Francia e Polonia ne chiedono la grazia! Se, e sottolineo se, ha stuprato una minorenne, è bene che paghi, famoso o non famoso, genio o no, pentito o no, sia che il fatto sia avvenuto ieri o che sia stato 30 anni fa!

Tra l'altro la fuga costituisce un'aggravante, e negli USA non c'è prescrizione.
E se Polanski avesse stuprato tua figlia?
di Oliviera Beha (www.behablog.it)
Inevitabile che in una società eticamente e culturalmente destrutturata si sia aperto il derby tra chi vuole Polanski libero per manifesto talento artistico e chi lo vuole dentro come “semplice” reo. E’ un altro terribile segno non della democrazia del pensiero ma del suo contrario, della clessidra continuamente rovesciata, dell’affannosa ricerca non del terreno solido dove poggiare bensì della sabbia mobile dove affondare nel sado-masochismo di massa.Per questo, e rozzamente, sono costretto a fare la domanda più stringente: se quella tredicenne alterata e stuprata dall’allora giovane/maturo Roman fosse stata o fosse tua figlia, come reagiresti?Vedete, anche la storia del talento, dei valori artistici, oppure del tempo che passa (è passato, è vero, avete ragione, ma perché lo straordinario regista de “Il pianista” era scappato e latitava…), è una bubbola. Un artista, un virtuoso, un intellettuale, una figura più dotata di quasi tutti gli altri ecc., non ha la franchigia del “male” quando è male accertato (non parlo né di stili di vita, né di scelte condivisibili oppure no, né di “gusti” non essendo le persone un gelato da scegliere).E’ casomai il contrario: ha più responsabilità, perché gode di seguito pubblico, sta sul palcoscenico, crea imitazione/emulazione, dipinge scenari artisticamente più elevati del fango quotidiano della nostra vita (almeno in parte).Così facendo invece infanga se stesso, e la sua arte. Non è meno bravo perché stupra, ma è uno stupratore “bravo regista invece che cattivo idraulico”, per intenderci. Quindi per favore un minimo di decenza etica, razionale, intellettuale,civica. Tutti aggettivi che confluiscono nella routine quotidiana e nella visione “politica” del mondo.Il termine “politico” rimanda all’atteggiamento dei politici o extrapolitici che difendono la latitanza di Cesare Battisti, meno arte di Polanski credo e ergastoli per 4 omicidi tra il ’78 e il ’79. Omicidi politici, è stato detto, in un quadro di liberazione partigian-terroristica del Paese. A sì? Ammazzi o fai ammazzare gli orefici in una lotta di autodeterminazione contro il potere, come nel Risorgimento Mazzini o Garibaldi? Evidentemente l’inquinamento del Pianeta ha fatto dei danni ormai pressoché irreversibili nei cervelliBattisti, ironia del cognome, non c’entra con nessun rivoluzionario, e ha la responsabilità di aver mischiato al desiderio brigatista o “simpatizzante” di cambiare le cose delitti da ergastolo puro e semplice. Nessuna attenuante, dunque, e casomai solo ricostruzioni di cronaca se non già di storia, che nulla hanno a che vedere con gli ergastoli sacrosanti. Ha compiuto dei delitti, paghi, sapendo che avendo alle spalle degli ideali più o meno chiari vale per lui il discorso fatto per Polanski in altro modo e misura: un rapinatore in banca è soltanto un rapinatore in banca, lui è un furbo che scappa sulla pelle delle sue vittime. Davvero, per Polanski e per Battisti nell’ordine presi a eponimi di una devastazione antropo-culturale, c’è qualcuno che la pensa diversamente? Bene: allora quella tredicenne era mia figlia o tua figlia, e l’orefice Torreggiani era mio padre o tuo padre. Come la mettiamo?
29 settembre 2009

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