Vediamo quindi in questo focus di analizzarne la genesi, e quello che sarà il suo sviluppo in questa che si annuncia la settimana più calda dell'estate, e con tutta probabilità la più calda degli ultimi decenni.
L'immagine attuale del satellite ci mostra l'Italia completamente sgombra da nubi, ed è un'immagine questa che saremo abituati a vedere ancora per diversi giorni.

Sarà infatti incontrastato il dominio dell'anticiclone subtropicale, che schiacciato dalla bassa pressione presente sulle isole britanniche, prenderà possesso di tutta l'area Mediterranea fino a spingersi, come vediamo dalla carta qui sotto, fino ai paesi dell'Est europeo e ai confini della Russia, creando una vastissima bolla calda.

Da notare, e qui lo vediamo meglio, come le radici dell'alta pressione provengano direttamente dal Nord Africa (da qui anche il nome di anticiclone africano, che tuttavia non ha nulla a che vedere con i nomi fantasiosi che leggiamo in alcuni siti).

Ed è proprio la radice subtropicale che alimenterà la bolla calda per tutta la settimana portandola ai suoi massimi livelli intorno a metà settimana, quando i picchi di calore raggiungeranno valori prossimi se non superiori ai 40°C in molte località.
Dove avremo più caldo, e quali saranno i valori massimi che raggiungeremo? Onde evitare di fare un elenco infinito ci aiutiamo con le mappe che prevedono appunto le temperature al suolo.
Veniamo intanto alle giornate più calde, che come detto saranno quelle comprese tra Mercoledì e Venerdì, anche se avremo valori elevati già dalla giornata di domani, e continueremo ad averli almeno sino ai primi giorni della prossima settimana, quindi almeno fino alla fine della prima decade del mese di Agosto.
Queste tuttavia saranno grosso modo le temperature massime che raggiungeremo nelle giornate di Mercoledì, Giovedì e Venerdì:
E' facile osservare come le zone più calde saranno quelle dell'Emilia Romagna, delle pianure interne del Lazio, dell'Umbria e della Toscana, unitamente alla Sardegna. In queste zone si potranno come detto toccare e superare agevolmente i 40°C fino a toccare picchi di 42°C-43°C.
Attenzione però, quei valori sono valori medi, che poterebbero subire variazioni (sia verso il basso che verso l'alto) a seconda delle condizioni che si presenteranno poi di giorno in giorno e di zona in zona al suolo. E parlo di umidità, delle condizioni del cielo e ovviamente dei venti. E' facile quindi immaginare anche il superamento dei valori record per alcune delle località delle zone sopracitate, ma questo lo vedremo poi di giorno in giorno.
Non andrà meglio comunque nelle altre zone. Ove non si arriverà a 40°C, ci sandrà comunque molto vicini. E non se la passeranno meglio le località costiere, dove tassi di umdità relativa particolarmente elevati, produrranno per certi versi condizioni di disagio maggiori.
Abbiamo poi parlato di temperature massime prossime a valori record, ma lo stesso avverrà per le temperature minime notturne, che in alcuni casi, vedi sempre le località costiere, potrebbero mantenersi prossime se non addirittura superiori ai 30°C.
Insomma, sarà questa una settimana davvero molto dura, che oltre a metterci a dura prova dal punto di vista fisico, accentuerà la crisi idrica dovuta alla siccità che già imperversa da mesi in alcune zone dell'Italia centro meridionale e farà tornare alta l'attenzione sugli incendi.
Ora la domanda che tutti si faranno è: quando si uscirà da questa situazione? Abbiamo già detto come il target che potrebbe porre fine a questa ondata di caldo potrebbe cadere intorno alla fine della prima decade del mese di Agosto. Stamani infatti quasi tutti i modelli ipotizzano per quel periodo l'ingresso di una saccatura di aria più fredda da Nord che interromperebbe se non altro la calura, grazie anche a qualche temporale. Ma per ora si tratta solo di ipotesi piuttosto lontane del tempo, con una percentuale di affidabilità davvero bassa.
Per ora quello che sappiamo di sicuro è che ci attendono 10 giorni di grande caldo, che potrebbero rendere questa come una delle ondate più calde della teoria meteorologica degli ultimi decenni. Saranno poi i numeri che ce ne daranno o meno la conferma.