No, aspettate un attimo.... e questa?????
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
ma nel paese delle bustarelle.. Delle raccomandazioni.. Dei poteri politici distorti.. Del mettete quello ke vi pare tanto ce spremono comunque!!!. Che ci possiamo aspettare? Solo vecchie e nuove ink..ate!!!
Titolo: Re: No, aspettate un attimo.... e questa?????
Ho capito... sono rimasto l'unico str..o che paga il canone RAI.... :lol: :D
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Io pago il canone Rai a casa e basta! Io con il PC ci lavoro e non ha nessuna scheda TV per cui io non lo pagherò mai nel mio negozio!!!
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Non credo che il canone si riferisca ai computer con scheda TV quanto, piuttosto, alla possibilità di vedere tv e sentire radio in streaming. Altrimenti non si spiega nemmeno l'accanimento contro gli smartphone...
In ogni caso è una tassa assolutamente ridicola, indecente, assurda... ma de che stiamo a parlà?? Io se avessi una ditta non la pagherei mai!!! :censored: :censored:
mondosasha ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Non credo che il canone si riferisca ai computer con scheda TV quanto, piuttosto, alla possibilità di vedere tv e sentire radio in streaming. Altrimenti non si spiega nemmeno l'accanimento contro gli smartphone...
In ogni caso è una tassa assolutamente ridicola, indecente, assurda... ma de che stiamo a parlà?? Io se avessi una ditta non la pagherei mai!!! :censored: :censored:
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Dovresti pagarlo solo perchè lo paga chi ti sta intorno...il primo delinquente è il cittadino che cerca di fuggire le tasse...ma fammi capire tu chi sei meno stronzo degli altri che non devi pagarlo? Qui non parlo di canone giusto/ingiusto (è ovvio che sia una imposizione stupida), ma non c'è motivo per cui tu non debba pagarlo ed io si, in fondo la pensiamo tutti e due allo stesso modo, ma te hai 100 euro in più all'anno per portare a cena fuori la tua famiglia, ed io sono più stronzo.
zerogradi ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Dovresti pagarlo solo perchè lo paga chi ti sta intorno...il primo delinquente è il cittadino che cerca di fuggire le tasse...ma fammi capire tu chi sei meno stronzo degli altri che non devi pagarlo? Qui non parlo di canone giusto/ingiusto (è ovvio che sia una imposizione stupida), ma non c'è motivo per cui tu non debba pagarlo ed io si, in fondo la pensiamo tutti e due allo stesso modo, ma te hai 100 euro in più all'anno per portare a cena fuori la tua famiglia, ed io sono più stronzo.
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
E chi non ha collegamento internet adsl? gli fanno lo sconto??? :mah:
Sicuramente sarà un decreto legge e non verrà convertito perchè nessun politico è d'accordo per cui io non lo pago altrimenti tra 60 gg mi dovrebbero ridare i soldi e non li vedo più!!!
Poranese457 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
E chi non ha collegamento internet adsl? gli fanno lo sconto??? :mah:
Sicuramente sarà un decreto legge e non verrà convertito perchè nessun politico è d'accordo per cui io non lo pago altrimenti tra 60 gg mi dovrebbero ridare i soldi e non li vedo più!!!
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
La legge è del 1938 (XVII dell'Era Fascista) :smile: :bye:
mondosasha ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La legge è del 1938 (XVII dell'Era Fascista) :smile: :bye:
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Io il canone di casa lo pago! Parlavo di quello che mi VOREBBERO far pagare in azienda. Stai certo che non lo pago. E semmai avrò 300 euro in più per pagare il mutuo, e non certo per portare a cena fuori la mia famiglia (cosa che non farei tra l'altro...me le insaccoccerei...).
Icestorm ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Io il canone di casa lo pago! Parlavo di quello che mi VOREBBERO far pagare in azienda. Stai certo che non lo pago. E semmai avrò 300 euro in più per pagare il mutuo, e non certo per portare a cena fuori la mia famiglia (cosa che non farei tra l'altro...me le insaccoccerei...).
Titolo: Re: No, aspettate un attimo.... e questa?????
E' chiaro che il "canone aziendale" non ha ragione di esistere, ci si era intesi male. :bye:
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
E' ovvio che allora si parlava di qualsiasi tipo di apparecchio atto a ricevere trasmissioni radiotelevisive. Credo che mai avrebbero immaginato gli sviluppi attuali del settore. Il tutto per dire che questa legge andrebbe rivista. :bye:
mondosasha ha scritto: [Visualizza Messaggio]
E' ovvio che allora si parlava di qualsiasi tipo di apparecchio atto a ricevere trasmissioni radiotelevisive. Credo che mai avrebbero immaginato gli sviluppi attuali del settore. Il tutto per dire che questa legge andrebbe rivista. :bye:
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Tra l'altro alla voce "sanzioni" c'è scritto "catapulta" :P :P :P :P
icchese ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Tra l'altro alla voce "sanzioni" c'è scritto "catapulta" :P :P :P :P
Titolo: Re: No, Aspettate Un Attimo.... E Questa?????
Questo articolo sull'argomento mi sembra interessante. :bye:
La Rai e il canone sui Pc
Sulla recente iniziativa della Rai – concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo – di esigere il pagamento del canone da milioni di imprenditori italiani, possessori di Pc, tablet e smartphone, si è già scritto molto e, si tratta, nella più parte dei casi, di considerazioni ampiamente condivisibili.
Ci sono, tuttavia, almeno due buone ragioni per le quali se il Governo dei Professori non si affretterà a censurare l’iniziativa della Rai, prendendone le distanze e chiarendo che nulla è dovuto da parte di chi possiede Pc, tablet e smartphone, il premier – anche in qualità di ministro ad interim dell’economia – e il suo ministro dello Sviluppo economico dovrebbero essere invitati a dimettersi.
La prima ragione è di merito.
L’Italia è un Paese che sconta – lo si può scrivere senza tema di essere smentiti sulla base di dozzine di analisi e ricerche – un gap in termini di informatizzazione e sviluppo tecnologico mostruoso rispetto al resto d’Europa. Siamo il fanalino di coda dell’Europa a 27 per livello di alfabetizzazione informatica, diffusione ed utilizzo di Internet ed e-commerce.
In un contesto di questo genere tassare chiunque possieda un Pc, un tablet o uno smartphone per foraggiare l’impresa televisiva di Stato è un autentico delitto contro il futuro del Paese, uno dei più gravi dei quali un Governo, nel 2012, in Italia, possa macchiarsi.
Gli imprenditori italiani, così come i comuni cittadini, che possiedono e usano Pc, tablet e smartphone andrebbero premiati fiscalmente, altroché tassati.
La seconda ragione è di metodo ed è, probabilmente, ancor più grave della prima.
La Rai non è un imprenditore qualunque con un’idea folle, anacronistica e giuridicamente claudicante in testa. La Rai è un’azienda di Stato, posseduta per il 99,6% dal Ministero dell’Economia. La Rai è un pezzo di Stato, controllato dal Governo.
E’, pertanto, ovvio che delle sue azioni e iniziative il premier, ministro ad interim dell’Economia, e i suoi ministri – primo tra tutti Corrado Passera, responsabile del Dicastero dello Sviluppo economico e, quindi, delle comunicazioni – debbano risponderne.
In questa vicenda c’è un’azienda di Stato che sta chiedendo a milioni di imprenditori di mettere mano al portafoglio per saldare un credito nei suoi confronti nella piena consapevolezza – o nella colpevole ignoranza – che tale credito è tutt’altro che certo ed è, anzi, assai probabilmente inesistente, e quindi inesigibile.
Rai e Governo non possono dirsi all’oscuro di tale circostanza giacché è fatto notorio che negli ultimi anni la stessa Rai, l’Agenzia delle entrate – e quindi il Ministero dell’Economia – e il Ministero dello Sviluppo economico si siano più volte sottratti dal rispondere al quesito relativo alla sussistenza o meno di un obbligo di pagamento del canone da parte dei possessori di Pc.
Se dunque è lecito dubitare della legittimità dell’operato di un creditore che agisca nella quasi certezza dell’insussistenza del proprio credito o, almeno, nella piena consapevolezza dell’incertezza dello stesso, lo è a maggior ragione quando questo imprenditore è un pezzo dello Stato.
Se lo Stato, attraverso la Rai, chiede il pagamento di un tributo come se esso fosse effettivamente e sicuramente dovuto, molti imprenditori e cittadini potrebbero pagarlo per l’autorevolezza del creditore e per sottrarsi al rischio di possibili sanzioni.
E’ per questo che l’iniziativa della Rai e quella del Governo – se non si affretterà a prenderne le distanze e a sconfessare l’operato del management della Sua azienda radiotelevisiva di Stato – è scorretta eticamente e, probabilmente, anche giuridicamente.
Bisogna, infatti, chiedersi se l’iniziativa della Rai non nasconda l’intento di “risanare” artificiosamente e a spese degli imprenditori italiani il proprio bilancio, facendo apparire come sussistenti dei crediti che invece sono, più realisticamente, insussistenti e quindi inesigibili.
Se così fosse, alla totale assenza di etica dello Stato già ora imputabile al Governo dei Professori, si aggiungerebbe una grave responsabilità giuridica giacché i bilanci dell’azienda di Stato racconterebbero una realtà diversa da quella effettiva perché narrerebbero di crediti che, in realtà, non ci sono.
Due buone ragioni perché il premier chiarisca subito la sua posizione sulla vicenda. In caso contrario, le sue dimissioni, sarebbero un’esigenza istituzionale irrinunciabile, a nulla valendo i meriti – veri o presunti – sin qui acquisiti sul campo.
In una democrazia non c’è spazio per eccezioni alle regole etiche e costituzionali neppure per gli eroi o i salvatori della patria, sempre ammesso che questo Governo, per quanto fatto sin qui, meriti davvero tanti onori.
Guido Scorza (Il Fatto Quotidiano)
La Rai e il canone sui Pc
Sulla recente iniziativa della Rai – concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo – di esigere il pagamento del canone da milioni di imprenditori italiani, possessori di Pc, tablet e smartphone, si è già scritto molto e, si tratta, nella più parte dei casi, di considerazioni ampiamente condivisibili.
Ci sono, tuttavia, almeno due buone ragioni per le quali se il Governo dei Professori non si affretterà a censurare l’iniziativa della Rai, prendendone le distanze e chiarendo che nulla è dovuto da parte di chi possiede Pc, tablet e smartphone, il premier – anche in qualità di ministro ad interim dell’economia – e il suo ministro dello Sviluppo economico dovrebbero essere invitati a dimettersi.
La prima ragione è di merito.
L’Italia è un Paese che sconta – lo si può scrivere senza tema di essere smentiti sulla base di dozzine di analisi e ricerche – un gap in termini di informatizzazione e sviluppo tecnologico mostruoso rispetto al resto d’Europa. Siamo il fanalino di coda dell’Europa a 27 per livello di alfabetizzazione informatica, diffusione ed utilizzo di Internet ed e-commerce.
In un contesto di questo genere tassare chiunque possieda un Pc, un tablet o uno smartphone per foraggiare l’impresa televisiva di Stato è un autentico delitto contro il futuro del Paese, uno dei più gravi dei quali un Governo, nel 2012, in Italia, possa macchiarsi.
Gli imprenditori italiani, così come i comuni cittadini, che possiedono e usano Pc, tablet e smartphone andrebbero premiati fiscalmente, altroché tassati.
La seconda ragione è di metodo ed è, probabilmente, ancor più grave della prima.
La Rai non è un imprenditore qualunque con un’idea folle, anacronistica e giuridicamente claudicante in testa. La Rai è un’azienda di Stato, posseduta per il 99,6% dal Ministero dell’Economia. La Rai è un pezzo di Stato, controllato dal Governo.
E’, pertanto, ovvio che delle sue azioni e iniziative il premier, ministro ad interim dell’Economia, e i suoi ministri – primo tra tutti Corrado Passera, responsabile del Dicastero dello Sviluppo economico e, quindi, delle comunicazioni – debbano risponderne.
In questa vicenda c’è un’azienda di Stato che sta chiedendo a milioni di imprenditori di mettere mano al portafoglio per saldare un credito nei suoi confronti nella piena consapevolezza – o nella colpevole ignoranza – che tale credito è tutt’altro che certo ed è, anzi, assai probabilmente inesistente, e quindi inesigibile.
Rai e Governo non possono dirsi all’oscuro di tale circostanza giacché è fatto notorio che negli ultimi anni la stessa Rai, l’Agenzia delle entrate – e quindi il Ministero dell’Economia – e il Ministero dello Sviluppo economico si siano più volte sottratti dal rispondere al quesito relativo alla sussistenza o meno di un obbligo di pagamento del canone da parte dei possessori di Pc.
Se dunque è lecito dubitare della legittimità dell’operato di un creditore che agisca nella quasi certezza dell’insussistenza del proprio credito o, almeno, nella piena consapevolezza dell’incertezza dello stesso, lo è a maggior ragione quando questo imprenditore è un pezzo dello Stato.
Se lo Stato, attraverso la Rai, chiede il pagamento di un tributo come se esso fosse effettivamente e sicuramente dovuto, molti imprenditori e cittadini potrebbero pagarlo per l’autorevolezza del creditore e per sottrarsi al rischio di possibili sanzioni.
E’ per questo che l’iniziativa della Rai e quella del Governo – se non si affretterà a prenderne le distanze e a sconfessare l’operato del management della Sua azienda radiotelevisiva di Stato – è scorretta eticamente e, probabilmente, anche giuridicamente.
Bisogna, infatti, chiedersi se l’iniziativa della Rai non nasconda l’intento di “risanare” artificiosamente e a spese degli imprenditori italiani il proprio bilancio, facendo apparire come sussistenti dei crediti che invece sono, più realisticamente, insussistenti e quindi inesigibili.
Se così fosse, alla totale assenza di etica dello Stato già ora imputabile al Governo dei Professori, si aggiungerebbe una grave responsabilità giuridica giacché i bilanci dell’azienda di Stato racconterebbero una realtà diversa da quella effettiva perché narrerebbero di crediti che, in realtà, non ci sono.
Due buone ragioni perché il premier chiarisca subito la sua posizione sulla vicenda. In caso contrario, le sue dimissioni, sarebbero un’esigenza istituzionale irrinunciabile, a nulla valendo i meriti – veri o presunti – sin qui acquisiti sul campo.
In una democrazia non c’è spazio per eccezioni alle regole etiche e costituzionali neppure per gli eroi o i salvatori della patria, sempre ammesso che questo Governo, per quanto fatto sin qui, meriti davvero tanti onori.
Guido Scorza (Il Fatto Quotidiano)
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