da "Repubblica.it":
ROMA - Quando il prossimo dicembre alla conferenza Onu di Copenaghen sarà interrogata davanti a tutti sulla concretezza del suo impegno ambientale, l'Europa non farà figuracce. Da tempo Bruxelles si presenta al mondo come una secchiona, ma non è un bluff, ha le carte in regola per farlo e nella capitale danese si presenterà con tutti i compiti a casa svolti come si deve. Di questo almeno è convinto il commissario europeo all'Ambiente Stavros Dimas che ha convocato oggi una conferenza stampa per annunciare: "L'Unione Europea sta raggiungendo gli obiettivi di Kyoto".
Cifre alla mano, il politico greco ha spiegato che non solo l'Ue è sulla buona strada per ridurre per il periodo 2008-2012 le emissioni di gas serra dell'8% rispetto ai livelli del 1990, come previsto dall'accordo internazionale, ma che questi obiettivi potrebbero persino essere migliorati.
Le cifre si riferiscono all'Ue nel suo complesso, anche perché il Protocollo per la lotta ai cambiamenti climatici è stato sottoscritto dall'Unione in quanto tale, che ha poi provveduto in un secondo momento a ripartire le quote tra gli allora 15 stati membri. Ma anche le nazioni apparentemente più indietro come l'Italia sarebbero in grado di arrivare a Copenaghen strappando uno 6.
Roma, ha precisato Dimas, come altri partner europei, in base alle ultime proiezioni sarà in regola con l'obiettivo su cui si è impegnata individualmente grazie ad una combinazione di politiche e di misure già adottate, oltre ad interventi addizionali. Queste ultime vanno dall'acquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in paesi terzi all'acquisizione di quote e di crediti nell'ambito del sistema Ue di scambio delle quote di emissione (sistema ETS comunitario), e alle attività forestali che assorbono carbonio dall'atmosfera.
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Quello italiano è insomma più che altro un 6 politico, che (ma questo Dimas ha evitato di dirlo) ai contribuenti italiani costerà caro, costringendoli a versare in bolletta il sovrapprezzo necessario ad acquistare crediti di emissione dai paesi più virtuosi per un totale di oltre 550 milioni di euro. Inoltre a rendere comunque a portata di mano gli obiettivi di Kyoto, più che lungimiranti politiche ambientali, sarà (questo vale soprattutto per l'Italia, ma non solo) l'effetto che un anno di recessione ha avuto sulle emissioni di CO2. A fine 2009, secondo stime dell'Agenzia internazionale per l'energia, il calo sarà di almeno il 2,6% su scala globale.
Tutto questo secondo Bruxelles conta però poco. Il messaggio che Dimas porterà a Copenaghen è un altro: "L'Europa è disposta ad impegnarsi appieno ma chiede un unico Trattato giuridicamente vincolante che possa essere ratificato a livello universale, in cui ci siano tutti gli elementi essenziali del protocollo di Kyoto". L'Ue auspica inoltre che i paesi sviluppati si impegnino "a ridurre le emissione collettive di circa il 30% rispetto ai livello del 1990 entro il 2020". Per Dimas quindi tutti devono far fronte alle loro responsabilità: sia il mondo industrializzato come le economie emergenti. Oggi però, ha concluso il commissario, "c'è troppo pessimismo in giro, in realtà penso che a Copenaghen ci sarà un accordo significativo".