Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Le uniche cose che so sull'argomento le ho imparate grazie ai tuoi spiegoni, grazie come sempre :inchino:
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Grazie Paolo di tutto ! L'esempio del sasso è uno spettacolo :inchino:
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Buonasera Paolo !
Che gli indici da te elencati non siano cause ma effetto non c'è dubbio, perchè ho detto il contrario ?
E che l'atmosfera sia caotica non c'è dubbio e che la convezione tropicale Indo pacifica non sia l'unica attrice e fornitrice di calore non c'è dubbio.
Ma non c'è dubbio che sia la principale.
Per motivi di grandezza , incontrovertibili.
Come non c'è dubbio che il segnale primo vada poi a mischiarsi con mille altre forzanti, ma come presto detto, esiste una scala gerarchica in un campo di forze.
Tutte concorrono ma c'è sempre chi ha il peso specifico maggiore.
L'indo Pacifico lo è.
Ti posto una comparazione grafica abbastanza speculare tra il valore assoluto del GPT in bassa stratosfera nel Mar Glaciale artico ( oltre i 75 Nord ) in Inverno e il valore assoluto del GPT sul Nord Italia, con la chiara 552 ( fronte polare ) a centro grafico, a identificare la posizione media climatologica del fronte polare in Inverno nella nostra area.
Cioè tra Francia mediterranea e Balcani attraversando appunto il Nord Italia.
Come potrai notare nel trend, all'aumentar/diminuir del GPT a 150 hpa in area artica corrisponde un abbassamento/innalzamento del fronte polare in area Italica e viceversa.
Ultima modifica di setra85 il Sab 25 Gen, 2025 22:55, modificato 5 volte in totale
il fosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Buonasera Paolo !
Che gli indici da te elencati non siano cause ma effetto non c'è dubbio, perchè ho detto il contrario ?
E che l'atmosfera sia caotica non c'è dubbio e che la convezione tropicale Indo pacifica non sia l'unica attrice e fornitrice di calore non c'è dubbio.
Ma non c'è dubbio che sia la principale.
Per motivi di grandezza , incontrovertibili.
Come non c'è dubbio che il segnale primo vada poi a mischiarsi con mille altre forzanti, ma come presto detto, esiste una scala gerarchica in un campo di forze.
Tutte concorrono ma c'è sempre chi ha il peso specifico maggiore.
L'indo Pacifico lo è.
Ti posto una comparazione grafica abbastanza speculare tra il valore assoluto del GPT in bassa stratosfera nel Mar Glaciale artico ( oltre i 75 Nord ) in Inverno e il valore assoluto del GPT sul Nord Italia, con la chiara 552 ( fronte polare ) a centro grafico, a identificare la posizione media climatologica del fronte polare in Inverno nella nostra area.
Cioè tra Francia mediterranea e Balcani attraversando appunto il Nord Italia.
Come potrai notare nel trend, all'aumentar/diminuir del GPT a 150 hpa in area artica corrisponde un abbassamento/innalzamento del fronte polare in area Italica e viceversa.
Ultima modifica di setra85 il Sab 25 Gen, 2025 22:55, modificato 5 volte in totale
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Ora, la stratosfera artica in Inverno tende a raffreddarsi perchè non c'è irraggiamento lassù.
Di conseguenza per riscaldarsi deve esserci un attività d'onda lunga, cioè lenta e che si rompe in cut off alle latitudini artiche, dicasi stazionaria.
In tal modo da penetrare in stratosfera artica e portare calore.
Se non c'è un attività d'onda di questo tipo, la stratosfera si raffredda e continua a farlo.
Perciò in Inverno, il condizionamento viene dal basso.
Ma se guardiamo allo storico, va a periodi.
E questo probabilmente dipende dalle fasi oceaniche Indo pacifiche che regolano il dove avviene la convezione, determinando di conseguenza fasi ad attività d'onda più o meno ampia.
Il grafico statistico di Henderson ci illustra quali sono le fasi MJO più propense a generar un attività d'onda abbastanza attiva in tal modo da amplificar il treno d'onda generando blocchi alto pressori alle alte latitudini, generando per stazionarietà riscaldamenti stratosferici artici.
Si può notare e come risulta già noto, le fasi dalla 6 alla 8 son le più quotate.
Di conseguenza per riscaldarsi deve esserci un attività d'onda lunga, cioè lenta e che si rompe in cut off alle latitudini artiche, dicasi stazionaria.
In tal modo da penetrare in stratosfera artica e portare calore.
Se non c'è un attività d'onda di questo tipo, la stratosfera si raffredda e continua a farlo.
Perciò in Inverno, il condizionamento viene dal basso.
Ma se guardiamo allo storico, va a periodi.
E questo probabilmente dipende dalle fasi oceaniche Indo pacifiche che regolano il dove avviene la convezione, determinando di conseguenza fasi ad attività d'onda più o meno ampia.
Il grafico statistico di Henderson ci illustra quali sono le fasi MJO più propense a generar un attività d'onda abbastanza attiva in tal modo da amplificar il treno d'onda generando blocchi alto pressori alle alte latitudini, generando per stazionarietà riscaldamenti stratosferici artici.
Si può notare e come risulta già noto, le fasi dalla 6 alla 8 son le più quotate.
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Ultima modifica di setra85 il Ven 24 Gen, 2025 22:50, modificato 1 volta in totale
Ora, non per speculare sugli Inverni Italiani, ma se guardiamo al grafico soprastante e relativo al trend della posizione del fronte polare in Italia elaborandolo dalla sua media climatologica, quanto a posizione e lo mettiamo in parallelo al trend dell'AO nello stesso periodo , cosa ne esce ?
Ultima modifica di setra85 il Ven 24 Gen, 2025 22:50, modificato 1 volta in totale
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Ringrazio tutti per l’ apprezzamento :friends:
E ringrazio Setra, così come Giagi e gli altri che apportano contributi in questo topic e permettono di toccare questi complessi e affascinanti argomenti :smile:
Alla luce dei nuovi punti toccati e dei nuovi quesiti sollevati, cerchiamo di mettere ulteriori punti.
Certamente le oscillazioni AO descrivono amplificazione o contrazione del FP e di conseguenza ci danno indicazioni sull’attività d’onda.
Sicuramente una AO negativa ci parla di un FP più basso di latitudine, e di conseguenza ciò riguarda anche l’Europa, questo non è assolutamente stato messo in dubbio, anzi l’avevamo già accennato.
Ma l’indice NAO è più “puntuale” se si parla di Europa, perché descrive in maniera sintetica appunto l’attività d’onda sul comparto euro/atlantico, e la correlazione per quanto simile rimane un poco più elevata.
Qui possiamo vedere come avvolte emergano differenze, più o meno sottili, ta andamento AO e NAO.
Anche 150hpa sono indicativi, perché hanno un andamento molto simile ai 500hpa (la bassa stratosfera risente praticamente sempre degli andamenti in troposfera) modulandosi e assumendo quasi esattamente le stesse “forme”, ma i 500hpa rimangono un indicatore migliore.
Perché come abbiamo ben visto in precedenza, troposfera e stratosfera spesso non coincidono.
Certamente la stratosfera, risentendo dell’attività d’onda troposferica, mediante ha andamenti simili in quanto ad anomalie, questo soprattutto in un quadro stagionale, mentre c’è lag se viene osservata in tempo reale, per dinamiche più o meno estese, intrusive e rapide di propagazione d’onda…
Ma appunto come abbiamo visto non sempre è così , e questo dipende dal tipo di attività d’onda.
Qui la comparazione fra andamenti a 500 e 10hpa.
Quindi ci ritroviamo con annate in cui per tutta o buona parte della stagione, gli andamenti in troposfera e in stratosfera non corrispondono… abbiamo molti esempi in passato, ma anche un esempio molto pertinente nella stagione in corso.
Questo perché l’andamento AO, ci parla di attività d’onda in senso sintetico generale, ma come abbiamo imparato è il genere di attività d’onda a generare “disturbi “ più o meno incisivi in stratosfera.
E non sono le rotture d’onda che generano HP polari isolati a recare i maggiori disturbi, queste anzi spesso azzerano i flussi.
Sono le rossby durature a generare la maggiore ridistribuzione di quantità di moto e calore, sia in senso latitudinale che in senso verticale…
Cioè le Rossby che più a lungo mantengono un legame tra il culmine dell’onda e la cintura tropicale;
Più è estesa in senso latitudinale l’onda positiva che andrà a bloccare il getto zonale, più essa sarà frenante su tutta la colonna…
Più è ampia la porzione emisferica in cui il getto è costretto a deviare dal suo percorso zonale, più esso sarà costretto a “frenare” dissipando moto e ridistribuendo calore in senso anche verticale…
Le azioni più efficaci in questo senso sono quelle in cui le onde positive vanno ad intrudere tra i lobi principali del VP. Canadese e Siberiano, mantenendo però il legame subtropicale…
Questa stagione è stata molto didattica perché ci ha mostrato, da un lato una frequente oscillazione AO, per buona attività d’onda dal Pacifico, ma con scarsi riverberi in stratosfera, per onde o scarsamente intrusive o in rapida rottura…
Comunque per chiudere il discorso possiamo senz’altro sciogliere il nodo che ha riguardato tutta la stagione, visto la stratosfera molto forte;
Salvo grossolani e poco probabili errori di proiezione, il “rischio” stabilizzazione troposferica è con ogni probabilità ormai praticamente nullo :ok:
E ringrazio Setra, così come Giagi e gli altri che apportano contributi in questo topic e permettono di toccare questi complessi e affascinanti argomenti :smile:
Alla luce dei nuovi punti toccati e dei nuovi quesiti sollevati, cerchiamo di mettere ulteriori punti.
Certamente le oscillazioni AO descrivono amplificazione o contrazione del FP e di conseguenza ci danno indicazioni sull’attività d’onda.
Sicuramente una AO negativa ci parla di un FP più basso di latitudine, e di conseguenza ciò riguarda anche l’Europa, questo non è assolutamente stato messo in dubbio, anzi l’avevamo già accennato.
Ma l’indice NAO è più “puntuale” se si parla di Europa, perché descrive in maniera sintetica appunto l’attività d’onda sul comparto euro/atlantico, e la correlazione per quanto simile rimane un poco più elevata.
Qui possiamo vedere come avvolte emergano differenze, più o meno sottili, ta andamento AO e NAO.
Anche 150hpa sono indicativi, perché hanno un andamento molto simile ai 500hpa (la bassa stratosfera risente praticamente sempre degli andamenti in troposfera) modulandosi e assumendo quasi esattamente le stesse “forme”, ma i 500hpa rimangono un indicatore migliore.
Perché come abbiamo ben visto in precedenza, troposfera e stratosfera spesso non coincidono.
Certamente la stratosfera, risentendo dell’attività d’onda troposferica, mediante ha andamenti simili in quanto ad anomalie, questo soprattutto in un quadro stagionale, mentre c’è lag se viene osservata in tempo reale, per dinamiche più o meno estese, intrusive e rapide di propagazione d’onda…
Ma appunto come abbiamo visto non sempre è così , e questo dipende dal tipo di attività d’onda.
Qui la comparazione fra andamenti a 500 e 10hpa.
Quindi ci ritroviamo con annate in cui per tutta o buona parte della stagione, gli andamenti in troposfera e in stratosfera non corrispondono… abbiamo molti esempi in passato, ma anche un esempio molto pertinente nella stagione in corso.
Questo perché l’andamento AO, ci parla di attività d’onda in senso sintetico generale, ma come abbiamo imparato è il genere di attività d’onda a generare “disturbi “ più o meno incisivi in stratosfera.
E non sono le rotture d’onda che generano HP polari isolati a recare i maggiori disturbi, queste anzi spesso azzerano i flussi.
Sono le rossby durature a generare la maggiore ridistribuzione di quantità di moto e calore, sia in senso latitudinale che in senso verticale…
Cioè le Rossby che più a lungo mantengono un legame tra il culmine dell’onda e la cintura tropicale;
Più è estesa in senso latitudinale l’onda positiva che andrà a bloccare il getto zonale, più essa sarà frenante su tutta la colonna…
Più è ampia la porzione emisferica in cui il getto è costretto a deviare dal suo percorso zonale, più esso sarà costretto a “frenare” dissipando moto e ridistribuendo calore in senso anche verticale…
Le azioni più efficaci in questo senso sono quelle in cui le onde positive vanno ad intrudere tra i lobi principali del VP. Canadese e Siberiano, mantenendo però il legame subtropicale…
Questa stagione è stata molto didattica perché ci ha mostrato, da un lato una frequente oscillazione AO, per buona attività d’onda dal Pacifico, ma con scarsi riverberi in stratosfera, per onde o scarsamente intrusive o in rapida rottura…
Comunque per chiudere il discorso possiamo senz’altro sciogliere il nodo che ha riguardato tutta la stagione, visto la stratosfera molto forte;
Salvo grossolani e poco probabili errori di proiezione, il “rischio” stabilizzazione troposferica è con ogni probabilità ormai praticamente nullo :ok:
Titolo: Re: Monitoraggio Teleconnessioni E Andamenti Meteoclimatici
Buonasera Paolo !
Ti ringrazio del contiguo nel dibattito e scambio di informazioni circa ciò che può comportare nel mentre della stagione fredda.
Specifico alcuni punti circa il quanto ho scritto in precedenza :
- Ho utilizzato la quota dei 150hpa, isobara della 552 in area Nord Italica e l'AO Invernale solo come traccianti del tipo di circolazione.
- I cut off anticiclonici in area artica non sempre azzerano i flussi, vedi il blocco scandinavo, anche se, nella maggior parte dei casi, si , lo fanno.
- L'indice AO che ho postato non l'ho postato nell'intento di visionare l'indice stesso etichettandolo con le variazioni positive o negative a interpretazione del regime circolatorio.
Esempio : Un AO in calo, anche se su valori positivi, è sempre un fronte polare che scende di latitudine e viceversa.
Ti ringrazio del contiguo nel dibattito e scambio di informazioni circa ciò che può comportare nel mentre della stagione fredda.
Specifico alcuni punti circa il quanto ho scritto in precedenza :
- Ho utilizzato la quota dei 150hpa, isobara della 552 in area Nord Italica e l'AO Invernale solo come traccianti del tipo di circolazione.
- I cut off anticiclonici in area artica non sempre azzerano i flussi, vedi il blocco scandinavo, anche se, nella maggior parte dei casi, si , lo fanno.
- L'indice AO che ho postato non l'ho postato nell'intento di visionare l'indice stesso etichettandolo con le variazioni positive o negative a interpretazione del regime circolatorio.
Esempio : Un AO in calo, anche se su valori positivi, è sempre un fronte polare che scende di latitudine e viceversa.
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