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Dom 31 Gen, 2016 17:35
Va bè, per completezza di informazioni, poi rientriamo ON topic...
Da Wikipedia
"... Benchè oggi "Terra verde" possa sembrare un nome inappropriato per un'enorme isola ricoperta da ghiacci per l'83% del suo territorio, ai tempi di Erik il Rosso (vissuto intorno all'anno 1000, tempi che coincidono con il Periodo caldo medievale) la Groenlandia era più verde e meno ghiacciata. A testimoniare questo periodo più caldo si sono trovate anche testimonianze di forme di agricoltura sviluppatesi soprattutto nella parte sud dell'isola. Gli scavi archeologici hanno messo in luce tracce di banchetti durante i quali si è consumata carne bovina e ovina. Si sa che lo stesso Erik il Rosso possedeva delle stalle in cui allevava fino a cento capi di bovini (oggi su 2650 chilometri di costa groenlandese non pascolano che poche decine di bovini).
Ci sono però versioni discordanti, dato che in molte mappe antiche l'isola era chiamata Gruntland ("Paese di terra") o Engronelant (anche nella variante Engroneland). Se "verde" (gron) sia un'erronea trascrizione di "terra" (grunt), riferibile anche alla poca profondità delle baie groenlandesi, è ancora un aspetto controverso.
[....] Per quanto riguarda l'avventura vichinga del 1000 d.C., essa fu facilitata dall'innalzamento delle temperature del periodo caldo medievale, cosicchè i drakkar, le agili imbarcazioni scandinave, poterono solcare i mari del nord al riparo da numerosi accidenti atmosferici e raggiungere la "terra verde" di Groenlandia. [....] Attorno al 1450 iniziarono ad abbassarsi le temperature, dando l'avvio a quella che è conosciuta come piccola glaciazione: molte terre furono abbandonate e la stessa Islanda parve sul punto di soccombere. Le ossa ritrovate risalenti a questo periodo mostrano una condizione di forte malnutrizione. L'abbassamento delle temperature si è potuto ricostruire tramite lo studio degli strati di ghiaccio prelevati nell'isola. La piccola era glaciale ha costretto i Vichinghi ad abbandonare la Groenlandia e l'ultima notizia scritta riguarda una festa di nozze celebrata il 16 settembre 1408 nella chiesa di Hvalsey. Solo le fondamenta della chiesa ricordano oggi la vita rurale dei Vichinghi."
[....] Dalla fine del secolo scorso, a causa di una serie di estati particolarmente calde, l'estensione della superficie ghiacciata si sta gradualmente riducendo. [....]"
Tutto ciò per ribadire che nessuno nega che sia in atto un indiscutibile riscaldamento globale dovuto anche, ma non solo, alle attività antropiche, ma pure per osservare (parere mio e non solo, credo...), che possa trattarsi di "normali" cicli meteo/climatici su scala planetaria dovuti all'interazione di molti molti fattori... Ci sono fior di studiosi, di cui ho ritagliato diversi articoli, (se avrò la possibilità, cercherò di condividerli con voi), che propongono tesi che si possono più o meno condividere, ma che vanno comunque considerate e valutate. E vi posso assicurare che fanno riflettere...
:bye:
Per te e per Caldonevone a proposito della famosa "terra verde", cioè la Groenlandia, nel medioevo. Una bufala clamorosa, scusate la prolissità, comunque sul link c'è tutto l'articolo scientifico, non di wikipedia, ancora più convincente per chi ha voglia di leggerlo:
http://www.climalteranti.it/2014/08...ia-terra-verde/
"C’è ancora chi crede alla Groenlandia-terra-verde
Una delle più famose leggende negazioniste è quella secondo cui 1000 anni fa, ai tempi della colonizzazione vichinga, la Groenlandia fosse una terra libera da ghiacci. Questo perché il nome dato dai vichinghi, Grönland, significa “terra verde”.
La tesi negazionista è: poiché il vichingo Erik il Rosso ha dato quel nome ad un’isola oggi coperta dai ghiacci per l’84% della sua superficie, allora faceva molto più caldo di oggi e quindi non dovremmo preoccuparci del problema del riscaldamento globale.
È una tesi che si trova disseminata in tantissimi testi e commenti, perché è semplice da capire e accattivante. Ultimo a scriverla è stato Antonino Zichichi (vincitore del premio “A Qualcuno Piace Caldo” per il 2012), in un articolo pubblicato il 12 agosto su Il Giornale (premio AQPC 2009), intitolato “Ecco perché prendere il sole è un lavoro da scienziati”, un articolo contenente molte falsità, fra cui il passaggio:
“Il grande pubblico è convinto che la scienza della meteo-climatologia abbia capito tutto su passato, presente e futuro meteo-climatologico di questa navicella spaziale detta Terra, che gira attorno al Sole. Se così fosse la meteo-climatologia dovrebbe avere una matematica in grado di spiegare com’è nato l’enorme deserto del Sahara (che era una splendida distesa di verde) e come la Groenlandia («Terra verde» in inglese) sia diventata un’enorme distesa di ghiaccio…”
Sorvolando sulla sua ignoranza della matematica già documentata da altri, e promettendoci di ritornare su quella della meteorologia e del clima in un prossimo post, è facile smentire che la Groenlandia sia passata in soli 1000 anni da terra verde a un’enorme distesa di ghiaccio, come fatto ad esempio in questo ottimo post “Green greetings from GreenLand” su Mondi Sommersi.
Un primo motivo si può capire se si approfondisce la genesi del nome. Secondo quanto raccontato nelle saghe vichinghe, Erik arrivò in Groenlandia nel 982 d.C. Era scappato dalla sua terra, il sud-ovest della Norvegia, a causa di alcuni omicidi. Arrivato dapprima in Islanda, anche qui rimase coinvolto in fatti di sangue. Ritiratosi in una fattoria battuta dal vento, dopo altri guai ricevette il corrispondente dell’attuale “foglio di via”: la messa al bando per tre anni. Si avventurò quindi in acque ignote verso ovest, e raggiunse il sud-ovest della Groenlandia.
La Groenlandia di Erik il Rosso era una terra con estati brevi e inverni lunghi e difficili. Ma per i Vichinghi abituati agli eccessi climatici, la quantità di pesce, di pascoli, di mammiferi marini e uccelli commestibili ne facevano una zona migliore rispetto a quella da cui provenivano. Per aumentare le probabilità di sopravvivenza di una comunità in una terra comunque inospitale, in cui la vita, la sopravvivenza, era durissima per molti mesi all’anno, Erik aveva bisogno di ingrandire l’insediamento. Doveva convincere altri a seguirlo in questa terra, e ci riuscì. Allo scadere del bando tornò a casa con racconti di una terra così fertile che chiamò “Terra Verde”: un nome attraente. Risultato: venticinque navi di potenziali coloni presero il mare con lui e quattordici raggiunsero quella che venne chiamata la “Colonia orientale”.
Il nome “Terra Verde” non è una prova schiacciante di un clima molto più caldo dell’attuale nella Groenlandia dell’anno Mille. Indubbiamente era una terra più calda e ospitale dell’Islanda e di quanto sarebbe stato nei secoli successivi. Ma in una certa misura “Terra Verde” è stata anche una trovata pubblicitaria di chi, costretto a scappare dall’Islanda, voleva convincere altri a seguirlo.
Nel nome dato a un luogo non c’è solo il futuro, atteso, ma anche il proprio passato, il proprio punto di vista. Un indio dell’Amazzonia difficilmente chiamerebbe Terra Verde un’isola quasi interamente nel circolo polare artico e ricoperta per l’80% dal ghiaccio (d’estate). Per un islandese potrebbe essere diverso...."
Così, giusto per precisare... ;-)
Tornando on topic e viste anche le GFS12, la previsione del modello climatic CFSv2 per il quale a febbraio avremo l'ennesimo sopramedia impressionante a livello continentale e oltre di 3-4 gradi medi sembra sempre più probabile.