SCRITTO DA FILIPPO TURTURICI su Climatemonitor
L’energia solare, come è stato ed è ampiamente dibattuto, è un’immensa opportunità energetica, dato che ogni giorno essa colpisce la superficie terrestre esposta in maniera diffusa e gratuita. Tuttavia essa presenta anche notevoli inconvenienti fisici non superabili, che ne limitano fortemente i vantaggi....
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Oggi però è allo stato sperimentale una nuova tecnica, profondamente differente dalle due sopra citate, e non propriamente legata all’energia solare: nel senso che questa fonte diverrebbe una tra le tante utilizzabili da questa tecnologia, anche se ne sarebbe la principale (sia direttamente che indirettamente).
I ricercatori dello Idaho National Laboratory, assieme ai partner di Microcontinuum Inc. ed a Patrick Pinhero dell’Università del Missouri, stanno infatti sviluppando una tecnologia in grado di utilizzare le onde nello spettro infrarosso per generare energia elettrica.
Riassumendone il principio di funzionamento, essi hanno fabbricato dei fogli ricoperti di nano-antenne il cui diametro (pari a circa 1/25 del capello umano) permette di ricevere le onde nella banda dell’infrarosso. Esse non funzionano in alcuna maniera diversamente da qualunque altra antenna, in grado di assorbire l’energia elettromagnetica trasmessa nello spazio, come anche quelle comuni per la ricezione delle onde radio: sono solamente (molto) più piccole, grazie ai progressi nelle nanotecnologie, tanto che in un diametro di 6”(1”=25.4mm) sono stampate oltre 10 milioni di nano-antenne. In un giorno non troppo lontano, gli stampati potrebbero essere prodotti industrialmente su comuni sottili fogli pieghevoli di materiale plastico. Essi promettono di essere un’alternativa economicamente vantaggiosa, principalmente per tre ragioni:
l’efficienza passerebbe da circa il 20% oggi ottenibile con moduli fotovoltaici, all’80%;
non sarebbero prodotte utilizzando materiali particolarmente rari e costosi;
permetterebbero l’assorbimento anche dell’energia infrarossa rilasciata dalla superficie terrestre, soprattutto durante la notte, senza però dimenticare che gran parte dello spettro solare viene emesso nell’infrarosso: ad esempio potranno essere costruiti pannelli a doppia faccia, in grado di “guardare” sia il cielo che il terreno.

Appaiono dunque evidenti i potenziali vantaggi della nuova tecnologia, davvero futuribile, che appare fondamentalmente diversa dalle due tecnologie solari finora in uso, sia per come è costruita, sia per la fonte di energia sfruttata.
Un possibile problema è legato al fatto di avere una così alta concentrazione di antenne in una così ristretta superficie, cosa che potrebbe condurre a pericolosi fenomeni di risonanza, oltre al fatto che esse generano un campo elettromagnetico ad elevata energia, con effetti non ancora ben delineati sui materiali interessati.
Un altro problema, ma già ben conosciuto, è determinato dal fatto che le onde infrarosse determinano la produzione di corrente alternata, ad una frequenza troppo elevata: 1013Hz, contro i 60Hz americani (50Hz europei) della corrente commerciale, per cui è necessario abbassare questa frequenza già entro le nano-antenne. E’ allo studio anche la possibilità di convertire la corrente da alternata a continua, in modo da poter immagazzinare direttamente l’energia elettrica entro batterie.
In conclusione, la nuova tecnologia in esame appare molto promettente: ma richiede ancora diversi anni per poter essere ottimizzata, risolvere i problemi riscontrati, essere adeguatamente sperimentata, e quindi passare alla fase di industrializzazione e commercializzazione su vasta scala.
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