La canzone più discussa, violenta, cattiva, ingiusta e probabilmente più bella di Giorgio Gaber. Censurata per molti anni, veniva eseguita solo dal vivo.
Correva l'anno 1980, e quella terribile invettiva diventava il simbolo del "riflusso". Per colpa del terrorismo, delle forze politiche che non seppero raccogliere fino in fondo la domanda di cambiamento espressa dalla società, un'intera generazione si ritirava dalla politica: qualcuno, come Gaber, in campagna, molti di più nell'ero o nella violenza terrorista.
La prima parte è secondo me la migliore, quella davvero densa di significati universali e valida ancor oggi. La seconda dà davvero una buona idea dello "spirito del tempo".
Poichè la canzone è molto lunga, su Youtube si trova spezzata in due files.
A chi non l'avesse mai sentita, consiglio un ascolto notturno con cuffie e volume alto, per apprezzare appieno lo stupendo arrangiamento orchestrale.
http://www.youtube.com/watch?v=pGe2ETQHlNI
http://www.youtube.com/watch?v=lIT1P_HUbb0&feature=related
Ottima occasione per aprire una discussione e raccogliere ricordi su quegli anni, dei quali a mio giudizio occorre avere scarsissima nostalgia.