..se fosse morto un qualsiasi altro lavoratore di qualsiasi altro mestiere, avrebbe chiuso l'azienda in cui lavorava, di certo non tutte quelle della città o addirittura della nazione. Boh, a sto punto domani anche lutto nazionale?
ripeto, immenso dispiacere per un ragazzo di 30 anni che se ne va, ma come al solito al mondo del calcio si da davvero troppa importanza... sembra sia venuto a mancare un eroe nazionale.
Quando morirono 300 persone a fine agosto 2016 per il terremoto di Amatrice, nessuno rinvio niente, e si era all'inizio del campionato. Ma 300 persone "normali" non valgono un calciatore di serie A.. mah.
Il lavoro, la vita sociale sono una cosa... lo sport, nella fattispecie il calcio, sono un'altra. Non si può fermare l'economia di un'intera nazione, anche, ahimé, di fronte ad una triste tragedia come quella di Amatrice.
Invece per un giorno si può benissimo smettere di giocare a calcio, e per una sera si può anche rinunciare a vedere una partita. Si vive lo stesso.
E mi fermo qui, perché polemizzare in questi momenti è veramente ridicolo e del tutto irrispettoso.