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Sab 03 Feb, 2018 20:31
Stiamo andando incontro alla più grossa ondata di gelo degli ulti 20 -30 anni
EDITORIALE METEO A CURA DI MICHELANGELO NITTI
L’evoluzione della circolazione strato-troposferica delineata nel precedente editoriale (cambio di circolazione preventivato nella fase più avanzata dell’inverno climatico) resta, tutto sommato, confermata.
Nei mesi invernali la QBO negativa dovrebbe favorire la BDC (Brewer Dobson Circulation) e la conseguente crescita delle concentrazioni di ozono in area polare dando luogo a warming stratosferici anche di rilevante entità, ma la notevole intensità della circolazione stratosferica tipica della prima metà dell’inverno climatico spesso non consente il manifestarsi di condizioni idonee per la propagazione verticale d’onda e convergenza di E-P flux in stratosfera, in modo particolare se, come è accaduto finora, la troposfera si oppone, con i principali centri d'azione posizionati in modo sfavorevole.
La propagazione verticale d’onda dalla troposfera alla stratosfera avviene solo in presenza di ondulazioni lunghe, stazionarie ed abbastanza ampie, per questo motivo non tutte le onde planetarie possono farlo. Tali ondulazioni possono propagarsi solo quando la crescita delle velocità zonali con la quota non scende al disotto del valore di “Velocità critica di Rossby”, che dipende dalla dimensione orizzontale dell’ondulazione. Al disotto della velocità 500 hPacritica (o in presenza di correnti anti-zonali in quota) l’ondulazione procedendo con la quota diviene evanescente imponendo irrevocabilmente la dissipazione della propagazione verticale d’onda (wave breaking).
Una conferma di questa situazione proviene dall’indice NAO (North Atlantic Oscillation) che persisterà positivo perlomeno sino ai primi giorni della seconda decade di febbraio, impedendo il wave break del
VPS, rendendolo così immune dagli assalti dei warming stratosferici.
Il
VPS è solo moderatamente disturbato da ripetuti warming asiatici che alimentano un anticiclone stratosferico aleutinico con il conseguente displacement del Vortice Polare che induce, nella troposfera, un abbassamento del fronte polare e della corrente a getto sul settore occidentale del Nord Emisfero. Di norma questa configurazione favorisce l’ingresso di correnti temperate e perturbate atlantiche sul Vecchio Continente, ma la vicinanza del core del
VP in presenza di una MJO nelle fasi 7-8 può determinare inconsuete condizioni di cooling a tutte le quote, dall’alta stratosfera all’intera troposfera, favorendo insomma le colate artiche (perlopiù artico-marittime) fino alle basse latitudini soprattutto sul settore occidentale europeo.
A causa di un intenso flusso di calore messo in atto dalla potente convezione tropicale, l’oscillazione intra-stagionale tropicale MJO (Madden Julian Oscillation) sta entrando in fase 7 ad alta magnitudo. Passerà poi in fase 8, presumibilmente intorno alla metà del mese corrente, indebolendosi notevolmente.
Le fasi 7 ed 8, in questo periodo dell’anno, promuovono lo sviluppo di blocking anticiclonici alle alte latitudini euro-atlantiche e lo sviluppo di circolazioni cicloniche anche piuttosto vigorose nel Sud Europa e sul Mediterraneo.
Nella seconda metà di febbraio, con il progressivo indebolimento della MJO, la circolazione nel nostro emisfero risulterà maggiormente influenzata dalle dinamiche della circolazione stratosferica.
Quello attuale possiamo considerarlo, idealmente, come una periodo spartiacque tra la fase zonale che ha contrassegnato i primi due mesi dell’inverno climatico e quella caratterizzata da intensi scambi meridiani che dovrebbe prevalere nell’ultimo mese invernale. Saranno proprio le dinamiche della circolazione stratosferica a determinare questa brusca alterazione della circolazione troposferica.
La fase 7 ad alta magnitudo della Madden metterà fine alla “fase sfavorevole” promuovendo la propagazione verticale dell’E-P flux e dando così luogo, poco prima della metà del mese corrente, ad un SSW (Stratospheric Sudden Warming = repentino riscaldamento della stratosfera polare).
Si potrà innescare un Major Warming, se l’aumento di temperatura sarà maggiore oltre i 60° di latitudine (latitudine critica per la circolazione stratosferica invernale dato che, mediamente, vi si colloca la parte più attiva del
VP stratosferico) e se il flusso zonale diventerà orientale a 60° di latitudine a 10 hPa o meno.
Se, come sembra molto probabile, si manifesterà un insolito Major Warming a partire dal Nord Europa, anche la conseguente anticiclogenesi dinamica stratosferica è destinata a prodursi in una sede decisamente atipica. L’anomalia positiva della temperatura stratosferica e le correnti anti-zonali si diffonderanno poi verso la troposfera causando, probabilmente, una traslazione retrograda del vortice freddo siberiano verso il Vecchio Continente.
Michelangelo Nitti 1° febbraio 2018