Con tutto il rispetto, ma quell'articolo è un insieme di banalità, congetture e soprattutto di errori grossolani.
Sembrava anche a me che fosse piuttosto banale e forzato (congetture per l'appunto). Del resto il sito in questione è noto per perseguire qualsiasi possibile segno di "glaciazione" imminente e per sparare a zero, senza dubbi, sulla teoria dell'effetto serra, che ha i suoi limiti ma che non può essere liquidata in tre frasi come ho visto fare più volte. Ma se lo dici tu è decisamente probabile che così sia, anzi se ci spiegassi i motivi prettamente scientifici di tali errori sarebbe interessante!

Allora, intanto la banalità è nello stabilire che una configurazione con vortice canadese particolarmente attivo debba "annullare" gli inverni europei... inserendo in questo "europei" anche nazioni in cui l'inverno c'è e c'è stato.
Ma "il bello" inizia con la tesi secondo cui la calotta glaciale estiva dovrebbe essere l'origine di tutti i mali... insomma, si suppone, anzi si afferma, che il vortice polare si vada a formare proprio in corrispondenza di quella porzione di calotta polare sopravvissuta alla fusione estiva. E questa è una fesseria.
Va premesso che da sempre, e con sempre intendo dire almeno qualche milione di anni, la calotta polare estiva, ad eccezione della Groenlandia che resta praticamente congelata per 365 giorni all'anno, si concentra sul comparto artico nordamericano (non caso è lì che vivono la maggior parte degli orsi polari), e quella dell'estate 2012 non è un'eccezione.
Quindi se fosse questo il fattore discriminante o la causa, la configurazione dovrebbe essere da sempre la stessa.
Poi, le temperature dell'Atlantico Settentrionale non sono affatto aumentate negli ultimi anni.
Ma la cosa più importante da dire è che il Vortice Polare, che non è un "nucleo di bassa pressione gelida", NON "si forma sempre nelle aree più fredde dell'Artico", perché la sua origine non è determinata, come invece si vuole affermare, dall'aria fredda accumulata al suolo (quello, casomai, è in grado di determinare le alte pressioni termiche), infatti il
VP è una vasta area di bassa pressione che staziona in quota, alle alte latitudini, nel semestre freddo (sotto possono esserci anche alte pressioni termiche, vedi l'attuale situazione su Scandinavia e Russia), o depressioni, ma la presenza del Vortice Polare è testimoniata dai
GPT bassi o relativamente bassi, dalla circolazione fredda in quota ed è facilmente individuabile dal fatto che "è racchiuso" dal fronte polare, la zona di convergenza tra aria fredda di origine artica e l'aria più temperata delle medie latitudini (corrente a getto polare in quota).
Dovunque esso si formi in autunno, per via del raffreddamento di tutta la colonna d'aria, poi il
VP si struttura gradualmente e si muove, cambiando forma e posizione, l'aria fredda circola insomma.
Il problema, casomai, può essere rappresentato da talune configurazioni che sono più ricorrenti di altre (da sempre), in concomitanza con le alte pressioni di blocco che possono determinare una certa ricorsività. E questo è una caratteristica dovuta ad elementi che non possono variare di posizione, come le grandi catene montuose longitudinali (Montagne Rocciose) che obbligano i flussi d'aria a rallentare e piegarsi verso sud, determinando l'abbassamento della saccatura stessa del Vortice Polare. Infatti quando si parla di clima mite europeo si dimentica spesso di osservare che, certamente dipende dalla presenza dell'oceano ad ovest, ma anche che l'elemento orografico americano determina una perturbazione semipermanente (e quindi un'onda semistazionaria) la cui risonanza viene smorzata solo temporaneamente, per poi riprendere ciclicamente appena il vortice tende a riprendere forza.
La temperatura dell'Oceano Atlantico non diminuirà certo per l'intervento delle westerlies, lo zonale casomai non fa altro che pompare altra acqua calda verso nordovest e, come sappiamo, l'oceano è un grado di fornire un flusso pressoché continuo di acqua calda ad opera delle Corrente del golfo (eventuali meccanismi che dovessero portare ad un suo rallentamento dipendono da altri fattori).