E' la prima ricerca frutto di Ska, l'immensa distesa di radiotelescopi fra Sudafrica e Australia
I PRIMI SETTE RADIOTELESCOPI DI KAT-7 (DA WWW.SAASTA.AC.ZA)
Ska, l’immensa distesa di radiotelescopi destinati a sorgere fra Sudafrica e Australia entro il 2024 e di cui finora sono stati gettati i primi sette «semi», ha individuato un buco nero supermassivo in uno studio multisorgente.
Cosa è SKA I primi sette «semi» di Ska, l’immensa distesa di radiotelescopi destinati a sorgere fra Sudafrica e Australia entro il 2024, secondo quanto riportato da Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, sono appena stati gettati e già producono un raccolto di tutto rispetto. Si tratta delle sette piccole antenne – piccole si fa per dire: hanno ciascuna un diametro di 12 metri – sorte a Northern Cape, in Sudafrica. Nome in codice Kat-7, sono le prime antenne astronomiche al mondo con parabole interamente realizzate in fibra di vetro. Pensato come prototipo ingegneristico, Kat-7 ha da subito fatto gola ai radioastronomi, impazienti di mettere le mani su uno strumento così avanzato. E la qualità dei primi dati raccolti dà loro piena ragione e soddisfazione. Uno studio multibanda di una sorgente – un blazar – ottenuto anche grazie alle osservazioni di Kat-7 è uscito mercoledì 21 novembre su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Intervista audio a Filippo D’Ammando di Inaf multimedia
http://www.media.inaf.it/gallery/ma...mmando.mp3.html
Il ricercatore perugino «Si chiama Pks 2123−463 ed è un buco nero supermassiccio che sta al centro d’una galassia relativamente distante da noi», spiega a Media Inaf il primo autore della ricerca, Filippo D’Ammando, ricercatore postdoc all’Università di Perugia. «Per analizzarne il comportamento durante un periodo di elevata attività (aveva emesso un intenso flare gamma), abbiamo messo insieme i dati raccolti in banda gamma dal satellite Fermi della Nasa con quelli in banda radio, ottica e X provenienti da altri telescopi spaziali e da osservatori da terra, fra i quali appunto Kat-7, che è il precursore del MeerKat per Ska. Così ci siamo trovati a essere i primi ad aver utilizzato questo strumento per una pubblicazione».
Nuova finestra «E questo risultato non è che un primo assaggio di quello che Ska potrà regalarci in futuro. Con le sue 3000 antenne, rispetto alle sette di Kat-7», aggiunge Monica Orienti, radioastronoma dell’Inaf-Ira di Bologna e coautrice dell’articolo pubblicato su Mnras, «Ska aprirà una nuova finestra per la radioastronomia e per lo studio delle prime epoche della storia dell’universo».
Umbria 24