Se i terreni si seccano e si surriscaldano molto presto, poi nel prosieguo dell'estate bastano onde moderate di calore alle medie-alte quote per dare massime molto alte. E' un dato di esperienza. Certo, se ti viene sulla testa una +22° non c'è niente da fare. Ma se non piove da un mese e vieni da altre ondate di calore, una +15 ti può dare una massima di 33°C. Visto e rivisto.
Sicuramente l'esperienza ti avrà dato queste certezze, ma probabilmente sono altri i fattori che le hanno originate.
Come spiegato già precedentemente, i terreni non influiscono minimamente sul prosieguo dell'estate.
Il terreno ha una bassa capacità termica e quindi una bassissima inerzia termica, di notte perde praticamente tutto il calore accumulato di giorno. Senza contare che poche decine di cm sotto la superficie la temperatura è quasi stazionaria.
Insomma, basta 1 notte al terreno per un vero e proprio reset.
Paradossalmente, poi, un terreno secco trattiene ancora meno calore (il terreno umido, come l'acqua, ha un'inerzia termica maggiore).
E' un dato scientifico.
Mi dirai, invece, che la ricorsività di certi eventi (ondate di calore) a volte può essere intuita già ad inizio stagione quando, in base alla periodicità dei primi eventi, è possibile individuare una certa prevalenza e persistenza delle dinamiche della stagione entrante.
Poi viene da se che, stanti i cambiamenti nelle caratteristiche stagionali della stessa atmosfera e delle condizioni termiche dei bacini circostanti, con l'avanzare della stagione le ondate di calore tenderanno ad essere sempre più acute.
Ne abbiamo parlato già
qui.
:bye:
Il discorso che il terreno ha una bassissima inerzia termica è giustissimo, ed è vero soprattutto per le zone periferiche e di campagna.
Purtroppo però l'asfalto e il cemento sono capaci di immagazzinare più calore, e quindi, secondo me, in città, durante un'ondata di caldo con le stesse temperature in quota, stessa umidità...ecc, si raggiungeranno valori più elevati in Agosto, piuttosto che in Giugno :bye:
Beh, quella è la famosa isola di calore. In città gli edifici, con il loro sviluppo verticale, fungono da accumulatori diurni di calore e da emettitori notturni del calore accumulato. Oltre all'asfalto scuro, c'è una superficie extra rispetto alla campagna. Il 21 di giugno raggiungeremo la massima insolazione, questo, infatti, è il periodo in cui il sole riesce a trasferire la maggior quantità di calore alla superficie terrestre (emisfero settentrionale) e agli oggetti presenti su di essa, edifici compresi. Dal 22 giugno in poi questa quantità inizierà a calare... sia per la diminuzione dell'inclinazione del disco solare rispetto al suolo, sia per la diminuzione del dì e l'aumento della notte... ma nessuno di noi si aspetta che il calore nelle città inizi a calare così presto.
La differenza, specialmente alle nostre latitudini, non la farà tanto il terreno o gli edifici, né il presunto calore accumulato in essi, quanto il graduale aumento delle incursioni di aria calda calde e quindi della quantità di calore da esse trasportato verso nord.
La stagione ci metterà del suo, visto che anche se ad un ritmo minore, il mare continuerà a scaldarsi, producendo sempre più umidità. Le incursioni di aria fredda e secca diminuiranno sempre di più, lasciando che l'umidità nell'aria vada accumulandosi. Le incursioni di aria calda potranno assorbire maggiori quantità di vapore sorvolando il mare verso nord.
L'aria, più calda è, e più umidità può contenere.
L'aria ricca di vapore, oltre a rendere afose le giornate (difficile la nostra respirazione, sudorazione, e quindi il nostro sistema di raffreddamento ed ossigenazione) produrrà un effetto serra maggiore, trattenendo maggiore calore nei bassi strati.
Questo fa la differenza.
Gli edifici non accumulano calore all'infinito.
Di giorno le superfici esposte al sole assorbono molto calore, è vero (quelle non esposte al sole tendono solo a raggiungere la temperatura dell'aria) , ma di notte la riemettono... e se la notte dura di più, perdono più calore.
In realtà è l'umidità nell'aria che ostacola l'irraggiamento notturno, a determinare la differenza.
Paradossalmente, se il contenuto di umidità restasse basso, a parità di calore trasportato verso nord, ad agosto staremmo meglio di giugno.