Dipende di quali differenze parliamo Leo.... uomini e donne non sono uguali, ovvio... Non potrei ad esempio mettere una donna a scaricare un camion di frutta, perché diventa sfruttamento... ma secondo te tutto si riduce a questo? :roll:
Spesso non è vero nemmeno questo... ;)
No, lo so bene.... cercavo solo un esempio cretino, un modo per dire che il discorso è molto più ampio di come l'ha posto Leo secondo me....
se si comincia ad affrontare il problema partendo dal dire che la donna deve avere dei ruoli che le competono, così come l'uomo deve avere i suoi, secondo me già si sbaglia....
Ci tengo a precisare che anche io non sopporto gli estremismi... femminismo e maschilismo non sono correnti di pensiero che mi appartengono, e non riuscirei a sostenere nemmeno una tesi né degli uni, né degli altri...
E' proprio questo il punto! ;)
Beh,
il senso del discorso impostato da me e dagli altri della prima pagina del topic era un po' più profondo... e forse non siete riusciti a coglierlo fino in fondo. (Forse non l'avete proprio letto)
Non si parlava certo di ruoli in casa, non si è detto certo che la donna deve cucinare, pulire la casa e crescere i figli mentre l'uomo può e deve andare a lavoro... si parlava di ben altri "ruoli". Ho specificato, infatti che la parola "ruoli", non a caso virgolettata, stava ad intendere non tanto "nel fare", quanto nel contributo di caratteristiche differenti, intrinseche di entrambi i generi, da esprimere ed utilizzare all'interno della coppia e della società.
(differenze che andrebbero valorizzate ed espresse per il bene di tutti... le differenze rappresentano un valore, una risorsa, e non vanno cancellate)
Il discorso era incentrato sulla valorizzazione delle differenze dell'uno e dell'altro, sul fatto che il femminismo degli anni '70 ha avuto un ruolo importante, direi fondamentale, ma che nel tempo la battaglia femminista si è un po' persa per strada. Anzi, una volta raggiunta la indiscutibile libertà sessuale, il proseguo della parificazione di diritti tra uomo e donna è avvenuta a discapito delle caratteristiche della seconda, andando a produrre una graduale adozione, da parte delle donne, di atteggiamenti e schemi comportamentali originariamente maschili.
La società "maschilista" di seconda generazione, di cui ci si lamenta oggi, che è quella che vede anche lo sfruttamento dell'immagine del corpo delle donne, è anche il risultato di un'accettazione delle "idee" maschiliste anche da parte delle donne.
Assistiamo ad una mascolinizzazione della donna, non dal punto di vista fisico, quanto dal punto di vista psicologico, con donne che affrontano la vita, il sesso, l'immagine che danno di se, come se fossero uomini, sfruttando quello che hanno da sfruttare, sfruttando per prime il proprio corpo senza farsi loro stesse per prime il benché minimo problema. Insomma, invece di produrre ed insegnare un metodo comportamentale meno maschilista/razzista/sessista, meno violento e conflittuale, più rispettoso (e non tollerante, odio quella parola) per le differenze, come può essere avvenuto in altri paesi, esse stesse qui in Italia stanno dimostrando di essersi "abbassate" a vivere, pensare ed agire secondo il modello maschile.
(sto generalizzando, parlo di un modello culturale-comportamentale generale, di una tendenza predominante, non dico che siano tutte così)
Questa azione porta anche ad una contrapposizione della donna all'uomo, con una competizione reiterata tra i due sessi, che non conduce a nulla di buono se non ad uno svilimento di ciò che di buono hanno rappresentato e costruito insieme nel passato.
L'intelligenza femminile, spesso e volentieri superiore a quella maschile, grazie ad una migliore intelligenza emotiva, dinamismo e sensibilità, in questo modo viene snaturata ed impoverita.
Ci sono sempre più donne che pensano, parlano e vivono come uomini, e quindi ci saranno sempre meno uomini che potranno imparare qualcosa di più dalle loro madri e dalle loro compagne...
Sia ben inteso, anche io intendo uomo e donna come individui di pari diritti e dignità, ci mancherebbe, non sto facendo del sessismo, ma mi sto solo domandando se la "parificazione" non stia semplicemente conducendo la donna a rinunciare e rinnegare ciò che l'essere donna, il sentire da donna, il pensare da donna, aveva di migliore rispetto all'uomo.
L'uomo, notoriamente più "scarno e spigoloso", tende a calpestare il calpestabile, la donna fino a poco tempo fa rappresentava quella coscienza materna, quel lato più gentile, responsabile e dignitoso dell'umanità che riusciva ad arginare l'insensibilità maschile.
Adesso, invece, mi sembra che si stia facendo di tutto (uomini e donne) affinché anche la donna si adatti al modello materialista maschile, verso uno squallido appiattimento (nel vero senso della parola, inteso come abbassamento) di valori e di virtù, e una perdita di umanità.
Mentre la società, la famiglia e la coppia hanno sempre bisogno (ed adesso di più) del pensare, del sentire e dell'agire, al femminile.
:bye: