Terni, fino a marzo vietati caminetti e automobili per due giorni a settimana
Due ordinanze del sindaco per attenuare l'inquinamento atmosferico. Interessati i veicoli, stufe, caldaie e caminetti. Scattano divieti e sanzioni, i particolari
TERNI – Vietato accendere i caminetti delle proprie abitazioni, ogni lunedì e martedì, fino al prossimo 31 marzo. Praticamente una tregenda. Specie per chi in certe zone d’Italia (come l’Umbria) ama, per tradizione culturale e per la gioia del palato, cuocere la “ciccia”, tanta e spesso, sul caminetto di casa.
Inquinamento da caminetto, i dati Secondo ormai molti studi scientifici, infatti, la combustione domestica della legna e della biomassa legnosa (anche pellet) nei camini, stufe e caminetti, produce inquinamento. Parecchio inquinamento nell’atmosfera, in termini di pm10 e benzopirene. Non ne parliamo quando accade – ed accade – che nel camino di casa via si bruci anche carta o, peggio, plastica. A detta dei tecnici e dirigenti comunali che lunedì mattina hanno presenziato ad una conferenza stampa con il sindaco Di Girolamo e l’assessore Giacchetti, un chilo di legna bruciata produce 8 grammi di pm10 nell’aria; una stufa a pellet ne produce 1 grammo e un metro cubo di metan per riscaldamento, 6 milligrammi. Non è finita. Pare che, in base ad uno studio francese, 3.500 chilometri percorsi da una macchina alimentata diesel corrispondano a mezza giornata di camino acceso, in termini di produzione di pm10. Dunque, cambia “un mondo”. Poi, la situazione orografica del territorio, la scarsità dei venti e l’ancora più esigua quantità delle piogge, quasi inesistenti, fanno il resto.
Ordinanze Ed è per questo, ma anche per altre fonti di inquinamento, che nella stesa mattinata di lunedì il sindaco ha presentato due nuove ordinanze (una per la verità, quella sul traffico, viene riproposta e ampliata), che limitano, appunto, l’uso di combustibile legnoso negli impianti privati (stufe, camini, ma pure caldaie) e l’uso della propria automobile in giorni precisi.
Camini, stufe, legna, caldaie Nell’ordianza si legge che, in base a dati regionali, nel territorio ternano l’inquinamento da pm 10 si deve per il 66% alla combustione legnosa domestica, con particolare incidenza dei caminetti. Visto il sempre più frequente superamento in varie zone della città dei limiti di soglia delle pm10 e quindi i frequenti sforamento del numero di giornate massime previste (solo nei primi 10 giorni del 2018, le giornate di superamento sono state ben 7), l’ordinanza prescrive che, dal 22 gennaio al 31 marzo 2018, nei giorni di lunedì e martedì – e per l’intera giornata – sia vietato l’utilizzo di apparecchi per il riscaldamento domestico, funzionanti a biomassa legnosa che non garantiscano il rispetto delle emissioni minime previste per legge (decreto 186/2017), ovvero rispondenti ai requisiti dalla categoria due stelle in poi. In altre parole, la quasi totalità dei camini aperti è vietata in que due giorni settimanali, mentre l’accensione è permessa con campi e stufe chiuse ma che rispondano ai parametri suddetti. Ovviamente, il divieto non si applica a chi usi il solo camino per riscaldarsi e alle attività commerciali (ristoranti, ecc.), nonché a chi abita nei centri minori al di sopra dei 300 metri di altezza. Tale ordinanza, per il prossimo anno, partirà dal primo novembre.
Sanzioni e controlli Per camini, stufe, caldaie si faranno controlli a campione, specie in una zona critica come la periferia Nord. La sanzione per chi non rispetta l’ordinanza varia da 80 a 480 euro.
Eccezioni, sanzioni Il divieto non si applica nel tratto ternano della E45, del Rato e su Strada dei Confini. Ma anche nei centri minori. Sono fatte salve alcune categorie di veicoli ad emissione nulla o di persone (disabili), così come i mezzi pubblici, di forze dell’ordine, gestione servizi pubblici, ecc. Chi non osserva le regole è soggetto a sanzione da 164 a 663 euro.
Incentivi, bandi e scarsi risultati L’amministrazione si augura che, al di là del fatto repressivo, le ordinanze possano far accrescere una sensibilità e consapevolezza ambientale nei cittadini, come avviene in altre parti d’Italia. Anche perché, come hanno spiegato anche i tecnici e dirigenti comunali (Fattore, Frittella e Giammari), la stessa amministrazione mette a dislisizione dei cittadini richiedenti sconti e incentivi annuali, sia per adeguare le caldaie della propria casa che gli impianti delle automobili. Se l’ordinanza sul traffico comincia ad essere rispettata largamente, producendo i ottimi effetti positivi, su caldaie e camini c’è molto da lavorare. Anche perché, in tal senso, dal Comune fanno sapere che gli incentivi e i bandi relativi (che, per esempio, mettono a disposizione da 500 a 1000 euro pro-capite per l’alimentazione dei veicoli) hanno ottenuto praticamente zero risposte dalla cittadinanza.
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