Stiamo parlando di una rivoluzione, di qualcosa che cambierà il nostro modo di guardare e concepire l'Universo.
Ipotizzate da Albert Einstein un secolo fa, oggi la loro esistenza è stata confermata: le Onde Gravitazionali esistono!
E' una delle più grandi scoperte scientifiche del nostro tempo!
Sono state osservate a seguito della fusione di due buchi neri le cui orbite sono andate mano a mano avvicinandosi (orbitavano l'uno intorno all'altro) in un moto vorticoso e rapidissimo, per poi fondersi.
E' stata la loro fusione, avvenuta 1 miliardo di anni fa, ad aver generato uno sconquasso tale nella trama dello spazio-tempo, da produrre delle onde gravitazionali talmente potenti da poter essere intercettate strumentalmente anche dopo 1 miliardo di anni (il tempo necessario affinché giungessero da noi).
Tutti i corpi massicci generano onde gravitazionali, anche il Sole e la Terra, ma è molto difficile rilevarle.
Per la fisica è un risultato senza precedenti. Perché, oltre a confermare l'esistenza delle onde gravitazionali, fornisce anche la prima prova diretta dell'esistenza dei buchi neri.

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Ed ecco un po' di notizie dalla stampa:
Alle 10,50 e 45 secondi (ora italiana) del 14 settembre 2015 i due strumenti dell’esperimento Ligo negli Stati Uniti (nello Stato di Washington e in Louisiana) hanno registrato un dato anomalo. Sono iniziate subito le conferme per avere la sicurezza. E alle 16,30 a Pisa (qualche minuto prima della conferenza stampa gemella a Washington) l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali. Per la fisica e la scienza tutta l’11 febbraio 2016 sarà essere quindi una data che avrà un capitolo a parte in tutti i libri di testo. Le onde gravitazionali, infatti, sono state previste esattamente un secolo fa, nel novembre 1915, quando Albert Einstein illustrò la sua Teoria della relatività generale, di cui costituiscono uno dei capisaldi. Finora però non erano mai state «trovate» e l’annuncio può ambire al titolo di «scoperta del secolo». E i ricercatori che hanno partecipato agli esperimenti entrare tra i candidati a uno dei prossimi Nobel per la fisica. A questa impresa collettiva hanno collaborato 1.004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo.
Le onde gravitazionali sono come piccole increspature del tessuto dello spazio-tempo che permea tutto l’universo. Secondo Einstein la gravità stessa è dovuta alla curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa. Le onde gravitazionali sono prodotte dal movimento di corpi dotati di massa nello spazio-tempo. Più gli eventi sono colossali ed emettono straordinarie quantità di energia, come il Big Bang stesso, lo scontro tra due buchi neri, la «danza» di avvicinamento di due stelle di neutroni che ruotano rapidamente (pulsar), maggiore è la grandezza delle onde gravitazionali e quindi - in teoria - è più facile captarle. Solo che finora con gli strumenti a nostra disposizione risultava praticamente impossibile riuscire a decifrarle perché noi stessi e gli strumenti siamo immersi a nostra volta nello spazio-tempo e veniamo coinvolti dalle sue oscillazioni.
Perché sono importanti
La scoperta dell’esistenza delle onde gravitazionali non è solo (l’ennesima) conferma sperimentale della validità della teoria di Einstein, ma rivoluziona e amplia il mondo della fisica e della ricerca cosmologica. Per esempio finora lo studio del cosmo è stato realizzato solo attraverso i segnali emessi da stelle e galassie nello spettro elettromagnetico (luce visibile, raggi X e gamma, infrarossi, ultravioletti, onde radio di varia lunghezza d’onda). L’esistenza delle onde gravitazionali apre un mondo nuovo: la possibilità di studiare l’universo (e i misteriosi buchi neri) in modo completamente differente. Oltre che «vederlo», saremo in grado anche di «sentirlo» nella sua essenza più fondamentale, lo spazio-tempo, due elementi che, secondo Einstein, sono una cosa sola. E capire come e perché l’universo non solo si espande, ma sta addirittura accelerando la sua velocità di ampliamento. E c’è chi ipotizza scenari che sfiorano la fantascienza: la verifica dell’esistenza di tunnel spazio-temporali (wormhole in inglese) nelle vicinanze dei buchi neri che potrebbero mettere in relazione parti distanti dell’universo o addirittura universi diversi dal nostro. Infine arrivare alla soluzione dei componenti di base dello spazio-tempo secondo la teoria della meccanica quantistica, ancora divisa tra «stringhe», «brane» o «anelli» (loop). «Questo risultato rappresenta un regalo speciale per il centesimo anniversario della relatività generale», ha concluso Fernando Ferroni, presidente dell’Infn. «È il sigillo finale sulla meravigliosa teoria che ci ha lasciato il genio di Einstein ed è anche una scoperta che premia il gruppo di scienziati che ha perseguito questa ricerca per decenni alla quale l’Italia ha dato un grande contributo».
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Il ruolo dell'Italia. L'Osservatorio gravitazionale europeo (Ego) è responsabile per il funzionamento e la gestione di Virgo, progetto nato dall'originale idea dell'italiano Adalberto Giazotto e del francese Alain Brillet, e la cui collaborazione scientifica oggi conta circa 250 fisici e ingegneri, di cui la metà dell'Infn, provenienti da 19 laboratori europei. L'Infn partecipa a Virgo con le proprie Sezioni presso le università di Pisa, Firenze con il gruppo di ricerca di Urbino, Perugia, Genova, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Napoli, Padova, e i Centri Nazionali Tifpa di Trento e Gran Sasso Science Institute dell'Aquila.
"Questo successo è il coronamento di un'impresa scientifica da molti considerata al limite dell'impossibile, - sottolinea Gianluca Gemme, coordinatore nazionale Infn di VIRGO - nella quale l'Italia ha costantemente mantenuto un ruolo di leadership a livello mondiale, grazie all'impegno dell'Infn, iniziato nei primi anni '70 del Novecento con le antenne risonanti e continuato dagli anni '90 con l'interferometro Virgo, che oggi è uno dei tre strumenti più avanzati al mondo per la ricerca di onde gravitazionali". "L'aspetto più entusiasmante di questa scoperta - prosegue Gemme - è che essa non chiude un'epoca ma, anzi, apre una stagione di risultati scientifici di assoluto rilievo, nella quale l'Italia con l'Infn continuerà ad avere un ruolo di primissimo piano".
http://www.repubblica.it/scienze/20...458/?ref=HREA-1
http://www.corriere.it/scienze/16_f...b53be318b.shtml