Il primo, maturato lentamente nei mesi scorsi nella vicina Asia occidentale e poi sulla Russia europea, approfittando di una debole ma prolungata azione di forcing ai fianchi del VP, con conseguente displacement (dislocazione decentrata rispetto al Polo Nord) dello stesso, e di un suolo particolarmente freddo, grazie anche alle nevicate record per estensione avvenute già da dicembre (effetto albedo), si è lentamente rafforzato e raffreddato, andando ad accumulare un serbatoio immenso di aria freddissima e pesantissima.
l secondo protagonista, il VP, libero di imperversare indisturbato nelle proprie lande d'origine, ha duramente risentito di un debole ma costante forcing che, prima l'ha costretto ad un allungamento poi, a seguito di intensi Sudden Warming (riscaldamenti stratosferici), ne ha causato un cedimento strutturale, proponendo una "provvidenziale" saccatura in quota.
Tale saccatura, scesa fin dentro il Mediterraneo, è stata capace di fornire quel calo barico, necessario a richiamare l'aria fredda pellicolare di origine continentale, con un conseguente avvicinamento di tutto quel lago di aria gelida (HP termico) e con la costruzione un ponte barico al suolo tra Atlantico e Siberia, detto Ponte di Veoikof.
Grazie a questa dinamica importanti masse d'aria continentale freddissima sono riuscite a scorrere sul suo bordo meridionale causando correnti tese antizonali (da est verso ovest), conosciute come Burian.
Questo meccanismo ha causato il drastico calo termico e barico, fornendo l'energia necessaria affinché il vortice freddo della scorsa settimana potesse approfondirsi ed imperversare anche sulla nostra penisola.
Ed è stato sempre lo stesso fronte polare (VP) che, con le sue correnti a getto in quota, ha agganciato e pilotato il piccolo vortice freddo sopra al Mar Baltico trasportandolo fin nel Mediterraneo la scorsa notte. Il vortice freddo (molto freddo) si era originato al di sopra all'aria pellicolare dell'HP termico che, notoriamente, in quota può dare origine a vortici depressionari freddi, visto il forte gradiente barico verticale tipico degli stessi HP termici.
Ma presto il VP potrebbe risentire di un nuovo ed intenso disturbo operato dall'HP Atlantico che, risalendo di latirudine verso nord, fin sull'Islanda e la Groenlandia, lo costringerebbe ad un nuovo sprofondamento verso il Mediterraneo, ed in particolare verso l'Italia, con possibile ingresso della massa d'aria artica proprio dalla foce del Rodano, che andrebbe a riversarsi nel buco barico scavatosi in queste settimane sul posto.
Questo tipo di dinamica avrebbe una propria logica, e soprattutto rifletterebbe quanto accaduto già in passato, quando la presenza di una importante falla barica fredda nel Mediterraneo centrale garantì ripetute incursioni fredde operate alternativamente da aria continentale ed artica.
I modelli stanno valutando tale ipotesi, fino a ieri proposta un po' da tutti i principali centri di calcolo, oggi supportata soprattutto dagli inglesi di UKMO.
Gli indici teleconnettivi sono ancora favorevoli a questa soluzione, le carte stratosferiche la propongono alternativamente ogni 6 ore... insomma, è una chance allettante che per il momento valuto ancora al 50%.
Marvel

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