#1 gubbiomet Sab 04 Ott, 2014 09:52
Apro questo nuovo post (non so se Andrea vorrà lasciarlo in evidenza o lo ritireremo su ogni volta che ci sarà da parlarne) per discutere e monitorare questo nuovo indice OPI che tanto interesse ha suscitato al suo esordio lo scorso anno. Sappiamo tutti che è partito clamorosamente bene e che è finito clamorosamente male, ma credo che, proprio perché è ai suoi esordi, gli vadano date ulteriori chances.
A tal proposito riporto l'articolo del Colonnello Guido Guidi pubblicato su Climatemonitor.
Indice OPI, comincia ottobre, il mese osservato speciale
Posted on 1 ottobre 2014
Articolo di Guido Guidi
Un anno fa, durante l’ottobre 2013, abbiamo iniziato a parlare sulle nostre pagine dell’indice OPI (October Pattern Index), sviluppato da un team italiano come strumento predittivo dell’andamento dell’indice AO (Artic Oscillation), dalle cui dinamiche dipende una buona parte delle sorti dell’inverno europeo. Di lì a poche settimane, poi, sono stati pubblicati gli Outlook per la successiva stagione invernale basati sull’OPI (qui e qui), una stagione che come ormai sappiamo ha presentato un carattere decisamente anomalo, per la persistenza di un pattern da cui sono scaturite elevata piovosità e temperature piuttosto miti. Questa anomalia, è altrettanto noto, ha di fatto mandato all’aria ogni previsione, da quelle di cui stiamo discutendo ora, ai nostri Outlook, a quelle ben più blasonate ma non per questo più precise dei vari centri di calcolo e ricerca in giro per il mondo.
Però, da quelle prime discussioni e, soprattutto, dall’appassionante ricerca sull’OPI, sono nate delle amicizie e una collaborazione, fatta di molti progetti di cui spero di poter mettere al corrente i lettori di CM quanto prima. Ma ora siamo di nuovo in ottobre, quindi sta iniziando nuovamente la caccia all’inverno. Per la verità qualche bracconiere ha già sparato i primi colpi nel mucchio, annunciando un inverno da era glaciale già nel mese di agosto (qui il mio commento), ma di questo ce ne importa davvero poco. Molto più interessante, invece, il fatto che da oggi inizierà il calcolo dell’indice OPI, con un valore consolidato che arriverà solo a fine mese e sarà quello su cui si baserà un outlook per la prossima stagione invernale.
Quest’anno, per tornare alle collaborazioni di cui sopra, la pagina con il calcolo progressivo dell’indice sarà disponibile anche su CM, in un widget che troverete nella spalla destra della nostra home page a partire dalle prossime ore, la cui consultazione vi porterà alla pagina vera e propria ospitata sui server dell’azienda che ha gentilmente messo a disposizione l’infrastruttura informatica per un traffico che potrebbe essere significativo.
Sempre dopo la fine di ottobre, poi, pubblicheremo anche i nostri Outlook, prognosi che faranno seguito all’analisi già iniziata qualche giorno con questo post di Carlo Colarieti Tosti, che ha sviluppato un altro indice (IZE) la cui definizione ha concettualmente molte cose in comune con l’OPI. Per finire, spero di potervi mettere a disposizione anche i valori dell’indice SAI sviluppato dal prof. Cohen, che di fatto conserva la paternità sull’intuizione della similarità tra le dinamiche troposferiche del mese di ottobre e quelle della successiva stagione invernale. Chissà che la sintesi e il confronto tra questi diversi approcci, che hanno in comune l’attenzione agli aspetti fenomenologici più che modellistici, non ci restituisca un valore aggiunto significativo per capire quale sarà il carattere della prossima stagione fredda. Ad ogni modo, vada come vada, sono davvero contento di riuscire a fare di queste pagine un aggregatore di questo genere di discussioni. Questo post resterà aperto ai commenti proprio per ospitare la discussione che dovesse eventualmente svilupparsi, sebbene come sapete CM non sia un forum, per cui vi prego comunque di attenervi agli aspetti tecnici, evitando se possibile digressioni fantameteorologiche.
Detto ciò, vi lascio alla breve presentazione che Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti e Andrea Zamboni hanno preparato per questa iniziativa, ricordandovi di tornare a consultare la pagina OPI tramite il nostro widget e, soprattutto, di tornare tra un mesetto quando cominceranno ad uscire gli outlook.
MONITORAGGIO OCTOBER PATTERN INDEX (OPI)
STAGIONE INVERNALE 2014-2015
Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Andrea Zamboni
Per il secondo anno consecutivo rendiamo disponibile la pagina di monitoraggio dell’indice “October pattern index” (OPI). Brevemente l’indice OPI costituisce una sintesi numerica dello schema circolatorio che si instaura, a livello emisferico alla quota isobarica di 500hPa, nel corso del mese di ottobre e mostra una correlazione estremamente elevata (r ≈ 0.9) con l’oscillazione artica media del trimestre invernale successivo (DJF AO).
L’indice viene calcolato attraverso uno specifico software di calcolo, il quale elabora le 31 carte emisferiche giornaliere di ottobre, relative alla quota isobarica di 500hPa. La pagina di monitoraggio viene aggiornata automaticamente ad ogni emissione del modello di previsione globale GFS (Global Forecast System), eccetto la corsa 18z. Ad ogni specifica corsa il software prende in esame le carte consolidate dei giorni precedenti più 10 carte di previsione fornite dal modello GFS. Ad esempio, al giorno 15 di ottobre, il software estrapola l’indice elaborando le 15 carte consolidate (dall’1 al 15 ottobre), più le carte fornite da GFS per i 10 giorni successivi (dal 16 al 25). Il valore definitivo dell’indice OPI si avrà quindi solo sulla base delle 31 carte consolidate, al termine del mese di ottobre. Pertanto il valore parziale, visibile sulla presente pagina di monitoraggio, tenderà ad acquisire significato progressivamente al trascorrere del mese di ottobre, tendendo sempre più al valore finale. Valori attendibili si cominceranno a vedere solo dopo la metà del mese, quando, il numero delle carte consolidate supererà quello delle carte derivanti dal modello di previsione GFS.
Al termine del mese di ottobre verrà redatta una previsione ufficiale sulla tendenza stagionale dell’inverno 2014-2015, sia in considerazione del valore finale dell’indice OPI, sia sulla base degli sviluppi della ricerca portati avanti nel corso dell’anno grazie anche alla collaborazione del Prof. Judah Cohen e del Ten. Col. dell’Aeronautica Militare Guido
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#2 Frasnow Sab 04 Ott, 2014 10:08
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#3 andrea75 Sab 04 Ott, 2014 10:18
Discussione sicuramente interessante e che terremo aggiornata, magari con il contributo di Marvel, nel corso dei prossimi giorni.
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#4 gubbiomet Mar 07 Ott, 2014 16:29
In attesa che il nostro Ingegnere si esprima su questo indice, volevo portare all'attenzione dei forumisti questa carta evidenzia come le acque di molti mari siano decisamente più fredde della norma.
Chiedo ai più esperti: questa cosa influisce o potrebbe influire su questa o sulle prossime stagioni? Se sì, in quale forma e misura?
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#5 snow4ever Mar 07 Ott, 2014 16:39
In attesa che il nostro Ingegnere si esprima su questo indice, volevo portare all'attenzione dei forumisti questa carta evidenzia come le acque di molti mari siano decisamente più fredde della norma.
Chiedo ai più esperti: questa cosa influisce o potrebbe influire su questa o sulle prossime stagioni? Se sì, in quale forma e misura?

Ottima domanda, proprio stamattina mi sono letto un'articolo delle anomalie negative delle SSTA.
Personalmente non saprei rispondere per quanto riguarda gli effetti che si potrebbero ripercuotere sul clima, ma un'annotazione volevo farla: sono sempre più convinto che ci sia uno strettissimo legame tra Sole e temperature dei mari e che all'aumentare dell'uno segue un aumento dell' altra e viceversa....
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Ultima modifica di snow4ever il Mar 07 Ott, 2014 16:41, modificato 1 volta in totale
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#6 Cyborg Mar 07 Ott, 2014 17:49
In attesa che il nostro Ingegnere si esprima su questo indice, volevo portare all'attenzione dei forumisti questa carta evidenzia come le acque di molti mari siano decisamente più fredde della norma.
Chiedo ai più esperti: questa cosa influisce o potrebbe influire su questa o sulle prossime stagioni? Se sì, in quale forma e misura?

Mah, a parte che Unisys usa una scala di colori molto strana, ma confrontandola con quella del Noaa ci sono differenze abissali in alcuni punti.... com'è possibile?
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#7 marvel Mer 08 Ott, 2014 14:22
Vediamo se nel pomeriggio riesco a rispondere...
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#8 Mich17 Mer 15 Ott, 2014 10:24
Un primo parziale commento (da quasi completo profano in materia) si può iniziare a fare.
Sulla pagina in cui è descritto a grandi linee come viene calcolato l'indice OPI (quella postata da Frasnow) e quale sia la sua correlazione con la circolazione prevalente nel trimestre invernale è scritto che: "Valori attendibili si cominceranno a vedere solo dopo la metà del mese, quando, il numero delle carte consolidate supererà quello delle carte derivanti dal modello di previsione GFS."
Si da il caso che oggi è il 15 di Ottobre e la metà del mese è arrivata.
Come siamo messi?
In questi primi 15 giorni l'indice è sempre rimasto in territorio negativo.
Cito di nuovo: "Più basso risulta l’indice OPI ad Ottobre (valori negativi) e più alte saranno le probabilità di avere un vortice polare disturbato nel corso dell’inverno successivo."
Per cui, fino ad ora (dando credito a quello che dicono i promotori dello studio), c'è la possibilità di un vortice polare disturbato. Ciò non implicherebbe per le nostre lande gelo continuato. Credo comunque che sarebbe un fattore positivo.
In pratica, meglio avere un vortice polare disturbato che non averlo. Se poi il freddo andrà a colpire altri lidi, pazienza.
Se invece rimanesse compatto, confinato su alle alte latitudini, non c'è proprio speranza per noi.
Vediamo come prosegue il mese e se poi veramente si potrà fare un minimo di affidamento su questo indice predittivo.
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#9 marvel Mer 15 Ott, 2014 11:51
Allora, confesso che mi ero completamente dimenticato di questo topic...
L'OPI (October Pattern Index) appartiene a quel gruppo di indici (vedi anche SAI ed IZE) che intendono indagare sul prosieguo della stagione invernale (semestre freddo) a partire dall'osservazione di alcuni parametri climatici ottobrini.
Tutto nasce dall'iniziale constatazione dell'esistenza di una qualche correlazione tra alcune condizioni e caratteristiche osservate in questo mese e l'andamento della stagione invernale.
Mentre l'OPI studia l’andamento dell’indice AO (Artic Oscillation), comprensivo di valori e di orientamento dell'asse maggiore dello stesso Vortice Polare, l'indice IZE (sviluppato da Carlo Colarieti Tosti) calcola la posizione latitudinale del fronte polare nel mese di ottobre attraverso le anomalie del flusso zonale e meridionale tra le basse e le alte latitudini a specifiche quote isobariche, poi c'è il SAI (Snow Advance Index, elaborato dal prof. Cohen), che effettivamente è il capostipite di tutti gli "indici ottobrini", e si concentra sull'osservazione dell'avanzamento della copertura nevosa nel decimo mese sul continente euroasiatico, quindi sulla Siberia.
Fondamentalmente sono tre diversi metodi di misurare la stessa cosa.
Il discorso, per il momento, è più statistico-correlativo che scientifico (in senso stretto), nel senso che si sta cercando ancora di capire il motivo reale per cui sussista una certa correlazione tra ciò che accade in questo mese e il prosieguo della stagione.
Si procede con un metodo empirico, come spesso accade in ambito scientifico, cercando di affinare e mettere a fuoco mano a mano gli strumenti di indagine.
Probabilmente per il comportamento del Vortice Polare vige il proverbio "il buon giorno si vede dal mattino", o anche "chi inizia bene è a metà dell'opera". 
Ma, proprio come accade per i proverbi, spesso ci azzeccano, basandosi su una lunga esperienza (sui grandi numeri), ma naturalmente esistono anche le eccezioni.
Ed è quello che è accaduto a questi indici lo scorso anno, che effettivamente è stato eccezionale (su questo ci sono pochi dubbi), avendo piazzato una buona previsione per la prima fase della stagione, ma andando fuori obiettivo nella seconda parte.
La valutazione di questo metodo predittivo andrebbe, quindi, giudicata sui grandi numeri, ma significherebbe dover attendere secoli di verifiche.
Più realisticamente credo che l'obiettivo sia quello di trovare una correlazione sempre più stretta, fino a riuscire a ricavare una "formula" che riesca a rappresentare in modo convincente, e anche in accordo con la teoria scientifica, il tipo di relazione che lega le grandezze e i fenomeni in gioco. Una volta fatto questo sarà anche più (relativamente) semplice capire anticipatamente quali e quando possano intervenire quei fattori perturbanti che rendono il sistema elaborato poco affidabile e quando invece l'affidabilità possa risultare notevole.
Quindi per il momento consiglio di seguire questi indici con grande interesse ma con un consapevole distacco emotivo, per il semplice fatto che, pur essendo frutto di buone intuizioni e di molto impegno, sono ancora in fase di rodaggio, verifica e sviluppo.
Diamogli del tempo.
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Ultima modifica di marvel il Mer 15 Ott, 2014 11:58, modificato 3 volte in totale
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#10 gubbiomet Mer 15 Ott, 2014 12:23
Allora, confesso che mi ero completamente dimenticato di questo topic...
L'OPI (October Pattern Index) appartiene a quel gruppo di indici (vedi anche SAI ed IZE) che intendono indagare sul prosieguo della stagione invernale (semestre freddo) a partire dall'osservazione di alcuni parametri climatici ottobrini.
Tutto nasce dall'iniziale constatazione dell'esistenza di una qualche correlazione tra alcune condizioni e caratteristiche osservate in questo mese e l'andamento della stagione invernale.
Mentre l'OPI studia l’andamento dell’indice AO (Artic Oscillation), comprensivo di valori e di orientamento dell'asse maggiore dello stesso Vortice Polare, l'indice IZE (sviluppato da Carlo Colarieti Tosti) calcola la posizione latitudinale del fronte polare nel mese di ottobre attraverso le anomalie del flusso zonale e meridionale tra le basse e le alte latitudini a specifiche quote isobariche, poi c'è il SAI (Snow Advance Index, elaborato dal prof. Cohen), che effettivamente è il capostipite di tutti gli "indici ottobrini", e si concentra sull'osservazione dell'avanzamento della copertura nevosa nel decimo mese sul continente euroasiatico, quindi sulla Siberia.
Fondamentalmente sono tre diversi metodi di misurare la stessa cosa.
Il discorso, per il momento, è più statistico-correlativo che scientifico (in senso stretto), nel senso che si sta cercando ancora di capire il motivo reale per cui sussista una certa correlazione tra ciò che accade in questo mese e il prosieguo della stagione.
Si procede con un metodo empirico, come spesso accade in ambito scientifico, cercando di affinare e mettere a fuoco mano a mano gli strumenti di indagine.
Probabilmente per il comportamento del Vortice Polare vige il proverbio "il buon giorno si vede dal mattino", o anche "chi inizia bene è a metà dell'opera". 
Ma, proprio come accade per i proverbi, spesso ci azzeccano, basandosi su una lunga esperienza (sui grandi numeri), ma naturalmente esistono anche le eccezioni.
Ed è quello che è accaduto a questi indici lo scorso anno, che effettivamente è stato eccezionale (su questo ci sono pochi dubbi), avendo piazzato una buona previsione per la prima fase della stagione, ma andando fuori obiettivo nella seconda parte.
La valutazione di questo metodo predittivo andrebbe, quindi, giudicata sui grandi numeri, ma significherebbe dover attendere secoli di verifiche.
Più realisticamente credo che l'obiettivo sia quello di trovare una correlazione sempre più stretta, fino a riuscire a ricavare una "formula" che riesca a rappresentare in modo convincente, e anche in accordo con la teoria scientifica, il tipo di relazione che lega le grandezze e i fenomeni in gioco. Una volta fatto questo sarà anche più (relativamente) semplice capire anticipatamente quali e quando possano intervenire quei fattori perturbanti che rendono il sistema elaborato poco affidabile e quando invece l'affidabilità possa risultare notevole.
Quindi per il momento consiglio di seguire questi indici con grande interesse ma con un consapevole distacco emotivo, per il semplice fatto che, pur essendo frutto di buone intuizioni e di molto impegno, sono ancora in fase di rodaggio, verifica e sviluppo.
Diamogli del tempo.

Se adesso l'Ing. ci dice anche qualcosa su quelle mappe delle temperature dei mari gli inchini raddoppiano..
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#11 Frasnow Lun 20 Ott, 2014 10:01
Siamo quasi alla fine del mese ed aggiorno un po' il 3d, indice che rimane ampiamente negativo, ottimo per la stagione invernale, e serbatoio siberiano che si ingrandisce. Snowcover da record.
http://app.til.it/opi/
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Ultima modifica di Frasnow il Lun 20 Ott, 2014 10:02, modificato 1 volta in totale
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#12 Cyborg Lun 20 Ott, 2014 14:10
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#13 Cyborg Ven 31 Ott, 2014 09:58
Credo manchi solo l'aggiornamento delle 12z, ma comunque L'OPI chiuderà intorno ai -2.
Ottimo valore che propende per un vortice polare disturbato e con asse a noi favorevole
Questa stagione sarà un banco di prova importante per questo indice, e non possiamo non fare il tifo per un suo successo!
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#14 Mich17 Mar 11 Nov, 2014 12:55
http://app.til.it/opi/ForecastEN.aspx
Sono uscite le previsioni per il trimestre invernale 2014-2015 basate sul monitoraggio dell'indice OPI e direi che non sono niente male per noi.
Si individuano 3 macro step principali:
1) Prima fase invernale caratterizzata da elevata antizonalità est --> ovest;
2) Ripresa della zonalità con tempo perturbato, non troppo freddo;
3) Nuovo ritorno del freddo, ma caratterizzato da una componente meno antizonale con direttrice più nord --> sud.
Non possiamo fare altro che monitorarne la bontà.
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