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Messaggio Guida all'estrazione ed interpretazione dei meteogrammi

#1  burjan Ven 15 Dic, 2006 18:52

GUIDA ALL’INTERPRETAZIONE DEI RESPONSI DI UN ORACOLO CONTEMPORANEO: IL METEOGRAMMA

1.    Il modello GFS ed il meteogramma. Caratteristiche generali

1.1.    Il modello GFS.

Il “Global Forecast System” è sicuramente il più famoso ed utilizzato modello matematico per le previsioni meteorologiche al mondo. E’ prodotto dall’agenzia governativa statunitense, la celeberrima NOAA. Il suo passo di griglia è attualmente di 27 km: il che significa che le previsioni  numeriche delle variabili atmosferiche si riferiscono a determinati punti, chiamati nodi, distanti fra loro appunto 27 km, corrispondenti a 0,5 gradi di latitudine e longitudine. Questo è il motivo per cui, se richiediamo al modello la previsione relativa a due punti  molto vicini fra loro, i dati prodotti saranno o potrebbero essere gli stessi.Tutti sanno che il modello GFS prevede l’emissione di quattro outputs giornalieri; non tutti sanno, invece, che sul sito della NOAA è attualmente precisato che la loro affidabilità è la stessa, senza preferenza per un determinato ciclo orario,  contrariamente a quanto si sostiene in genere. Per ciascun nodo, viene prevista, per l’intervallo di tempo con migliore risoluzione (192 ore) la previsione di ben 27 parametri per 23 livelli dell’atmosfera. I livelli dell’atmosfera sono espressi in hpa, ovviamente, e non in metri. A quale altezza s.l.m. si trovino i valori di hpa previsti si può sapere richiedendo il parametro del geopotenziale, espresso in decametri.  In realtà, i parametri prodotti dal modello sono molti di più, ma questi 27 sono quelli disponibili sul sito mirror dell’ARL. Presso il server principale della NOAA (denominato “Nomads”) è possibile scaricarli tutti, ma al massimo al ritmo lentissimo di due per volta. Sul sito dell’ARL il numero sale invece a nove, e quindi, con una sola estrazione, è possibile in genere ricavare tutti i parametri necessari all’effettuazione di una previsione personalizzata.

1.2.    Il meteogramma

Non è altro che la rappresentazione dell’andamento nel tempo di una o più delle variabili previste dal modello, per un determinato punto della Terra, da individuare mediante le coordinate espresse (attenzione!!!) in gradi , decimi e centesimi di grado. Pertanto, se invece il dato della nostra posizione è espresso in primi e secondi (ad esempio se reperito in Google Earth), va convertito con una semplice proporzione. Latitudine o longitudine espressa in primi : 60= x:100. Pertanto, per la conversione basterà moltiplicare i primi per 100 e dividere il risultato per 60. Ad esempio: la latitudine 42.40 espressa in primi corrisponderà a 40x100/60= 66 decimi , 67 centesimi di grado. Sul sito dell’ARL è comunque presente anche una funzione di conversione istantanea. Il meteogramma ci consente di prevedere direttamente le principali variabili del tempo, grazie a suoi specifici prodotti (ad esempio: precipitazioni cumulate, nuvolosità, temperatura al suolo, etc.). In questo, tuttavia, non risiede la sua specifica e reale utilità: sono tutti elementi la cui previsione ci viene messa a disposizione non solo dalle mappe su scala continentale e nazionale, ma anche dai modelli su area limitata (LAM) che sono anzi in grado, molto spesso, di prevederle con maggiore attendibilità.
L’uso che in questa guida si propone per il meteogramma è invece quello di metterne a frutto le specifiche ed enormi potenzialità per la conoscenza completa delle condizioni della colonna d’aria sopra un determinato punto della superficie terrestre, e, quindi, indirettamente, dell’evoluzione delle condizioni meteorologiche, con tutte le loro specificità.  A questo scopo, si propone di ricavare specifiche e personalizzate elaborazioni, a partire dai dati base del modello reperibili sul sito http://ready.arl.noaa.gov/READYcmet.php andando oltre i dati base proposti di default dalla NOAA per la funzione del meteogramma.

2.    LA PREVISIONE DELLA NUVOLOSITA’ E DELLE PRECIPITAZIONI FRONTALI

La previsione della nuvolosità può essere effettuata estraendo l’umidità relativa prevista a 500 hpa (nuvolosità alta), 700 hpa (media), 850 hpa (bassa). Per lo stau, invece, occorre sapere a quale altezza si trova la catena montuosa interessata e trovare tramite la funzione del geopotenziale qual è il livello dell’atmosfera corrispondente. Ad esempio, se voglio conoscere qual è la nuvolosità prevista AL SUOLO su Colfiorito, dovrò vedere a quale geopotenziale corrisponde la quota di 800 metri ed andarmi a vedere la RH prevista per quel livello.
Per ottenere la stima delle precipitazioni, dovrò combinare l’analisi della RH presente nell’atmosfera con quella dei moti verticali che ne forzano l’ascesa; senza i quali, la nuvolosità resta sterile. I moti verticali (pressure vertical velocity) sono espressi in hpa/h.
In base a quanto riportato dalla letteratura meteorologica corrente ed all’esperienza, si può definire la seguente tabella, sicuramente empirica ma in genere efficace.

RH850 hpa      VVEL 850         RH700          VVEL700           Intensità prec.
100-90%          -60 e oltre         100-90%        -60 e oltre     Molto forte oltre 6 mm/h
100-90%       -30/-60          100-90%         -30/-60        Moderata fra 2 e 6 mm/h
80-90%        -60 e oltre         80-90%        -60 e oltre      Moderata fra 2 e 6 mm/h
100-90%       <-30       100-90%       <-30 neg.       Debole meno di 2 mm/h
80-90%        -30/-60      80/90%        -30/-60         Debole meno di 2 mm/h
80-90%        <-30 neg.        80-90%       <-30 neg.            Pioviggini


Se i requisiti di cui sopra si verificano ad uno solo livello dei 2 livelli, si passa alla classe inferiore di effetti.
Questa modalità di analisi specifica va interpolata con quella dei parametri di instabilità atmosferica: il Lifted index, il CAPE, la differenza di temperatura a 500 hpa (molto utile in caso di irruzioni fredde in quota).  Bisogna tenere poi conto della velocità del vento, della sua direzione, in base all’orografia della zona. Insomma:  il meteogramma è soltanto un modo sintetico e rapido per ricavare i dati utili alla previsione a carattere locale; va ovviamente letto e interpretato conoscendo i fondamentali della meteorologia e, contemporaneamente, le caratteristiche del clima locale. Solo così l’analisi del meteogramma può rivelarsi migliore, quanto alla stima delle precipitazioni, rispetto alla stima prodotta direttamente dal modello.
Ad esempio: se il modello prevede per l’intervallo fra le 9 e le 12 di domani 3 mm. di pioggia, ma le velocità verticali previste sono positive (talvolta accade) è chiaro che occorre diffidare degli automatismi del modello.
 




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Il dono della previsione è far comprendere quanto sia perfettamente inutile dare una risposta alle domande sbagliate (Ursula Le Guin)
 
Ultima modifica di burjan il Lun 27 Dic, 2010 23:13, modificato 2 volte in totale 
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Messaggio Re: Spiegazione Dei Meteogrammi

#2  klaus81 Ven 15 Dic, 2006 19:39

Grazie Burjan
 




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