Aggiornamento MeteoGiuliacci
Una cosa è accertata: con il Niño più frequenti outbreak del vortice polare verso più basse latitudini
In un primo articolo dell'11 settembre u.s. (
http://www.meteogiuliacci.it/meteo/...%C3%B1o-2015...) avevamo creato le premesse per una riposta, almeno di tipo qualitativo, alla domanda se il Niño potesse modificare la circolazione generale dell'atmosfera e quindi anche la posizione dei suoi strumenti privilegiati di azione come la corrente a getto polare e il vortice polare.
In un secondo articolo del 12 settembre (http://www.meteogiuliacci.it/meteo/articoli/editoriali/inverno-2015-2016... ) abbiamo invece scomodato la statistica per esaminare gli effetti invernali sull'Italia dei 7 più intensi eventi di Nino dal 1950 ad oggi.
E in effetti è risultato che in tutti gli eventi di Niño i nostri inverni sono stati un po' più freddi della media.
Oggi affrontiamo il problema da un punto di vista dinamico. Ovvero la domanda è:
Gli eventi di Nino favoriscono o no più frequenti incursioni del gelido vortice polare verso più basse latitudini, Italia compresa?
E' accertato che le vicende dell'ENSO possano influenzare in inverno anche le vicende del vortice polare.
In effetti le profonde alterazioni degli Alisei, collegati agli venti del Niño e della Niña, si ripercuotono anche sulle adiacenti correnti occidentali, le cui ondulazioni poi in senso meridiano si spingono fino alle latitudini polari.
In questo ambito comunque fino a pochi anni fa si riteneva che solo la Niña e non il Niño, per motivazioni che qui sarebbe troppo lungo esporre, potesse favorire nella stagione invernale l'innesco di eventi di SSW (SSW = Sudden Stratospheric Warming), condizione necessaria e sufficiente per robuste irruzioni di aria artica verso basse latitudini. Tali conclusioni si possono trovare nei due seguenti articoli
1. The Association between ENSO and Winter Atmospheric Circulation and Temperature
in the North Atlantic Region - J O U R N A L O F C L I M A T E VOLUME 14 2001
2. European Climate and the El Niño -Southern Oscillation - Adam Scaife - ECMWF Annual Seminar, 2010
Ma uno studio più recente e più documentato giunge a conclusioni molto diverse circa l'influenza dell'ENSO sul vortice polare.
Ecco lo studio in questione:
"El Niño, La Niña, and stratospheric sudden warmings: A reevaluation in light of the observational record". Autori: Amy H. Butler1 and Lorenzo M. Polvani - GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, 2011
In tale studio sono stati esaminati tutti gli eventi di SSW (53 casi) dal 1958 al 2010.
Ebbene da tale ricerca emerge una conclusione sorprendente:
Sugli eventi di SSW hanno avuto uguale incidenza sia i casi di Niño che di Niña: 13 eventi in presenza di Niño, 14 eventi in presenza di Niña (vedi tab.1)
Invece nelle annate neutre (nè Niño nè Niña), in effetti gli eventi di SSW si dimezzano (7 casi).
Se poi si limita la casistica al periodo 1979-2010 (32 casi - tab.2), allora vi è una prevalenza dei casi di Niño, nel favorire gli SSW, mentre in condizioni neutre si verificano ancora minori casi.
Nella fig.1 sono riportati, per il periodo 1958-2101, le annate in cui gli eventi si sono verificati in presenza di Niño, o di Niña o condizioni neutre.
Siccome è in atto un forte evento di Niño, che si presume che raggiunga la massima intensità ("very strong") proprio tra novembre 2015 e gennaio 2016, allora è molto credibile che nel prossimo inverno assisteremo a frequenti eventi di SSW e quindi anche di irruzioni di aria artica anche verso il continente europeo, Italia compresa.
Insomma avremmo un inverno freddo e nevoso? Più probabile "sì" che "no"!
Ritorneremo sull'argomento con un altro prossimo articolo che illustra un altro recente studio che giunge alla medesima conclusione.