese che non vuole guerre o conflitti", ha osservato. "Certo - ha precisato - ci deve essere un gesto di tolleranza da entrambe le parti"Un alto responsabile libico ha intanto fatto sapere che "un gruppo di estremisti islamici" tiene in ostaggio alcuni cittadini e membri delle forze dell'ordine "nell'est" della Libia. Il sequestro ha avuto luogo ad al Baida. "Un gruppo di estremisti islamici, che si fa chiamare 'Emirato islamico di Barka', tiene in ostaggio dei membri del servizio di sicurezza e alcuni cittadini", ha detto il responsabile libico a condizioni di anonimato. Il sequestro, secondo quanto si è appreso, è avvenuto "durante gli scontri degli ultimi giorni", ha aggiunto la fonte di Tripoli, sottolineando che il gruppo "chiede la revoca dello stato d'assedio imposto dalle forze dell'ordine per evitare che gli ostaggi siano uccisi".

La giornata si era aperta con la sospensione dei servizi internet in tutto il Paese da parte del governo; alcune televisioni locali sono state oscurate. I manifestanti hanno occupato l'aeroporto di Bengasi, teatro degli scontri più sanguinosi e dove venerdì è stata data alle fiamme la sede di una radio locale. Ma gli incidenti più gravi hanno avuto luogo nel pomeriggio. Le forze di sicurezza hanno sparato sulla folla che, mentre partecipava a un corteo funebre, ha provato ad assaltare una caserma utilizzando anche bombe molotov. Google ha intanto messo a disposizione dei numeri con i quali arrivare a Twitter, per consentire ai libici di comunicare anche col blocco di Internet. Lo riferisce il sito Lybia Al Youm.

Aperta un'inchiesta sulle violenze - Il procuratore generale libico Abdelrahman Al-Abbar ha ordinato l'apertura di una inchiesta sulle violenze durante le manifestazioni anti-regime, in particolare nell'est del paese. Lo ha riferito una fonte informata alla France Presse. "Il procuratore ha ordinato l'apertura di una inchiesta sulle ragioni e il bilancio degli avvenimenti in alcune città e ha chiesto di accelerare le procedure per giudicare tutti quelli che sono colpevoli di omicidio o di saccheggi", ha detto la fonte.

Tripoli: "Stop alla lotta contro l'immigrazione se l'Ue incoraggerà le manifestazioni" - Le autorità libiche hanno convocato l'ambasciatore di un Paese dell'Unione europea a Tripoli per minacciare la fine della cooperazione nella lotta contro l'immigrazione, se la Ue continuerà a "incoraggiare" le manifestazioni nel Paese. Lo ha dichiarato oggi la presidenza ungherese dell'Unione. "Giovedì, l'ambasciatore ungherese è stato convocato a Tripoli. Gli è stato detto che se l'Unione europea continuerà a incoraggiare i manifestanti, la Libia sospenderà la cooperazione in materia di lotta all'immigrazione clandestina con la Ue" ha dichiarato il portavoce della presidenza ungherese dell'Unione europea, Gergely Polner. Dopo la convocazione dell'ambasciatore, "gli altri rappresentanti europei a Tripoli hanno ricevuto lo stesso messaggio" ha aggiunto. Le autorità libiche hanno voluto esprimere "il loro malcontento" dopo l'appello lanciato mercoledì dal capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, per il rispetto della "libertà di espressione" nel Paese, dove si susseguono le manifestazioni contro il colonnello Gheddafi. Ashton aveva anche chiesto a Tripoli di "ascoltare" i manifestanti" e di "evitare le violenze".

Berlusconi: non voglio disturbare Gheddafi - Silvio Berlusconi si dice preoccupato per quanto sta avvenendo in Libia, ma spiega di non aver sentito il suo amico Gheddafi per non "disturbarlo" in un momento così delicato. "Siamo preoccupati - dice il premier ai giornalisti - per tutto quello che sta accadendo lì in tutta l'area". A chi gli chiedeva se avesse sentito il colonnello, il premier ha risposto di no perché "la situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno".
Veltroni: silenzio dal nostro governo - "Il silenzio delle autorità italiane su quanto sta avvenendo in Libia è terribile e assordante. In pochi giorni ci sono stati quasi cento morti e non c'é stata ancora alcuna reazione ufficiale. Il grande sommovimento che, in nome del pane e della libertà, sta scuotendo l'Africa mediterranea è una cosa che riguarda direttamente l'Italia". Lo afferma l'esponente del Pd Walter Veltroni. "In Libia - sottolinea - un regime oppressivo e oggi violento non può agire contando sull'inazione italiana. E' necessario che in Parlamento l'opposizione e maggioranza esprimano la loro condanna. E' necessaria una posizione ferma del nostro Paese. Ogni ulteriore attesa sarebbe gravissima".
Casini: il governo riferisca - "In Libia èin corso un silenzioso massacro di giovani intellettuali e lavoratori che protestano contro un regime liberticida. Le autorità italiane assistono in modo silenzioso e forse imbarazzato nel ricordare le indegne sceneggiate a cui ci ha costretto ad assistere il colonnello Gheddafi sul territorio italiano con la sola voce indignata di una parte dell'opposizione. Chiediamo che il Governo riferisca in Parlamento al più presto su quanto sta avvenendo e che le Camere esprimano una condanna netta e ferma per atti di violenza perpetrati nei confronti di spontanee manifestazioni di protesta popolare contro un regime tirannico". Lo afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.

L'ondata di proteste popolari nata in Tunisia ed allargatasi all'Egitto sta continuando ad espandersi a macchia d'olio nel Medio Oriente e in Nordafrica.
Il momento risulta esser particolarmente difficile in Libia, ma non meno semplice appare essere in altri paesi del medio oriente.
In Bahrein, piccola monarchia del Golfo Persico, strategica per gli Stati Uniti perché ospita la quinta Flotta (fondamentale per la guerra in Afghanistan e la presenza Usa nella zona), il principe ereditario del Bahrein, Salman bin Hamad Al-Khalifa, ha ordinato alla polizia di "allontanarsi dagli assembramenti" dei manifestanti che hanno iniziato ad allestire le tende in piazza della Perla, cuore della protesta a Manama. Gli oppositori, principalmente membri della maggioranza sciita del Paese che protestano contro la casa reale sunnita, questa mattina hanno mostrato un atteggiamento di "prudente" apertura nei confronti dell'offerta di dialogo avanzata dal principe ereditario, ma hanno condizionato i colloqui alle dimissioni del governo, considerato responsabile dell'uccisione di alcuni manifestanti a Manama.
Nello Yemen scontri violenti hanno contrapposto manifestanti e sostenitori del regime intorno all'Università di San'a: uno studente è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e altri cinque sono rimasti feriti. Si tratta del primo morto nella capitale dall'inizio della contestazione contro il presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni. Un adolescente è rimasto ucciso, inoltre, in scontri tra forze di sicurezza e manifestanti ad Aden.
In Algeria, dove il potere teme uno scenario di rivoluzione alla tunisina, circa 200 persone hanno manifestato ieri nel centro di Algeri, malgrado un importante dispositivo di polizia. Secondo fonti dell'opposizione negli scontri sarebbe rimasto ferito e sarebbe caduto in coma Tahar Besbas, deputato del Movimento per la Cultura e la Democrazia (Rcd). La notizia è stata smentita dalla direzione della protezione civile.
Anche in Marocco la situazione è critica. Alcune centinaia di persone hanno iniziato a radunarsi a Casablanca e Rabat per partecipare alle manifestazioni di protesta previste per oggi in molte città del paese al fine di richiedere una serie di riforme politiche ed una limitazione dei poteri del re. "Libertà, dignità, giustizia", hanno urlato i manifestanti.
Nel Gibuti, tre dei principali dirigenti dell'opposizione sono stati arrestati, all'indomani degli scontri tra la polizia e i manifestanti che hanno fatto almeno due vittime. I tre arrestati, due dei quali sono stati rilasciati in serata, sono, rispettivamente, i presidenti del Partito nazional-democratico, dell'Unione per la giustizia e la democrazia e del Partito democratico di Gibuti.
In Iran poi il ministero degli Interni ha messo in guardia l'opposizione iraniana da ogni manifestazione "illegale" come quelle che sarebbero in programma per la giornata di oggi, minacciando di "agire secondo la legge contro i sediziosi e i responsabili della sedizione". Molti siti dell'opposizione iraniana - tra cui quelli dei due principali leader riformisti, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karoubi - hanno lanciato un appello a manifestare oggi in memoria delle vittime delle proteste dello scorso 14 febbraio a Teheran.
Nel Kuwait polizia ha sparato gas lacrimogeni contro circa 300 manifestanti che reclamano diritti. Secondo quanto riferito dal quotidiano spagnolo El Pais, nella sua edizione online, si tratta di una parte dei circa 100mila apolidi (per la maggior parte discendenti da nomadi e immigrati) che sono scesi in piazza per chiedere la nazionalità kuwaitiana.
http://notizie.tiscali.it/articoli/...rti-feriti.html
20 febbraio 2011


Icestorm [ Dom 20 Feb, 2011 19:59 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Quello che succede in Baharain è un preview di quelli che saranno i veri, grandi problemi degli stati arabi petrodipendenti.
Laggiù l' oro nero è in rapido esaurimento (come a Dubai, negli EAU, d'altronde) e, "morto l' Cristo, spenti i lumi", finita la pressoché fonte unica di reddito saranno guai grossi, perchè chi ha assaggiato un minimo di benessere, giustamente non ci sta a tornare indietro.

Gli illuminati sheik di Dubai (la famiglia Al Makhtoum), davvero molto avanti, non si sono limitati alle solite stravaganti particolarità di quei mondi (la pista di sci coperta su tutte), ma hanno tentato di creare comunque un diversivo (anche se la crisi di due anni fa ha disilluso parecchi investitori).

Vedremo un po' .... intanto stamani benzina ad 1,51 € e gasolio a 1,39 € (al litro ....)


Questa notizia dove l'avresti presa scusa?? Io ho partecipato ad un paio di seminari ENI quest'anno per via del corso di laurea che ho intrapreso, e la situazione non è di certo la stessa che hai detto...


marvel [ Mar 22 Feb, 2011 12:25 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
E chi se ne frega...!
Se la situazione in Medio Oriente non si è mai normalizzata, restando al 90% in uno stato di emergenza per decenni, se non secoli, un motivo c'è e lo conosciamo tutti: il pertolio (ed altri idrocarburi annessi), ma anche la presenza dei dittatori rappresentava non solo una "garanzia" di stabilità, ma anche una garanzia di affari per molte aziende e stati esteri.
Un dittatore ha bisogno di un bell'arsenale bellico sempre aggiornato!

Export di armi russe rischia danni per 10 miliardi
La Russia rischia di perdere sino a 10 miliardi di dollari di contratti per forniture militari a causa dell'instabilità verificatasi nelle ultime settimane in Medio Oriente, dalla Tunisia all'Egitto, dal Barheim alla Libia. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando una fonte legata al settore dell'export di armi. "Solo con la Libia si è discussa la possibilità di firmare un pacchetto di contratti per la vendita di armi per un valore di oltre due miliardi di dollari", ha spiegato la fonte.
http://www.repubblica.it/esteri/201...095/?ref=HREA-1


and1966 [ Mar 22 Feb, 2011 17:17 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Quello che succede in Baharain è un preview di quelli che saranno i veri, grandi problemi degli stati arabi petrodipendenti.
Laggiù l' oro nero è in rapido esaurimento (come a Dubai, negli EAU, d'altronde) e, "morto l' Cristo, spenti i lumi", finita la pressoché fonte unica di reddito saranno guai grossi, perchè chi ha assaggiato un minimo di benessere, giustamente non ci sta a tornare indietro.

Gli illuminati sheik di Dubai (la famiglia Al Makhtoum), davvero molto avanti, non si sono limitati alle solite stravaganti particolarità di quei mondi (la pista di sci coperta su tutte), ma hanno tentato di creare comunque un diversivo (anche se la crisi di due anni fa ha disilluso parecchi investitori).

Vedremo un po' .... intanto stamani benzina ad 1,51 € e gasolio a 1,39 € (al litro ....)


Questa notizia dove l'avresti presa scusa?? Io ho partecipato ad un paio di seminari ENI quest'anno per via del corso di laurea che ho intrapreso, e la situazione non è di certo la stessa che hai detto...


http://countrystudies.us/persian-gulf-states/37.htm

http://www.noga.gov.bh/en/getinfo.asp?cid=772&section=28&menu=0

http://www.esteri.it/MAE/pdf_paesi/...NTE/Bahrain.pdf

Poi spiegami perchè Halliburton - KBR non hanno reinvestito da quelle parti .....

p.s.: a Duvbai, che è uno degli emirati dell' EAU, il petrolio nn è piu' come prima, anche se tutti gli altri emirati uniti gli garantiscono .... la pacchia (ma l' equilibrio fra loro ?)


Poranese457 [ Mar 22 Feb, 2011 17:36 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Stamani guardando il TG mi sembrava di esser sul set di uno di quei film catastrofici che iniziano sempre con la TV che annuncia inimmaginabili disastri a spasso per il mondo.

C'era di tutto:

1. Caccia dell'aviazione che sparano sui protestanti in Libia

2. Navi da guerra iraniane che si spingono sino all'interno del canale di Suez

3. Bahrein in fiamme

4. Terremoto molto forte in Nuova Zelanda con oltre 60 morti ed una città come Cristhchurch quasi rasa al suolo.


Davvero guardando quelle immagini mi sono venuti in mente tanti di quei film che non si fa in tempo a nominarli. Mi chiedo io: siamo davvero arrivati a questo punto?? Cosa sta succedendo nel mondo??
Sinceramente ero sconcertato di fronte a tutta questa serie di eventi che, terremoto escluso, di sicuro non è strano che avvengano in sincrono. E' chiaro come siano uno la conseguenza dell'altro così come è altrettanto chiaro che il Mediterrano mai come ora sia una polveriera pronta ad esplodere facendo confluire su se stesso tutti i "frutti" delle proteste che si stanno spargendo a macchia d'olio negli stati islamici.


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 17:44 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
purtroppo l'Islam ed il Corano, professando l'integralismo religioso, sono la peste dei tempi che stiamo vivendo...e temo nessuno sia in grado di fermarli

PS: Il terremoto è in Nuova Zelanda...


Poranese457 [ Mar 22 Feb, 2011 17:48 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
purtroppo l'Islam ed il Corano, professando l'integralismo religioso, sono la peste dei tempi che stiamo vivendo...e temo nessuno sia in grado di fermarli

PS: Il terremoto è in Nuova Zelanda...



L'Islam ed il Corano sono sempre esistiti così come sono sempre esistite tutte le altre religioni. Non è di sicuro colpa di esse se accade quel che accade quanto piuttosto di chi usa queste fedi come fulcro per entrare nella testa delle popolazioni inculcandogli dottrine che con la religione hanno poco a che fare.
Non parliamo poi di chi in nome "di Dio" comanda e gestisce in maniera tirannica intere nazioni.....

Grazie della correzione sul terremoto, avevo fatto confusione


Francesco [ Mar 22 Feb, 2011 17:50 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Il 2012 si avvicina...


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 17:51 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
purtroppo l'Islam ed il Corano, professando l'integralismo religioso, sono la peste dei tempi che stiamo vivendo...e temo nessuno sia in grado di fermarli

PS: Il terremoto è in Nuova Zelanda...



L'Islam ed il Corano sono sempre esistiti così come sono sempre esistite tutte le altre religioni. Non è di sicuro colpa di esse se accade quel che accade quanto piuttosto di chi usa queste fedi come fulcro per entrare nella testa delle popolazioni inculcandogli dottrine che con la religione hanno poco a che fare.
Non parliamo poi di chi in nome "di Dio" comanda e gestisce in maniera tirannica intere nazioni.....

Grazie della correzione sul terremoto, avevo fatto confusione


Il problema Leo è che mentre le altre religioni, pur avendo ideali a volte altrettanto radicali (ho conosciuto quest'anno da vicino induismo e buddismo), non sono per nulla aggressive verso il prossimo, per l'Islam non è così.

La Jiad, la guerra santa, è nel Corano. Significa esportare, con le cattive, la cultura islamica nel mondo a scapito del Male Occidentale. Da qui nasce tutto...

Proprio perchè dici che sono sempre esistiti, dovresti sapere che sono sempre esistite anche situazioni come quella odierna...hai detto bene, è una polveriera.


Poranese457 [ Mar 22 Feb, 2011 18:17 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Il problema Leo è che mentre le altre religioni, pur avendo ideali a volte altrettanto radicali (ho conosciuto quest'anno da vicino induismo e buddismo), non sono per nulla aggressive verso il prossimo, per l'Islam non è così.

La Jiad, la guerra santa, è nel Corano. Significa esportare, con le cattive, la cultura islamica nel mondo a scapito del Male Occidentale. Da qui nasce tutto...

Proprio perchè dici che sono sempre esistiti, dovresti sapere che sono sempre esistite anche situazioni come quella odierna...hai detto bene, è una polveriera.



Tutto questo perchè oggi viviamo nel mondo dell'informazione ed abbiamo tutto bello documentato e filmanto: se però avessimo avuto gli attuali mezzi qualche secolo fa avremmo visto dei veri genocidi (le Crociate ne sono solo un esempio) perpetuati a favore della Chiesa Cattolica.
Ogni religione prevede la conversione del prossimo nei propri dogmi fondamentali: ora che la Jiad, intesa come la intendiamo noi, sia nel Corano credo sia una cosa da verificare e, anche fosse vera, non ti credere che la Bibbia sia un libro di pacifisti. Dagli una letta e ti accorgerai che è così.

E te lo dice un buon cristiano!


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 18:28 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
ahhh ma infatti concordo con Marx almeno su questo... la religione è l'oppio dei popoli... quanto la abolirei... vabè, lasciamo stare


moetia [ Mar 22 Feb, 2011 18:30 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
La prima troupe televisiva , della CNN, ad essere riuscita ad entrare in Libai dall'inizio della rivolta

http://edition.cnn.com/2011/WORLD/a...dex.html?hpt=T1


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 18:32 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
mica per niente eh... ma tutto il Corano si fonda sulla parola di Maometto, profeta di Allah, che altri non era che un cammelliere del 600 a.C....


Frasnow [ Mar 22 Feb, 2011 18:32 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
E l'abbiamo ospitato in Italia con tanto di cerimonia. Comunque la situazione sta diventando davvero pericolosa....


Poranese457 [ Mar 22 Feb, 2011 18:38 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ahhh ma infatti concordo con Marx almeno su questo... la religione è l'oppio dei popoli... quanto la abolirei... vabè, lasciamo stare



Come fai ad eliminare la religione? E, soprattutto, cosa intendi per religione??

Togli ad un popolo quello in cui crede e quel popolo finirà di esistere. C'è chi crede nel Dio dell'albero, chi in Dio, chi in Allah, chi in Ra o chi crede nella religione della scienza o chi in mille altre cose ancora. La religione non è, secondo me, un qualcosa di definito ma piuttosto la necessità insita nell'uomo di non essere l'elemento supremo esistente. E, tutto sommato, credo proprio che questa sia una cosa più che giusta indipendentemente dal tipo di fede professata

Poi che c'entra la cosa del cammelliere?? Secondo te quello, all'epoca e tutt'ora, era un mestiere povero e da stolti?? Ma povero te direi!


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 18:41 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Poi che c'entra la cosa del cammelliere?? Secondo te quello, all'epoca e tutt'ora, era un mestiere povero e da stolti?? Ma povero te direi!


guardati "religious", il film-documentario sulle religioni, e capirai di cosa parlo...

Il discorso sulle religioni sarebbe infinito: non so se è nemmeno permesso dal regolamento...

Due dati di fatto emergono però evidenti:

1. Più la gente è povera, più è credente: evidentemente si cerca nel Dio quello che non si riesce ad avere nella vita, rifugiandosi così nell'ultimo appiglio e nell'ultima speranza.

2. Le nuove generazioni sono sempre più atee, mi stava dicendo la guida indiana che più del 95% dei ragazzi della nostra generazione non è credente.

Per fortuna, forse, il vento sta cambiando...


riccardodoc80 [ Mar 22 Feb, 2011 19:06 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
mica per niente eh... ma tutto il Corano si fonda sulla parola di Maometto, profeta di Allah, che altri non era che un cammelliere del 600 a.C....


Facciamo attenzione però a quello che si scrive ragazzi!
La religione è un argomento abbastanza complicato e va preso con le molle perchè qualcuno si potrebbe offendere!
....non sto dicendo che lo avete fatto è! e quoto il messaggio di fili solo perchè qualcuno potrebbe dire la stessa cosa sulla "nostra"religione!

.....occhio!


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 19:09 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Io non sono cattolico... però, da "esterno", mi rimane impossibile non notare la differenza tra le religioni occidentali, anche quelle cosiddette protestanti, e l'islamismo.

Le crociate mi stan bene, ma parliamo del 1200... se mai avrete occasione di visitare nazioni islamiche, vi renderete conto che oggi, nel 2000, si vive e si ragiona come noi facevamo mille anni fa...

con questo non intendo certo dire che TUTTI gli islamici sono terroristi, per carità. Conosco gente marocchina, tunisina... persone perbenissimo. E' però vero che i diktat contenuti nel Corano fan presto a sfociare nella violenza, anche la più barbara. Pensiamo solo al martirio e ai kamikaze...


marvel [ Mar 22 Feb, 2011 19:53 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]

guardati "religious", il film-documentario sulle religioni, e capirai di cosa parlo...

Il discorso sulle religioni sarebbe infinito: non so se è nemmeno permesso dal regolamento...

Due dati di fatto emergono però evidenti:

1. Più la gente è povera, più è credente: evidentemente si cerca nel Dio quello che non si riesce ad avere nella vita, rifugiandosi così nell'ultimo appiglio e nell'ultima speranza.

2. Le nuove generazioni sono sempre più atee, mi stava dicendo la guida indiana che più del 95% dei ragazzi della nostra generazione non è credente.

Per fortuna, forse, il vento sta cambiando...


Premesso che stiamo andando un po' off topic, mi sembra fin troppo semplicistico etichettare una religione, come quella islamica, come fondamentalista ed inneggiante alla guerra santa.
Non a caso il Corano, come tra l'altro anche la Bibbia, è stato spesso e volentieri interpretato a vantaggio di chi comandava... l'ha fatto oggi stesso, nel suo discorso, un dittatore laico come Gheddafi!

Come dice Leo, in passato l'hanno fatto anche gli occidentali, e non bisogna arrivare alle crociate... ce ne sono state molte altre di malefatte e di stermini in nome di Dio... di quello cristiano.

Non credo che le religioni esistano perché l'uomo, per dirla come Leo, ha una necessità innata di non essere l'elemento supremo esistente, ma piuttosto perché la coscienza, la consapevolezza di se e dell'io, ha reso l'animale "uomo" altamente vulnerabile di fronte alle innumerevoli incertezze della vita, all'inspiegabile e alla necessità di trovare una risposta alle ingiustizie terrene e alle 1000 domande senza risposta che tutti noi ci poniamo.
Invece un credente, di fronte ad un primo sacrificio della propria razionalità (spesso inculcato proprio in tenera età, quando di razionalità ce n'è ancora ben poca), facendo quello che viene chiamato un atto di fede, finisce poi per procrastinare tutto all'aldilà (o ad una nuova vita), affidandosi a qualcosa/qualcuno che sia al di sopra di tutto, e così il destino, il presente e perfino il passato trovano un minimo di coerenza e sopportabilità dandoci sollievo.
(io però questo atto di fede non sono mai riuscito a farlo)

E non credo che sia sempre salutare per un popolo il passaggio dalla religione alla ragione.
Infatti se un popolo laico non è sufficientemente maturo ed intriso di sapere, di conoscenza, se non sviluppa un senso civico e collaborativo basato sul benessere diffuso, ma si limita a disconoscere la religione e a procedere verso l'individualismo, il risultato finale è la semplice perdita di valori ed esso stesso si perderà nel nulla.

C'è chi lo chiama relativismo, c'è chi lo chiama perdita dei valori... ma fuori dalla conoscenza, senza un valore comune e condiviso che miri alla pace, alla giustizia e al rispetto dell'altro e della vita (compreso il rispetto delle usanze e dei credo altrui), come valore e quindi come "nuovo credo"... non si va molto avanti.
Ma a questo punto saremmo quasi da capo, vivendo comunque all'ombra di una nuova religione "laica".
Ma cambia poi così tanto?
L'unica differenza sarà che vivremmo nella coscienza di non poter mirare ad una vita eterna, saremmo tutti più ansiosi e i meno fortunati non avranno nessuna consolazione... pur essendo razionali, coscienti e colti.

Tra l'altro, come ha dimostrato la storia, già sono stati fatti tentativi di imposizioni di "nuovi credo", che sono stati utilizzati anche peggio di quelli religiosi... "l'uomo" alla fine è sempre un animale molto individualista ed egoista e soprattutto quando c'è una diffusa povertà ed ignoranza qualche losco individuo che sappia usare le parole con le folle tende sempre a prevalere e a strumentalizzare ideologie e religioni a proprio favore, plagiando le masse.

Ma nei paesi ricchi l'assenza di credo religiosi non ha portato a grandi miglioramenti, il credo prevalente diventa facilmente il potere, la fama, il Dio Denaro... che certo non è migliore di un Dio religioso e normalmente non conduce ad una giustizia sociale.
Si fa tutto per il denaro, ma tutto è fine a se stesso... e alla fine privo di senso.

Molti, troppi giovani affrontano una vita senza riferimenti e, seppur benestanti, alla fine, o si schiantano con una ferrari alla ricerca di nuovi stimoli, oppure sniffano e si drogano per noia, oppure fanno altre cose tutt'altro che costruttive.

Si dice che deve essere la famiglia a trasmettere dei valori... ma quali valori restano una volta che abbiamo fatto fuori la religione e che il principale obiettivo diventano i soldi?
Io stesso sono cresciuto in una famiglia vagamente cattolica, ma pur non essendo un cattolico praticante, mi riconosco nei valori del cristianesimo, quelli professati da Cristo, anche se tra me e il Vaticano ci sono distanze molto più grandi dei 100 km fisici che ci dividono... moolti ma molti di più.
Sono contrario all'eliminazione della religione perché nelle religioni sono raccolti saperi, valori e saggezze secolari se non millenarie che è giusto che vengano conosciute e forse perfino insegnate.
Io sono favorevole all'ora di religione come all'ora di filosofia, ma come all'ora di filosofia si parla di numerose filosofie, così all'ora di religione bisognerebbe affrontare più religioni, capirle e parlarne per poter carpire il meglio e conoscere anche le radici che sono alla base di culture diverse.

Per me le religioni sono un patrimonio intellettuale dell'umanità che, però, deve essere letto ed acquisito da un popolo capace di capire e riflettere, un popolo intriso di conoscenza che non possa essere indottrinato e sfruttato.
Io le religioni le vedo un po' come "correnti di filosofia di vita" con le quali poter colloquiare ed interagire per poter trovare un po' di pace e serenità durante il nostro percorso su questa Terra.
A volte te ne allontani, a volte senti il bisogno di riavvicinarti e sentire la voce ed i consigli di chi aveva molto da dire.

PS(alcune correnti o "filosofie politiche" hanno tentato di appropriarsi dei valori religiosi, come quelli cristiani, per riproporli sotto una nuova veste, spesso orientandoli e forzandoli, ma hanno miseramente fallito... la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la cooperazione, e l'amore verso gli altri non si possono semplicemente trasmettere con delle regole e con delle leggi, ma vanno apprese e trasmesse di padre in figlio con l'esempio e la coerenza... doti che spesso sono presenti maggiormente in chi crede fermamente in un credo o in chi è intellettualmente cresciuto e maturato all'interno della cultura, della conoscenza)


andrea75 [ Mar 22 Feb, 2011 19:57 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Argomentino delicato ragazzi... attenzione a quello che dite, mi raccomando.


Fili [ Mar 22 Feb, 2011 20:04 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
non sto etichettando la religione come un qualcosa di sbagliato a priori. Sappiamo però fin troppo bene, purtroppo, che molto spesso ideali di questo tipo sfociano nella violenza. E' accaduto con i totalitarismi ideologici del '900, e sta continuando ad accadere, da millenni, con la religione.

Si combatte, si lotta, si uccide, in nome di cosa...? Ha un senso?

E se è vero che la religione è anche un "qualcosa" di positivo... il gioco vale la candela? Per me no


marvel [ Mar 22 Feb, 2011 20:07 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
non sto etichettando la religione come un qualcosa di sbagliato a priori. Sappiamo però fin troppo bene, purtroppo, che molto spesso ideali di questo tipo sfociano nella violenza. E' accaduto con i totalitarismi ideologici del '900, e sta continuando ad accadere, da millenni, con la religione.

Si combatte, si lotta, si uccide, in nome di cosa...? Ha un senso?

E se è vero che la religione è anche un "qualcosa" di positivo... il gioco vale la candela? Per me no


Ma perché dove non c'era religione è andata meglio?
Le ideologie e i credo spesso vengono sfruttati come mezzi per approfittarsi dell'ignoranza delle masse... ma è l'ignoranza la causa primaria.
Non credo che ci siano molte differenze da questo punto di vista.
Un "popolo ricco ma ignorante" può cadere facilmente nelle mani sbagliate e perpetuare gli stessi tragici errori del passato, di quando il Dio non era certo il denaro.

PS(vedi la mia risposta sopra)


Poranese457 [ Mar 22 Feb, 2011 21:27 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Io ragazzi mi tiro fuori da questa discussione sulla "religione" perchè tanto le mie idee le avete capite e, soprattutto, non condividendo nemmeno gli interspazi dei discorsi fatti ad esempio da Fili potrei risponder male e davvero non lo voglio.

Invito poi anche voi, come già fatto dal capo, a fare estrema attenzione se davvero vorrete continuare a trattare questo argomento

PS: se non volete continuarlo tanto meglio!


Poranese457 [ Mer 23 Feb, 2011 10:37 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Tornando in qualche modo sull'argomento vorrei far notare una cosa: ieri abbiamo notato un discreto incremento (che qui non quantifico) sulle vendite di tutti gli impianti. Roba notevole rispetto alla media di un martedì....

Aumenta anche negli italiani la consapevolezza che, molto probabilmente, tutto quel marasma che sta succedendo a pochi km dalle nostre coste avrà diversi effetti pure sulla italica economia


Fili [ Mer 23 Feb, 2011 10:50 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
leggetevi questa intervista di Oriana Fallaci a Gheddafi, nel lontano 1979... che spettacolo!

http://www.corriere.it/esteri/11_fe...f69a8e285.shtml


marvel [ Mer 23 Feb, 2011 11:29 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
leggetevi questa intervista di Oriana Fallaci a Gheddafi, nel lontano 1979... che spettacolo!

http://www.corriere.it/esteri/11_fe...f69a8e285.shtml


Mamma mia, che mente bacata, che para..lo che era e che è st'omo!

Alla domanda :
E l'opposizione dov'è?
Lui risponde:
«Che opposizione? Che c'entra l'opposizione? Quando tutti fanno parte del congresso del popolo, che bisogno c'è dell'opposizione? Opposizione a cosa? L'opposizione si fa al governo! Se il governo scompare e il popolo si governa da solo, a chi deve opporsi: a quello che non c'è?».

Un genio, non c'è che dire!


Fili [ Mer 23 Feb, 2011 11:29 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
leggetevi questa intervista di Oriana Fallaci a Gheddafi, nel lontano 1979... che spettacolo!

http://www.corriere.it/esteri/11_fe...f69a8e285.shtml


Mamma mia, che mente bacata, che para..lo che era e che è st'omo!

Alla domanda :
E l'opposizione dov'è?
Lui risponde:
«Che opposizione? Che c'entra l'opposizione? Quando tutti fanno parte del congresso del popolo, che bisogno c'è dell'opposizione? Opposizione a cosa? L'opposizione si fa al governo! Se il governo scompare e il popolo si governa da solo, a chi deve opporsi: a quello che non c'è?».

Un genio, non c'è che dire!


non fa una piega!


and1966 [ Mer 23 Feb, 2011 11:34 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Intanto vorrei far notare, sulla scia dell' aumento delle code ai distributori segnalato da Leo, e volando per un momento sopra i conflitti interreligiosi, che ad esempio, il 10 settembre 2001, il prezzo di un barile di petrolio era di 27 $.

http://it.oiloilprice.com/historicaloilprice/2001-09-10


Adesso, guarda un po', siamo a tre volte tanto dopo che tre anni fa eravamo arrivati a 5 (cinque). Oggi, allo stormir di fronde arabo, siamo già al 10% in più in una settimana.

Trovatemi voi un prodotto/servizio che abbia avuto un simile aumento ....


Poranese457 [ Mer 23 Feb, 2011 11:47 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Intanto vorrei far notare, sulla scia dell' aumento delle code ai distributori segnalato da Leo, e volando per un momento sopra i conflitti interreligiosi, che ad esempio, il 10 settembre 2001, il prezzo di un barile di petrolio era di 27 $.

http://it.oiloilprice.com/historicaloilprice/2001-09-10


Adesso, guarda un po', siamo a tre volte tanto dopo che tre anni fa eravamo arrivati a 5 (cinque). Oggi, allo stormir di fronde arabo, siamo già al 10% in più in una settimana.

Trovatemi voi un prodotto/servizio che abbia avuto un simile aumento ....



Che poi alla fine il prezzo del barile di petrolio con il vero prezzo che il prodotto avrà sui distributori c'entra abbastanza poco... e soprattutto la correlazione non è tempisticamente così immediata come vogliono farci credere.

Se volete farvi un'idea leggermente più precisa dell'andamento del prezzo all'ingrosso (quindi non al dettaglio) dei prodotti che poi arrivano ai distributori clikkate sul link che vi metto qui sotto, guardate il valore di GAS OIL ICE e nella colonna NET CHG potete dare un'occhiata all'andamento dei prezzi in tempo reale

http://www.reuters.com/finance/commodities/energy#oil


Icestorm [ Mer 23 Feb, 2011 12:17 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni


and1966 [ Mer 23 Feb, 2011 12:32 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro .... ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"


Icestorm [ Mer 23 Feb, 2011 13:00 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ci fanno pagare il gas a peso d'oro, che non è altro che il prodotto di una trasformazione di un kerogene di bassissima qualità, attività batterica, roba che fino a qualche decennio fa nemmeno estraevano visto che si andavano cercando i giant ad olio...

E' veramente un cappio al collo una cosa del genere! E non potrà che peggiorare nei prossimi decenni


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro .... ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"


Già...la desolforazione degli oli a volte può far decidere ad una compagnia petrolifera di abbandonare il progetto prematuramente, in caso di quantità troppo elevate.

Nel bacino del Caspio e del pre-caspio c'è si il gas....ma c'è anche tanto, ma tanto, ma tanto olio e l'eni ha fatto una scoperta di un campo gigantesco, si parla di miliardi di barili, l'esplorazione andrà avanti, ma solo quel campo potrebbe camparci di rendita per 25 anni


Boba Fett [ Mer 23 Feb, 2011 17:36 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
and1966 ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Ottimo spunto: in realtà pare che il gas sia legato artatamente al prezzo del petrolio, sulla base di una sorta di accordo, quando la base, il succo è quello che dici tu. Percio' i paesi "gasieri" (Russia, Algeria, Kazakhstan, quest' ultimo non improbabile mia prossima meta di lavoro .... ) stanno a fa' soldi a palate .....

p.s.: A proposito di Al Khadafji (Gheddafi per gli amici), sapevate che il petrolio libico ha il non indifferente pregio di essere, di suo, a bassissimo tenore di zolfo, e percio' nei CPF (Central Processing Facilities, centri di primo trattamento) e nelle raffinerie manca completamente il treno di desolforazione, in pratica una (costosissima) sottosezione ?

Cio' come potete ben immaginare, comporta grosse marginalità "gratuite" in più per il colonnello, il quale si ritova preziosi petrodollari come valore aggiunto ....... ce credo che dica: "Lascio la Libia solo da morto!"


Più o meno tutti i greggi medio-orientali hanno questo pregio (a parte quelli iraniani).


Icestorm [ Mer 23 Feb, 2011 19:02 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Ci sono tante varietà, la situazione del campo a olio trovato nel pre-caspio, vede ad esempio una zona con bassi solfuri, ed una ad alti valori..la qualità comunque è sui 40° API a tratti..


marvel [ Mer 23 Feb, 2011 21:31 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Interessante questo articolo in cui è possible anche leggere un'analisi sul ruolo dei Social Network nella situazione odierna.

Secondo me, comunque, tutto è iniziato probabilmente alcuni anni fa, con la GLOBALIZZAZIONE, che si esprime con maggior contatti con le altre civiltà (immigrati che vengono in occidente, turisti che vanno in Medio Oriente), facilità di comunicazione e contatto tramite TV satellitare, cellulare, sms, Internet, email, Messanger, Skype, Facebook, Twitter, Youtube, i blog, ecc.
Tutte cose che hanno interessato la nuova generazione (20,30, 40enni) che hanno, in qualche modo, potuto assaporare il sapore della libertà, del benessere e della democrazia, al di fuori dai loro confini. Hanno potuto conoscere i propri coetanei occidentali, hanno potuto mantenere i contatti con loro.
Molti sono stati qui in Italia, o in altri paesi, per studiare, altri per lavorare...
Quindi la potenza di internet e delle nuove tecnologie di comunicazione ha lavorato per anni nell'ombra, alle spalle delle autorità, delle dittature e senza censura.
La stessa Al Jazeera e altri canali televisivi satellitari, tranquillamente visualizzabili all'interno delle mura di casa propria, (ricordo di aver visto migliaia di parabole sui tetti in Tunisia e in Marocco) ha permesso a molti di guardare là dove prima non era stato possibile.
La seconda potenzialità di Internet, dei Social Network, ecc, è stata quella già detta in precedenza, quella di trasmettere e condividere rapidamente delle idee, delle proteste, ed organizzare un movimento vero e proprio.

Le rivoluzioni nell’epoca dei social network
FEBBRAIO 23, 2011 AT 4:00 PM
di Maurizio Minnucci / rassegna.it

Quando tra qualche anno chiederà ai propri genitori i motivi di un nome così bizzarro, forse infastidita dalle prese in giro dei compagni di scuola, farà fatica ad afferarne il senso. La piccola Facebook Ibrahim è nata a febbraio 2011, nell’Egitto appena iberato dal regime del rais Hosni Mubarak. Suo padre, un ragazzo di 20 anni, l’ha voluta chiamare proprio così, Facebook, per rendere omaggio al social network che ha contribuito alla cacciata del tiranno. È una pratica comune, dopo eventi storici, quella di accomunare i festeggiamenti con la nascita di un figlio. Accadde così anche in Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando molti bambini furono battezzati col nome di «Firmato», perché sui manifesti affissi ovunque per celebrare la vittoria sugli austriaci c’era scritto «Firmato Cadorna». Che però si chiamava Luigi.
Curioso equivoco, certo, nell’uno e nell’altro caso: come il generale non avrebbe mai vinto il conflitto mondiale senza mille altre risorse, così nel 2011 non è stato certo il web, da solo, a fare la rivoluzione. Anche se senza di esso la strada sarebbe stata sicuramente più tortuosa. Molti s’interrogano in questi giorni sul ruolo che sta giocando Internet nelle rivolte del mondo arabo. Forse, nella querelle tra «integrati» e «apocalittici», tra chi parla di twitter revolution e chi ne riduce la portata quasi allo zero, la risposta giusta è nel mezzo.
Tra i sostenitori della seconda teoria c’è Malcolm Gladwell, che in una dettagliata analisi apparsa sul New Yorker qualche mese fa, sottolinea come Twitter abbia avuto scarso peso nella recente sommossa della Moldova, paese dove esistono pochissimi account su quel social network. Così come nel caso iraniano dell’”Onda verde”, durante il quale i tweet, a ben guardare, arrivavano dai blogger dell’Occidente. La sua teoria è semplice: l’attivismo legato ai social media è fondato su legami deboli, che raramente arrivano a sostenere azioni ad alto rischio come una rivoluzione. Diverso, ad esempio, fu il movimento d’opposizione nella Germania dell’Est, composto di diverse centinaia di piccoli gruppi in contatto limitato gli uni con gli altri. «Tutto quello che sapevano era che nelle notti del lunedì, fuori dalla chiesa di San Nicola nel centro di Lipsia, ci si riuniva per esprimere rabbia verso lo Stato». A quel tempo solo il 13 per cento dei tedeschi dell’Est aveva un telefono, ma la loro motivazione era fortissima. E alla fine quel Muro è caduto.
L’altra fondamentale distinzione tra l’attivismo digitale e la sua variante tradizionale è questa: i social media non hanno un’organizzazione gerarchica. Facebook e simili sono strumenti per la creazione di reti, di fatto l’opposto delle gerarchie. A differenza di queste ultime, regolate da norme e procedure precise da rispettare, i network non sono controllati da un’autorità centrale, perdendo così forza d’azione.
Per i sostenitori dell’altra tesi, invece, i social media hanno reinventato l’attivismo sociale. Grazie a Facebook e Twitter il tradizionale rapporto tra l’autorità politica e la volontà popolare si è radicalmente capovolto: ora è più facile per i deboli collaborare, coordinarsi, dare voce al malcontento. Non è sicuramente un caso che durante le rivoluzioni del Nord Africa e del Medio Oriente i regimi hanno spento (o tentato di spegnere) le connessioni. Altra constatazione, anche questa difficile da smentire: i social media sono diventati una fonte (spesso primaria) d’informazione verso l’esterno, cosa fino a poco tempo fa impensabile, contribuendo così a smuovere l’opinione pubblica internazionale. Google ha addirittura messo a disposizione numeri di telefono internazionali con i quali arrivare a Twitter, per consentire a chiunque di comunicare in presenza di blocchi e censure del web. E altri siti hanno iniziato subito a tradurre quei messaggi dall’arabo all’inglese, per renderli comprensibili al resto del mondo.
Resta dunque la domanda: le rivolte del mondo arabo ci sarebbero state anche senza Internet? Wired ha proposto un sondaggio online. Per il 33 per cento il web è stato solamente «un mezzo», spesso usato dai governi anche per controllare i cittadini: alla fine, è solo la politica a determinare la caduta o meno di un dittatore. Secondo il 67 per cento, invece, senza Internet i dittatori sarebbero ancora lì sul trono: è la Rete a diffondere la protesta e a sfondare le censure.
Diffiicile dare maggiore credibilità all’una o all’altra tesi. Piuttosto, sembra ragionevole partire dalla convizione, diffusa nella sociologia della comunicazione, secondo cui il sistema dei media (tutti, comprese radio e tv) vive e si nutre in un rapporto di interdipendenza con la società in un meccanismo di influenza reciproca. L’uno usa l’altro e viceversa. Ma una certezza, almeno una, c’è: tra i sostenitori dei social network un giorno ci sarà anche la piccola Facebook Ibrahim, nata nel 2011. Se non altro per amore paterno.
Rassegna.it


marvel [ Mer 23 Feb, 2011 21:34 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
la pagina Facebook della protesta egiziana
http://www.facebook.com/elshaheeed.co.uk
però questa ha 90mila fan quella è in inglese...

Quella governativa ne ha 500mila
http://www.facebook.com/ElShaheeed

In realtà FB ha funzionato un po' da tamtam, ma i blog hanno avuto un ruolo molto più potente!

E adesso anche l’esercito egiziano si è fatto una pagina Facebook, avendo capito l’antifona… http://www.facebook.com/Egyptian.Armed.Forces


Poranese457 [ Gio 24 Feb, 2011 10:55 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire


marvel [ Gio 24 Feb, 2011 11:38 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire


Sarebbe ora di passare all'elettrica... ora anche Nissan l'ha prodotta.
L'unica domanda è:
perché un'auto elettrica deve essere per forza brutta?

nissanleafev_00001
http://www.nissan.it/?cid=pselectri...icvehicles/leaf
http://www.nissan.it/IT/it/inside-n...-programme.html

Solo la Tesla le fa belle?


Poranese457 [ Gio 24 Feb, 2011 11:47 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Fate il pieno a qualsiasi cosa avete da riempire


Sarebbe ora di passare all'elettrica... ora anche Nissan l'ha prodotta.
L'unica domanda è:
perché un'auto elettrica deve essere per forza brutta?

nissanleafev_00001
http://www.nissan.it/?cid=pselectri...icvehicles/leaf
http://www.nissan.it/IT/it/inside-n...-programme.html

Solo la Tesla le fa belle?



Sei tu che ti ostini con queste auto elettriche... basta, non hanno alcuna possibilità di un futuro! Il prezzo dell'energia elettrica poi andrebbe alle stelle e noi stessi non saremmo in grado di produrne abbastanza. Ci vorrebbe il nucleare in tutto il mondo ed allora si ripropone la domanda "a quale PRO" sviluppare e commercializzare auto elettriche?

Molto meglio, secondo me, le ibride che comunque riducono di molto i consumi, sono più efficienti e possono esser prodotte utilizzando gli stessi schemi costruttivi delle auto a propulsione convenzionale. Già ve ne sono tantissimi esempi in commercio ed io stesso credo che, al momento di una eventuale nuova auto, mi dirigerò verso l'ibrido.

A breve la Volvo con la V60 intrudurrà sul mercato pure un ibrido gasolio-elettrico


marvel [ Gio 24 Feb, 2011 11:54 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
Ma che c'hai paura per il tuo posto di lavoro?

Io non sottovaluterei l'evoluzione dell'elettrico... ne riparleremo tra qualche anno.


Poranese457 [ Gio 24 Feb, 2011 12:00 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
marvel ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ma che c'hai paura per il tuo posto di lavoro?

Io non sottovaluterei l'evoluzione dell'elettrico... ne riparleremo tra qualche anno.



No non è paura per il posto di lavoro ma è semplice obiettività: la tecnologia per le auto elettriche è pronta da un decennio almeno (almeno!) ma in giro non se ne vede mezza. Evidentemente non funziona così bene no?? O, diversamente, non vogliono farla funzionare bene..... non esistono manco le colonnine per ricaricare e, soprattutto, la gente non si fida di andare in giro su un'auto a pile!

Secondo me l'unico utilizzo per l'elettrico è nelle auto ibride ed infatti ne stanno spuntando fuori come funghi: se ne vedono sempre di più e sono belle come non mai!



PS: e poi al limite vado a fotografà le signorine!


and1966 [ Gio 24 Feb, 2011 12:59 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
A proposito di auto elettrica e a motore endotermico, riguardo a detto dualismo io sono sempre piu' convinto che le cose siano state indirizzate in un certo modo già dall' inizio .....

A proposito di "tecnologia applicata", date un' occhiata qui

http://it.wikipedia.org/wiki/Record_di_velocit%C3%A0_terrestre

....e notate chi fu, e sopratutto con cosa, ai primordi, a sfondare il muro dei 100 kmh di velocità su autoveicolo terrestre!



Fili [ Gio 24 Feb, 2011 14:13 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
tornando on-topic, volevo fare una piccola riflessione sulle rivolte popolari in Libia.

Una rivoluzione, quasi per definizione, dovrebbe avere un capo. Ogni grande rivoluzione lo ha avuto, nel bene o nel male.

Qui si rischia l'anarchia. Gruppi numerosi di ribelli insorgono spontaneamente in tutto il paese, conquistando città intere. Manca però un leader.

Insomma... va via Gheddafi, ma poi? Il rischio è che al potere vada un gruppo ristretto di persone, che altro non farà che spartirsi la ricchezza del Raìs, lasciando la gente tale e quale a prima, se non peggio.

Il rischio poi è quello della guerriglia stile Somalia, dell'emigrazione incontrollata, e quindi dell'IMMIGRAZIONE incontrollata verso le nazioni del Mediterraneo.

Attenzione, perchè non è detto che non "si stava meglio quando si stava peggio..."


and1966 [ Gio 24 Feb, 2011 14:37 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
Fili ha scritto: [Visualizza Messaggio]
tornando on-topic, volevo fare una piccola riflessione sulle rivolte popolari in Libia.

Una rivoluzione, quasi per definizione, dovrebbe avere un capo. Ogni grande rivoluzione lo ha avuto, nel bene o nel male.

Qui si rischia l'anarchia. Gruppi numerosi di ribelli insorgono spontaneamente in tutto il paese, conquistando città intere. Manca però un leader.

Insomma... va via Gheddafi, ma poi? Il rischio è che al potere vada un gruppo ristretto di persone, che altro non farà che spartirsi la ricchezza del Raìs, lasciando la gente tale e quale a prima, se non peggio.

Il rischio poi è quello della guerriglia stile Somalia, dell'emigrazione incontrollata, e quindi dell'IMMIGRAZIONE incontrollata verso le nazioni del Mediterraneo.

Attenzione, perchè non è detto che non "si stava meglio quando si stava peggio..."


Se ti capitasse di discutere con un arabo (libico, algerino, tunisino, egiziano o mediorientale) che non sia pervicacemente attaccato ai principi della shaharia, ma abbia subito una certa influenza "laica" (nota bene il virgolettato) nel suo pensiero, troveresti moltissime affinità con il tuo discorso, apparentemente sorprendenti, ma in realtà non lo sono!



tifernate [ Gio 24 Feb, 2011 21:27 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
......tutto è meglio di un macellaio di uomini, donne e bambini. Il discorso del "dopo" è solo una scusa di chi ha interessi.


marvel [ Gio 24 Feb, 2011 21:36 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... la rivoluzione popolare dilaga nei paesi arabi!
ATTENZIONE:

su Radio 1 (Rai), mentre tornavo a casa, hanno detto che, secondo il quotidiano "Le Monde", gli USA sarebbero pronti ad intervenire militarmente in Libia!

Il motivo sarebbe dovuto al rischio che in Libia, a differenza di Tunisia ed Egitto, frange di Al Qaida stiano cercando di prendere il potere.


Intanto Gheddafi, rifugiato in un bunker, è in pieno delirio... queste alcune delle sue frasi:

sulla Libia c'è un grande malocchio
sono invidiosi del nostro petrolio (e chi non lo sarebbe?)
aumenterò gli stipendi dei dipendenti pubblici (ma che ha imparato dai politici italiani a fare promesse da marinaio?
)
non ho mai promulgato leggi (ah no? Aveva tutti i poteri... non solo le promulgava, ma le violava pure!


tifernate [ Gio 24 Feb, 2011 21:43 ]
Oggetto: Re: Tunisia, Egitto... La Rivoluzione Popolare Dilaga Nei Paesi Arabi!
......tralasciando il baciamano di Berlusconi a Gheddafi, ricordo le belle parole spese dal nostro presidente del consiglio nella conferenza stampa insieme a Gheddafi durante la visita ufficiale del leader libico a Roma: «Riconosco nel leader libico una profonda saggezza», ha detto il premier, sottolineando di essere legato al colonnello da «vera e profonda amicizia» coltivata in questi ultimi quindici anni. «Questa visita - ha proseguito - sancisce il definitivo cambiamento dei rapporti tra Italia e Libia. In passato, infatti, questi rapporti sono stati molto difficili a causa dell'eredità coloniale che ha creato un sentimento di dolore nel popolo libico». Dal canto suo, Gheddafi ha ribadito che «l'Italia ha chiesto scusa». «Berlusconi - ha affermato - è un uomo di ferro, che con determinazione e coraggio» ha preso la «decisione storica di chiedere scusa» al popolo libico per i danni del colonialismo e quindi di «risarcirlo». «Un'era è chiusa - ha detto Gheddafi - non nego che i Governi precedenti non abbiano tentato, ma hanno fallito. Il trattato è stato firmato da Berlusconi».




Powered by Icy Phoenix