il recentissimo weekend 13/14 Dicembre mi sono recato assieme ad una mia assidua compagna di escursioni nel per me sconosciuto appennino Modenese
Partita Sabato mattina alle ore 06.01 (appena cessato cioè il coprifuoco), tra una sosta e l'altra arriviamo alla nostra prima tappa: le Cascate del Dardagna, collocate nel comprensorio di Corno alle Scale
Il tempo durante il nostro viaggio era peggiorato rapidamente con pioggia già all'altezza di Arezzo: procedendo verso Nord la precipitazioni ha preso consistenza ed una volta iniziato a salire l'Appennino modenese si è rapidamente trasformata in neve già attorno ai 900/1000mt di quota
Il punto di partenza per visitare le Cascade del Dardagna è il Santuario di Madonna dell'Acero posizionato a quota 1200mt dove si trova un antipasto delle meravigliose cascate che si vedranno più avanti



La nevicata era già fitta ed andava aggiungendo rapidamente centimetri al buon manto nevoso già presente (20/30cm medi) e da li abbiamo iniziato ad addentrarci nel bosco seguendo l'apposito sentiero CAI sempre sotto una fitta nevicata



Il sentiero, spesso invisibile a causa dell'abbondante neve presente al suolo nella quale assai sovente si sprofonda fino alle ginocchia, prosegue zigzagando fra gli alberi e si iniziano ad incontrare i primi ruscelli

Dopo circa una mezz'ora/quaranta minuti ecco che appare la prima cascata (in totale sono 7)


Le condizioni meteo sono proibitive, nevica in maniera fitta e cadono frequentemente blocchi di neve dagli alberi che per fortuna ci sfiorano solamente.
Non sappiamo quanto potremo procedere ancora e quindi, nonostante si tratti solo della prima cascata, decido di provare qualche lunga esposizione diurna ma è dura: non c'è un posto dove poggiare la fotocamera e la fitta nevicata rende complessa una foto già molto complessa di suo
I risultati son modesti ma bisogna accontentarsi: la fotocamera è zuppa, io idem, i filtri si sporcano di neve



Finito il momento foto proseguiamo la camminata affascinati dall'indicazione "Cascata Grande. 30 minuti".
Ci mettiamo un pelo meno nonostante un percorso metaforicamente complesso e poco agevole ma lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è maestoso


Con quel clima non è esattamente il posto più sicuro del pianeta e ci fermiamo giusto il tempo di qualche foto e (moltissimi) video prima di imboccare la strada del ritorno
Proviamo a proseguire salendo ulteriormente verso le altre cascate ma è praticamente impossibile: troppa la neve al suolo, i sentieri non esistono e non si avanza. Anche degli altri gruppi di sventurati che come noi si trovavano in zona li vediamo ritornare dal loro tentativo di continuare il percorso e quindi con un mesto mal comune mezzo gaudio torniamo lentamente al Santuario per riprendere la macchina.
Sono diversi cm di neve caduti e le strade iniziano a sporcarsi: ho la 4x4. poco mi importa e quindi una volta in auto proviamo a proseguire sulla strada che porta a Corno alle Scale. Nonostante tutto dopo forse un km bisogna fermarsi: le strade son sporche, inizia a scendere la nebbia (sono le 13:30 circa) e ci troviamo in un posto del tutto sconosciuto
Si va in albergo, al caldo ed al sicuro
Il giorno seguente, ieri 13.12.2020, è la volta della salita al Monte Cimone. Le previsioni meteo vengono rispettate in pieno ed al nostro risveglio alle 06.30 il cielo è limpido come non mai. Un oretta per doccia e colazione si parte

Alle 08.45 siamo al Cimone, loc. Passo del Lupo: agli accumuli nevosi sono incredibili, il cielo terso con una visibilità sconfinata








C'è tempo anche per un paio di scatti col drone che sicuramente si aggiudica il premio di acquisto dell'anno

Lago della Ninfa (interamente ghiacciato)

Qualche altra foto a stracavolum




Eravamo partiti con l'idea di prendere le ciaspole e raggiungere la vetta ma poi, vista la gran mole di gente ed anche una lieve voglia di relax ci siamo lasciati prendere dalla giornata facendo solo un rapido giro a piedi fino ad alcune piste dalle quali abbiamo potuto godere di una visibilità infinita che spaziava fino alle Alpi
Vi lascio con quella che è secondo me la foto più bella della due giorni Emiliana, una panoramica realizzata con il drone che abbraccia una bella porzione di Monte Cimone
