#1 marvel Mer 17 Nov, 2010 15:29
Oggi sono usciti degli articoli su di una ricerca pubblicata ieri sul prestigioso Journal of Geophysical Research, condotta da eminenti scienziati degli istituti:
Postdam Institute for Climate Impact Research, Germany,
Leibniz Institute of Marine Sciences at the University of Kiel, Germany
A.M. Obukhov Institute of Atmospheric Physics RAS, Moscow, Russia
riguardante la connessione tra la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara (quella porzione di Oceano Artico tra la Scandinavia, le Is. Svalbard e la Siberia), e le variazioni di circolazione atmosferica emisferica e dell'Europa, con particolare riferimento alle colate fredde e quindi agli inverni.
Il collegamento sarebbe questo:
data la riduzione di ghiaccio nella suddetta area, dove si avrebbero temperature troposferiche più alte, si formerebbero più facilmente anticicloni artici capaci di forzare avvezioni fredde da est verso ovest (antizonali) sui continenti nordici, con una riduzione termica media di 1.5 °C e soprattutto con probabilità triplicate di frequenza di inverni estremamente freddi su vaste aree, inclusa l'Europa.
Questo meccanismo non sarebbe molto stabile, si avrebbero cioè oscillazioni barocline, sull'area di Artico interessata, direttamente collegate all'andamento dei ghiacciai.
In condizioni di "oceano scoperto" (senza ghiacci), sarebbero probabili gli anticicloni, con conseguente innesco dei moti antizonali, mentre non appena il mare verrebbe ricoperto dai ghiacci, ecco che gli anticicloni lascerebbero il passo alle depressioni, e così via... una specie di meccanismo naturale di compensazione del clima "contro il riscaldamento globale"... meccanismo che, effettivamente, sembrerebbe essere in grado di spiegare certe oscillazioni periodiche della circolazione atmosferica dell'Emisfero Nord e quindi del clima.
Secondo gli scienziati, sembrerebbero essere riconducibili a questo sistema anche alcuni degli ultimi inverni freddi del continente europeo.
JOURNAL OF GEOPHYSICAL RESEARCH, VOL. 115, D21111, 11 PP., 2010
doi:10.1029/2009JD013568
A link between reduced Barents-Kara sea ice and cold winter extremes over northern continents
Vladimir Petoukhov
Potsdam Institute for Climate Impact Research, Potsdam, Germany
Vladimir A. Semenov
Leibniz Institute of Marine Sciences at the University of Kiel, Germany
A.M. Obukhov Institute of Atmospheric Physics RAS, Moscow, Russia
The recent overall Northern Hemisphere warming was accompanied by several severe northern continental winters, as for example, extremely cold winter 2005–2006 in Europe and northern Asia. Here we show that anomalous decrease of wintertime sea ice concentration in the Barents-Kara (B-K) seas could bring about extreme cold events like winter 2005–2006. Our simulations with the ECHAM5 general circulation model demonstrate that lower-troposphere heating over the B-K seas in the Eastern Arctic caused by the sea ice reduction may result in strong anticyclonic anomaly over the Polar Ocean and anomalous easterly advection over northern continents. This causes a continental-scale winter cooling reaching −1.5°C, with more than 3 times increased probability of cold winter extremes over large areas including Europe. Our results imply that several recent severe winters do not conflict the global warming picture but rather supplement it, being in qualitative agreement with the simulated large-scale atmospheric circulation realignment. Furthermore, our results suggest that high-latitude atmospheric circulation response to the B-K sea ice decrease is highly nonlinear and characterized by transition from anomalous cyclonic circulation to anticyclonic one and then back again to cyclonic type of circulation as the B-K sea ice concentration gradually reduces from 100% to ice free conditions. We present a conceptual model that may explain the nonlinear local atmospheric response in the B-K seas region by counter play between convection over the surface heat source and baroclinic effect due to modified temperature gradients in the vicinity of the heating area.
http://www.agu.org/pubs/crossref/2010/2009JD013568.shtml
Colder winters possible due to climate change-study
16 Nov 2010 14:52:16 GMT
* Colder winters possible in northern regions
* Shrinking sea ice causes airstream anomalies
* Finding does not conflict with global warming
BERLIN, Nov 16 (Reuters) - Climate change could lead to colder winters in northern regions, according to a study by the Potsdam Institute for Climate Impact Research on Tuesday.
Vladimir Petoukhov, lead author of the study, said a shrinking of sea ice in the eastern Arctic causes some regional warming of lower air levels and may lead to anomalies in atmospheric airstreams, triggering an overall cooling of the northern continents.
"These anomalies could triple the probability of cold winter extremes in Europe and northern Asia," he said. "Recent severe winters like last year's or the one of 2005/06 do not conflict with the global warming picture but rather supplement it."
Petoukhov, whose study is entitled "A link between reduced Barents-Kara sea ice and cold winter extremes over northern continents", said in a statement a warming of the air over the Barents-Kara Sea appeared to bring cold winter winds to Europe.
"This is not what one would expect," Petoukhov said. "Whoever thinks that the shrinking of some far away sea ice won't bother him could be wrong."
The U.N. panel of climate scientists say a creeping rise in global temperatures will bring ever more floods, droughts, heat waves and rising sea levels.
Almost 200 nations meet in Mexico from Nov. 29 to Dec. 10 to try to agree a "green fund" to help poor countries deal with climate change and other steps towards an elusive treaty to tackle global warming. [ID:nLDE6AF0FB] (Reporting by Erik Kirschbaum; editing by Janet Lawrence)
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#2 Poranese457 Mer 17 Nov, 2010 17:08
Oggi sono usciti degli articoli su di una ricerca pubblicata ieri sul prestigioso Journal of Geophysical Research, condotta da eminenti scienziati degli istituti:
Postdam Institute for Climate Impact Research, Germany,
Leibniz Institute of Marine Sciences at the University of Kiel, Germany
A.M. Obukhov Institute of Atmospheric Physics RAS, Moscow, Russia
riguardante la connessione tra la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara (quella porzione di Oceano Artico tra la Scandinavia, le Is. Svalbard e la Siberia), e le variazioni di circolazione atmosferica emisferica e dell'Europa, con particolare riferimento alle colate fredde e quindi agli inverni.
Il collegamento sarebbe questo:
data la riduzione di ghiaccio nella suddetta area, dove si avrebbero temperature troposferiche più alte, si formerebbero più facilmente anticicloni artici capaci di forzare avvezioni fredde da est verso ovest (antizonali) sui continenti nordici, con una riduzione termica media di 1.5 °C e soprattutto con probabilità triplicate di frequenza di inverni estremamente freddi su vaste aree, inclusa l'Europa.
Questo meccanismo non sarebbe molto stabile, si avrebbero cioè oscillazioni barocline, sull'area di Artico interessata, direttamente collegate all'andamento dei ghiacciai.
Certo che 1.5°C in meno sono davvero tanti.....
Ora aiutatemi a capire una cosa: con questo incremento di acqua fredda in oceano come si comporterebbe l'umidità e, quindi, la relativa possibilità di formazione di depressioni?
A giudicare da quanto intuibile dall'articolo si potrebbe dire che essa dovrebbe diminuire (formazione di anticicloni) ma a rigor di logica non dovrebbe AUMENTARE?? E, se aumentasse l'umidità disponibile, non dovrebbe esser più facile la formazione di depressioni piuttosto che di anticicloni???
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#3 marvel Mer 17 Nov, 2010 18:13
Oggi sono usciti degli articoli su di una ricerca pubblicata ieri sul prestigioso Journal of Geophysical Research, condotta da eminenti scienziati degli istituti:
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Il collegamento sarebbe questo:
data la riduzione di ghiaccio nella suddetta area, dove si avrebbero temperature troposferiche più alte, si formerebbero più facilmente anticicloni artici capaci di forzare avvezioni fredde da est verso ovest (antizonali) sui continenti nordici, con una riduzione termica media di 1.5 °C e soprattutto con probabilità triplicate di frequenza di inverni estremamente freddi su vaste aree, inclusa l'Europa.
Questo meccanismo non sarebbe molto stabile, si avrebbero cioè oscillazioni barocline, sull'area di Artico interessata, direttamente collegate all'andamento dei ghiacciai.
Certo che 1.5°C in meno sono davvero tanti.....
Ora aiutatemi a capire una cosa: con questo incremento di acqua fredda in oceano come si comporterebbe l'umidità e, quindi, la relativa possibilità di formazione di depressioni?
A giudicare da quanto intuibile dall'articolo si potrebbe dire che essa dovrebbe diminuire (formazione di anticicloni) ma a rigor di logica non dovrebbe AUMENTARE?? E, se aumentasse l'umidità disponibile, non dovrebbe esser più facile la formazione di depressioni piuttosto che di anticicloni???

No, ascolta bene, (premesso che non si è parlato di incremento dell'acqua fredda nel mare, nè di umidità)
la questione è semplice:
se non si forma ghiaccio in quelle aree, o se ne forma di meno, si ha una variazione nel tipo di superficie che in quell'area viene in contatto con l'atmosfera:
1) se c'è mare ghiacciato la superficie è fredda (come minimo sotto zero, ma anche molti gradi sotto zero, anche grazie all'effetto albedo) e il vortice polare non trova nessun problema, nessuna alterazione barica, e nessun blocco sul posto, quindi non ci sono forzanti che possano causare l'innesco di esterlies sull'Europa (correnti orientali fredde in senso antizonale).
2) se invece per qualche motivo (c'è chi dice per il riscaldamento globale e chi per circolazione di correnti marine) il mare resta scoperto, significa che intanto la T in superficie è sopra lo zero, e poi che la superficie del mare sta cedendo calore alla colonna d'aria sovrastante (il calore fluisce sempre da un corpo più caldo ad uno più freddo).
Tale cessione di calore continua dal mare all'aria (e non di umidità, anche perché siamo in zone in cui l'aria è comunque molto fredda e quindi assorbe/trattiene poca umidità), si propaga verso l'alto, con il risultato di provocare l'espansione dei gas sovrastanti (quando scaldiamo dell'aria essa aumenta di volume e si espande, quando la raffreddiamo si contrae, diventa più densa).
Questo calore produce una grande bolla di aria relativamente calda che si espande anche in quota, rendendo la colonna d'aria relativamente uniforme con la quota (sia termicamente che baricamente), cioè il gradiente di pressione è piccolo con l'aumento di quota (a differenza degli HP termici, dove la pressione molto alta al suolo crolla con l'aumentare della quota).
Ecco, quindi, che quest'azione continua porta alla costruzione di un HP dinamico.
La massa d'aria della "bolla" dell' HP inizia a defluire dall'interno verso l'esterno al suolo, in senso orario, questo comporta che in alto inizi a risucchiare aria al suo centro, che cadendo va a comprimere ulteriormente l'aria presente, scaldandola ancora. Ecco che è nato un HP dinamico a tutti gli effetti!
L' HP dinamico, oltre ad inibire la formazione ed il transito di LP, va a contrastare la formazione di HP termici (che notoriamente si formano su superfici fredde per accumulo di aria fredda). Inoltre, spesso e volentieri, confinando con i vicini HP termici, l' HP dinamico è anche in grado di trascinare verso ovest-sudovest parte delle depressioni fredde che sovrastano i termici, generando anche le fmose gocce fredde.
Va da se che il VP è costretto ad aggirare il suddetto HP dinamico in senso meridiano, e ad insinuarsi verso SW con profonde saccature.
PS(le LP "calde" si formano per sollevamento rapido di aria calda dalle superfici di mari miti (cicloni, uragani, ecc), e con sollevamento di molta umidità che poi, per condensazione, cede altro calore (calore latente di condensazione) che incrementa quindi la temperatura con unteriore spinta per il sollevamento rapido della massa d'aria. Ma per lo più le "nostre" depressioni si formano per contrasti tra masse d'aria di natura termica e barica differente, spesso proprio per il passaggio di aria fredda su superfici umide e calde (mari). Ecco allora che il sollevamento forzato dell'aria calda, ad opera dell'arrivo e del passaggio di aria più fredda, produce delle depressioni)
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Ultima modifica di marvel il Mer 17 Nov, 2010 22:12, modificato 5 volte in totale
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#5 zerogradi Gio 18 Nov, 2010 15:18
Non sostenevi che il riscaldamento globale era una fesseria??
Allora come spieghi la tesi alla base di tale teoria...cioè la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara??
Chi la riduce la banchisa??? Le balene, gli orsi polari??
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#6 Fili Gio 18 Nov, 2010 15:23
Non sostenevi che il riscaldamento globale era una fesseria??
Allora come spieghi la tesi alla base di tale teoria...cioè la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara??
Chi la riduce la banchisa??? Le balene, gli orsi polari?? 
credo che Marvel stia cercando di spiegarci come lui metta in discussione il "perchè" del riscaldamento globale...i motivi...non prettamente antropologici.
Non mi pare abbia mai negato il GW...quello credo sia innegabile, per tutti.
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#7 zerogradi Gio 18 Nov, 2010 17:33
Non sostenevi che il riscaldamento globale era una fesseria??
Allora come spieghi la tesi alla base di tale teoria...cioè la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara??
Chi la riduce la banchisa??? Le balene, gli orsi polari?? 
credo che Marvel stia cercando di spiegarci come lui metta in discussione il "perchè" del riscaldamento globale...i motivi...non prettamente antropologici.
Non mi pare abbia mai negato il GW...quello credo sia innegabile, per tutti. 
Lo so lo so...ma io gli romperò sempre le balle finchè non cambierà idea...
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#8 marvel Gio 18 Nov, 2010 18:49
Non sostenevi che il riscaldamento globale era una fesseria??
Allora come spieghi la tesi alla base di tale teoria...cioè la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara??
Chi la riduce la banchisa??? Le balene, gli orsi polari?? 
credo che Marvel stia cercando di spiegarci come lui metta in discussione il "perchè" del riscaldamento globale...i motivi...non prettamente antropici.
Non mi pare abbia mai negato il GW...quello credo sia innegabile, per tutti. 
Lo so lo so...ma io gli romperò sempre le balle finchè non cambierà idea... 
Fili, c'è chi proprio non vuol capire... e che ce voi fa'?
Alessa', a parte che la banchisa, come la maggior parte dei fenomeni legati al clima, ha un andamento ciclico, come minimo multidecadale.
Entrano in gioco le correnti marine, che anch'esse hanno una variazione ciclica, come anche la circolazione atmosferica... insomma, una serie di fattori di influenza molto difficili da considerare in un sistema complesso.
Il GW, come anche l'arretramento della banchisa polare e dei ghiacciai sono, in buona parte, rilevati e spiegati, non fosse altro perché siamo usciti da un periodo freddo (PEG).
Ma attualmente il riscaldamento è cessato, lo dicono i dati, la T non sta crescendo ulteriormente...da quasi 10 anni, e questo è inspiegabile se teniamo conto delle teorie dell'AGW (riscaldamento globale di origine antropica).
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#9 Pigimeteo Gio 18 Nov, 2010 21:34
Non sostenevi che il riscaldamento globale era una fesseria??
Allora come spieghi la tesi alla base di tale teoria...cioè la riduzione della banchisa sui mari di Barents e di Kara??
Chi la riduce la banchisa??? Le balene, gli orsi polari?? 
Ecco. Nella diapositiva vediamo, per l'appunto, i due orsi polari responsabili della rottura della banchisa...
A parte gli scherzi, se posso permettermi di "difendere" Marvel (non ne ha bisogno, specie da parte del sottoscritto), mi sembra che sono un paio d'anni che stia ripetendo non che il riscaldamento globale non esista bensì che non c'è la certezza che questo riscaldamento sia inarrestabile e che, soprattutto, sia totalmente di natura antropica. Semplicemente questo. E come persino i serristi dicono che, come effetto secondario del GW, ci potrebbe scappare un'altra glaciazione per l'Europa, non vedo perché, al contrario, in un contesto di GW (che viene comunque citato) in fase di regressione non ci possa essere una porzione di Mar glaciale artico scoperta dai ghiacci...
Pare così ovvio...
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#10 zerogradi Ven 19 Nov, 2010 09:20
Ci sono opinioni ed opinioni. C'è chi non crede ai dati registrati dalla rete mondiale, e chi invece ci crede.
C'è chi crede che la causa del riscaldamento globale sia in parte imputabile all'uomo (IO!) e chi crede che sia in grandissima parte imputabile a cicli climatici naturali (Marvel).
Ma avrete capito che io in questi topic esagero, lo provoco. Voglio dire, pensate che tra noi non ne discutiamo mai...? Lavoriamo nello stesso ufficio...!!
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#11 marvel Ven 19 Nov, 2010 10:48
Ci sono opinioni ed opinioni. C'è chi non crede ai dati registrati dalla rete mondiale, e chi invece ci crede.
C'è chi crede che la causa del riscaldamento globale sia in parte imputabile all'uomo (IO!) e chi crede che sia in grandissima parte imputabile a cicli climatici naturali (Marvel).
Ma avrete capito che io in questi topic esagero, lo provoco. Voglio dire, pensate che tra noi non ne discutiamo mai...? Lavoriamo nello stesso ufficio...!!

Si, infatti, pare che ce stamo a scanna'...  quando in ufficio, se ne parliamo, siamo sempre più o meno d'accordo! 
Anche perché l'argomento è talmente incerto che è decisamente opinabile!
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#12 Pigimeteo Ven 19 Nov, 2010 19:22
Ci sono opinioni ed opinioni. C'è chi non crede ai dati registrati dalla rete mondiale, e chi invece ci crede.
C'è chi crede che la causa del riscaldamento globale sia in parte imputabile all'uomo (IO!) e chi crede che sia in grandissima parte imputabile a cicli climatici naturali (Marvel).
Ma avrete capito che io in questi topic esagero, lo provoco. Voglio dire, pensate che tra noi non ne discutiamo mai...? Lavoriamo nello stesso ufficio...!!

Caspita! Non lo sapevo...
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